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(6)

DEL CARDINALE ANGELO MARIA QUERINI

VESCOVO DI BRESCIA.

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Goc

'OQ

I

(10)

CANONICI E CAPITOLO

DI BRESCIA

Antonio Sambuca.

Sfendomi

finalmente rìfolutodi

mandar

inlucelecinque Let- tere,

da me

fcritte dopo

V

a- cerba-,e inafpettatamortedel

Cardinale /Incelo Maria Ou e r

i

n

i,mio padrone, nonhodovuto molto tempo efitareintorno alla fieli

a

dichilepoteffe

^ j coll'

(11)

coW

autorità del

fuo nome

prefervare

da quegr

in- fortunj, a*quali fono

per

la mifera condizionedi quefii tempi foggette quafitutte le

Opere,

che in Italiafipubblicano.

La

veneranda gravità dell^o- jlro illufire

Ceto, Illustrissimi

e

"Reve-

REHDissiMi Signori,

le virtùfingolari, cheinVoi s

ammirano

,ilaudevolìjftmicofìumi,e lofplendordellaVojlra nafcita abbafianza

me ne

potevano afpcurare.Imperciocchétutti quefiipregi

,

ed

ornamenti qualorfitrovinoinquelleperfané, allequalifi

raccomandano,

e fidedicanoilibri, che e

f

conoalle

fiampe, non

poco fervono

a

tener in frenole

penne

,elelingue d’ alcuni,

ed a

ren- derne

più

accettaalf univerfale la pubblicazione.

Quantunque

peròio

non

avejfi

per

avventura

,ri-

f

pettoalleprefenti Lettere, cotanto bifogno

d'una

taledifefa,e ef

un

siragguardevoleprefidio,per- chèineffefi trattadicofe,che riguardano

un

innocentifiìmoefantifiimo Cardinale, che ninno

mai

offefe,egiovò

a

molti,

uno

zrlantifiìmo

Ve-

fcovo, cheinquefia Chiefa,eCittàfiorirfece la pietà,elelettere,

un

liberalifiimoSignore,

che

a

larga

mano

, ein vita

a prò

de'poveri,

e

per

laconverfionedegliEretici, einmortedi-

f

pensò

ad

onor d' Iddio,

ed a

beneficio

comune

le

fue

pinguirendite,

ed un

dottifilmoScrittore, che moltifiimeinfigni

Opere

,

da

tutti

fommamen-

te

Digitizedby

Goo

ile

(12)

credutoneceffario ìimperciocché conofcendol’infuf- ficienza

mia

^temer debbo d'averpiuttojìo ofcura- tecolmiofcrivere, cheillujlrate,cofe degnedi

fomma

lode, ed'

un

eterna

rimembranza. Ter

la

qual

cofat fe io avròinparte

mancato

, e farò

da

riprendere, per avertrattato

un

argo-

mento

gravijffimo in

modo

forfè

non

conveniente,

V

autorità

grandijfma

dell^ojlro illufire

nome

fa- rà che

appena

imiei difetti fifcorgano,e ficom-

mendi

1

non

fi biafimi,lapietà,egratitudine,con cuihovolutodare

un

pubblico, enuovo fegno al

mondo

,anche dopo la di lui morte,dell'

amor miOy

e della

mia

venerazioneverfoildefunto

Car-

dinale,e verfolefue fanti

ffme

ceneri.

La

materia, intorno

a

cuiora verfalofcriver mio,

mi ha

di

modo

riaperta quella

cruda

,epro-

fonda

ferita,che jJfieramentenellamorte del mio

buon padrone mi

trafijfe, e talmente perturbata peldolorela mente,che

non m'

avveggo, fe

non a

ftento,cheioabufo.

Illustrissimi

e ’Re.

VERENDissiMi SIGNORI,

della Voflra fofferenzacon

una

sì lunga lettera.

Laonde

fa- cendo fine,

non

già allelagrime,

ma

alparlar

mio

i

a Voi,

cheil defunto fantijfimo Cardinale ebbe

(13)

ebbe intanto onore vivendo,ammettendovid* ogni ora

à

piùfegreticonfigli,

ed à

piò famigliari,

ed

importanti colloqujj

a Vd

,cheinvita,

ed

in morteappellar foleva,enominò fuoi

amatiflimi Confratelli

;

a Voi

, cuiraccomandòlefinepiò carecofenell'ultima

fua

volontà, cioè

V

efiecuzio- nedieffa^lafabbrica del SantuariodelSignore^

ed

ipoverellidi

C

rifilo, e perfiìno la

f

celtadel

filo, ovenel"Nuovo

Duomo a

ripofaravefiferole finevenerabili ofifa^ le prefentiLettere^

e me

fiìef- /o, che fempre fuiVofilro,contutto

V

ofifequio^e collapiò

profonda

venerazioneumilmente ofero,e raccomando

.

Brefciail

primo

del

mdcclvji.

A

V-

Digltizod-by

(14)

amicieflerepnbblicatefind’ alloracheJagravefciagiiraaccad- de. Molteragioniperòame,edanon poche perfone note ne iianno per molto tempo impeditalapubblicazione, fino a tanto che,ceJIàtituttiiriguardi,liopotutoril'olvcrmi aJlamparle, perdar queft’ultimofegnodellamiariconofeenzaadunPrin- ciped’eminentevirtù,edottrina,c dalqualefonofiato, nel miolungofervigioprefiatogli,onoratoconuncollante affetto, e confingolaribenefici difiinto.So chenulla giovarpuòilmio fcrivereadaccrefcerglifama, perchèionon fono da tanto, né eglihabifogno dell’ altruipenne,affinchèlamemoriadelle fin- golarifue virtù,dellefue infigni qualità,edazioni,e de’fuoi Jodatiffiraiferirtipailàrdebbaconeterna lode alla più carda po- fierità.Concuttociòe’mipare dinon dovereflcr riprefo,fefij almondopalefe, inquantopoffb,l’animomiograto aldefunto Cardinale,eJaprontezzamianelcompiaceregliamici,iquali, fenonaltro,approvardovrannolapietofacura,chemi fono prefa nel raccoglieremoltenotizied’ungranVcfcovo,Iequa- li

,col girar deglianni,farebbonoagevolmente andateindimen- ticanza. Qticfiefervirpotrannoalmenoperifeemarlafaticaa queifeliciingegni, cheun qualche giorno s’accingerannoafcri- verlaVitad’unsigran Cardinale,ed’untantoVefeovo,il qualecolla fantità de’cofiumi,colla dottrina,e colla liberalità ha, vivendo,illufiratalaChiefa, onoratoilSacro Collegio,il

grado Vefeovile,eJaRepubblicadellelettere,erendutafelice ebeata quefi’ antichiffimaedillufircChiefa,e Città,ilnobìlif- fimo Capitolo, edefemplarifllmoClero,e tutta quefi’ampia,e fortunata Diocefi.Pertuttequefie cofe,mi fono finalmentede- terminatoapubblicarle,ead aggiungerlorotutte leLettere dellepiù infigni Univerfità,cd Accademiedell’Europafinorper- venutemiinrifpofiaaquelle,cheioloroavevafcritte fopra l’improvvifa,edolorofa perdita,danoifattanellamortedel Cardinale. Mancatitraquelle le lettere dell’Accademiedi Vieti-

(15)

na,e diPietroburgo,allequalipure queldottiflimoPrincipe, comeatuttelealtre,dellequaliapparifconole rirpolle,era flato afcritto;onde convicn credere, che olemielettereloro fcritte,oleloro rifpofleperladiflanzade* paell,operaltro accidentefienoperdute.

