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2 Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: caratteristiche e implicazion

2.4 Le tecnologie per collaborare e cooperare

Prima di descrivere attraverso quali strumenti tecnologici è possibile collaborare e cooperare in rete, è importante distinguere questi due

concetti25.

C’è collaborazione quando è in atto un’attività in cui più soggetti lavorano in un atteggiamento di sostegno reciproco, pur non avendo necessariamente la stessa finalità.

Cooperazione invece è un’attività in cui i soggetti condividono una unica finalità tra loro, per cui organizzano i loro ruoli e compiti per il raggiungimento di quest’ultima.

Rappresentano due modi di lavorare insieme o perlomeno due momenti di uno stesso processo diversi tra loro, che presuppongono quindi una predisposizione diversa dei della strumentazione e un atteggiamento diverso dei partecipanti e dei conduttori.

La definizione di apprendimento collaborativo data da Kaye26 condurrà

l’analisi di questo ambito di utilizzo delle tecnologie:

Collaborare (co-labore) vuole dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e una esplicita intenzione di “aggiungere valore”, per creare qualche cosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni. Un’ampia definizione di apprendimento collaborativo potrebbe essere l’acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato di una interazione di gruppo, o, detto più chiaramente, un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo.

L’interesse pedagogico per gli strumenti tecnologici collaborativi è legato al costruttivismo, quindi ad un’idea di costruzione attiva del soggetto del sapere all’interno di un contesto sociale. L’uso combinato dell’ipertesto per creare mappe concettuali e per comunicare porta ad un’organizzazione reticolare e condivisa delle conoscenza27: è quindi un strumento che

favorisce la collaborazione, se non la cooperazione tra gli utenti della rete, che potranno, se l’attività si protrae, costituirsi in una vera e propria

25 Calvani, Educazione, comunicazione e nuovi media: sfide pedagogiche e

cyberspazio, UTET, Torino, 2001, p.152-153.

26 Kaye, Apprendimento collaborativo basato sul computer, citato in Trentin,

Insegnare e apprendere in rete, Zanichelli, Bologna,1998, p. 113.

27 Castellani, Presentazione multimediale ipertestuale e didattica, in Guerra (a cura

comunità di apprendimento. Tale modalità si potrà sfruttare sia in modalità in presenza, magari ampliando il modello didattico delle classi aperte, sia a distanza, come modalità auspicabile e auspicata all’interno dei percorsi di FAD tra gli utenti che affrontano lo stesso percorso.

Un effetto della cooperazione in rete è la sua funzione democratizzante rispetto alle relazioni tra i partecipanti: quando, per esempio, una riunione avviene in rete anziché in presenza si tende a perdere la gerarchia dei ruoli, proprio per le caratteristiche della comunicazione in rete.

Per realizzare un primo livello di tecnologie per collaborare sono sufficienti le normali applicazioni presenti nel computer: un server web per condividere documenti, un server di posta per i messaggi di tipo asincrono e un server IRC per interagire in modo sincrono. Essendo questa la dotazione minima per collaborare in rete, è evidente come non siano le difficoltà tecniche ad impedire di progettare a attuare attività di collaborazione e cooperazione in rete.

Quello che cambia per trasformare l’attività comunicativa in rete in attività collaborativa, se non cooperativa è il tipo di utilizzo che se ne fa: per poter portare a termine un ‘attività di collaborazione/cooperazione è necessario un utilizzo normato delle tecnologie, cioè tutti i partecipanti devono seguire delle regole precise.

L’apparato tecnologico e i criteri normativi devono quindi essere definiti in maniera molto precisa per creare un ambiente di cooperazione possibile, anche se gli strumenti di comunicazione e conoscenza non cambiano. Gli strumenti per cooperare in rete si addicono maggiormente a soggetti adulti proprio per la gestione complessa che viene richiesta.

La parola chiave delle tecnologie per cooperare è “comunità virtuale”, ovvero, come già accennato, il sentirsi parte di un gruppo, che corrisponde al passaggio da comunicazione a cooperazione, utilizzando tali strumenti non solo per comunicare ma per creare un sapere.

La parola chiave delle tecnologie per cooperare è “comunità virtuale”, ovvero, come già accennato, il sentirsi parte di un gruppo, che corrisponde al passaggio da comunicazione a cooperazione, utilizzando tali strumenti non solo per comunicare ma per creare un sapere.

Potenzialmente la rete non è di nessuno, in realtà i motori di ricerca scelgono in quale ordine presentare i risultati delle ricerche ecc.,

indirizzando le scelte dei navigatori e influenzando quindi le loro scelte. Navigare, comunicare, creare e modificare siti, intervenire nei blog e nei forum significa comunque contribuire alla creazione di tale organismo, di una “mente planetaria”.

Bisogna porre comunque molta attenzione Rispetto alla città educativa può essere vero sia a livello macro che a livello locale nella costruzione di un sapere a livello territoriale. La città educativa in rete potrà nascere solo se tutti i cittadini decideranno di costruirla assieme, divenendo autori di questa città e del sapere che custodisce. Un processo di questo tipo stimola fortemente il concetto di responsabilità individuale, poiché tutti non solo partecipano ma ne sono costruttori e depositari.

Anche se si parla di comunità in questo tipo di processi cooperativi l’individuo rimane il protagonista e mantiene la sua individualità. Partecipare alla comunità virtuale vorrà dire sperimentare e costruire se stessi come alla costruzione del gruppo in due processi che avanzano in maniera parallela. Tali processi si realizzano sia nel reale sia nel virtuale, che rappresenta una possibilità in più di sperimentazione di tali processi anche a livello educativo.