4. Analisi della competitività della destinazione Siracusa e possibili strategie di sviluppo
4.2 Analisi dei fattori di competitività della destinazione Siracusa
4.2.2 Le infrastrutture di trasporto e comunicazione
Alla base dell’esistenza di una destinazione turistica, prima che della sua competitività, risiedono elementi che non fungono solo da supporto per la vacanza, ma influiscono direttamente su di essa: la stessa filiera turistica e le più generali infrastrutture hard dell’economia, ossia i sistemi di trasporto e comunicazione.
L’industria ricettiva della Provincia di Siracusa è stata protagonista nell’ultimo decennio di un consistente potenziamento dell’offerta, sia in termini di numero di esercizi sia della capacità di accogliere i visitatori. Grazie soprattutto al supporto economico dell’Unione Europea, dal 2011 al 2012, il numero degli esercizi extra- alberghieri è accresciuto del 7,9%, mentre il tasso di crescita per le strutture alberghiere è stato del 2,4%, soprattutto complessi a quattro stelle e residenze turistiche. Tuttavia, in riferimento ai posti letto, l’incremento maggiore si è registrato nel comparto alberghiero (+4,4%), mentre il settore complementare ha mostrato chiari segni di parcellizzazione dell’offerta, con strutture che tendono alla specializzazione più che all’aumento della capacità di accoglienza. Gli alloggi in affitto in forma imprenditoriale (camere, case e appartamenti per vacanze, esercizi di affittacamere e residence) e i bed & breakfast sono le formule ricettive extralberghiere che hanno registrato lo sviluppo maggiore, configurandosi come un prodotto in grado di intercettare un viaggiatore evoluto che vuole vivere in modo autentico e diretto la cultura locale, sempre meno da turista e sempre più da “residente tra residenti”. In linea con questa tendenza, il turismo sommerso appare di grande importanza in termini di creazione di reddito e occupazione, ma, per la sua natura incontrollata e autogestita, tende a sfuggire alle possibilità di monitoraggio e valutazione.
Su questa scia si collocano le strutture agrituristiche, funzionali a conciliare le aspettative dei residenti e dei turisti e a riscoprire il valore del rapporto umano e dell’ospitalità, che mantengono ben salda la loro posizione e presentano ampi margini di crescita qualitativa. La Provincia siracusana è la seconda in Sicilia per numero di
agriturismi39
, tuttavia la loro nascita non è sempre stata legata a obiettivi di migliore conoscenza e di salvaguardia delle specificità dei singoli territori e delle loro produzioni e, di conseguenza, non è stata sfruttata a pieno la possibilità d’integrazione del reddito aziendale che questa modalità d’accoglienza alternativa offre. In alcuni casi, si è trattato d’iniziative motivate dalla disponibilità di finanziamenti pubblici e poco integrate con la valorizzazione della produzione agricola e, in altri, di semplici ampliamenti dell’offerta proposta da operatori già attivi nel settore della ristorazione. Inoltre, a parte poche eccezioni, i prodotti della propria azienda non risultano pienamente avvalorati e limitano il loro ruolo a meri “oggetti-ricordo” o a elementi di forza delle preparazioni gastronomiche, perdendo l’occasione di diventare incentivo alla scoperta delle peculiarità dell’area e fulcro d’iniziative integrate di fruizione alternativa.
Per quanto concerne il vero e proprio pilastro dell’attrattività turistica locale, nel comprensorio siracusano, la fruizione della risorsa balneare fa riferimento, in primo luogo, a un turismo di prossimità, relativo ai residenti delle zone limitrofe, che tendenzialmente occupano le seconde case localizzate su gran parte del litorale costiero. In secondo luogo, “l’industria blu” genera un vero e proprio movimento turistico di lunga distanza, con flussi che prediligono sistemazioni a ridosso del centro urbano e organizzano la propria vacanza tanto in stile “fai da te” quanto attraverso pacchetti turistici. Tendenzialmente, nel primo caso vengono prescelte le strutture extralberghiere, mentre nel secondo risultano più apprezzati i villaggi turistici e gli alberghi. Questi ultimi, nella zona costiera, si caratterizzano spesso per standard qualitativi di livello medio-basso, attraendo flussi di turisti a bassa potenzialità di spesa e concentrati soprattutto nei mesi di luglio e agosto. Inoltre, negli stabilimenti balneari, si avverte una carenza di servizi di accoglienza turistica, di impianti per lo svolgimento di attività ricreative e sportive e, talvolta, di
39Osservatorio Turistico della Regione Siciliana, Capacità ricettiva – Sicilia e Province, anni
2011-2012.