Non

ho volutopubblicar quellein- iiemedeimoltiflimiLetterati di tuttal’Europa, cheildefunto Cardinale onoravadellaAia amicizia,edaiqualieraegliAn- golarmenteoflcrvato,edamato,sipernonaccrefeer ditroppo lamoledelprefentevolume,esiperchènonAcredelTecheio avellivolutofaruna vanapompadeitroppobenignifentimenti ditanteilluflriperfoneverfodime.Fraquelleperòneho eccettuatealcune,edell’averlepubblicatenon renderòaltra ragione,fenonche miè piaciuto dicosi fare.Per compimen- to dell’imprefamia debboalfinefarnotoelTermi riufeito d’ot- teneredalla gentilezzaed umanitàdel Chiarillìmo,eNobililfimo Autore l’Orazione daluidetta intempo ch’eraunodique’,che foftenevanoilprimario Magillratodi quella illullre Città,nella mortedelCardinale,e nel di,cheglifuronocelebrati perPub- blico decreto(onoreperl’innanziad alcunaltrononfatto) nella CattedraleNuovaiA>ntuolì, c magnifici funerali.Laqual Ora- zionedaluia tutt’ altrinegata,liaamevolutoper AiaAngolar cortefiadonare,permettendomi chedieffa,quantunque nonri- pulita e perfezionata(comenefapiena fedelalettera,concui

me

l’ha inviata,echequi fotto faràflampata)nefacelTiquell’

ufo, cheamepiù foflc piaciuto,echenella prefenteRaccolta mièfembratodi doverpubblicareperaccrefcerlepregio,efplen- dorc,eperonore maggioredelmorto Cardinale. Rellerebbemi difarqualcheparolaincornoallevariedigredloni,eaimolti elogi didivcrAilluflriSoggetti,chenellemie Letteres’incon- tranoperfarlicredere neceflàrj,cnonalienidal fine propoilo- mi. Io però ho penfato chequellobifognononcifarebbe flato, fenonnel cafoche qualcheinvidiofo delle altrui lodififulTeab- battutoaleggere quellemie Lettere;ilqualtorto farnonvo- glio aninnodicoloro,cheAprenderannolapenadifcorrerle.

Laonde facendo Ane, pregoicorteA,ebenigni Lettoriarice- verconlietoanimo, e con Adorare conocchiononcriticoque- llamia

,qualunqueAaA,dinroflrazione di quella pietà,egra- titudine,cheverfoilmio bcncAcentilAmo Signore porteròeter- namentefcolpitanell’animo-

Sìg.

(16)

L e

includo finalmentel’Orazionefuneraledettada mepiuttofio cheferina fopralamortedelSig.CardinaleQuerinidi fempreonoratamemoria.

Ho

poflo difopraecon tuttarapanedet- ta piuttoflo,che fcritta.lononhoavuto campodi efienderla

,e di ripulirla,comeavrei voluto,eciòperlemolte occupazioni,che inqueltempomitenevano obbligato inmododa nonInficiarmitem- poadefiercizioalcuno letterario.Duefraeffeerano,l’unalapub- blicaDeputarla,che fiofleneva,l’altrailmioviaggio allaCorte diTorinoadeffettodi prefentareilprimo volumedellemieRime a quell’ ottimoMonarca,b'edeV.

S

fiepotevanoefferepiùgiufle infieme,epiùgravofie, rifiguardando laprimalacarità d’un buon cittadinoverfiolapatria,lafecondaildeftderio dellapropriafa- ma,chepurfia bene in ognianimoonefloanche fenzatacciad’ambi- zione.Perquefleragioniionon potei alloradarl’ultimaUrnaall’

Orazione fuddeita,eperquefloiol’hopoi coflantementenegata amolti,chemel’hanno cbiefla.Peraltreragioni,chenonviro’

qui efporre,nonlehodataopera alcuna dipoi.Baflidi queflo, cheioladonoalei,ancheper darlenuovofegno dellamiaamici, ziaegratitudine.

Me

le offeroper fineemi raccomandonellafua buona grazia.

NOI

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(17)

NOI RIFORMATORI

DELLO STUDIO DI PADOVA.

A

vendo vedutoperlafededirevifione, ed approva- zione del P. F.AndreaBonfabioInquiìitorGeneral delS.OffiziodiBrefcianelLibrointitolato:Letterein-

umo

aliamortedelCardinale AngeloMariaQuerini Ve- scovodiBrefcia

MS.

dell'AbateAntonioSambuca non v’eflercofaalcuna controlafantaFedeCattolica,c parimenteperatteftatodelSegretarionoftro, niente contro Principi,ebuoni cofturai;concediamolicenza a JacopoTurlinìStampatorediBrefciachepoffiefferc ftampato, oflérvandogliordiniinmateriadiflampc, e prefentandolefolitecopieallepubbliche Librerie di Venezia,ediPadova.

Dat.liS.Dicembre1756.

ì

Barbon Morosini Cav.

Proc. Rif.

(Ax.vise

Mocenigo

4.°

Cav.

Proc. Rif.

RegiftratoinLibroacarte55.alnum. 544.

CietcomoZuccataSegret.

Adì II.Dicembre 1756.

RegiftratonelMagillrato Eccellentillìmo degli Efecutori controla

Bedemmia.

FrancefeoBianchiSegret.

LET-

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(18)

LETTERA PRIMA

DELLE COSE APPARTENENTI AL CARDINALE ANGELO MARIA QUERINI

Lequali furonofocotempoavantiallafua morte

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(20)

N Oa

e/Tcndovoirimafo contento dellamialettera , incui, perfoddisfareallevoftrcbrame raccoHì tuttelepolTibilinotizie intornoallafuneda,cd improvvifamortedell’EminentifTimo eRcverendiflimo Sìg.Cardinale Querinimio buonpadrone, difemprevenera- bilericordanza, quelle notizie,io dì(Ti,cuirangudicdcltem- po,e1’acerbità delmiodolorenóntolfero all’àd'annatamen- te;tornoconpiùminuto,cdidinto racconto a riandarneil tridoa^omento. M’avetefatto piacereamettermiinque- llaneceffità,perchènontrovo altro follievonelgravead'an- no,che Tento,Tenonquel,cheifiiporge l’occaTione di ragionare piangendod’uncosìinafpettatoavvenimento, parendomiilpianto dolce,e foavelapena,cheprovo parlandone.L’ozio,incuiora vivo,

mi

metteinidato d’impiegarmolteore delgiornoa

mio

talento;eildcfi- deriodi farcofa ioTiemea voi grata,callamemoriadel defunto Cardinale fecondolemieforzeonorevole,

mi

da- ranno

modo

difervirvi appieno-

Non

anderò cercando,i coloripiùviviper dipingervile colè,perchè liefcano più grandidell’elTerlorogliobbietti;

ma

iltuttodirovvi con unafamigliare femplicità.

E

perchèpenfo checon unafolalettera forfèappagar-nonpotròilvodrodclidc- rio,ecompiere1’impegno,chemipiacedi contrarre con voi,

mi

riferberòneiventuri ordrnarj a dirvi ciò,che nellaprima,perisfuggire'unafovcrchialunghezza,non avròpotutocomprendere.

Incominciandopertantodaquelle cofe,che precedet- terolamortedelCardinale, dirovviche,godendoegliin qucdi ultimitempi d'unaperfetu edottimafalnte,a chi non ravede conofeiuto,taleappariva,checreduto avrelw belomolto

men

vecchio di quel che era,anzigiovane:

tanta eralacobudezzadelle fòrze,eilvigor dellamente,

A

z con

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(21)

4 Lettera Prima.

con cuialleordinarie fucnonleggieriapplicazioni,ealfa follecìtacura del Aio gregge- indcfcflamcnt’e attendeva.

.Alzava!!egli inogniAagionedue oreprimadello fpuntar delfole,c,dopo,averfattefervide preghiereal Signore,raccoltolifra’fuoi libri,folofcne flava medi- tando,'eferivendofinoaquell'ora,che infàllibifmenfc ogni dì preferitta eraalleudienze.Laqualvenuta,lafcian- doalloratofloogni cofa ancheimpcrÀtta,dava atutti que’che neavevanbifogno,unfacileegraziofo acceffo, e malli

me

aiParrochl, chein luid’ognitempo,ed’ogni ora ritrovavanoilpiùpronto,ebenigno accoglimento.

DurarfolevaBo quclcefin verfo.ilmezzodì,epiùancora fecondoilbifogno

,cficontinuavano,dappoiché avevail Cardinale conun leggiero pranzo,eripoforifloratele-per- dute forze,lino alleventidue ore,tempodeftinatoalfuo palTeggio.Faccvaloeglifempre apiedi,benchéfeguito»

dallacarrozza,eperlopiùdimoltemiglia fuori della Città,collacompagniadipochi famigliar!,or fuivicini colli,ora enonrade volte anco perlaIbttopoflaamena pianura.Quandoiltempo nonpermcttevagli1’ufeirin campagna,amavaeglidigirar intornoaldilettevolcolle, Alilacuicimaèfabbricatoquello Caflello,edondenel foggettopiano tuttalaCittàdinuoveed antiche fontuofb fabbricheadorna,e dimoltopopolo ripiena lidìfcopre,e

A

vede.Quello omonte,ocolle,chechiamarlo.vogliate

,

èquellaSpecula-Chynea,dicui Catullop.irlò-ne’

fàmoA

verlidellafuaElegia

Ad

Januam;veri!,chehannoecci- tatetraBrefciaeVeronatanteletterariecontefe,eche a

me

,nonèmolto,hannodata occalionedipubblicato ad onoree difefadi Brefciauna Raccoltadi-fatichedipa- recchivalentuomini fottoiltitolo;Memorie JJìorico-CrU iiebeintoruaall’Antico Statode'Cenamani,ed ailoroCon- finiec.

