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e Tutḫaliya IV è importante riportare il testo KUB. 40.80 nel quale in una

Nel documento Indice Indice (pagine 23-35)

parte frammentaria si cita il toponimo di Mal(i)tiya. Il testo riguarda probabilmente un

72 In tal caso è interessante sottolineare il fatto che Salmanassar sarebbe il primo sovrano assiro ad aver oltrepassato l’Eufrate, e non Tukulti-Ninurta.

73 Freu 2006: 127.

74 KBo 18.24=CTH 187. Anche questa lettera è datata al periodo di Ḫattušili III, o più probabilmente

Tutḫaliya IV e Salmanassar I, dopo che quest’ultimo aveva conquistato Ḫanigalbat (Mora, Giorgeri

2004: 25). Non è tra l’atro da escludere che il testo possa essere messo in relazione proprio con CTH 577.

75 Mora, Giorgeri 2004: 87.

76 Mora, Giorgeri 2004: 93.

77

Liverani 1994: 77-79.

78 Hawkins 1998a: 65. Non è da escludere che possa esserci stata una disputa tra i due regni per la conquista del territorio di Malatya (Heinhold-Krahmer 1988: 90) e che Salmanassar I sia riuscito a penetrare siano alla città (Faist 2001a: 214), nonostante nessun testo dichiari apertamente una minaccia diretta su Malatya da parte degli Assiri.

processo che coinvolse un gran numero di dignitari di alto rango della corte hittita, tra cui il re di Išuwa Ali-Šarruma79.

Per quando riguarda invece le fonti assire, Tiglat-pileser I è il primo sovrano a menzionare Malatya, il cui nome, successivamente, verrà ricordato solo negli annali dei re neo-assiri. Un testo proveniente dagli archivi di Assur dichiara (v. 33):

“Nel corso della campagna ho marciato verso la città ribelle di Milidia della terra

di Ḫanigalbat. Impauriti dal forte attacco si sono sottomessi a me e io ho avuto pietà di loro. Non ho assalito la città ma ho preso ostaggi. Ho imposto su di loro un tributo annuale di un omero [circa 80 kg] di piombo”80.

Per quanto riguarda questo testo la maggior parte degli studiosi concorda nel fatto che la citazione della “terra di Ḫanigalbat” può essere interpretato semplicemente come un errore “per terra di Ḫatti”81. Questo fatto sembra tra l’altro testimoniato da un secondo testo, proveniente anch’esso da Assur, ma del quale alcune copie sono state rinvenute anche a Ninive, e nel quale si afferma (v. 31):

“Ho marciato verso la città di Milidia della grande terra di Ḫatti. Ho ricevuto il tributo di Allumari. Ho conquistato la città di Enzatu della terra di Išuwa e le terre di Suhme. Ho spostato i prigionieri dal loro interno e portato loro nelle mie terre”82.

Sembra dunque chiaro che il sovrano assiro sottometta per ben due volte la città di Malatya, e che il territorio in questione nel “periodo oscuro” tra il XII e il XI secolo, nel momento immediatamente successivo al crollo dell’impero hittita, passi sotto il controllo assiro.

E’ probabile che il primo testo si riferisca al ritorno del sovrano assiro dalla campagna contro il re di Nairi che lo portò sino al “Mar Superiore”, mentre il secondo dovrebbe essere posto in relazione alla campagna con la quale il sovrano assiro sottomise Ini-Tešub, re di Ḫatti a Karkemiš, portandolo a controllare i due attraversamenti cruciali dell’Eufrate lungo la direttiva est-ovest: Malatya e Karkemiš stessa83.

Da questo momento il territorio di Malatya diviene dunque un’area di confine tra i nascenti stati neo-hittiti e gli imperi neo-assiro ed urarteo. Dopo la caduta dell’Impero hittita, la dinastia di Karkemiš, che già esercitava un controllo piuttosto forte sulle

79 De Martino, in stampa.

80 “In the course of the campaign I marched to the rebellious and insubmissive city Milidia of the land Hanigalbat. Frightened by my strong belligerent attack they submitted to me and I had mercy of them. I did not storm that city (but) I took hostages. I imposed upon them as uninterrupted annual tribute one homer of lead ore” (Grayson 1976: 13, § 32).