Disponibile in:
http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR _TurismoSportSpettacolo/PIR_Turismo/PIR_7338501.618136477 (Consultato il 18 gennaio 2014)
professionalità da parte degli operatori. Nonostante ciò, si rilevano sporadiche iniziative interessanti e di valore aggiunto, come la “Bau Bau Beach” (Priolo), che garantisce una spiaggia attrezzata per accogliere gli animali.
La superstruttura turistica, oltre alla ricettività, trova un ulteriore building block nelle infrastrutture di trasporto e comunicazione, che rappresentano le precondizioni indispensabili affinché una destinazione riesca, in primo luogo, ad attrarre i visitatori e, in secondo luogo, a garantirne la soddisfazione.
La Regione Sicilia si è tradizionalmente caratterizzata per i bassi livelli di produttività del capitale pubblico, spesso imputata a un’attività di gestione incapace di guidare un decisivo processo di sviluppo. Oltre a ciò, la sovrapposizione di molteplici enti istituzionali, dotati a differenti livelli di competenze territoriali, ha concorso a determinare un basso livello di ottimizzazione del sistema infrastrutturale e un debole sfruttamento delle potenziali economie di scala da esso derivanti.
La correlazione tra la gestione del sistema infrastrutturale della mobilità e quella del prodotto turistico è un problema complesso, strettamente dipendente non solo dalla disponibilità di risorse pubbliche ma anche dalla tipologia ed efficacia del sistema di
policy e dalla percezione valutativa delle potenzialità di sviluppo che derivano
dall’interazione trasporti-turismo. Dalla qualità e dal volume delle infrastrutture dipendono, in primo luogo, la produttività delle singole filiere del settore e, in secondo luogo, il grado di soddisfazione dei viaggiatori, non solo perché esse forniscono le necessarie condizioni per l’accessibilità ma anche perché permettono di raggiungere e di collegare i diversi siti d’interesse e le diverse attrazioni turistiche interne.
L’accessibilità diretta consentita dai collegamenti aerei rappresenta oggi uno dei più importanti fattori che condizionano la scelta di una destinazione turistica e il comprensorio della Sicilia sudorientale sembra aver colto questa tendenza per ovviare alla tradizionale paralisi infrastrutturale viaria e ferroviaria. L’aeroporto di riferimento è quello internazionale di Catania Fontanarossa, che è situato a circa cinquanta chilometri da Siracusa e offre collegamenti diretti con i maggiori mercati di generazione dei flussi italiani ed europei. Lo scalo ha registrato nei primi tre mesi del
2014 un aumento dei passeggeri dell’11% rispetto all’anno precedente40
, anche grazie ai nuovi avamposti della compagnia low cost Ryanair, che opera a oggi 172 voli settimanali. L’aeroporto etneo ha interpretato positivamente gli stimoli provenienti dal settore, giacché, con il 51% dei turisti internazionali che viaggia in aereo41
e con il crescere della passione per gli short break, il ruolo dei low cost diventa centrale nella scelta della destinazione di vacanza, agendo, di fatto, da modificatore dei flussi turistici. Inoltre, l’assenza di strutture aeroportuali nella Provincia di Siracusa viene compensata dalla presenza di un altro scalo aereo a Comiso (Ragusa), che è stato inaugurato nel maggio 2013 e ha già registrato circa centomila passeggeri.
Le infrastrutture portuali più vicine a Siracusa si trovano a Catania, che garantisce collegamenti da Napoli e da Palermo, ad Augusta (Siracusa), che rappresenta il porto commerciale più importante dell’area, e a Pozzallo (Ragusa), che gestisce un servizio di traghetti da Malta. Inoltre, una via di fuga dal ruolo marginale di Siracusa nei confronti del trasporto marittimo è rappresentata dall’ingresso della destinazione tra gli scali delle grandi navi da crociera, che per molti rappresentano un modo attraente e facilitato per visitare più destinazioni in un unico viaggio. A supporto di questo settore si è reso necessario un adeguamento dell’infrastruttura portuale, con la recente ripresa dei lavori di ammodernamento e riqualificazione della zona della Marina, sospesi nel 2010, che concernono l’ampliamento delle banchine e il miglioramento dei fondali nell’area del Porto Grande. Altri servizi nautici sono rappresentati da approdi turistici localizzati in diverse zone costiere della Provincia, che permettono i servizi essenziali per l’ormeggio dei diportisti.
