successivo.
Livelli IIIg-f. Si tratta di due livelli attribuiti alle fondazioni di un muro in pietra di grandi dimensioni, interpretato anch’esso come una struttura di fortificazione del tell.
Livello IIIe. A questo livello appartengono le fondazioni di un edificio rettangolare orientato in direzione NO-SE. Sono stati identificati due muri, realizzati con grosse pietre nella parte interna e pietre di dimensioni minori sulle facce a vista interna ed esterna. Si tratta dei primi livelli attribuibili all’Antica Età del Ferro.
Livello IIId. Il livello IIId è contraddistinto dai resti di strutture in pietra e mattoni crudi dalle caratteristiche monumentali il quale venne obliterato da un violento incendio che dovette segnare una cesura nella sequenza dell’insediamento.
Nella parte più meridionale del settore, corrispondente al quadrato F1, sono stati ritrovati i resti di un ambiente pavimentato con lastre di arenaria e delimitato da una serie di massi, con un andamento leggermente curvilineo, sui quali si imposta un muretto delimitante un ambiente con vasi in posto ed alzato in mattoni crudi fortemente combusti. Addossate alla faccia del muro si trovano delle strutture in crudo con intonaco bianco e fondazioni in pietra.
Nella parte settentrionale sono state invece rinvenute le tracce di un grande muro di cinta, o di terrazzamento, disposto in direzione NO-SE e realizzato con blocchi di pietra calcarei. Il muro è spesso circa 3 m ed a sud di questo sono stati identificati due ambienti lastricati divisi da un muretto realizzato con pietre irregolari.
Livello IIIc. Il livello è costituito da terreno parzialmente bruciato con tracce di mattone crudo che poggiano sul livello bruciato sottostante.
Livello IIIb. Questo livello è contraddistinto dalle fondazioni di tre piccoli muri realizzati con grosse pietre lungo le facce a vista e pietrame di dimensione minore di riempimento. I muri sono orientati in direzione NO-SE ed affondano parzialmente nel livello sottostante.
Livello IIIa. Si tratta dei resti di un altro grande muro realizzato con pietre e mattoni rinvenuti in forte stato di combustione.
[II.3.] La stratigrafia ed i contesti di scavo dell’area sud-occidentale.
Le indagini intraprese dal 1971 sulle pendici meridionali dell’insediamento hanno permesso, durante il corso degli anni, di metter in luce una buona serie di strutture attribuibili alla Tarda Età del Bronzo. Gli ambienti scoperti sono solitamente caratterizzati da una discreta quantità di materiale ceramico rinvenuto sui pavimenti e da una distruzione finale causata di un violento incendio.
Le strutture rinvenute nel settore sud-occidentale sono tutte attribuibili all’inizio del Bronzo Tardo, dunque al periodo VB, mentre nessuna traccia di livelli ascrivibili al periodo hittita imperiale è stata rinvenuta in quest’area. Trattandosi di complessi di stanze scavati in anni diversi e spesso in quadrati distanti tra loro, e dunque non correlati da relazioni stratigrafiche dirette, non è facile stabilire una esatta suddivisione dei livelli edilizi. Tutti gli ambienti sono però contraddistinti dalle medesime caratteristiche stratigrafiche, ovvero coprono i livelli del Bronzo Medio, o direttamente quelli del Bronzo Antico III, e sono disturbati da profondi scassi di periodo romano. Per tale motivo queste strutture sono state associate ad un unico livello edilizio. Tuttavia lo scavo del 1983 ha messo il luce, nei quadrati più meridionali, al di sotto di un complesso composto da più stanze i resti ben conservati di un ambiente riconducibile ad una fase edilizia precedente. Tale vano costituisce dunque l’unica struttura appartenente ad un livello più antico (SO-VB/I), mentre le altre stanze sono attribuibili ad un livello più recente (SO-VB/II).
Il deposito archeologico presente in questo settore è totalmente differente da quello dei quadrati nord-orientali essendo costituito in prevalenza dalla sovrapposizione dei livelli preistorici con resti di periodo hittita piuttosto limitati e resti neo-hittiti totalmente assenti. Inoltre, trattandosi di strutture edificate prevalentemente su un declivio, l’uso piuttosto frequente di aree terrazzate ha reso più complessa la definizione della sequenza stratigrafica, cosa che non aveva invece creato problemi a settentrione dove le strutture monumentali messe in luce erano sempre costruite su livelli orizzontali.