Era unamaravigliailvedere quello Cardinaleandar- fenccon paflb veloce,epiedefranco fue giù-perquell’ er- te,fenzarifentirnellanchezza;

ma

maravigliaanebe^maz- gìorelierailnontemereluinè aria, nè freddo,andando in

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(22)

Lettbra;Prima,‘

in abitodicampagnafenzamantello,conunafcmplicc verte difotti!panno,laqualene’ nortricrudi invernimet- teva

,lafeiatemi dir cosf, freddoal/olo vederla. Egli però onoi fentiva,onoicurava,quandoper altroifuoi tami- gliari,benchépiù giovani,emeglioveftiti,neprovavano nonleggierainoJertia.Cotefta fua fpenfieratezza intorno allapropria falute,eunmotofbrlèitroppo violentocidavano inverodeU’apprcnfionejmailfuobuon temperamento,e’l

fuo vivere lèmpre regolatiflimo,elontanoda qualunquedi*

fordinecilufingavanoancorachedatuttequeftecofe,

benchéinftagione,edinora

meno

opportunafatte,non forte egliper ricevernedanno.Dall’altra parte,eflèndolui perfuafodiricavarevantaggio dalmoto,attefalavitafe- dentaria, chemenava, nonerainpoter noftroildiftorne- Jo.L’annofeorfo neltempod’inverno,eflendoioper gagliardaedolorofa podagranellamia camerafequcftra- to,iidegnòilclcmentiflimo padronedivenirpiò volte a ritrovarmi,edi

me

prendendoliun pòdigiuocoamore- volmente,bifognafmi fare,come foio dellebuone gite,fevoleteguarire.

Da

quertecofe voiintantoben concepire potete,che eglilitrovavainforzeda poter per molti anni vivere an- cora, tanto più chegliumanifartidiortaccidentieranoda luicon talefuperioritàd’animofoftenuti,chenonmai néperdette,,oilfonno, oilmangiare:enonaveva peral- trolafrugaifua metifafolietico dicondimenti

Leletterariefucoccupazioni aggiravanfialprefente intorno a due oggetti; l’unofiera di dar l’ultima

mano

al

Tomo

quinto della preziofaRaccoltaidiLetteredelgran Cardinale d’Inghilterra Po/o.Elleno fono giào tutte,oinbuonapartertampate, non mancandovi che l’introduzione,el’edizione d’alcuni Opufcoli,chealle medefimeLettere, edalloScifma Anglicanoappartengo- no,echedovrannofervirealcompimentodell’Opera

La

lettera dìdedicazione diquell’ultimo

Tomo

dertina- ta eraalCardinaleManoelyPatriarcadiLisbona,ilquale l’aveva già lietamente accettata.Per quantopoida

me

A

j di-

(23)

6

Lettera Prima'.

dipenderà,non mancheròdi riverentementedaretutti quegl’ impulfi,chemifarannopoflibili,acciocchédaque- itaIlluflridimaCittà,'daluide’ Tuoifcritti,dellefuc flampe,edella TuafontuofaericcaBibliotecaillituita erede,fidia a perfona capace l’incaricodi terminareil lavorofulleideedelfuo gloriofoAutore;nè dubito che nonfial’intenzionedi luieziandio per fecondarli.

L’ altro oggetto, a cui l’animo fuo era rivolto, era quellod’unamagnifica edizioneinfoglio,corredata di ramia dovizia maellrevolmenteincili,de’Comentarjdella fuaVita,cheegli dirizzava aquell’inclitoMonarca delSettentrione,dellagrandezzadelqualeeglieraun ammiratorelineerò,e dal quale eravicendevolmente cof- rifpollo con una venerazione,chenonhapari,Forfèun giorno atuttifaràpalefecomequelprodeefaggio

Re

l’o- noralTc.

O

fefapellequantoilnoftroCardinale ardelTc d’acquifiarloallaCattolica religione,cioèallareligione degli avoli fuoi,equantobramallc cheilreaiTempioau- guflo,ilqualeda’Cattolicifottolafua protezionein Berlino s’innalza,luipure dovclTeundìaccogliereinfic- inecogli altri veriadoratori delSignore, a porgere all’Al- tiflimoomaggio,ed a rendergliledovute grazie degl' im*

menli doni,de’ quali l’ha a largamanodilHnto.Egli il

compimentodicotcllifuoi fantiffimivotiinterravedere non hapotuto; ora però certamente dalcielo,oveIofpe^

ro, da Iddio, giullo ricompenfatorcdellevirtò

,giàam-

mello,nonloperderàdi villa,eavantiiltrono delladi- vina maellà fupplichevole,nonmancheràd’intercedereà quel gran

Re

iltanto perluiIbfpiratoritornoalfenodi fantaChiefa.Perdonatemiquelladigreflione,chelafciaè nonpoteva fenzafartorcoallaretta intenzione dello't€- lantiflimo Cardinale.

Quella edizioneadunquede’ fuoiComentarjelTendó rcllatapure imperfetta,meriterebbe

wr

veritàd’ellèr continuata con aggiungerviancoraun'Tomodìpiù,nel qualele gelladelCardinalefiregiflralTerodall’anno,in cuieglihalafciata lalloriadellafuaVitafinoall’anno prc-

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(24)

LbttkraPrima.

7 preferite,incuil’abbiamoperduto.Quello fupplcmento confacilitàricavar G potrebbe dalle fucLetterellampatc dadodicianniinqua,dalleMedagliealuifatteconiare, edall.1frefeamemoriadellefueazioni. Inelfoconter- rebbonGglianni,eh’egliè viGTuto fottoilgloriofoPon- tiGcato di

Benedetto

Xiv.felicementeregnante, e chiaramentevedrebbeGnonpurelaftimagrandiGìma,in cuiavevaegliuntantoPonteGce;

ma

l’amore,e laparzia- litàeziandio,chequellihafempremaiverfodi luicon- fcrvata,nonoftantequalche diverlità d’opinione tra di elTitalvoltainfetta, falvaperòfempre l’unionede’cuori.

Le

cofealCardinale avvenuteinquello intervallo ditem- po hannotantarelazionecollaStoriaLetteraria,ccon quella della Chielaancora,cheutilcofaepregevolefa- rebbe,fedallapennadiqualche valorofo,e prudenteScrit- torefolTeroinliemeconbuonordine raccolte,edigerite.

All’edizionede’ComcntarjaccoppiavaGl’altrad’una Centuriadifuc LettereLatinecolfuoconfenfo intraprefa inVeneziain fòglioda’SignoriColeriperinGnuazione del ChiarimmoSig.FlammìnhCornaro, PatrizioVeneziano, edampIilGmoSenatore,

uomo

diGngolarc dottrina,cper lefuedottilfimeOpereallaRepubblicaLetterarianotif-

Gmo,

ilquale,Gecomeper tutto ciòche dalla penna del ncGroCardinaleandavaufeendo nudrivauna particolare eftimazioncjcosl dcGdcravache tanta doviziadiletteratu- ra,cheandavafparfaperleletterediluinonaveGeun giorno aperderG:eperòGeramolfoa proccurarneuna riflampaditutte inGcinc.CotcGaraccolta èquaGaperfe- zionecondotta,pocheletteremancandoalcompimento dellaCenturia;aldifettodellequalipotrcbbcG fàcilmente fupplirecon qualche altra piccolacompoGzionediGmilge- nere;ondemi luGngo,cheinbrevepoQàallaluceprodurG Se altrettanto GfacelTedelleVolgari,e poidiquelle,che altriLetterati G}praargomenti ScientiGci aluiinviarono, 0 avrebbe^un corpodiLettereintre

Tomi

,lequalifto per dire,cheinbuonaparteleMemorieLetterarie uni- verfali diquello fccoloabbracciarebbono;poichécomefag- gia-

(25)

8

Lettera Prima.

jiiamentc ofTervòildotto GiornaliftadiTrevoux,rInoftrty Cardinale divenuto erailcentro dellaLetteraturad'Europa.