81 Hawkins 1998a: 66. KUR ha-ni-gal-bat al posto di KUR ha-at-ti GAL-te. La definizione di “terra di

Ḫatti” è inoltre molto interessante dal momento che l’area orientale sembrerebbe dunque identificare

una sorta di eredità imperiale in questo momento (Liverani 2004: 164).

82 “I marched to the city Milidia of the great land Hatti. I received the Tribute of Allumaru. I conquered the city Enzatu of the land Ishua and the land Suhmu. I uprooted prisoners (from) their (midst and) brought (them) to my land” (Grayson 1976: 27, § 96).

regioni orientali, subentrò nel dominio di quei territori. Malatya acquistò in questo periodo una notevole importanza, due dei suoi sovrani dichiarano difatti di essere nipoti del “Gran Re” di Karkemiš Kuzi-Tešub84.

Nonostante l’imposizione di Karkemiš su tutta la zona a sud del Tauro la posizione decentrata di Malatya favorì il suo distacco e la creazione di un regno indipendente, strettamente ispirato all’eredità imperiale e allo stesso tempo legato a Karkemiš85. Durante il I millennio Malatya è attestata come Melid nelle iscrizioni assire, Meliteia in quelle urartee e mlz in aramaico, quest’ultimo toponimo è inoltre confermato dalle iscrizioni geroglifiche nelle quali il nome che ricorre è Ma-li-zi86.

Il regno di Malizi tra il XII e XI secolo doveva occupare l’intera pianura che si distende sulla sponda destra dell’Eufrate sino alla piana di Elbistan a sud ovest, com’è testimoniato dagli importanti ritrovamenti geroglifici rinvenuti in quest’area87. Inoltre, a sud il regno doveva confinare con gli stati neo-hittiti di Gurgum e Kummuḫ, ad est l’Eufrate segnava il confine con l’Urartu, a nord si trovavano il Tauro ed il regno di

Tabal e ad ovest la Frigia.

Riguardo all’estensione del regno di Malizi un dato interessante emerge dalle similitudini riscontrabili tra i segni geroglifici contenuti in una cretula rinvenuta in un contesto sporadico ad Arslantepe e delle impressioni di sigillo trovate a Korucutepe, nella provincia di Elazığ, nei quali viene riportata la dicitura “re del paese X”88. Il segno “X” in questione potrebbe dunque essere un’abbreviazione per indicare il paese di Malatya o il paese di Išuwa, corrispondente in questo periodo con ogni probabilità al toponimo Išua89. E’ dunque interessante poter supporre che in tale periodo un sovrano proveniente da uno dei due territori limitrofi abbia preso il possesso dell’intera area intorno all’Eufrate, e che dunque Malizi poteva estendersi sino ad includere il territorio di Išuwa90.

Per quanto riguarda le fonti neo-assire Assurnasirpal II non sembra interessato ad annettere l’area dell’alto Eufrate, nel 870 il sovrano inviterà comunque gli ambasciatori di Melid per l’inaugurazione della città di Kalkhu. Salmanassar III nel 853 riceve la sottomissione degli stati della Siria settentrionale, includendovi anche Melid, mentre, nel 844, di ritorno dalla spedizione alle sorgenti del Tigri, il re passerà l’Eufrate riscuotendo i tributi dalla gente della terra di Melid. Nel 836, Salmanassar, nella campagna contro Tabal, attraverserà nuovamente l’Eufrate riscuotendo tributi da tutti

84

Hawkins 1998b: 285. Interessante notare che il nome di Kuzi-Tešub è presente anche su due bullae rinvenute a Lidar Höyük, nel territorio di Išuwa ad est dell’Eufrate (Hawkins 1993c: 91)

85 Liverani 2004: 163.

86 Archi 2004: 173. Dall’unione dei segni: testa di vitello – gamba – zi. Il nome greco è Melitene da cui derivano il Melita latino ed il toponimo moderno Malatya.