I livelli del Bronzo Tardo si trovano inoltre frequentemente disturbati dai resti piuttosto invasivi delle strutture più recenti. Grandi opere di terrazzamento attribuibili al periodo romano ed un vasto cimitero bizantino/islamico sono state infatti rinvenute su gran parte dell’area indagata162.
Si descriveranno adesso le stanze ed i complessi edilizi recuperati dal 1971 al 2009. Come per il paragrafo precedente si segnala che l’esposizione fornirà dei dati non uniformi in quanto diversificati in base al livello di conservazione del contesto analizzato.
Si segnala inoltre che in tutta l’area sono stati rintracciati negli anni un vasto numero di fosse, di lacerti di pavimenti e soprattutto di strati, spesso molto disturbati ma attribuibili al Bronzo Tardo. Considerata la limitatezza di questi contesti ed il fatto che la maggior parte delle volte il vasellame in esso contenuto era fortemente mescolato con materiale più antico si è deciso di non prendere in considerazione questi contesti in questa descrizione ma di limitarsi a presentare solo gli ambienti più completi.
Tra il 1971 ed il 1973 nei quadrati E8(11), C7(10) (14) e C8(2) sono stati esposti i sei ambienti A62, A53, A54, A55, A56 ed A57 edificati in stretta relazione funzionale tra loro ed appartenenti al livello II163.
A62. Piccolo ambiente localizzato nel punto più elevato del pendio nel quadrato E8(11) (Fig. 13; Tav. 7). Il pavimento è costituito da uno strato di intonaco argilloso verdastro ed i muri perimetrali da pietre legate con fango sulle quali si sono conservate solo parzialmente conservate le tracce di un rivestimento di intonaco bianco.
Fig. 13. Pianta dell’ambiente A62 (da Palmieri, A. 1973: 79, Fig. 12).
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La limitatezza dello scavo in questo quadrato non ha permesso di comprendere se il muro a settentrione fosse in elevato oppure si addossasse ad un taglio di terrazzamento. Essendo inoltre andata perduta a causa dell’erosione la parte ovest dell’ambiente non è stato possibile capire se questo facesse parte di una struttura maggiore più complessa. Il riempimento del vano, così come le murature sono tra l’altro disturbate in maniera consistente dal sepolcreto soprastante.
Il vano è stato distrutto dal fuoco e sul suo pavimento sono stati rinvenuti i resti di tre recipienti senza che si potesse localizzarli esattamente in pianta a causa dello stato di dispersione dei frammenti.
A53-A54-A55-A56. Si tratta di una serie di quattro ambienti rinvenuti nei quadrati C7(10) (14) e C8(2) (Fig. 14; Tav. 8).
Gli ambienti sono contigui e rappresentano un complesso edilizio unico realizzato su di un’area terrazzata ottenuta tagliando i sottostanti livelli del Bronzo Antico; la separazione tra le stanze è ottenuta con muri divisori costruiti con pietre e fango. I piani pavimentali dei vani si trovano tutti alla medesima quota e sono tutti ricoperti da un intonaco bianco che si ricongiunge a quello presente sulle pareti. I muri ricavati dal taglio di terrazzamento sono stati ottenuti semplicemente foderando di pietre il taglio stesso.
Il complesso è solo parzialmente conservato a causa dell’erosione del pendio e di un taglio di cava eseguito in tempi moderni dagli abitanti del villaggio per reperire argilla e materiale da costruzione.
Le stanze sono state distrutte simultaneamente da un incendio che ha determinato la conservazione sui pavimenti di materiale ceramico unicamente negli ambienti A53 ed A54. Per quanto riguarda le infrastrutture presenti all’interno delle stanze, si segnala la presenza di una panchina costruita con fango e pietrame ed intonacata addossata al muro orientale di A53 ed una massa di argilla circolare in A54 contraddistinta da l’impronta di un vaso che probabilmente era adibita a contenere (Fig. 15).
Fig. 15. Foto degli ambienti a A53 ed A54 (da Palmieri 1973: 86, Fig. 15a).
A57. Si tratta dei resti molto danneggiati di un ambiente messo in luce tra il 1971 ed il 1973 nel quadrato C9(6), uno dei quadrati più meridionali dello scavo. Le caratteristiche di A57 sembrano essere analoghe a quelle degli altri ambienti precedentemente descritti in quanto anch’esso è stato costruito sfruttando un terrazzamento ed è stato distrutto da un incendio che ha sigillato in posto una discreta quantità di materiale ceramico164.
