• Aca<icmitfRegiaBorujfa (idem.
Brixiam
J
Am
famadetuleratadnostridifllmumnuncium,quo certiorcsnosreddere, Vir.... tibiplacuit.Nihil fané majori mcerorcaffìcerenos poterac,quam
tantum,&
tam
irreparabiledamnum
,&
nobis,&
rotoOrbi Eccle-fiallico,&
Litterario illatum.Doluimus, dolemus, diu-que dolebimus ob amiiTum fbeium tantxdìgnitatis, vir-tutis,ac dodìrinac.Verum
fapientiffìmisSuramiNumi-nisdecretishumillimeparendumefl;
&
adejusnutura, ac voluntatem animinoflrifunecomponendi.Fama num*
quam
interiturapotietureximiusPrxful defunftus;fed quidhzc famaumbratilis, ubicogitamusillilongemajo*ra,imoinfinita,
&
acternanuncomnium
Tirtucum,&la-borum
trifauiproemia?Accipc Vir gratiarumadliones nofiras, ac vota fincera prò incoiumitate,&
falutetua.Vale.Berolinixv.Februarii mdcclv.
<De/Sig.MarcbcfeAbateFrancefeo Eugenio Cuafeo(a) al medejimo.
Brefcia.
U
Tinamca,difiènefeiremNerone quandolitterat.Cosìpensò,fedaneuomo
crediamo.Così dicoa Sene.ancorio.Pìacefieal cielo,gentilifilmoSig.Abate,cheio nonfapeflifcrivere.Avrei,èvero,ilroH’ore d’eflcrean*
noveratofra gl’ idioti,nonchefra gl’ignoranti,
ma
fean-fereiildolore acerbiflìmoalqualemiefpongonell’impie.gare,comerichiedeildovere,lapenna,edilpenfiero in unuficioquantoconveniente,epio,altrettanto funefio, e Iuteuofo.
Da
quefiefincere efprelfionipuò V.S.....ar-G
3go-IlSia-Marchefe AbateFraiicefcaEurenìo Guafcf,C»vt\itr diltln-cod’AlelTandriafuapatria,è notoalmondoLetterarioper le bellefue Opere dateallaluce: perlequali, eperaltreTueragguardevoliqualità era iogran pregioprefTo delnoflroCardinale,ilqualegodeva moltodiavere conluicorrifpondentadilettere.
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lox
L
E.TTERe'.gomentarequalerammarico abbiamirecatoiltrillo an-nunzio dellamòrtedell*EminentidìmoCardinaleAngelo MariaQuerìni,cqualeellcrdebbalamiaafflizionenel confidcrare l’ampiezza della perdita,cheabbiamfatta
.
Siccome.egliera fenzadubbiouhode’più grand’uomini del nollro fccolo,ed inficmcunodi quegl’illuftri pcrfo-naggi,chenonìfdegnanol’amorede’loroinferiori, così io ne piangolamorte,cperfentimentodidima,eper legge di gratitudine.Piangolaperditad’unuomo,ilcui
nome
col tempoandràcperlabocca,e negli ferirtide Lette-ratidìfappaflionati,inliemccon quellode’ de’Bellarmini Gof-1i:un
uomo
chehafantificata lafuaDioceCconrefem.f
iio,ammaeftratelefuepecorelleconlavoce, abbellita afede Epifcopale con l’erezione difagri edifìcj
, illuflra-talaRepubblicaletterariacon dottifTimìferirti, contri-buitoalcoltivamentodellefeienzesìdivinecheumane col fondare una ricca,c copiofa Biblioteca:che nato nel feno della virtù più fublime,in e (fa ville,con diamorì.
Un uomo
finalmente pienodigiuftizia, diprudenza, di carità,dizelo,e ditutte quelle cridiane doti,che tanto fcintillaronone’forti,c codantiPadoridetempi Apodoli-ci.La
Chiefa vede fpentounode’fuoipiù viviluminari, che rifpkndeflc acomuneprofittonell’augudacafa di Dio.Roma
perdeunfigliuolo,che ornava ricchilfimamen-teil trono Pontificiononmeno
cheilfagro Collegio.Venezia,uncittadino,che ingrandivalagloriadellafua patria.Brefcia,unottimoPadore,unjnfigne,e genero-fobenefattore.
La
Religione Benedettina,unode’fuoi monacipiùperfetti.Gli Ecclefiadici,illorovero efem-plare. Ipoveri,un padreamorofo,unfovvenitor libera-le.L’Italia,ilmondo
perdeunuomo
delqualenonfo femaifu,nèfemaifbrgeràilmaggiore.Egli vide gran-deinfacciaalmondo, grandidìmodavanti aDio.Ilfuo meritoloportòalladignità Cardinalizia.La
fua dottri-naglièonleguì l’onorevole caricodiBibliotecariodi fan-taChiefa;lafuapietàlocondudead una-delle piùrag.
