CAPITOLO 1. QUESTIONI TEORICHE E TERMINOLOGICHE
2.3 IL LESSICO NEL QUADRO COMUNE EUROPEO DI RIFERIMENTO PER LE
2.3.2 I LIVELLI SOGLIA
L’impegno del Consiglio d’Europa all’interno del ‘Progetto Lingue Moderne’ si tradusse dunque nell’elaborazione dei cosiddetti Livelli Soglia, disponibili inizialmente per l’inglese (1975) 110
e il francese (1976)111
e in seguito anche per lingue come il tedesco, lo spagnolo e l’italiano112
. Questi documenti si distinguono per avere un impianto di tipo nozional-funzionale e
organizzano i contenuti linguistici (lessicali, ma anche strutturali e sintattici) per aree tematiche individuate sulla base della loro funzionalità comunicativa. In altri termini, elaborano la selezione dei contenuti linguistici da proporre in un corso di lingua, o da accertare in sede di valutazione, a partire da un’ipotesi sulle esigenze comunicative che un ipotetico parlante può avere in un paese di cui non conosce la lingua (Piva, 2007: 3).
Da questo punto di vista, i Livelli Soglia costituiscono la prima traduzione operativa, ma anche il primo terreno di sperimentazione, di quelli che saranno i principi ispiratori del Framework: rispecchiano, in particolare, la concezione della lingua come di una modalità dell’agire sociale e dell’apprendimento linguistico finalizzato alle esigenze comunicative degli apprendenti, intesi come agenti sociali. Essi si riferiscono “ad un particolare livello di competenza scelto come obiettivo comune perché ritenuto necessario e sufficiente a soddisfare i bisogni della sopravvivenza e dell’interazione degli stranieri con i parlanti nativi” (Lo Duca, 2006: 20) e offrono agli apprendenti quei primi mezzi linguistici, lessicali e grammaticali, necessari a cavarsela nel paese scelto come destinazione.
La versione italiana del documento fu elaborata per la prima volta nel 1981 da Nora Galli de’ Paratesi che scrive:
I punti fondamentali su cui il progetto si basa ruotano intorno a due scelte principali: la progettazione è incentrata sui bisogni del discente e gli obiettivi d’apprendimento che ci si pone sono organizzati in un sistema di unità d’insegnamento definite in base ad un approccio comunicativo (1981: 5).
110 Per la versione inglese del Livello Soglia si vedano Van Ek (1975) e Van Ek e Trim (1990).
111 Per la versione francese del Livello Soglia si veda Coste et al. (1976) o l’edizione più recente del 1987. 112 Altre lingue di cui esistono versioni del Livello Soglia sono il basco, il catalano, il danese, l’estone, il gaelico, il galiziano, il tedesco, il greco, il lettone, il lituano, il maltese; il neerlandese, il norvegese, il portoghese, il russo, lo spagnolo, lo svedese (Balboni P.E., 2005: 3). Alcune di queste versioni escono in contemporanea o quasi seguono la prima versione del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le
Per obiettivi d’apprendimento, specifica l’autrice, si intendono i contenuti dell’insegnamento, vale a dire quei contenuti didattici corrispondenti alle “forme linguistiche che si ritiene vadano insegnate ad un determinato discente o gruppo di discenti o destinatari, perché essi siano in grado di comunicare valendosi della lingua che viene loro insegnata, secondo i loro bisogni” e, tali obiettivi non sono “connessi con la forma dell’insegnamento, cioè con le tecniche pedagogiche impiegate, con il modo in cui le forme linguistiche vengono insegnate” ma vanno intesi come “obiettivi comunicativi in cui le forme linguistiche da insegnare vengono scelte sulla base della loro utilità ai fini dei bisogni comunicativi che il discente o un gruppo di discenti si troveranno a dover affrontare. La scelta delle forme linguistiche quindi […] è basata […] su criteri esterni o extralinguistici che ci vengono dalle situazioni in cui i discenti si troveranno ad interagire linguisticamente e dai ruoli e dal tipo di azione che vorranno esercitare all’interno delle situazioni stesse” (1981: 5, 10).