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La superficie del vano conservata è piuttosto ridotta, si tratta infatti di un’area di soli 2 x 1 m nella quale è stato rintracciato un piano pavimentale intonacato.
L’intensificarsi dell’indagine archeologica nel settore sud-occidentale e l’ampliamento dello scavo nei quadrati più meridionali permise il rinvenimento nel 1978 e nel 1979 di una nuova serie di quattro ambienti A140-A141-A142-A143 rinvenuti in D9 (5-9) (10) (13-14) ed appartenenti al livello II. Nessuna correlazione stratigrafica esiste tra questi ambienti e quelli precedentemente identificati dal momento che si trovano a diversi metri di distanza li uni dagli altri.
A140-A141. Si tratta di due ambienti rinvenuti nei quadrati D9 (13) (14) e conservati in condizioni piuttosto precarie a causa dei tagli di molte fosse e scassi attribuibili al periodo romano.
I due vani costituiscono indubbiamente un unico complesso edilizio in quanto condividono il medesimo muro, quello occidentale di A141 equivale infatti a quello orientale di A140. Anche in questo caso queste stanze furono distrutte da un violento incendio che ha sigillato, con il crollo dei muri, i loro pavimenti. Solamente A140 presenta però materiali in situ.
A 140 è un ambiente rettangolare piuttosto grande orientato in direzione NO-SE che occupa quasi interamente il quadrato D9(13). Sono stati rinvenuti il muro nord (M1) e quello est (M2) mentre la parte occidentale della stanza è quasi totalmente distrutta dai tagli delle strutture posteriori. Il pavimento è costituito da un battuto in terra caratterizzato da cospicue tracce di bruciato e conservato solamente in minima parte in quanto tagliato nella parte centrale da una grande fossa.
A141 è invece un ambiente del quale si conserva unicamente il muro occidentale (M4), ovvero quello che lo divide da A140. Il pavimento è stato ritrovato fortemente combusto ed era realizzato con uno strato di intonaco biancastro. Appoggiato ad M4 è stato rinvenuto un focolare (F1) realizzato su di una piattaforma costituita da due grosse pietre piatte.
Lo strato di crollo, contenete mattoni crudi e parte del tetto, era contrassegnato dalle tracce cospicue di un violento incendio che ha sigillato il pavimento ed il focolare. A142-A143. Questi due ambienti sono stati scavati nei quadrati D9(5-9) (10) a nord di A140 ed A141. Pur non sussistendo nessuna correlazione stratigrafica diretta tra i due gruppi di stanze sembra piuttosto logico supporre che dovesse trattarsi di un’unica fase edilizia. La condizione di ritrovamento di questi vani è tra l’altro la stessa dei precedenti. Un cospicuo crollo bruciato ha sigillato infatti i pavimenti delle stanze ed alcuni vasi conservati in A143.
Di A142 è stato rinvenuto un piano pavimentale intonacato ed il muro est (M2). Su di una panchina leggermente rialzata addossata al muro è stato ritrovato un piccolo focolare a ferro di cavallo. Nell’angolo sud-occidentale del pavimento si segnala invece la presenza di un probabile buco di palo (b1).
Dell’ambiente A143 si conserva invece unicamente il piano pavimentale intonacato in bianco, del quale è stato messo in luce uno strato di preparazione con argilla molto compatta. Il pavimento dell’ambiente è tagliato da una grande fossa rotonda.
Tra il 1982 ed il 1983 lo scavo venne esteso più ad est coinvolgendo i quadrati D9(11-15) (14-D9(11-15). In questi quadrati furono messi in luce tre ambienti A237-A250-A257 i quali appartengono a due livelli costruttivi sovrapposti. Nella fase più antica (livello I) venne edificato A257 e sulle rovine di questo furono successivamente costruiti A237 ed A250 (livello II). Sussiste tuttavia la possibilità che i tre ambienti potessero essere stati realizzati un’unica fase edilizia ma su terrazzi diversi, dal momento che, come visto, quasi tutte le stanze messe in luce nel settore sud-occidentale appartenevano a complessi terrazzati. Non è dunque da escludere il fatto che si tratti di un unico livello costruttivo con A237-A250 posti più a monte e A257 più in basso a valle. Tutti e tre gli ambienti si impostano sulla grande fossa K105.
A257. L’ambiente A257 è stato rinvenuto nel quadrato D9(15) ed appartiene alla fase edilizia più antica delle strutture scoperte in quest’area (livello I)165 (Fig. 16; Tav. 9).
Fig. 16. Pianta dell’ambiente A257.