Quelleletterariecure peròfattamentenonroccupa».

vano,chedi leggierinonrivolgerel’animo adaltre diIh.

mil genere, fecondochèleoccalionifiprefenravano. Sul finire 'dell’annofeorfoilP. Girolaim de! Prato,Soggetto dottiflìmo dellaCongregazionedell’OratoriodiVerona, gliavevamandatoindonoilfecondo

Tomo

di-Sulpi^io Severo con eruditi comcnti. In quello

Tomo

avevaegliuna belliDijjertazioneinferitafopralalezione delVerfoxiii.

delcap.I.delVangelodiS.Giovanni: nonexvoluntate viri,fedexDeonati funt

,

follenendola,comelaveracla giullacontroilfentimentod’alcuni,iqualiall’autorità d’unfolCodicedelCapitolodiVeronaappoggiati, aqueh lalezionequell’altraanteponevano:fed exDeonatateft.

Sopra quelle lezioni, fono alquanti annipalTatida chedue valentuomini,cioèilP.MaellroCafto Innocente Anfaldi dell’Ordinede’Predicatori,ProfclToreprefentementc dì Teologianell’UniverfitàdiFerrara

,perlafecondalezio^

pe;cperlaprimailSig.AbatePietroBarman/Brefcizno, Profeflbredi letterelatine egreche,enell’ebraicalingua dotto eziandio, entraronointenzonecon daeDijferta^ioni

,

pubblicate quiinBrefcrafiottogiraufpicjdelviventeCar- dinale. Pertantoa’iv.diDicembrefcrilleegli,oper meglio dire indirizzò collallampauna LetteraalP.del Prato,incui,dopod’avermeritamente commendatalafa- ticadaluiintorno a Sulpizioimpiegata

,glidàlacaufa vinta per ciò,cheriguardalaqiieliionegiànatainBre^

feia,cpoco

mancò

,chenonlafacelfcriprodurrecolle IlampediBrefcia

,perchè potefieinquella guilà divo!- garfipiùfàcilmente,ecorrereperlemanide’dotti.Veg- gendopoinell’Operadell’eruditoFilippinouna valla e feda,erudizioneecclefiallica,ioanimaaprenderlearmi controiComcntatoridelfamofoGianLren^oMofbemio:

De

rebut Cbriftianorum ante Conftantinutn,ne’qualiiprc- giudicjdellafuafetta cdellafua educazionefeguendo,va ipacciando diverfefallitàcontro della nollra faotareligio- ne.

(26)

equindinonrifapendo, o infingcndofi d’ignorare rifpo- lleda noi datea’primi loroferirti,fifanno aricantare ditrattointrattolemedefimenojofedance. Ora,perchè cofiorola rifininounavolta,egliè prudente configlio che da’noftrifitorni a mettereinchiarol’infuflfì(lenzadelle oppofizioni loro

,coficchò portanolenoftrcrif{X)(leofar imprcrtione,oalmenoperqualche via 3 notizia loroper- venire;ondeo s’illuminino finalmente,cs’acchetino;o certamente dal noftrofilenziononprendanoimiferianfa dicantarlavittoria.

Poco primanello feorfoSettembreavevailCardina- le,ricevutauna inafpettatavifitadal MarchefeScìpionv delqual pure,nonha guari,cheVerona hafatta perdita.Qualforteilpiacere diqucftidue grand’uomini a converfare infieme,econ una fpezie di gara adonorarli', ed afcambievolmenteammirarli,voiilpoteteimmaginar voi.ErafiilMarchefeportato a Brefciaincompagniadel fuoindivifibile e fedeleamicoilSig.Seguier ,pcr vedereed efaminare alcunilibri,iqualibifognavangli adoverter- minarel’Opera fuadellaMagìaAnnientata,collaquale tantealtreAiefaticheinogni generediletteratura ha co- ronate.Que’ptochi'giornicheconnoifitrattenne,nel qualtempofu ofpite del nortroSig.Conte

^ucbeUi,glifpefe ingranpartenella QiieriniariaBibliote- ca,ove tuttoilpafcolo ritrovò,chelavariaedinfinita fuaerudizionebramarpoteva.Io credoalcerto ch’egli a Brefcia,eda’Brefdanivirtuofamenteinvidiaffe uns) belcomododipoter,,quandoilvogliono,applicarfiad ognimanieradirtudj.In quella occafione vide, c rivide, efamìnò,e tornò ad efaminareilfàmofoDitticoQuerinia- no, fu cuitantohannofcrittoccon tanta diverfitàdipa- reriqualituttigliAntiquarj piò rinomati d’Italia,e ol- tremontani ancora.MollroglipureilCardinale un’altra tavolettad’un Dittico Confiatede'Lampadj,delqualeil

M^tchefenefecemoltoconto.Il

modo,

concui quella tavo-

(27)

i t

IO

Lettera Prima.

tavoletta d’avorio venneallemanidelCardinale merita d’efTerpubblicato.

Fu

qualiunpurocafo.Serviva code- fladi traftullo al figliuolod’unode’ noftrifervidori,che l’aveva ricevutaindono dauna vecchiarella, moglied’un cocchieredelCardinale GiovanniBadoaro,digloriofame- moria.Quanteantichitàpereflcre capitatein

mano

di chinonneconolccvailpregio,farannoandate amale!

Quella ancora perita farebbe,fealpadredelgarzoncello toccatononiblTeunpadrone,acuiavelTecredutodifar cofa gratacolprefentargliela.Chicle intantoilMarchefe alCardinaledipoter dire liberamenteilfuofentimcnto fopraimedefimi;onde appena ritornatoilMarchefeaVe- rona,feceimprimereuna LetteraalCardinale diretta,in cui lodato edillullratoeziandioilI>itticode'Lampadj

,e

peranticoveramentericonofciutolo,contra l'antichità dell’altroamatorio,moltidubbj

move

,variedifficoltà propone,e alla fines’accorda col dottilfimo P.D. Gian- francefeo Baldini,SomafeoenollroBrefeiano, a giudicar- lolavorode’ balli fecoli.ParveroalnollroCardinaleleop^

polizioniaffaifiacche,eperrifiutarlealtropartitonon prelè,che pubblicare fottoladatadeixxiu.Dicembre MDCCLiv. un’ Operetta di pochifoglicoltitolo:Epiftolarum quarumdamSegmentaadvindicandam Diptyci amatoriiQtd- rinianiantiquitatem&c. In quella Operetta nientevipone delfuo,

ma

folamente^propolliipallidellaLettera del Maftèi, fotto ciafeunodi elfi,collocailfentimcnto d'altri Letteraticclebratilfimi,iqualiappuntotuttoalcontrario avevanoopinato;equella òfiatal’ultima fatica delno- llroCardinale, cheluivivente abbia vedutalaluce.

Un’altraLetteraconfegnataavevaeglia’torchi, quandolamorteilfbrprcfe.EraquellaindirittaalChia- rilfimoSig.FrancefeoMarialunotti,Segretariodell’Ac- cademiadelleScienze diBologna,everfàvafoprauna contefa, inforta traluiedilP. Anlaldi,del qualehofat- tapocofopramenzione.IlSig.Zianottinell’Appendice diun fuoTrattatodiMoraleFilofofiaavevariprova- taqualche opinione,fofienuta dalSig.Maupertuir,Prefi-

j dente

hy.CÌQOglc

(28)

Lettera Prtma;

it dente dellarealeAccademiadi Berlino,inuna TuaOpe- retta,intitolata;EJJai de Morale,laqualefitrovanella Raccoltadi certiTuoiOpufcoli,ftampatiinDrefiia l’an- noMOCCLtl.

SelalirefoficcontinuatatrailSegretariod’un’Ac- cademia,edilPrefidente d'un’ altra,avrebbemantenu- toilcarattere pacificodicontefaAccademica;

ma

entrato ilP. Anfaldi, Profeflbre di Teologiaincampoa foftcnere lepartidelSig.Maupertuis,prcfel’ariad’unadifputa Teologica,laqualnieritafl'epiìiferierilleflioni.Ilno- ftroCardinaleelaminòIofiato dellacontroverfia,e rico- nofciutoavendo,chelaragionefiavadalcantodel Sig.

Zanotci,ficfclaLettera,dicuivihodetto

,aconlèrma- zionede’fcntimentidi lui.In quella cofiernazionedico- fe, incui l’inafpettatamortedelpadroneciavevatutti gittati,ioproccurai dimetterinfalvo cotefiaLettera, eh’ eradigiàinpartefiampata.£,per fecondarel’inten- zionedichifcrittal'aveva,erifpcttomofirareallavo- lontàdi lui,benchédefunto,non hovolutolafciarperire traletenebrecofa, eh’eivolevachefifacefiepalefe;

ma

l’ho pubblicata, indirizzandolaal

medeCmo

Sig.Zanotti, cuiilpadrone l’aveva defiinata.