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Lettere.
103 guardcvolifcdieVefcovilidell’Italia.Ivitutto Intento algovernodidiciledellaTuaChiefa, e del Tuo gregge,ai .progreflìdellareligione,all’eftirpazionedell’errore,al miglioramentode’coflumi,trovò eziandioilmezzodi giovarea’ pae/Idranieri,ora conlapenna, oraconl’oro;edavendo,comedilleEfchilod’Anfiarao fulcum profundum inpe£ìoreconjitum,unde veneranda nnfilia pullulabant parec-chi permezzo
d’opportuniammonimencirottrafl'eairellrc-ma
fpiritualerovina.Perciò fvegliòl’ammirazioned’una parte adai cofpicua del Settentrione,cmeritògliapplauQ dellaFrancia.Perciò conlcgullaftimade’Letterati,el’a:-morede’Savj;c febbene qualcheArchilocofconfigliato, af-fine difegnalarelaTuatemerità,ardiflc molellarlo,che al-tro feceeglimarcolluiconlefueridicoleinfieme,e velc-nofe favole,fenonche'porreintrionfòlamodellia, l’umil-tà,el’eroica foHerenza del nollroilluflreCardinale?. 1
Ecco,
....
Sig.Abate,imotivi generali, per cui noocederòmaidi affliggermi,epiangere(unitamente a quanti vivonoinoggiammiratoridellavirtù}lamorte dell’Eminentilfimo Querini.A
quelliaggiugneròi moti-viparticolari.Eglimi onoravadella Tuapadronanza; e,le refprellione nonofl'endedequellagrand’anima,direi della fuaamicizia.Allevoltehoavutalaforted’edere llato depofitariode’fuoipiùfegretipenlieri;ecomechèmi
conofeefle peruomo
affattoinutile,edinfufficientiC.fimo,.nonpertanto
mt
comunicava talvoltaìfoggetti d’afflizione che avrebbero potuto' turbargli fortementela pace del cuore,fenonfollellarobencorredatodì criffia-na'radegnazione. Eglimifecefpontaneodonode’'fuoi Comentarj. Accettòcon efpredioni generofiffimcla de-dica delDramma
PaftoraleLa
morte diNice.Ebbela tol-leranzadileggerelemìepovere Annotazioni ,ela compia-cenzadidirmeneilfuogiudiciofilfimoparere.Eglifece raccomandare conindicibilpremuralacorrezioned'una miaOperetta,chealdìd’oggififinifeediftamparrin Ve-nezia.^li
mi mandavaogni fettimana qualchecoferel la odipoefia,o
diprofa;oralefueEpiftole adiverlichia-G
4. rif.104
Lettere.
riflìmiuomini;oraI’Apologia del Bellarmtna;oraì lo-gljdeireruditismoP. Merini;oraiverli latini dell’ ele-gante FilopatriforaleRimeFrancefidell’ingegnofo erran-te Voltaire,e le coflui lettere,e leodi. Eglimifpedl re-centementeilfrontefpicia dehCe»r«r.Epiftol.&c. promet-tendomene unacopratofk>che nefo^fleterminatala (lam-pa. In
fomma modo
fbltantodallanaturale£uabontà,mi
dimodrò Tempre, dache ebbilafortuna di cdergli no-to,econleparole, cconleoperequantovolentieric’mi avedeaccordatalaTuagrazia.Veda dunque V. S fc ho giudo motivodipiangerlo,ediapplaudirea chilo piange.VedaTenon devo amarquelli,che neamanola gloriofamemoria? Fraquediellaède'primi certamen-te, el’aSdenzapredataglinelcorlbd’anni ventottocon tanta fedeltà,cfollecitudine,modra
evidentementeche ne conofeeva appienoimeriti,elevirtudi.Cosile avef-Cero fapute conofeerecertimalcherati parabolani,iquali avendo, comedidc Salludio diCatilina,fatir loquentito,
fapientiaparum
,
tentarono permezzodimotteggevole fa-tiricoconfronto di ofeurarelafamadiquelvenerando Vecchio,incanutitonellefatiche,delqualene pureilfa>.
grofanto caratterefirifpettò.
E
per veritànoncredo d’in-gannarmiattribuendo in gran parte lacagione dellafu»morteagli ultimi difgudi, chegliprovenirono dagli ferir-titemerari di certo incognito parolaio a confufione del quale fiamilecitodiqui riportare quello,che futale pro^-politomifetidegiàdipropria
mano
a’xv.diSettembrelo dedbingiuriatoSig.Cardinale. Della caufadelBeiìar-„
minononpodbdarle chepeSme
nuove,mentre univer-,,Talmentefitieneperconquadatainvirtùd’unindegnif-„
fimodiabolicoParalello fattogirare ne’padati; giorni ,,perRoma,
edilàtrafmefibquaquaverfur.Le
dirò con-,,filierequel Paralello(,,