87 Hawkins 1993b: 277-278. Da tali iscrizioni è possibile ricostruire una serie di tre genealogie di sovrani che hanno regnato sul territorio tra il XII e XI secolo (Archi 2004: 173): A. Kuzi-Tešub – PUGNUS-mili (I) – Runtiya/Arnuwanti (I) – PUGNUS-mili (II) – Arnuwanti (II). B. Tara – Wasu/Runtiya – Halpa-sulupi. C. Mariti – Suwarimi. Interessante, ed allo stesso tempo anomalo, il fatto che il sovrano Allumari, citato come detto in un testo di Tigliat-pileser I non sia presente in nessuna delle iscrizioni utili alla realizzazione di queste genealogie. Allo stesso modo nessuno di questi nomi trova riscontro nelle fonti assire ed urartee.

88

Meriggi 1963: 276-277; Hawkins 1998b: 287.

89 Hawkins 1988b: 287-289.

90 Non è inoltre da escludere che il regno di Malizi si estendesse anche più a nord, e comprendesse anche il territorio di Tilgarimmu, corrispondente al Tegarama hittita (Garstang , Gurney 1959: 47-48).

gli stati di Ḫatti, compresa Malatya. Infine, nell’835, la nuova offensiva del re assiro sembrerebbe dirigersi proprio contro la città di Melid91.

Tra la fine del IX e l’inizio del VIII secolo la crisi tra le file dell’impero assiro aprì un breve periodo di sviluppo autonomo per la zona dell’Eufrate, nella quale si insinuò però ben presto la pressione urartea92. Diversi sono difatti i sovrani urartei che attaccheranno Malatya93: Menua attraversa l’Eufrate ricevendo tributi da un sovrano ignoto, Argišti I passa attraverso la città per giungere ai territori hittiti, e Sarduri dichiara di aver attaccato e posto sotto tributo il sovrano Ḫilaruatta “figlio di Shaḫu, re di territorio di Meliteia”94 .

I dati successivi sono quello relativi al periodo sargonide95. Il grande re assiro trasforma in un primo momento il vassallaggio imposto sul territorio da Tiglat-pileser III in un effettivo dominio provinciale, rimuovendo il sovrano Gunzinanu ed imponendo come nuovo re e governatore Tarhunazi. Tuttavia nel 712 Tarhunazi verrà accusato di ostilità verso il re assiro, di rottura del giuramento e di trattenere a suo vantaggio i tributi. A causa di questi fatti la città di Malatya sarà allora assediata e distrutta “come un vaso di coccio”, e le sue genti deportate “come un gregge di pecore”96.

Seguendo la consuetudine assira Sargon non intendeva però unicamente distruggere ma anche ricostruire e rinforzare. Deportò a Melid popolazioni straniere e trasformò il regno autonomo in provincia assira sede di un governatore assiro. Tuttavia le provincie al di là del Tauro divennero poco alla volta difficili da governare ed iniziarono ad essere gestite esclusivamente come confine o stato cuscinetto nei confronti della continua pressione urartea97.

La città di Malatya venne allora ceduta a Mutallu di Kummuḫ, alleato e cliente assiro. Nel 675, sotto Esarhaddon, la città sarà però nuovamente presa dagli Assiri ma la sua parabola discendente era innescata già da tempo. Non si avranno difatti più notizie della città in età neo-babilonese quando questa doveva fare parte del regno di Tabal alleato dei Medi, e neppure nelle successive epoche persiana ed ellenistica. Il centro di Eski Malatya risorgerà infatti unicamente in età romana, a qualche chilometro di distanza da Arslantepe98.

91 Hawkins 1993a: 37.

92 Dall’iscrizione aramaica di Zakir, sappiamo inoltre che nel 796 Mlz, prese parte all’alleanza di Arpad contro Hama (Liverani 2004: 164).

93

Liverani 2004: 164.