Con

ciòmiInfingoche niuna perfona faggiaedifereta

me

ne vorràfareundelit- to; e,quandopure talunofiritrovafl'eche condannar

mi

volefie,fperoancora che centononmancherannodique’, chedibuongradomivorranno afiblvcre

£d

eccomi conciòallafinediquelleletterarie fati- che, cheincerto

modo

pubblichechiamarfipofibno,nel- lequali erailCardinale impiegatoinque’ meliultimi, cheallafuamorte andaronoinnanzi.Leprivate curedel- lofieffbgenereconaltrepubblicheeprivated’un genere piò facrofanto farannoilfoggettod’una fecondalettera.

Queftaprimaè troppo crefeiuta;ondeconvicncheiola termini

,

ma

primadichiuderla, permettetemi, cheiomi giufiifichi, e vichieggaperdono,feancoranonvihofpedite leOpere,chemiavetecommeflediprovvedere,ufeiteda’

torchjde’ nofirifiampatori,e particolarmente tutte quelle

(29)

rz

Lettera Prima."

del celebre P. Letror Fortunatoda Brefda,MinoreRifor- mato,morto,comefapete,inMadrid,fono pochi meli (efl'endoSegretarioditutto1’OrdineFrancefcano), con univerfale rincrefcimentoditutta quella noftra Città, c di

me

piùditutti,cheglifonoftatofomprebuon amico.

Mai

nonmis’èprefentataoccafione,doporicevuta que- llavoftraprdTantccommilTionejd' alcuna perfona,chc vc- niflcacotellaparte.Jeriperòfeppiquellad’unReligiofo Domenicano,che faràdipartenza percoteftaDominante aiprimidelventuromefe,cvolentieri

mi

lièoffertodi ricevere tuttelefuddetteOpereffampate,e tjuelleultime delnoffroSig.ConteGiammariaMazzuchelli. Proccure- rbdiunireancor quelle, chevimancano,delnoffroCar- dinale,cparticolarmenteleDecadidelleLettereVolgari

^

che tantovipremono,toftochèfaranno melTeinvendita.

Nelgroflb involtotroverete ancoraunpiccolpachetto col fopralcrittoacoteftoeruditiflìmoPrelatoMonffg.

tontoBaldani,acuimi premecheffaconfegnato pih pre- lloche potete.

Mi

raffegnoal folitoconogni affettoclii-

ma

,eproteftod’ cflcre .

Di

Voi,

Amico

Cariflìmo

Brefciavi.Febbraio mdcclv. 'i

dffe^ionatif/.edOhhllgatift.Amico AntonioSambuca

LET-

i

I /

I

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(30)

AL CARDIKALE ANGELO MARIA QUERINI

Lequali pii diprejfo prcfcdetteroallafuamorte.

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(31)

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(32)

Amico Carissimo.

*5

P

Er nonperderetempoinutilmente,e toflocontinuare ilfilodell’altramia;oltre allepubblicheletterarie occupazioni,dellequalivihogià fcritto,un’ altra aveafene prefailnofiroCardinale, cioèdifeparare ed or- dinareifuoiferirtieleTuelettere,qualféprefagificil finede’giorniTuoieflerenonmoltolontano.In quello travaglioimpiegava qualche oradellamattina avanti che l’anticameras’aprifle(benchéfipoteva dire aperta fem-

J

re intutteleore del giorno;tantopremevaalCardinale

iafcoltartuttiper follecitamcnte fpacciargli),eaquell’

cflcttoafpettavacon unacotaleimpazienzailtempoche dovevaportarlia BrefciailChiariamoP. Francefeautonio ZaccariaCeCuhz,daluiinvitato a predicarein

Duomo

la Quarefimadell’annocorrente, percnè dellinatoaveva di fervirCa fornirel’intentofuodell’opera,e dell’ajuto di cotellovalorolbLetterato

,di cuifaceva gran conto. So- pra diluiavevanonguariditempoaddietropollol’oc- chio percollituirloBibliotecariofuo,edellaCittà, ben- chépoialdifegno refièttononvenilfeapprefib. Io foda un amico,cheilCardinale un giorno,mentredi cofe dot- teconluidifeorreva

,prefoin

mano

unode’

Tomi

della StoriaLetterariad'Italia,daeliollampato, e tenendolo altoinmano,ealuiaccennando, Vorrei dilTegliintuono altodivoce,Vorreitrovareunaltro,chefoffebuono di far altrettanto:con chedieglia divederealiaichiaramente, in qual altopollodiliimafoffeegliprelTodi lui.

Non

ha potutoilCardinaledi lui prevalerli,comedifegnato ave- va;

ma

noiabbiamoorailvantaggio diprofittare delle belle cfervoTofeAieprediche,allequaliconcorre ogni di ilfioredellaCittà,eformaglipienee fceltillimeudienze.

diminorgioconditàciriefeelafamigliare foa conver- fazione,incuifanno una dolce legala religiofità,lacan- dì-

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(33)

irf

Lettera Seconda.

didezza, l’erudizione, clegentilimaniere:qualità,che glihanno guadagnatoilcuore dituttiquellinoUri Lette- rati,iquali foventemente orgliuni,orglialtrialuifi portano pervifitarlo.

Ma

palTiamooramai ad unaltro generedioccurazio- ni,che fonofiatemai Temprepiù.ncuorealnoftroCardi, naie,ficcome quelle,che più particolarmenteilcarattere di Cardinale,e diVefeovoriguardano;giacché l’ottimo nofiro Pafiore feppefempredividerefémedefimoinma- niera, chenègli fiudj alle paftoralifollecitudinipregiudi- cafiero,nèquelleilcomodoaluitoglieflcrodiattendere 0quelli:

ma

gliuniall*altrela

mano

amichevolmente porgeflero

.

liTuoCollegio Ecclefiafiico diS.Eufiachto,giàa perfezione,quantoallafabbrica, ridotto,edimobilifuf- ficicntementealbifognodiottantaChetici fornito,erail fuo principale penfiero,lafua gioja,lafuacorona.Quan- do onell’Autunno,onellaQuarefimaperdue meli,oppu- re in altritempi avantileOrdinazioni per dieci giorni co- làfiriducevanoiChetici,ocoloro,chealChericatoafpira- vano,per apparecchiarlicondivotiefercizj, quelliarice- vere l’abito Chericale,cquelli gliOrdini, fottoladire- . zionede’SignoridellaMiflione,atal’effettodi tratto in tratto daCremonachiamati:nonmancavailfollecitoPa- fiore di portarliavilitarcque’buonigiovaninellororiti- ro

,recandoincotal guilaadelliconfolazione ,edeglipure fcambicvolmenteriportandone, qual erailprofitto,che udiva per lorofarfi,dachiprefiedeva.Eglimeditavadi dare aTantaiffituzione fiabilitàancormaggiore,econ- venevole dote aflegnarle.Idiverliimpegniin altreOpere pieedifpendiofeaffai,nongliavevanolinoadora laicia- tola libertàd’impiegarequalche notabile

fomma

a quell’

oggetto. Sitrovavano giàallorcompimentoalquante delleOpereaccennate,edegliperciòinifiatooramaidi poter mettere a quella eziandiol’ultima

mano

;eferia- mentepenfavaci:

ma

lamortetroppofollecitarovefeiò tutti quellibeidifegni.

L’au-

Digitìzedby

Google

(34)

«ragliunaltrooggetto dicompiacenza,

fieme.Qiieflafabbricaglièveramente moltocoftata,e percagione diefl'areftavagli ancora aperta unabuonapar- titadidebiti.

Ma

purelaAiagenerofitàdallaAia fruga- lità aflillita,edallafiducia nelladivinaProvvidenzafo- Aenuta, nonfifgomcntava.

per quellotardò difom- minillrarcalTempiodiBerlinole

fomme

promelfe;nè lafciòlanguireillavorodelleotto grandiStatue d’argen- to,chediAioordineinMilanofilavoravano per ador- narneloScurolo,comeildicono, e coronarne l’avellodel grande ArcivefeovoeCardinale S.Carlo.Anziqueldenaro, cheandava primafpcndendonell’edificazione del Collegio Ecclefiallico,invece di riporlo a partedopoilcompimen- todiquel valloedificio,ilvolle tortorivoltoad altro im- piegoinonord’Iddio,aflegnandolo o tutto,oinpartealla fabbricadelnortro

Duomo.

IPrefidentidi elTa, fatticon- fapevolidi taleintenzione,cominciarono afaricontidi quantociafeunmefe fpcndeva intornoalCollegiodi S.Eu- rtachìo:perlaqualcofaungiornoconelllfcherzandoil Cardinale, pregollidinonvolergli faricontisirtrettiad- doflò.