Dal punto di vista delle infrastrutture per il trasporto su ferro, la rete che interessa la Provincia appare notevolmente ridotta rispetto al passato ed è costituita, allo stato attuale, da due sole linee ferroviarie a velocità ridotta (Catania- Siracusa e Siracusa- Ragusa). L’arretratezza in cui versano i mezzi determina lunghi tempi di percorrenza che, insieme alla distanza delle stazioni dai centri cittadini e all’assenza di fermate in prossimità delle località balneari, rendono il sistema complessivamente inadeguato.
40 Fonte: Assaeroporti
41 ATAG (Air Transport Action Group), Aviation: Benefits Beyond Borders, ATAG, Geneva,
Nell’aprile 2014 il Comitato Interministeriale per la Programmazione economica ha approvato, all’interno dei provvedimenti varati dal governo, l’Accordo di partenariato sulla Programmazione dei Fondi strutturali e d’investimento europei per il periodo 2014-2020, concedendo finanziamenti per la velocizzazione della direttrice Siracusa- Catania.
Per quanto concerne il trasporto pubblico su gomma, i collegamenti risultano più capillari, rapidi e convenienti rispetto a quelli su ferro, raggiungendo in modo diretto quasi tutte le Province della Regione e le zone interne della Provincia. Nonostante l’elevato numero di tratte, l’offerta di mobilità tramite autolinee non appare convenientemente integrata e coordinata né funzionale a essere utilizzata per fini turistici, giacché non riesce a coprire l’intero territorio e viene ridotta nei giorni festivi. La raggiungibilità delle zone balneari e delle aree naturalisticamente rilevanti è, infatti, estremamente carente, causando spesso il disorientamento dei viaggiatori, che non possono neanche contare sul supporto di punti informativi turistici in prossimità delle fermate.
In termini di fruibilità, ossia la “caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di
facilità e semplicità d’uso, di efficienza, di rispondenza alle esigenze dell’utente, di gradevolezza e di soddisfazione nell’uso del prodotto”42
, appare evidente che nel territorio siracusano i miglioramenti da attuare in ambito pubblico siano ancora numerosi. Di conseguenza, il mezzo privato risulta l’alternativa più vantaggiosa per uno spostamento agevole, che non si limiti ai siti più battuti e che non sia vincolato a orari poco congeniali o disservizi. Questa modalità di trasporto, infatti, soddisfa in larga parte la domanda di trasporto locale e può contare su una rete principale, costituita due corridoi autostradali e otto strade statali, e su una rete provinciale, che ricopre un’estensione di circa 1.537 chilometri. Dalle considerazioni fatte emerge chiaramente la difficoltà, in assenza di un mezzo privato, di ideare un percorso di visita che colga in pieno le potenzialità diffuse dell’area, a eccezione del capoluogo, in cui le diverse attrazioni sono raggiungibili a piedi, attraverso linee urbane o per mezzo del servizio di bike sharing.
A incrinare ulteriormente il deficit di fruibilità concorre la carenza informativa, in termini di qualità e disponibilità, circa servizi erogati e attrazioni disponibili. L’infrastruttura ICT, nonostante i miglioramenti avvenuti negli ultimi anni, appare ancora insoddisfacente, con siti Internet inadeguati dal punto di vista dell’usabilità, in cui vengono riportati orari di apertura e prezzi divergenti e le informazioni appaiono incomplete e datate. Solo per citare un esempio, il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi, uno dei principali d’Europa, che accoglie una media di 67.824 visitatori annui, non possiede una webpage personale, ma viene “ospitato” nel sito ufficiale della Regione Sicilia, tra l’altro con informazioni né aggiornate né sufficientemente esaustive. On site la situazione non migliora, giacché gli strumenti informativi a servizio dei visitatori appaiono confusionari, quando non introvabili, e poco funzionali a garantire le precondizioni fondamentali per ottimizzare l’esperienza di vacanza, soprattutto per gli ospiti stranieri.
A questa criticità è da aggiungere un altro evidente punto debole che da sempre anima il tessuto turistico siracusano, ossia la scarsa propensione alla collaborazione tra gli stakeholder operanti nei vari settori economici, che si traduce nella mancanza di una visione olistica che guidi le azioni di pianificazione e programmazione. Nonostante le molteplici misure pubbliche volte a stimolare l’aggregazione degli organismi economici e istituzionali, l’assenza di una strategia d’insieme ha determinato uno scollamento tra le diverse iniziative autonome, spesso legate a particolarismi e localismi, che ha avuto come conseguenza diretta evidenti disfunzioni operative e un’inefficiente allocazione delle risorse disponibili. Inoltre, lo scarso coordinamento tra le diverse operazioni, in linea con una visione dello sviluppo economico di corto respiro, ha ostacolato l’attuazione di politiche di promozione e marketing uniche, favorendo piuttosto azioni frammentate e inefficaci.