Il Livello Soglia è poi indirizzato a “un gruppo definito in modo vasto ma unitario, quello dei visitatori temporanei […]” e “all’interno di questo gruppo si è cercato di mettere a fuoco dei sottogruppi con bisogni di interazione sociale diversi tra loro” (1981: 18). In questo senso la versione italiana del documento si differenzia da quella inglese di Van Ek (1975) che si rivolge sì a un solo gruppo, ma questo è numericamente molto vasto, ragion per cui il documento è dotato di “sufficiente flessibilità perché possa essere adattato a dei possibili sottogruppi” (1981: 17). La versione francese di Coste et al. (1976), invece, è stata concepita “come un insieme di specificazioni per gruppi diversi, che contiene un nucleo di categorie comuni ai vari gruppi, laddove le diverse specificazioni si sovrappongono, e accanto a questo nucleo contiene anche le categorie per ognuno dei gruppi” (1981: 18).
Nonostante queste differenze, tutte le versioni dei Livelli Soglia pubblicate in diverse lingue europee (anche in lingue che qui non sono state menzionate) presentavano un solo livello (il B1) che costituiva la meta da raggiungere da parte del parlante il quale era ben definito nelle sue caratteristiche. Il QCER, da questo punto di vista, si differenzia notevolmente dai vari Livelli Soglia perché considera un parlante in evoluzione, un apprendente per l’appunto, che sviluppa le proprie competenze partendo
dalla totale ignoranza e procedendo progressivamente verso traguardi di sempre maggiore autonomia (anche se questo poi non necessariamente avviene).
Dal punto di vista lessicale, un altro elemento di differenziazione rispetto al QCER è che i Livelli Soglia contenevano dei descrittori che includevano delle liste di parole. I materiali pubblicati per il Threshold Level contenevano, infatti, per quanto riguarda l’inglese, circa 2000 parole (Milton, 2009: 175; Milton and Alexiou, 2009: 197; 207) mentre, per il Waystage Level (Livello A2)113
si aveva una lista di circa 1000 parole (Milton, 2009: 175; Milton and Alexiou, 2009: 197). Nella versione francese del ‘Threshold’, Un Niveau Seuil, invece, come scrive Nora Galli de’ Paratesi (1981: 3) “si è lasciato aperto il carico delle forme linguistiche, affidando la scelta all’utente del documento”. Tuttavia, in Milton (2009: 175) e in Milton e Alexiou (2009: 207) per il francese si riporta un carico di circa 1800 parole,114
per il tedesco di circa 2400 unità e per lo spagnolo solo 800.
La versione italiana del documento contiene, a sua volta, un carico preciso di unità come si può vedere dalla descrizione che ne dà l’autrice:
Il carico degli esponenti è di circa 1500 unità, di cui 400 possono essere apprese solo recettivamente. Queste ultime portano una R accanto. Le altre senza alcuna indicazione, si intende che debbano essere disponibili sia recettivamente che produttivamente. La scelta degli esponenti marcati R è fatta sulla base della loro produttività e polivalenza di uso e l’indicazione è fatta solo in modo indicativo. Un’unità di carico è costituita non da un’unità lessicale, ma da un’unità semantica. Per esempio alto appare sia nel senso fisico che acustico e conta perciò come due unità lessicali (1981: 79).
Il fatto che i Livelli Soglia contenessero un carico preciso di unità lessicali rappresenta un punto molto importante, ma affinché ne sia chiaro il motivo è necessario prima spiegare che cosa sia il Quadro e quale sia al suo interno il posto riservato al lessico.
113 Si veda Van Ek (1990).
114 Va segnalato, però, che in Milton e Milton e Alexiou si fa riferimento all’edizione francese del 1987, mentre Galli de’ Paratesi, avendo pubblicato la versione italiana nel 1981 non poteva che parlare della versione francese del 1976. Tuttavia, anche nel caso della prima edizione gli stessi autori scrivono che “the original Threshold (B1) level word lists in English and French were both in the region of 2000 words” (2009: 207). Inoltre, in Milton (2009: 175) si legge che “the French and Italian lists are […] about 1800 words each”. Dato che, come afferma Galli de’ Paratesi, nella versione italiana del 1981 il carico è di circa 1500 unità, non si capisce bene se il dato riportato da Milton sia stato approssimato intenzionalmente (e allora questo possa averlo fatto anche quando parlava delle edizioni originali dell’inglese e francese) o se si riferisca a qualche altra edizione italiana di cui non riporta in bibliografia neanche una versione. Da una breve ricerca sul web, però, della versione italiana risulta solo una ristampa del 1994.