Non

ortantetantaprofulione didenaro fperavail padrone, attefelegìurtemifuredaféprefc,di poterinpo- chi anni faldare ancoraidebitiacagionedelTempiodi S.Alelfiocontratti.

E

felamorte harotte quelle fue mifure,glieredifuoi,a caricode’qualireftatifono,tro- verannoeglinonellaAia eredità,ondeprertamente pagarli.

La

pubblica Libreria eziandio daluia

comun

como- dod’ogni ordinediperfone fondata, perpromuoveregli rtudj dichinon ha

modo

diprovvederlidi libri;perrifvc- gliarel’amoredellelettereincuore atantagioventùdi fpiritofoingegno,che marcifee nell’ozio,non avendone altronde eccitamento; per provvedereallaBrefciana Chie- fa Ecclefiallicidotti,e nellefeienzealgradolorconvene- voliiftrutti;per rendereinfinevieppiùfamofaper quello capoancoralaCittà nortra,pertantialtritìtoliillurtre

B

cchia-

(35)

i8

Lettera Seconda.

echiara:lapubblica Libreria

,dico

,afctraevaancora una gran partedellefuefollecitudini.Perellaandavacon- linuamentc nuoviacquiftifacendo. Aveva inanimodi licndereleRegoleperlobuongovernodielTa

,ecomin- ciare a dar loro,luivivente,efecuzione;perchèfu quell' iflefToordine retto averteròpoi lecofe aprocedere inavve- nireacomuneutilità.E,leallegrandiofefueideeiltem- pomancatononforte,avrebbe ancor terminatodiprovve- derla d’unadotecorrifpondente all’opera.Pochiannidi piùcheilcieloceloaverteconfèrvato

,tuttele fue glo- rioleimprefe ricevuto avrebberounonorevolecompimen- to.

Ma

quipure conviendinuovochinareilcapoa’ confi- glifuperioridelladivinaProvvidenza.

Non

vimaraviglia- te,amicocaro,fe iocosì fpert'oritoccoquelloargomento delmolto,cheperdutoabbiamonelperderlui.

La

perdi- ta è troppofenlibile,troppoaltamentecihatrafitti,nè altro confortoammette,chefpertòalzargliocchial cie- lo,e dire;cosìaDiopiacque.

EranoilCollegiodiS.Eullachio,ilTempiodiS. Alef- Co,loScurolodiS.Carlo,lapubblica Libreriaoggetti grandi,c allapubblicavilladegliuominiefporti;

ma

non perùfattamenteifuoi penfieriartbrbivano,che adaltri più particolari,emenoal

mondo

noti,luogonondell’ero.

La

BeatificazionedelVen.ServodiDioilCardinal Bellarmino^che.fu,ed èunodc’più luminofiornamentidel Sac. Collegio,e dellaChiefa tutta,ftavagliacuorealTaif- fimo.Moltofcrirt’eprivatamenteinfavorediquellaCau- fa indiverfelettere,incui leoppolizionidileguava

, che

dacertuni raccoglievanliadingombrarla.Stampòancora unaforte tipologia delLibretto,cheilVen. Cardinalefcrit- toavevabrevementedellafua Vira,ad iftanzad'alcuni fuoi ReligioCfratelli.FinalmenteperlaftefiTaCaufaebbe pu- renonpoco a patire; perocchéliritrovò perfonaanonima, cuiparve chedifpiacertelafincerità,concuiilnoftro Cardinalelafofteneva.Lafuapenamaggiorefuilvedere

,

chelicercavadiritardarealServodiDiol’onor degli Altari,o impedirglielo eziandio per

àmpre

,proccurando

(36)

Lettera Seconda.

ijr di ertemrareleOperetantedilui

,colporle aconfronto delleTue, cioèdiquel poco bene(peraccomodarmialTuo penfare),eh’egliandavafacendocolbuonufodell’ecclc- fiaftreherendite,ond’ era fornito,c de’ talenti,de’quali Iddio largamente l’aveva dotato,

A

Dio nonè"piaciu- to che quiinterrarefito di quelloaffaredaluifivegga;

miInfingoperò, eh’egliorain cicloriceveràgodimento

E

ari alfuo zelonel ritrovarli iviinfiemecolCardinale Bcl- irmino;d’ondeamendueriguardandoandrannocon oc- chioo d’indifferenza,odi compaflioncgl’inviluppi delle umanevicende.

La

converfione degli Eretici eraaltresiperluiunpen- ficro,edundifeorfo famigliare.

Non

pochevolte

Tho

in- tefo dire,ch’ci g'mdicava dinondifficilriufcitailriacqui- ftoallafededimoltapartedellaGermania,e fors’anche diqualitutta,fétentatififblTcro certimezzi,che alui lacognizionedell’animopieghevole,enon malinchinato di quella ragguardcvolNazionefuggeriva;laqual notizia egliecolmoltocarteggiarecon varjuominieruditi,econ pili d’unviaggioa quelle contradeguadagnatafiera

.

^ali

fienoHateleluepremureperricondurreall’ovile diG^esh CriftoilRotfifcero, e’ICiordaw duepecorellefmarrite,c con qualbuonfucceffòperilfecondo,voigiàilfapete.

Avevaeglipure co’fuoi conlòrti contribuitoaffaialla converfioned’unaragguardevole

Dama

inPaderbona,ed crafiIddio degnatodiconfolare negli effremi giorni della Aiavitalozelodel Aio-fervocoll’acquiffodieffTaallare- ligioneCattolica.Piacemiche rintendrate meglioda una lettera,dacuil’hointefo iomedefiniodopolamortedel Cardinale:nèqui nullaprimafene fapeva.

La

letteraè deldegniflimoPrelato Monfig. Francefeo Giufeppede''Conti diCondola Vefeovodi

Tempc

,eSuffraganeodiPaderbo- na.

Ve

latraferivo quali tutta,nonperchèfiaciònecelfa- rio alnoftropropofito;^ma perchè" merita altronded’effer fattapubblica.Egli per tanto quel ragguardcvol Prelato rifpondendoaduna mia,incuilorendeva confapcvolc dellaimprovvìlàmancanzadelCardinale,cosimifcrive.

B

i Ren.

(37)

20

Lettera Seconda.

Rendon V.S lema^iori^raye,chepojjó ,dell' cuorefattominelparteciparmi/’infaujìa inafpettatanuova dellamorte delnojìrogran Cardinale Querini chemi haca.

gionato un grandijjimocordoglio,em' haforprefo inmaniera,

che nonpoffo efprimerlo.Eglièbenverochela celeftePatria hafattoacquifto nella perfonadiluid’unnovelloCittadino;

ma

èvero altresìche/’Italia nonfohmente,

ma

laGermania ancora

,ilSac.Collegio,

P

Ordine Benedettino,iLetterati,

»poverihanno fattain luimedefimounaperditairreparabile .

Ma

cofa pojjtamfarnoi!Iddiohavoluto così ec.

La

SignoradeWaIvhaufen,f^f avevafattala profejftote dellafede Cattolicanellemiemani,èinconfolabile;imperoc- chéS.E.gliavevapromejji de'fujffìdjcaritativinellafua ultimade'xv.diDicembredellannopajfato, conquejìe gragiofe parole:

Con

gran contentohointefa laconvcr-

„/ione della

Duma

Luterana,e aquellanonmancherò

,,dicontribuirequanto primailfulTidio,chedaleimifi ,,domanda, dandoordine, fecondoilfolito,aimcrcatan-

,,tidiNorimbergaec.

E

quello,perquantoricordarmipoflb,eraIofiato dellecole,incuiilrepentino accidentemitolfcilmiobe- nigniflimo padrone.

Ma,

perchè quellatrilloavvenimento' merita una piòdillintanarrazione,vipromettodiman- darvela

,nonommettendocircofianzaalcuna del lagrime- volefucccllb,inunaltroordinario.Incanto di cuore vr abbraccio,ecollantemente fono.

Di

Voi,

Amico

Carilfimo

Brefciaxxvn. Febbraio mdcclv.

jljfegionatifs.edObbligatift,Amico AntonioSambuca

LET-

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(38)

'LETTERA TERZA

DELLA IMPROVVISA MORTE DEL CARDINALE ANGELO MARIA QUERINI

E

dellecircoftan^echeF accompagnarom

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(39)

i

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(40)

>3

Amico Carissimo,

V

EngoallanarrazionepromefTavi del colpo acerbo chetolfedal

mondo

rottimonoftropadrone, e noitrafittilafciòda un dolore,checiaccompa- gneràfino allamorte.

