Non un semplice passaggio da una lettera ad un’altra ma un cam-bio di prospettiva, un cambiamento radicale del punto di enuncia-zione dove la questione in gioco non è più lo schema classico: io-tu;
noi-voi; grande-piccolo; amico-nemico. La questione in gioco è, ora, il noi-noi, o meglio il “noi di noi”. Superato il dualismo che sostiene la conoscenza a partire dalla differenza ancorata sul sistema degli opposti, si può scoprire che la conoscenza può alimentare il desiderio di sapere nel gioco distintivo del singolare. Una sorta di win-win che la teoria dei giochi di Johnny Nasch ha già ben messo in evidenza non solo per l’importanza strategica ma per l’utilità sociale generale e singolare utile a tutti come nel noi di noi si sostie-ne. In fondo le lettere non hanno relazioni tra loro, sono elementi discreti. Ognuna occupa un suo posto e questo non impedisce loro di distinguersi, per esempio, con il colore che ogni lettera vuole usare per contraddistinguersi. Una lettera con i suoi colori, come con i suoi vestiti.
Il quasi-libro di parole colorate di Renato Seregni e Ernesto Co-lombo dal titolo Bla Blu. Parole colorate, vuole essere una dimostra-zione che fare insieme produce creatività e simpatia rivolgendosi alle fantasie dei bambini di ogni età.
Il colore e la grafica sono parte integrante della forma di que-sto scrivere. Il teque-sto è costruito/si piega/piega a sua volta la forma espositiva. Enunciato ed enunciazione si sostengono a vicenda, in un rincorrersi gioioso e scoppiettante di creatività insolita. Il gioco,
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come insegnano Freud e Lacan, rimanda all’invenzione creativa del significante. Una creatività che evoca sempre la stessa questione e cioè la mancanza. Il gioco dell’invenzione sta allora a rappresentare la tensione vitale che indica come sia possibile stare, essere, vive-re nella mancanza. Un gioco cvive-reativo, quindi, che di per sé vela l’angoscia esistenziale. Tutti i percorsi artistici mettono al lavoro e quello che conta è l’esito che favoriscono. Il lavoro intenso dell’ar-tista porta con sé leggerezza a chi lo incontra ed è quello che accade incontrando questo quasi-libro.
La lettura permette di rimbalzare dal mercato di Suzhou alla fe-sta di Re Trambusto, dallo stradone che porta a Milano, all’orologio che scandisce le ore della vita, dalla matita che disegna la foglia e sfoglia i colori dell’autunno, alla gomma che aiuta a cancellare una riga sciocca o una parola goffa per aiutarti a imparare perché si può.
Poi riprende il viaggio con l’indiano venuto da lontano. Lo spazio abitato che incontriamo rimanda all’origine:
Nel tempo bambino l’assoluto era un gioco: dove inizia l’inizio?
Ascolto, ora, il canto del bambino e seguo il suo cammino pas-sando per i tetti e sotto la luna, quando, improvvisamente davanti ad un semaforo, in attesa del verde, mi ritrovo in una giungla mat-tacchiona avanzando non so dove! Un gran dedalo, per la verità, che mi fa scoprire il piacere/pazzia di viaggiare nel sogno e per la terra, come se incontrassi il mio corpo attraverso quello di mia ma-dre.
Ci incuriosisce l’H del ballerino triste che non frena e non trattie-ne dolcezza e fantasia mentre le voci zittite ci precipitano davanti al
muro che pulsava fantasie ….
Indicandomi mappe Dove non ho osato.
Incontriamo Oreste, con le sue meravigliose biciclette di ogni tipo, un tale che sa bene come e dove curarle finché il gioco dei numeri ci sorprende prima di abbracciare lo zero della Notte!
Riprende la storia di quando ero bambino e col mio sacco di fantasie me ne andavo senza passi. Incontro anche il cielo e le stelle e la luce che mi guida è già tutta dentro me! Non mi fa più paura il paese del NO perché so che il giorno vive se lo vuoi tu ed il mio cor-po è un cor-ponte teso che unisce la mia anima al mondo e le promesse che ho scritto lasciano una pagina bianca per respirare un po’. Non sono mai solo con la penna che disegna e racconta i sogni e so an-che an-che se mi corico con il sorriso, allora anan-che il sogno suona come un ringraziamento.
La poesia e la filastrocca riprendono a girare, riprendono a can-tare, riprendono a suonare, il sogno dei suoni rimbalza la musica dei segni e, di significante in significante, il gioco arriva fino agli anziani del villaggio che nelle sere d’estate aspettano il buio com-battendo la fame per farsi vivere nella fantasia che li respira, uno a uno camminando sui gradini di un segno che porta fino a te! Caro lettore ti aspetto, oltre il cortile che ci ha ospitati, oltre il paese e le città che ci hanno accolti e che abbiamo abitato.
Ho dovuto seguire passo, passo, la vita di questo quasi-libro per entrare nella logica di questo lavoro ampio, di questa ricerca cul-turale intensa, di questa proposta artistica gioiosa e leggera come il respiro che l’accompagna. Un respiro che annoda tra loro età diverse e sogni per un futuro che rimanda a stupori smarriti, noi e loro. Complici nel gioco delle gratuità.
Bla Blu parla e ammicca, sogna e fa sognare, facendo uscire la fantasia dalle lettere che la trattengono, per farla andare nel mondo perché, finché esiste un poeta sulla terra, allora il mondo è salvo ed il respiro che lo sostiene e lo ravviva diventa la voce che ci guida, al di là del sogno che ci culla.
– 148 – Laura Margherita Volante