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Le iscrizioni Gupta: un approccio linguistico

Appendice II: L’Iconografia Gupta e il suo significato nella rappresentazione del sovrano

Capitolo 3: La divulgazione della propaganda imperiale attraverso l’analisi delle epigrafi

3.6. Le iscrizioni Gupta: un approccio linguistico

All’interno delle iscrizioni sopra analizzate è possibile riscontrare la presenza frequente di alcune tematiche testuali.

Innanzitutto il primo sostantivo che certamente viene adoperato in quasi tutte le iscrizioni dei sovrani Gupta, sia in quelle commissionate da private che dagli stessi sovrani, è quello di “fama”. Il termine si manifesta in sanscrito attraverso due sinonimi yaśa e kīrti. I due sostantivi vengono usati in modo del tutto casuale. Infatti, sia yaśa sia kīrti sono utilizzati per attribuire la fama non solo degli imperatori Gupta ma anche d’individui appartenenti a una gerarchia di potere più bassa. Come ad esempio nell’iscrizione di Eran, nella quale sono elogiate le gesta di Mātṛivisṇu, viene usato il sostantivo yaśa oppure, in quella di Tumain nella quale viene usato invece kīrti per indicare la gloria di Ghaṭōkachagupta. Lo scontro con i nemici del sovrano è un altro tema ricorrente all’interno di tutte le epigrafi. Gli avversari della corona, quando non sono chiamati sotto il nome specifico del regno o tribù d’appartenenza535, sono menzionati attraverso l’uso di molti sostantivi. In

alcune epigrafi, per indicare l’insieme degli avversari del re, viene usato l’appellativo di principi, come nell’iscrizione di Udayagiri536

o di re come in quella di Kahāum537. Il termine generico di nemici compare svariate volte all’interno sia delle iscrizioni non regali sia nelle praśasti. Sono molti i sinonimi utilizzati: ad esempio viene usato il termine ripu nelle iscrizioni di Eran538 e Merahuli539, mentre ari è presente nelle iscrizioni di Junagadh540 e Bhitari. Esattamente come nel caso del sostantivo “fama”, i sinonimi del termine “nemico” vengono usati indistintamente all’interno delle iscrizioni senza seguire uno schema specifico.

Un altro topos letterario che viene proposto ripetutamente nelle iscrizioni di Allahabad e Bhitari541 riguarda la potenza del sovrano che si realizza attraverso la “forza delle sue stesse braccia”. Il tema in questione non è nuovo nella letteratura, era infatti già noto che

535

Fleet J.F., “Corpus Inscriptionum Indicarum” Vol. III, reprint. New Delhi, 1981, p.212-213, Linee 13-14, 19-21.

536 Ibid, p.256, Nella linea 2 i principi nemici vengono chiamati Pārthivā.. 537 Ibid, p.307.

538

Ibid, p.222.

539 Ibid, p.259, All’interno dell’iscrizione di Merahuli viene usato anche il sostantivo śatru.

540 Ibid, p.299, Oltre al sostantivo ari, viene utilizzato anche dviṣa, entrambi aventi il significato di “nemico”. 541 Ibid, p. 315.

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uno dei requisiti fondamentali del sovrano fosse possedere una forza fisica542. Tal espressione è resa nelle epiche in molti modi543 mentre nelle iscrizioni Gupta principalmente in due: bhuja-vikrama il quale si trova solo nell’iscrizione di Allahabad544 e

bhuja-bala545 presente anche nella praśasti di Bhitari.

3.7.

Conclusioni

La figura ideale dell’imperatore che emerge dall’analisi testuale delle epigrafi composte durante il periodo Gupta rimane sempre coerente. L’immagine che le iscrizioni regali di Allahabad e Bhitari cercano di proporre è quella di un individuo fortemente eclettico, rappresentazione che ricalca molto quella dei sovrani descritti nelle epigrafi di Mandasōr e Gangdhar. Infatti, è lasciato ampio spazio alla descrizione di caratteristiche che esulano dall’immagine del sovrano-guerriero che invece è proposta nelle altre iscrizioni, come ad esempio il talento artistico.