La

morte,che nel’harapito, l’ha fattaappuntoda ladro afiuto,cheincafa s’infinua, quan- do

men

vifipenfa.Ilperfettoflato difalute,c’Ibuon temperamentodeldefunto tenevada noi lontanononche ognitimore,

ma

ogniqualunque fofpetto d’alcuntrillo accidente.Egli èverochedaqualchemefeféglierafce- mato,ofors’anche del tuttofermatoilfolitofuo fcarico difangue emorroidale.

Ma

ilnonrifcntirnequindiilCar- dinale alcuna moleflia,eilrifletterechenell’avanzarli degliafinifminuendofilamafla del fangue,ne ccffano per confeguenzaleeruzioni ffxintanee,noncilafcìavaentrare inpena.Facevapiuttoflo maravigliaa’fuoifamigliariil vedereche,da alquanto pocoditempo^egliper altrovigi- lantiflìmo, più delfolitodormiva.Icortigiani,comene’

primi anni deimiofoggiornoin

Roma

folcamiunvec- chio, ed accorto

uomo

diCorteraccontare,fanno miflero fu d'ognipiccolacofa^che alloro padroniavvenga,e così benevifilofofanofopra,chedirado èchenelleconghiet- ture loro s’ingannino.

Noi

cifi

amo

pur troppo ingannati, nonaccorgendocichequellamaggiorpropenfionealfonno minacciavaunrattacco ditefla;ma noi,cosìIddiopermet- tendolo,tornavamociòintutt’altra cagione.

E

per verità eracolaovviailpenfàre cheun

uomo

flatofemprc intefo a faticare colcapo,avanzandovieppiùneglianni, doveffe d’un pò più di ripofo abbifognare.

Ne’primi giorni del correnteanno aSbiamquipro- vato-unfreddo flraordinariamentecrudo ed acuto,ilquale hacontinuato a crucciarne per tuttoilprimo mefe,edol- tre.Voimiferiveliecheinque’tempiildolceclima di Ro-

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24

Lettera Terza.

Roma,

incuiITnvcrno pocofifafentire,fcmbravadive- nutounclima fettentrionalc

. Quindi argomentatecome l'abbiamonoi paflata,noi,chea'confiniviviamodella Rezia,e dellaGermania,inunaCittànonfoloquali d’ogn’ intorno da’monticircondata;

ma

clfamedefimain buonapartefuipendiod’una montagnacollocata.Nien- tedimeno, nonoftante lofmoderatorigoredellaftagionc,

chegli altriafiar rinchiufiobbligava,o anonufeiredi cafa,fenonfeconbuonevellimenta riparati;ilnoftroCar- dinalpadrone ufeiva generofamente,e,al fuofolito, vefti- to,dirciquafiallaleggiera,afarfullaferaleconfucte fuegiteverfolepartidellaCittàalvento,call'ariapiù erpofte, ridendoliincerto

modo

deglialtri,qualiche troppo del freddo paurofi. Quelle giteappuntofonofiate, percomunfentimento,lapnncipal cagionedellafuamor- te,avendonecontratta, per ciò,cheliè poianchemeglio conofeiuto,una gagliarda cofiipazioncdicapo.Giuntala vigìlia dell’Epifanìa difeefein

Duomo Nuovo

all'uficia- turade’Vefpri,dopodicuiliportòall’ufato pafleggio

a

piedi.Sorfelamattinafeguentc francoalleoreundici,c mezzo,giufiaall’antico Aiocofiume,erecitatoildivino uficiofino a terza,liccomedifareera femprefolito,celebrò^

lafantanielTa;pofeia

,prefalacioccolata,fitrattennea fcrivere,eadareudienzalinoall’oradifeenderealla- Chiefa

,perafiìliereallamefla folennc.Allifiettcallamede- limacon unagiovialità

>

con un’ ariadivoltocosìferena, cheicortigiani,iqualid’intornoglifacevanocorona,nc refiaron forprelì.Parevaadellichefofieringiovanito;

ma

quelpiùvivo colore,chenellafacciaglibrillava,era, fenzachèellifen’avvedcll'cro,uncoloredimorte;perchè eraunindizio, delrillagnodifangue,che follecitamentc alcapofegliandava formando.

O

quantofallacifono,•

padrone edamicoriverito,leapparenzeumane!Qìiante volteinfenoallapiù ridentefortunavilicovalapiù de- plorabil difgrazia!FinitelefunzionidellaChiefapranzò dibuongufto;e,femangiòqualchecofa,chepotelfenocu- mentorecargli,nonfucale alcerco,nè perlaqualità,

...

'

F«:

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(42)

forme collumc,a pigliareun diquie- te;quiete,'cheperluifuunaquieteeterna,eper noil’in- cominciamentod'una inconfolabiltrillezza.

E

giàl'ora diritornareallaChiefa era giunta,per intervenireaife- condiVefpri

,ederanoicortigianinellemielianzerati- nati,afpettandocheilpadronefirifvcglialTeperaccompa- gnarlo efervirlo.Venneil AbateGiulioMarchetti fciano,PrebendatoinquellaCattedrale, e peritilfinioMae- llrodelle fac.cerimonie, per ricevereilfolitoordine;onde poter avvifare rillullrillimo e ReverendillimoCapitolo,af- finchèvenilTea riceverlo.Frattanto, vcggendofi che l’ora defiinata ?radigiàtrafcorfa,unode'camerieridiguardia conunode’ ftalEeri fattilicoraggio

,portaronfialla llan- zadelletto,epicchiaronopiù volteallaporta;

ma

fcnza altrofentire,cheun refpirar grave,ecomediperlbnain alto,eprofondo fonno fcpolta.Ilpicciniletto,dicuiil Cardinale ufava,ellèndoegliparticolarmenteneltempo delripofonemicodelrumore,rellavachiufo dentrouna cotalcella ditavole,coperta dipannorollo,afomiglianza diquellechefinnofinelConclave. Ilcameriere pertan- to'col'compagno,veggendo cheilchiamar nongiovava,' pieni ditimore,efofpetto,entrati per rifvegliarlonella camera,c nella cellapenetrati,ilritrovarono fupinoin let- to, anfante, affànnofo,fenza dar altro fegnodivita.Io tratanti,eh*eranonell’anticamera,fuiilprimochiama- to a rimirareTimprovvifofpettacolo.L’efi’er io flatouno de’più antichidilérvizio,ediròancoratra’fuoifami- gliar!ilpiùamante, edilpiùimpegnatopelpadrone (perchèinqueflapartemigloriodinon cederla,nè di averlamaiad alcuno ceduta),fulacagionecheiofoffiil

primo,a cuinelduro frangentefifacefl'ecapo. Reflaialla veduta inafpettata fenzafpirito,fenza parole,tuttotre- mante,ccomeuna flatua;

ma,

fattocuore, ed accorfoal letto,cominciaiachiamarlo;

ma

lavocemi tremava, emis’erafattasiteuuc,cheilmentovatoflaffierem’eb- be

(43)

ì6

Lettera Terza.

bcquaCarimproverare,perchènon mifacefficon pih

aL

tavoce arifvegliarcilpadrone,che già piùnon

mi

udiva.^

E

in fatti alprimovederloiologiudicaiperduto;eper- ciò torto edingran frettafpediiachiamarilPadre Mac- rtroPietroMariaStefana Servita,. fuoconfertroro,e’ISig.

CianfrancefroGuadagniyCuomedico.Ilprimofubito ac- corfeil’àltro,.per quante diligenzefiufaifero,nonfipotè cosiprertamente ritrovare, eflèndoingiroperlacittàa vifitarcifuoiinfermi..In luogo fuo trealtrimedicifu- ron chiamati,.! primi,chefifeceroincontro

,cfuronoil Sig.GiammariaFenoni

,

ilSig.ConteSuardo Suardiy.edil' Sig.GiovamiatijìaRamialdiniyPioftffoTÌtuttietredigri- do:iquali d’accordo, giudicatoilmaleperunfierocolpo' d’^yjoplefia,ordinaronotortol’emilfionedelfanguc edun veflicanteallanucacon- altri fpiritofieccitativi,parteda applicarli erteriormenteallenarici,.cpartedainfinuarfi perbocca.Tuttoriufcl-vano:anzialcacciarfegli del fan- guc,parvecheilpazientefifcoloriffe,ed apigliareun’

ariadicadavere'principiaiTc.Convicndirecheilferoce' colponelprimoingreflbcagionaflealpadrone qualcheir-- ritamentodirtomaco,pcrchè

trovammo

che rigettata ave- vaun pòdi materia indigerta.Forfè aquell’infultofiris- vegliòe trafledifottoilcapezzalel’orologio per vederer forfèqual’ oraforte

;

ma

dallaviolenza poi delmalefo- praffatto,fclolafciòper terra cadere,egliconvennedt cedere,c diabbandonarti fenza poterchiamareajuto.-

Incantofparfafi lafunertanuova,fopravvenneroiSi- gnoriCanonici FrancefeodellaCorteProporto della Cat- tedrale,cCarlo Soldi,chertetteroprefentifino allofpirar delCardinale;G/>o/.<»woCov/,CommendatorediSanto Ste- fano,cVicedominointempodiSedeVacante, G/W/oPon- caraìi,sintoniaRofa,Ferdinando Galanti,Canonicitutti dellaCattedrale,ilSig.Jacopo Soncini,CanonicoPenitenzie- reinfieme, e Vicario Generale,ilSig.ConttCammilloMarti- nengo yc'l Sig.AhztcErcole Beiafi ,Veopo(iodiSant’Agata, bena voinoto,efavoritoinoltredavoi tuttectrele volte,cheinqucfti ultimiannifiè portatoincotertaDo- minau-

(44)

Lettera Terza.