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Il riempimento dell’ambiente è costituito da un crollo fortemente bruciato. Gran parte dei mattoni crudi e delle ceramiche rinvenute in questo strato sono calcinati a testimoniare come l’incendio che ha definitivamente distrutto la struttura deve essere stato violento e duraturo.
Si tratta di un vano a pianta rettangolare di cui si è preservata la porzione sud-orientale per una superficie di circa 5 x 4 m lungo l’asse NE-SO. Si conserva il muro settentrionale (M1), realizzato con fondazioni e zoccolo in pietra, mattoni crudi in alzato ed intonaco bianco sulla parete interna, e parte del muro orientale (M2), conservato unicamente per un breve tratto e costituito da due corsi di pietre su cui era stato steso un leggero intonaco bianco.
Una panchina si trova addossata su ciascun muro, quella lungo il muro settentrionale (Q1) è rivestita di intonaco bianco ed è provvista, in prossimità dell’angolo, di un grosso piano in argilla (E3), interpretato probabilmente come una base per macine. Della panchina orientale (Q2), così come del relativo muro a cui questa si appoggia, si conserva solo un breve tratto. Incassato nella muratura si trova un piccolo focolare (Fc1), mentre poggiato sulla sua porzione superiore è stato rinvenuto un grosso buco di palo o colonna (b1). Sempre sulla panchina è stata trovata una coppia composta da un pestello e da una macina (Y1-2). Lo stesso ritrovamento è stato fatto anche al centro della stanza, ma le dimensioni di entrambi gli oggetti erano in questo caso minori (Y3-4). Sempre al centro della stanza sono stati inoltre ritrovati due vasi in pietra (Y5-6). Il pavimento dell’ambiente è costituito da un sottile strato di intonaco bianco rinvenuto fortemente combusto e sul quale, sigillati ad di sotto del crollo, sono stati recuperati, oltre agli oggetti appena descritti, anche un’ampia serie di vasi.
A237-A250. Questi due ambienti si trovano nei quadrati D9(11-15), immediatamente a nord della zona dove è stato rinvenuto A257, ed appartengono al livello più recente II. I due ambienti si trovano in continuità tra loro. Non è da escludere che si tratti di un'unica grande stanza dal momento che non sono stati rinvenuti muri divisori tra i due spazi (Fig. 17; Tav. 10). Tuttavia, la zona tra i due quadrati 11 e 15, dove potrebbe trovarsi una separazione tra i vani, è disturbata da diversi tagli di fossa ed è dunque difficile sostenere l’una o l’altra ipotesi. Il riempimento che oblitera il pavimento dei due ambienti, ed ha sigillato in situ alcuni vasi, è contraddistinto da cospicue tracce di bruciato, segno che anche queste stanze devono aver subito una fine violenta connessa ad un incendio.
Di A237 si conserva solo una piccola porzione di pavimento intonacato, bruciato e disturbato dal taglio di diverse fosse. All’estremità meridionale del piano di calpestio si trova un piccolo forno o focolare circolare con una preparazione realizzata con piccole lastre di pietra (Fr.1). Un solo vaso è stato rinvenuto sul pavimento.
Il piano pavimentale di A237 si trova in continuità con quello di A250, un ambiente rinvenuto nei quadrati D9(11-15) di cui si conservano parte del muro settentrionale (M1) e di quello occidentale (M4). Il muro M1 dovrebbe costituire anche il limite strutturale nord di A237 ma i tagli di fossa non permettono di porre certezze riguardo a questo argomento. Di M1 si conservano due filari di mattoni crudi su delle fondazioni realizzate con grosse pietre non squadrate tra le quali sono state inserite pietre di
in fondazione ed è realizzato, nella piccola porzione in cui è conservato, con grosse pietre.
Fig. 17. Pianta degli ambienti A237-A250-A1200-A1202-A1203.
Il pavimento è costituito da uno strato di intonaco bianco posto su di un “pacco” di terra gialla utilizzata come sua preparazione. L’intonaco del pavimento si lega ad un forno o focolare (Fr. 4), dalla forma probabilmente circolare, tagliato da diverse fosse. Sul pavimento, sigillati dallo strato di crollo bruciato, sono stati rinvenuti quattro vasi.
Gli scavi di emergenza condotti nel giugno del 2009 per la sistemazione del terreno circostante il palazzo del livello VIA, e finalizzati alla messa a punto della copertura
inerente il progetto di musealizzazione della struttura calcolitica, hanno permesso di ampliare verso sud ed est lo scavo dei livelli del Bronzo Tardo iniziato nel 1982.
