• Non ci sono risultati.

Lo “Stato Ecologico” dei corpi idrici superfi cial

EFFETTI DELLA FORESTAZIONE

3 LA DIRETTIVA QUADRO SULLE ACQUE 2000/60/CE (WATER FRAMEWORK DIRECTIVE)

3.2 Lo “Stato Ecologico” dei corpi idrici superfi cial

La direttiva traccia un percorso, attraverso la Strategia Comune di Implementazione (Common Implementation Strategy - CIS) e le linee guida, per la tutela degli ambienti fl uviali in cui è prioritaria l’identifi cazione dei corpi idrici e l’individuazione di quelli di riferimento basate soprattutto su fattori geografi ci ed idrologici.

L’identifi cazione e la classifi cazione dei corpi idrici (Fig. 3.1) deve rispecchiare in modo suffi cientemente accurato le caratteristiche del territorio corrispondente, in modo da permettere un confronto chiaro e senza equivoci con gli obiettivi della Direttiva. Gli Stati Membri devono quindi individuare e defi nire le tipologie di corpi idrici esistenti sul proprio territorio, e per ciascuna di esse, deve defi nirne le “condizioni di

riferimento”.

Un fattore chiave in questo contesto è lo “stato” dei corpi idrici stessi. Lo “stato” dei corpi idrici fl uviali è riferito alla qualità ecologica e a quella chimica, mettendo in risalto la necessità di applicare un approccio integrato multidisciplinare.

Fig 3.1 Procedura di identifi cazione e classifi cazione dei corpi idrici superfi ciali.

La Direttiva fornisce una descrizione generale di 5 classi di stato ecologico per ognuna delle categorie di acque superfi ciali; queste classi sono: elevato, buono, suffi ciente, scarso, cattivo. Ogni classe rappresenta un differente grado di disturbo antropico sulle condizioni di un particolare sottoinsieme di elementi biologici, idromorfologici e fi sico-chimici che costituiscono l’ecosistema acquatico. In particolare la Direttiva individua con precisione una serie di elementi qualitativi per la classifi cazione dello stato ecologico, tra i quali gli elementi biologici risultano quelli determinanti, infatti gli elementi idromorfologici e quelli chimici e fi sico chimici sono “a sostegno” degli elementi biologici.

L’importanza che la Direttiva dà agli elementi biologici (per i fi umi: composizione e abbondanza della fl ora acquatica, composizione e abbondanza dei macroinvertebrati bentonici, composizione, abbondanza e struttura di età della fauna ittica) rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale, che vede ribaltata l’impostazione del monitoraggio chimico, volta a considerare la qualità degli ambienti acquatici esclusivamente attraverso indicatori di impatto sull’elemento “acqua”, disinteressandosi totalmente dell’ecosistema. La Direttiva afferma inoltre che, nello stabilire l’appartenenza o meno di

un sito ad una delle classi di qualità, bisogna affi ancare all’accertamento tramite monitoraggio biologico anche la valutazione di alcuni parametri idromorfologici e fi sico-chimici (Fig. 3.2 e Tab. 3.1). In questo modo il corpo idrico fl uviale viene esaminato dal punto di vista della risposta delle principali componenti ecosistemiche alle perturbazioni.

Lo stato di qualità dei corpi idrici viene quindi defi nito come rapporto di qualità ecologica (chiamato EQR, ecological quality ratio), calcolato rapportando “i valori dei parametri biologici riscontrati in un dato corpo idrico superfi ciale a quelli constatabili nelle condizioni di riferimento applicabili al medesimo corpo”. Il rapporto è espresso come valore numerico compreso tra 0 e 1: i valori prossimi a 1 tendono allo stato ecologico elevato, quelli prossimi allo 0 allo stato ecologico “cattivo”. La gamma di valori risultanti da tali rapporti va appunto a defi nire i limiti delle 5 classi di stato ecologico.

L’identifi cazione delle condizioni di riferimento viene richiesta per fornire un modello rispetto al quale misurare gli effetti delle attività umane passate e presenti su ogni corpo d’acqua. In particolare, l’identifi cazione delle condizioni di riferimento deve garantire la possibilità di distinguere gli effetti delle attività umane sugli ecosistemi acquatici dalle naturali variazioni di “background”.

Tab. 3.1 Elementi qualitativi per la classifi cazione dello stato ecologico dei fi umi.

Elementi biologici

Composizione e abbondanza della fl ora acquatica

Composizione e abbondanza dei macroinvertebrati bentonici Composizione, abbondanza e struttura di età della fauna ittica

Elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici

Regime idrologico

massa e dinamica del fl usso idrico connessione con il corpo idrico sotterraneo Continuità fl uviale

Condizioni morfologiche

variazione della profondità e della larghezza del fi ume struttura e substrato dell’alveo

struttura della zona riparia

Elementi chimico e fi sico-chimici a sostegno degli elementi biologici

Elementi generali Condizioni termiche

Condizioni di ossigenazione Salintà

Stato di acidifi cazione Condizioni dei nutrienti Inquinanti specifi ci

Inquinamento da tutte le sostenze dell’elenco di priorità di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico Inquinamento da altre sostanze di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico in quantità signifi cative

La Direttiva defi nisce la qualità ecologica fornendo una defi nizione generale e delle defi nizioni specifi che per le diverse categorie di corpo idrico superfi ciale per lo stato ecologico elevato, buono e suffi ciente (Tab. 3.2).