27 minante;ilquale fufempreconfidcratodalCardinale per fuoMacllrodiCamera;benchéattefoTimpegnodellaPre- pofituranonneefercitaflcdaqualchetempolefunzioni Nel tempo medefimoaccorfeancorailP. Gian^itolamoCra~

deirigo,(a)PatrizioVeneziano,e fratello diMonfig.Bar- toIommeoCradMtgOfElettod'UdinefVottroemioantico pa- drone;ilqualecifacevatante finezze intempoch’eraPre- latoin

Roma

;ilP. Federigo Sanvitali,€ dopoquelli,il P. Francefeo JJidoroJa Brefcia,Provincialede’Minori Óf- fervanti, edaltri,chealdi\x>Igarfidell’amaranuova,ac- correvano,piangendo,equalifuoridi fe.Giunfefinal- menteancorailfuddettoSig.GianfrancelcoGuadagni,il qualequantodaglialtrierafiatopreferitto,approvò,c colcoofenfo deglialtritremedicideterminòun’altra cac- ciatadifanguefuLle tredellanotte,quandoilvigorede’

polliravellc permcllb;india

me

rivtdtoficon ariadoloii- te, enelle fpalleflringendofimidille:noiperdiamoil noflro buonCardinale;volendo a

me,

eaglialtrifarintendere cheilcafo era difperato.

IlP.MaefiroPietroMariaStefana,nonpotendoli all’infitrmorecare allora altrofpiritualeajuto,gli

ammi-

Aròl'efiremaunzione:

ma

io pollo direche ricevuti avef- fe tuttiìfagramenti;perchèla feraantecedenteeraficon- icllàto,e celebrandopoi lamattina del giornomedefimo fu perluilamefi'a la l'uacomunioneper viatico.

Non

po- tendoli poiper allora altro farenèa vantaggiofpirituale,

nèaprò temjporale delmoribondo;iopcniai difpedire a Venezia unÉlprcllbagliEccellentillìmifuoiparenti colla nuovadelgravilfimomale. L’IlluftriflimoeReverendif- fimo Capitolo fece fenzadimoraefporreilVenerabilenel

Duomo

;ilqualefempiofu puredaaltreChiefe feguito, allequalis'andava facendo concorfo,implorandotutti confofpiri^econ lagrime dal

fommo

Iddiolaconferva- zionc

}S(fgettoilluRrenelliRepabblici Lettcnriaper varielodatiflime Opere daluidateioluce, fralequalimeritaptrticolaroienziooeildotto Libro,daluiultimamente flampaio, che contieneleVitede*Veftoei, ele piùreconditeMemorieantiche, emodernediquellaChiefaOrefeiana.

(45)

28

Lettera Terza.’

z.ioncdell’ottimonoftroPaftore.

Ma

comefifu perla Città divulgatalavocedelpericoloCflimofiato di lui; così tofiocominciòafarlial PalazzoVefcovile concorib di pcrfone d’ogni grado: e,lenonfifolleròferrateleporte, checonducevanoall'appartamento,farebbefi nell'antica- meraenellacamerafielfadelmoribondofattaun'irruzio- neconfufadipopolo,perlafuneftanuovaattonito,e defolato.Quindiper evitare ognidifordine,laprovvida vigilanzadiSua Eccellenza Capitanio,eVicepodefiàSig.

Rutenio Dcntido

mandò

unabandadifoldatiaguardarne leporte.

11maleintantodelCardinaleandò lemprepiùcre- feendo,e rendendoli fenzaprofittotuttiirimedj:fatta- glifiperciòlaraccomandazionedell’anima,tralelagri-

me

de’fuoi famigliati,e leprecide’facerdoti,dopod’a- vere collamorte,perquantoconghictturarefipotè,lot- tato perIofpaziodicinque, ofeiore,finalmenteIbccom- berdovette,verfo un’ oraincircainetàd’anni fettanta quattro, meli nove,egiornifei,diMonacatoanni ventifette»

diVefcovile dignità trcntadue,e di Cardinalatoventotto.

L’ avvifo dellamortefudatoallaCittà col fuono dellecampane,ilqualenonpiùleorecchiepercofie,che ilcuoredi tutti.

Non

vipolToabbafianza /piegare quale lìafiato lofmarrimentocomune,el’univerfaledefolazio- re,chefivideinfacciadiciafeunolamattina feguente.

Parevache a ciafeunomortofoflcinpropriacafailpa- dre,perchèdatuttieradamolti anni confiderato appun- tocomeilpadre,cdilbenefattoredelfuo popolo,edella fua Città;dicofua,imperciocché, eflendoineffafiato finoda fuoi piùtenerianni allevato,cd avendola poida Vefeovogovernata per unlungofpazio ditempo,egli lariguardòfemore,comefua

.

Furonofolcii, percomandodell*Eccellentiflimo Rapprefentante,icarnovalefchi divertimenti, nèfipensò altro dal popolo,che afuft'ragareconmcfi'el’anima del defunto,difiinguendofifinoipiù poverelli,comeattefia- noiSagrefiani,nellemanide’qualipcrv'enneroleliróoC- ne

.

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(46)

Lettera Terza.'

zp ne.Delle cofeavvenutedopolamortedelCardinale,mi riferbo a parlarvcneinunaoduealtre lettere,chevi fcri- veròinapprefl'o.

Alletreoredellanotteio fecilafpedizioned’unal- troEfprclfo a Venezia, per partecipareall’Eccellentilfima CafaQuerini,dopoilprimoluttuofoavvifo del pericolo, ilfecondo pìh deplorabile ancoradellamorte.

La

fatalità vollecheinque' giornilaLagunadiVenezialifolTeina- fpettatamente,efuoridel folitoagghiacciata,cche quin- di fofle flatointerrottoilcommerciotralaTerraFerma, e laDominante:ondeiparentideldefunto Cardinalenon ricevelTeronè l'uno, nè l’altroannunzio,fenon dopoqual- che giorno,quandopotèriaprirlilanavigazione.Ilre- nantediquellanotteio, e gli altrifamigliatil’impiegam-

mo

inordinarelecofeperilgiorno feguente.Apertofiil cadavere a ora conveniente,- per imbalfamarlo, da’Sig. Bar- tolommeoCue/fi,cPietro Antonio Pajjarel/ayErcCciani

,valenti ChirurghidellaCittà,e Profcll'ori nelloSpedaiMaggiore furonlevifeere trovate faniflime:perlaqual olTervazione reflammo lèmprepiù accertatichelafede delmaleHata eranelcapo»

E

quiiomiveggo giuntoal fine diqueflalettera:

ma

laflima,laqualeiohoaltiflìmadelSig.Gianfrancefeo Guadagni,dicui

m’è

occorfo parlarvidifopra;eilri- guardoancora a quella,chevidiflìavereilCardinale di luiavuta,nonmi permettondi chiudere queflamia,fenza darviprima unapiùdiflintanotizia delmerito didegno Profeflbre.

E

a voi farà caro d’ intenderla;mentre,fapen- dovoidaaltremielettere, eflcre luiancheAngolareamico mio,voiavrete già pertitolo

comun

d’amicizia comincia- toadamarlo:eperciòavreteora contento di cominciar anchea {limarlo,fenon quantoeglimerita,almen quan- topotràilfuo meritoeffervifatto per

me

palefe.

IlSig.GianfrancefeoGuadagni adunqueèunodi que’

Profcflbridimedicina, che appreflb laCittà tuttaunaelli- mazione non minorealcerto a quelladiqualunque altro godeepofliede.Ildefunto Cardinale,che ncaveva un par-

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