Gli scavi sono stati condotti nei quadrati D9(12-15) e D10(1-4) ed hanno permesso di mettere in luce il proseguimento orientale del complesso di ambienti A237-A250, consistente nel vano A1200, e nei due lembi pavimentali A1202-A1203. Questi ultimi, pur non presentando alcuna connessione stratigrafica diretta con le strutture scavate nel 1982, appartengono con ogni probabilità al medesimo orizzonte architettonico e dunque al livello II.
A1200. Si tratta della porzione occidentale di un vano scavato nei quadrati D9(12-15) ed adiacente ad A237.
I limiti dell’ambiente sono delimitati unicamente dal muro settentrionale (M1=M179), mentre il muro meridionale è del tutto mancante, in quanto tagliato da una serie di fosse, e quello orientale si trova oltre il limite di scavo. Di M1 si conservano le fondazioni costituite da due filari di grosse pietre e pietrame su due corsi.
Il limite occidentale sembra invece essere rappresentato da un muretto in mattoni crudi su fondazioni di pietre e lastrine che doveva separare A1200 da A237. Questo muretto si presenta tuttavia in dimensioni piuttosto ridotte e non conoscendone l’estensione in elevato non è da escludere il fatto che potrebbe trattarsi di un elemento strutturale posto tra i due ambienti, come ad esempio un panchina realizzata allo scopo di dividere funzionalmente uno spazio così vasto (Q1). All’estremità meridionale della panchina ed in continuità con questa è posta una struttura realizzata con fango e mattoni crudi (E2). Uno spesso strato di intonaco è stato individuato sulla faccia a vista interna di entrambi i manufatti. La struttura in fango, forse una piattaforma od un ulteriore elemento di divisione all’interno dell’ambiente, presenta incassato nella sua estremità orientale un grosso buco di palo (b1). Di fronte al buco di palo si trova una struttura circolare anch’essa realizzata in fango ed adibita probabilmente a contenitore o ad alloggio per un vaso (E1).
Il pavimento è stato realizzato con uno strato di intonaco giallastro sul quale sono presenti forti tracce di combustione.
Il riempimento al di sopra del pavimento era costituito da una serie di strati di crollo composti da mattoni e frammenti dell’incannicciata con cui doveva essere stato realizzato il tetto. I mattoni in crollo e i frammenti di incannucciata mista a fango erano stati cotti dal violento incendio che ha posto fine alla vita della struttura. Le ceramiche rinvenute in questo strato sono state in gran parte calcinate dall’incendio, a testimonianza di quanto questo atto deve essere stato violento.
Una grande quantità di vasellame è stato distrutto e sigillato dalla deflagrazione finale, insieme a questo sono stati ritrovati diversi materiali non ceramici tra i quali si segnalano: una macina (Y3), un macinello (Y10), due pestelli (Y4-5), due lisciatoi (Y12-15), un’alare (Y14), una punta in metallo (Y13) e due oggetti rotondi in terra cruda (Y6-7) forse utilizzati come tappi per i grandi contenitori.
Si segnala inoltre che rimuovendo il piano di calpestio dell’ambiente è stato rintracciato un secondo pavimento. Sembrerebbe che questo non costituisca una primo livello pavimentale di A1200, bensì il suolo di un vano precedente secondo un’ipotesi che avvalorerebbe la presenza di due livelli attribuibili a questo orizzonte cronologico. Il pavimento è stato denominato A1207 e dunque potrebbe rappresentare, insieme ad A257 la fase più antica di vita delle strutture scavate in questi quadrati (livello I).
Trattandosi tuttavia unicamente di un piccolo lembo di pavimento tagliato da numerose fosse questa ricostruzione non può che rimanere ipotetica.
A1202-A1203. L’estensione verso sud dello scavo ha permesso di mettere in luce due lacerti di pavimento A1202 ed A1203, rinvenuti rispettivamente in D10(1) e D10(3) e messi in relazione con A1200 e dunque con il livello II.
A1202 è un ambiente costituito da un piano pavimentale intonacato in bianco con cospicue tracce di bruciato e caratterizzato dalla presenza, nella parte orientale, del residuo di un grande forno (Fr1). Di questo si conserva unicamente il bordo occidentale, realizzato in mattoni crudi e fango intonacato, mentre il corpo centrale è mancante, in quanto tagliato da due grandi fosse, e la parte posteriore si trova oltre la parete di scavo. Del piano di cottura si conserva la preparazione realizzata con lastrine di pietra mentre