Elemento Stato elevato Stato buono Stato suffi ciente

Generale

Nessuna alterazione antro- pica, o alterazioni antropi- che poco rilevanti, dei valo- ri degli elementi di qualità fi sico-chimica e idromor- fologica del tipo di corpo idrico superfi ciale rispetto a quelli di norma associati a tale tipo inalterato. I valori degli elementi di qualità biologica del corpo idrico superfi ciale rispec- chiano quelli di norma as- sociati a tale tipo inalterato e non evidenziano nessuna distorsione, o distorsioni poco rilevanti.

Si tratta di condizioni e co- munità tipiche specifi che.

I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superfi ciale presentano livelli poco ele- vati di distorsione dovuti all’attività umana, ma si discostano solo lievemente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico su- perfi ciale inalterato.

I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superfi ciale si discostano moderatamente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico su- perfi ciale inalterato. I valori presentano segni moderati di distorsione dovuti all’attività umana e alterazioni signifi cativa- mente maggiori rispetto alle condizioni dello stato buono.

Tab 3.2 Defi nizioni Generali della qualità ecologica per fi umi, laghi, acque di transizione e acque costiere (WFD 200/60/CE Allegato V).

Guardando alla defi nizione generale ci si rende immediatamente conto dell’approccio seguito dalla Direttiva, teso ad assegnare il corpo idrico alle classi “elevato” e “buono” in corrispondenza di assenza di distorsioni o alla presenza di solo lievi scostamenti, dei valori degli elementi di qualità, dai valori di norma associati alle condizioni inalterate (Fig. 3.3).

In questo schema strutturale di valutazione della classe di appartenenza di un determinato corpo idrico, identifi cato e appartenente ad una specifi ca tipologia, particolare attenzione va rivolta alle classi buono e suffi ciente poiché la distanza tra le due va ad incidere fortemente nelle azioni da intraprendere; la prima ha raggiunto l’obiettivo di qualità e va conservata mentre la seconda lo deve raggiungere e di conseguenza scattano misure ed investimenti per il suo miglioramento. Ed è proprio su questi due livelli si è concentrato in modo particolare il processo di intercalibrazione.1

1 L’attività di intercalibrazione consiste nel confronto dei risultati delle attività di monitoraggio tra i Paesi UE con l’obiettivo di ottenere una classifi cazione omogenea e non distorta dello stato ecologico dei corpi idrici del territorio comunitario. In pratica l’intercalibrazione consiste nella fi ssazione di valori condivisi di EQR corrispondenti al pas- saggio tra le classi di qualità “elevato” e “buono” e tra “buono” e “suffi ciente” per ciascun elemento biologico e per ogni tipo di corpo idrico comune a più Stati membri appartenenti alla medesima ecoregione.

Fig 3.2 Ruolo degli elementi di qualità biologica, idromorfologica e fi sico-chimica nella classifi cazione dello stato ecologico secondo le defi nizioni normative della WFD Allegato V: 1.2 (da WFD CIS Guidance Document 10 e 5).

In questa struttura di classifi cazione uno dei primi passi da fare è quindi l’individuazione di corpi idrici nei quali l’impatto umano sui suddetti elementi di qualità sia assente o molto lieve. Queste condizioni indisturbate costituiscono le condizioni di riferimento, sulle quali si fonda l’intero schema di classifi cazione (Fig. 3.3).

Avendo stabilito i valori delle condizioni di riferimento, sarà possibile utilizzare i sistemi di monitoraggio per misurare di quanto le condizioni ecologiche del corpo idrico siano state alterate dalle pressioni, cioè di quanto il corpo d’acqua si discosti dalle condizioni di riferimento.

Tutto questo ha un costo valutabile in investimenti ed azioni, oltre che degli indubbi vantaggi, poiché se un corpo idrico è in buono stato ecologico e consente la vita della fauna e della fl ora, sono possibili anche tutti gli altri usi pregiati, quali quello idropotabile.

È importante quindi sviluppare politiche settoriali in grado di determinare nuove strategie di “governo delle acque”, che, basate sul bilancio

tra necessità sociali ed economiche da un lato e necessità di tutela della salute e del benessere collettivo derivante dalla conservazione dei sistemi naturali dall’altro, ne renda duratura la possibilità di fruizione, anche da parte delle generazioni future.

Fig.3.3 Classifi cazione dello stato ecologico dei corpi idrici. Le diverse classi esprimo il grado di scostamento dalle condizioni di stato elevato che corrispondono alla condizione in cui i valori degli elementi di qualità biologica, fi sico-chimica e idromorfologica rispecchiano una situazione di nessuna distorsione, o distorsioni poco rilevanti dei valori di norma associati a condizioni inalterate. La fi gura ribadisce inoltre il principio di non deterioramento dello stato ecologico (divieto di declassare lo stato di un corpo idrico) e la necessità di ripristinare la qualità fi no al raggiungimento del buono stato. (da Peter Pollard, Scottish Environment Protection Agency, modifi cato).

Nessun