Per quanto riguarda il ritratto caratteristico dei singoli sovrani, le uniche due figure del quale si dispone di informazioni soddisfacenti sono SamudraGupta e SkandaGupta. Grazie al prezioso contributo dell’iscrizione di Allahabad è possibile leggere una descrizione più personale dell’imperatore, slegata dagli epiteti che gli saranno ascritti nelle iscrizioni a lui postume. Riguardo SamudraGupta purtroppo manca un riscontro da parte delle iscrizioni non regali: infatti, non è possibile conoscere come egli fosse rappresentato nelle epigrafi dei suoi contemporanei. L’unico imperatore su cui è però possibile osservare l’effetto della propaganda regale da parte dei suoi sudditi è SkandaGupta. Le iscrizioni di Kahāum e Junagadh confermano la volontà di legittimazione da parte del sovrano, riportando copiose allusioni riguardo al suo predecessore o al lignaggio Gupta in generale. Inoltre viene esaltata la sua forza e informato che sotto la sua egida il regno è in pace. Riguardo agli altri re non è possibile compiere un intento di caratterizzazione poiché le informazioni a loro dedicate sono decisamente esigue.

Uno degli elementi insoliti per le iscrizioni Gupta riguarda la tematica del “regno tranquillo e prospero”. Tale topos compare solamente all’interno delle iscrizioni redatte durante il regno di SkandaGupta ma che è consuetudine per le epigrafi dei sovrani attigui. Ciò

542

Gonda J., “Ancient Indian Kingship from the Religious Point of View”, Numen, Vol.4, 1957, p.40.

543 Ivi.

544 Fleet J.F., “Corpus Inscriptionum Indicarum” Vol. III, reprint. New Delhi, 1981, p.215. 545 Ibid, p.315.

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ovviamente non significa che i sovrani non abbiano avuto a cuore la pace del popolo, infatti, all’interno delle iscrizioni di Allahabad e Bhitari, sia SamudraGupta sia SkandaGupta in un particolare momento di pietas volgono la loro attenzione verso le classi sociali considerate più abbiette. Tuttavia rispetto all’iscrizione di Junagadh, la quale fa un diretto riferimento al welfare del popolo, è evidente che gli accenni contenuti nelle due

praśasti non hanno uno scopo informativo bensì diventano un’ulteriore pretesto per

elogiare il sovrano. Infatti, sfoggiare una retta condotta e ragguagliare sul benessere e prosperità del regno sono azioni che sono attribuite principalmente ai feudatari dell’imperatore o ai Mahārāja.

Nonostante le numerose allusioni alla dimensione sovrannaturale, presenti sia nelle epigrafi

praśasti sia in quelle non regali546

, il sovrano non viene mai descritto come una divinità. Caratteristica condivisa anche con i feudatari e Mahārāja dei regni confinanti. Tuttavia gli imperatori Gupta, poiché sono in grado di compiere azioni sovrumane e possiedono un legame speciale con le divinità, possono essere considerati come degli individui unici e speciali, una stirpe che si leva al di sopra delle persone comuni.

Per concludere si può affermare che la propaganda imperiale e l’effetto della stessa hanno generato due ritratti distinti riguardo la figura dei sovrani Gupta. Oltre alle caratteristiche del sovrano-guerriero, le epigrafi praśasti cercano di trasmettere l’immagine di un imperatore avente delle qualità che lo avvicinano al popolo, come ad esempio il talento artistico o le attività filantropiche che egli svolge nei confronti dei bisognosi. Il contenuto delle iscrizioni commissionate dai privati invece sembra voglia ridurre la rappresentazione del re a dei tratti fondamentali, quasi stereotipati, legati alla sua natura da buon condottiero e distruttore di nemici. Sono infatti le qualità eroiche del monarca ad emergere prepotentemente in tutte le epigrafi. Tuttavia anche nelle iscrizioni non regali è possibile riscontrare, ovviamente in maniera considerevolmente più velata rispetto alle praśasti, alcune allusioni che rivelano un intento di caratterizzazione che esula dallo schema semplicistico del re-guerriero.

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Capitolo 4: Conclusioni