94 Sarduri parla inoltre dell’alleanza anti-assira tra Urartu ed Arpad, includendovi anche la partecipazione di Sulumeli di Meliteia (Hawkins 1998a: 67). Tigliat-pileser III, nel 743, spezzerà tale alleanza ma il sovrano di Malatya non verrà destituito dal trono, dal momento che Sulumeli continuerà ad apparire nella lista dei re tributari (Hawkins 1993a: 38).

95

Interessante il fatto che Sargon sia l’unico sovrano assiro a riferirsi a Malatya come città e non come terra, definendo il territorio circostante come Kammanu (Hawkins 1993a: 36).

96 Frame 2004.

97

Hawkins 1998a: 67-68. I sovrani di Melid conosciuti dalle fonti neoassire sono sette (Archi 2004: 174): Lalli (Salmanassar III, 858-824), Sulahawali (?) (Menua), Sahu (Argašti), Hila-ruada (Argašti e Sarduri), Sulumeli (Tiglat-pileser III, 745-727), Gunzinanu (Sargon II, 722-705) e Tarhunazi (Sargon II, 712).

[I.3.] La documentazione archeologica. Gli insediamenti della Tarda

Età del Bronzo nelle provincie di Malatya ed Elazığ.

Se le conoscenze filologiche riguardanti Arslantepe sono alquanto limitate le testimonianze archeologiche relative ai siti con livelli attribuibili al Tardo Bronzo nella regione dell’alto Eufrate turco sono invece molto più ricche di dati, nonostante questi sino distribuiti in maniera estremamente disomogenea. La maggior parte degli insediamenti conosciuti nel territorio sono stati scoperti durante le indagini intraprese dalla Middle Eastern Technical University di Ankara in merito ai progetti di salvataggio di quelle aree ad alta densità archeologica che sarebbero state sommerse con il completamento delle dighe di Keban e di Karakaya, realizzate lungo il corso dell’Eufrate, rispettivamente nei territori di Elazığ nei Malatya (Tav. 2).

Eccezion fatta per Arslantepe, i cui scavi sono intrapresi con continuità dagli anni ’60, la maggior parte dei siti sono stati dunque soggetti ad indagini mirate, ed eseguite in tempi limitati, o ad attività di raccolta di materiale di superficie prive di contesti stratigrafici. Le survey nella zona del Altınova (Keban) furono intraprese tra il 1966 ed il 1967 mentre quelle nell’area della diga di Karakaya dal 1975 al 1977, i due progetti furono rispettivamente denominati “Keban Project” e “Lower Euphrates Project”99. Un’ulteriore ricognizione venne effettuata nel 1977 tra l’area meridionale della provincia di Sivas e quella settentrionale della provincia di Malatya100. Oltre alle survey specifiche eseguite nelle regioni di Malatya ed Elazığ le indagini di superficie intraprese nel territorio dell’Anatolia orientale, nell’area compresa tra il corso dell’Eufrate ed i confini orientali della Turchia, furono molteplici sin dalla fine degli anni ’50101.

Prima dell’avvento della realizzazione dei lavori per le dighe l’unico scavo archeologico del territorio era dunque Arslantepe, ragion per cui l’area dell’alto Eufrate è stata a lungo definita archeologicamente come una “terra incognita”102.

Purtroppo la maggior parte delle informazioni fornite dalle indagini di superficie hanno sempre fornito indicazioni piuttosto generiche, considerando soprattutto il fatto che molto spesso il materiale raccolto viene presentato come attribuibile al “Bronzo Medio/Bronzo Tardo” o ad un generico “secondo millennio”.

Se la maggior parte degli insediamenti del territorio dell’alto Eufrate sono stati identificati grazie alle survey eseguite lungo il corso del fiume, il territorio della piana di Malatya, immediatamente a sud dell’Eufrate e circostante il sito di Arslantepe, è stato invece soggetto ad un’indagine di ricognizione tra il 2003 ed il 2005103.

