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La rete: metafora del mutamento telematico e modello educativo ideale Alcune proposte per il miglioramento

SCHEDA 3: I percorsi sicuri casa-scuola

3.7 La rete: metafora del mutamento telematico e modello educativo ideale Alcune proposte per il miglioramento

del panorama formativo

Come già ampiamente descritto, la città è Il luogo in cui sono concentrati tutti i trend di cambiamento (ICT e digital divide, migrazioni e multicultura, disorientamento generale dovuto alla rapidità dei cambiamenti, solitudine generalizzata, voglia di partecipazione, necessità di formazione continua).

Il cittadino è spettatore e autore dei cambiamenti della società e della partecipazione della città a questi processi.

Nella sua funzione educativa, compito della città è fornire ai cittadini gli strumenti di decodifica e gestione del cambiamento senza smantellare le istituzioni e la città stessa (che per essere comunità deve mantenere la sua identità92); va sollecitato cioè lo sviluppo e il costume ad un ruolo di

attore nel contesto cittadino. La città può e deve fornire a tutti i cittadini, senza distinzione di età, sesso o cultura di appartenenza, gli strumenti utili per l’avvio di questo processo, esercitando così la sua funzione intenzionalmente educativa.

Il modello pedagogico che meglio può assolvere a questa funzione educativa della città è sicuramente il modello del Sistema formativo integrato.

La necessità è quella di creare un modello ricorsivo di comunicazione tra

91 De Bartolomeis, Riflessioni intorno al sistema formativo, Laterza, Roma, 2004,

p. 39 e segg.

istituzione e cittadino: per prima cosa, l’istituzione per capire come agire deve mettere in rete i bisogni, successivamente questi bisogni vanno tradotti in pratica politica ed educativa e, poiché la città governa, vanno offerti ai cittadini strumenti e servizi adeguati ai bisogni. È necessario infine che l’istituzione si metta in ascolto e attenda un feedback da parte dei cittadini sugli interventi messi in campo, che, se negativi, dovranno essere rivisti fino a che non si riceva un feedback positivo. Il riscontro positivo, ottenuto in prima istanza o dopo vari aggiustamenti, dovrà portare comunque ad una nuova indagine sui nuovi bisogni emergenti e a nuove azioni di rinnovamento e modifica della città.

Un tale modello di rete è significativo dal punto di vista comunicativo, perché aiuta a superare un modello prevalentemente gerarchico di rapporto tra cittadino e istituzioni, e dal punto di vista organizzativo, perché, riconoscendosi tra le istituzioni le reciproche specificità, è possibile ottimizzare l’intervento e per mettere alla città di governare ed essere governata.

A supporto di questo modello è possibile utilizzare ampiamente i mezzi informatici e telematici.

La rete è la metafora visiva e il modello concettuale del sistema formativo auspicabile, ma anche delle tecnologie e delle relazioni sociali.

Se la ipotizziamo come migliore modello possibile per il sistema educativo, avvalliamo ancora di più l’idea che la città e la comunità esistono in quanto sistema di relazione e che, dal punto di vista operativo, gli strumenti telematici possono fornire una risposta in quanto basati sullo stesso modello.

L’utilizzo delle tecnologie, tra l’altro, non risulta forzato perché sono un elemento ineliminabile della società, ne sono parte integrante e, in un certo senso, la plasmano. Possono migliorare il panorama formativo contribuendo alla realizzazione della città educativa, se viene realizzato un progetto in rete, ma possono farlo anche se ciò non accade, perché alcune caratteristiche delle TIC favoriscono l’interiorizzazione da parte del soggetto di un modello che facilita la comprensione e lo sfruttamento della rete educativa dei servizi del territorio.

Concretamente, quali possono essere questi contributi?

- acquisizione di competenze per la creazione di percorsi di conoscenza personalizzati, utile nella città educativa a costruire autonomamente percorsi di crescita e di formazione, competenza

necessaria per tutta la vita;

- possibilità di intrattenere molte relazioni comunicative contemporaneamente su piani diversi e con modalità e registri diversi, la rete è come una “palestra”: le relazioni da intrattenere possono essere tantissime e da gestire in tanti modi diversi;

- percorsi di condivisione e insieme di cooperazione per la costruzione di conoscenza e di relazione, se grazie alle tecnologie93

si acquisisce uno stile di relazione e lavoro cooperativo, è un vantaggio indubbio anche nel momento in cui questo stile di lavoro viene trasferito nelle relazioni in presenza.

L’intensificazione e la valorizzazione dell’uso delle tecnologie va considerato anche dal punto di vista dei servizi e degli enti locali: il modello di rete dovrebbe essere interiorizzato non solo dagli utenti, ma anche dall’istituzione, intesa anche come gli operatori che agiscono al suo interno (a tutti livelli, compreso il pedagogista).

Per concludere la riflessione sul modello di gestione dell’offerta formativa del territorio, riemerge l’utilità di applicare il modello dell’aderenza reattiva94: la società ha dimostrato che, per sopravvivere e migliorare, aveva bisogno di cambiare i modelli di riferimento e ha cercato quello emergente che meglio rispondeva a tutti i bisogni. In questo momento storico tale modello è rappresentato dalla rete, che collega tutti senza un centro dominante: nella sua accezione positiva, rete vuol dire collaborare insieme ad altri, anche senza conoscersi in modo approfondito, ma sapendo di fare parte di una stessa realtà; vuol dire che c’è qualcosa che raccoglie tutti i bisogni e le esigenze e si concretizza un'unica realtà, per quanto complessa possa essere; vuol dire che tutte le componenti rappresentano un elemento importante del modello, la mancanza di uno può significare l’apertura di una falla, di una rete che è rotta e che non riesce più a contenere, vuol dire che c’è bisogno di tutti quelli che ne vogliono fare parte.

È in questa prospettiva che vanno ridisegnate le opportunità formative sia per l’ambito scolastico sia per quello extrascolastico.

93 Cfr paragrafo 2.4 e 2.5. 94 Cfr paragrafo 1.4.

Dall’intersezione delle dimensioni formative del modello tecnologico problematico e delle funzioni educative della città, possiamo ricavare le tabelle 3.1 e 3.2. che vogliono essere una proposta di come l’utilizzo degli strumenti informatici e telematici possa favorire la conoscenza e la fruizione consapevole dell’ambiente urbano, inteso sia come territorio sia come comunità, e delle sue opportunità formative.

Tabella 3.3 - Città educativa on line - piano cognitivo.

Per l’applicazione delle tecnologie in servizi specifici, è necessario approfondire la ricerca con esempi di applicazione e differenziando l’utilizzo a seconda dell’utenza: tale approfondimento è l’obiettivo della prosecuzione di questo percorso di ricerca.

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