99

Si vedano ODTÜ/METU 1970, Serdaroğlu 1977 e Özdoğan 1977. Il Lower Euphrates Project coinvolse, in realtà, un’area più estesa rispetto al territorio di Malatya includendo anche le province di Adıyaman ed Urfa nella quali sarebbe stata realizzata la diga di Karababa (Özdoğan 1977: 3-4).

100 Yakar, Gürsan-Salzmann 1979.

101

Si vedano Burney (1958) e Russel (1980) per le aree di Adıyaman, Malatya, Elazığ, Muş e Van. Si vedano inoltre Whallon (1979) per il territorio di Elazığ e Sevin (1987) per la regione compresa tra Malatya, Elazığ e Bingöl.

102 Umurtak 1988: 1.

103

L’attività di superficie effettuata nel territorio della diga di Karakaya aveva permesso di identificare 31 siti attribuibili al periodo compreso tra la Media e la Tarda Età del Bronzo, tra i quali 15 venivano assegnati in maniera esclusiva al Bronzo Tardo104. La

survey intrapresa nella piana di Malatya ha invece permesso di riconoscere unicamente

8 insediamenti con ceramica attribuibile al Bronzo Tardo dei quali solo 3 presentano quantità consistenti di materiale riferibile di questo periodo105.

Sembra dunque che durante il Tardo Bronzo la maggior parte dei siti fosse distribuita in prossimità dell’area fluviale. Le più recenti indagini di superficie permettono inoltre di constatare come all’inizio del secondo millennio il numero degli insediamenti presenti in generale nella piana diminuisca rispetto a quelli delle fasi finali del Bronzo Antico106. Le ricostruzioni effettuate sulla quantità degli insediamenti presenti lungo il corso dell’Eufrate nel territorio di Malatya ed Elazığ durante il Bronzo Tardo mostrano invece come durante questo periodo esista una forte concentrazione insediativa, dal momento che quasi tutti i siti attribuibili al Bronzo Medio continuano ad essere occupati, molti nuovi insediamenti vengono stabiliti ed i siti precedentemente identificati come di dimensioni minori tendono ad una sostanziale crescita107.

Nonostante la maggior parte delle attività di ricognizione descritte non fosse finalizzata allo scavo archeologico, bensì alla comprensione della distribuzione sul territorio degli insediamenti, ed alla loro evoluzione durante i diversi periodi della preistoria e della storia, alle indagini di superficie dei progetti Keban e Lower Euphrates seguirono delle sistematiche campagne di scavo nei siti più rilevanti identificati attraverso i lavori di superficie.

È esclusivamente attraverso questi scavi che sono state acquisite le informazioni più significative riguardo all’occupazione del territorio durante la Tarda Età del Bronzo. Si capisce dunque come lo scavo di Arslantepe presenti dei fattori di “anomalia” all’interno delle attività intraprese durante gli anni nell’alta valle dell’Eufrate, per quanto riguarda la continuità dell’indagine e di conseguenza i criteri e le metodologie adottate per la ricerca.

Dei diciannove siti scavati tra il 1968 ed il 1974 nel territorio del Altınova, tre di questi presentano tracce consistenti di livelli attribuibili al Tardo Bronzo, si tratta di Tepecik, Norşuntepe e Korucutepe, mentre altri due, Tulintepe e Kalaycık sono sicuramente occupati durante questo periodo ma le attestazioni disponibili sono molto limitate. Nel territorio della diga di Karakaya l’unico sito del Bronzo Tardo investigato in maniera estensiva è invece Đmikuşağı. Altri siti nei quali sono state messe in luce architetture attribuibili al Bronzo Tardo, ma su aree più ristrette o con resti più sporadici, sono Đmamoğlu, Pirot Höyük, Şemsiyetepe e Değirmentepe.

Tepecik è un insediamento di medie dimensioni scavato dal 1968 al 1974 da una missione turca del Dipartimento di Preistoria dell’Università di Đstanbul, diretta da U. Esin.

Le modalità di distribuzione dell’abitato si sono evolute notevolmente nel tempo, dal momento che i livelli più antichi sono stati rinvenuti nella porzione più meridionale dell’insediamento e quelli del Medio e Tardo Bronzo sul versante settentrionale ed

104 Özdoğan 1977: 212-241.

105 Laurito, in stampa.

occidentale della collina, edificati su di una serie di terrazzi a quote simili a quelle dell’abitato più antico108.

Durante il Bronzo Tardo (Livello 2a-b) Tepecik si presenta come un sito di dimensioni piuttosto ridotte del quale è stata messa in luce una serie articolata di abitazioni realizzate con fondazioni e zoccolo dei muri in pietra ed alzato in mattone crudo109. Un complesso edilizio realizzato da più stanze oblunghe distribuite intorno a cortili quadrangolari provvisti di forni e focolari è l’unica struttura conservata in maniera più completa110 (Tav. 11: 1).

Nel livello 3a-b, datato alla fine del Bronzo Medio, sono presenti case con cortile centrale con fondazioni in pietra ed un muro di terrazzamento111.

Del materiale sono stati pubblicati solo alcuni dei pezzi più significativi nelle relazioni preliminari di scavo, mentre una tesi di laura inedita ha avuto come oggetto lo studio del materiale ceramico dei livelli del Bronzo Medio e del Bronzo Tardo112.

Norşuntepe è uno dei siti più estesi della regione del Altınova con un’occupazione continua dal Tardo Calcolitico alla fine dell’Età del Ferro. Il sito è stato scavato dal 1968 al 1974 da parte del Deutsches Archäologisches Institut di Đstanbul sotto la direzione di H. Hauptmann.

Nella periodizzazione del Tardo Bronzo di Noşuntepe sono stati individuati un livello antico (Horizont IV) attribuibile alla fase tarda dei kārum ed all’Antico Regno hittita ed un livello recente (Horizont III) corrispondente al periodo del Impero hittita. Quest’ultimo livello venne distrutto da un violento incendio che pose fine all’insediamento del Bronzo Tardo sui resti del quale venne impiantato l’abitato dell’inizio dell’Età del Ferro113.

All’orizzonte più antico appartiene un edificio in pietra composto da due stanze dalle dimensioni ridotte e dalla forma allungata, interpretate come i resti di una possibile fortificazione114. Da questi ambienti provengono delle protomi animali in ceramica, forse appartenenti a vasi rituali, delle punte in metallo ed un sigillo a stampo hittita115. Nell’orizzonte più recente sono stati invece rinvenuti i resti di più abitazioni realizzate con fondazioni in pietra. La struttura più interessante è un grosso edificio rettangolare suddiviso in tre vani maggiori ed una serie di spazi secondari annessi116. Si tratta senza dubbio di un complesso edilizio unitario definito come una “masseria”117 (Tav. 11: 2). Il materiale proveniente dai livelli del Bronzo Tardo è stato pubblicato in maniera definitiva nel 1985118.

Un altro degli insediamenti più estesi del territorio della diga del Keban è il sito di Korucutepe scavato tra il 1968 ed il 1971 dal Netherland Institute for the Near East di 108 Esin 1971: 127. 109 Esin 1972: 152. 110 Esin 1974: 127. 111 Esin 1971: 112-113. 112 Dilgül 1977. 113 Hauptmann 1972: 107-108. 114 Hauptmann 1974: 89. 115 Hauptmann 1974: 89, 101. 116 Hauptmann 1970: 119.

117 Korbel 1985: 19-20. Dall’edifico proviene ceramica definita come del “Medio Regno Hittita” ed un sigillo mitannico, si veda Hauptmann 1979: 64; 1970: 119.

118

Đstanbul sotto la direzione di M.N. van Loon e H. Güterbock e dal 1973 al 1975 da parte di H. Ertem dell’Università di Đstanbul.

La sequenza generale messa in luce è affine a quella di Norşuntepe ma è maggiormente dettagliata in quanto affiancata ad un’ampia serie di datazioni radiocarboniche119. Sulla base di tali datazioni i livelli del Bronzo Tardo sono stati suddivisi in una fase antica

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