EFFETTI DELLA FORESTAZIONE
2.6 Approfondimenti sulle componenti biotiche dell’ecosistema fl uviale 1 La componente planctonica
2.6.2 La componente animale
2.6.2.5 Gli uccell
I paesaggi ricchi di acqua sono noti per la loro ricca avifauna. Nelle paludi e nei cariceti covano uccelli di palude estremamente specializzati, sulle superfi ci sabbiose e fangose sostano le più diverse specie migratrici, la fi tta vegetazione ripariale offre a molti uccelli ideali possibilità di cova e sugli specchi d’acqua aperti gli uccelli di superfi cie e quelli tuffatori trovano protezione e un’offerta di nutrimento estremamente vasta. La concorrenza reciproca nella ricerca di cibo è diminuita dal fatto che le singole specie prediligono nutrimenti diversi, che ricercano in vari modi e a diverse profondità dell’acqua.
di conseguenza da una ricca avifauna; a titolo esemplifi cativo si possono citare l’airone cenerino (Ardea cinerea), lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), il germano reale (Anas platyrhynchos), il moriglione (Aythia ferina), il gabbiano (Larus ridibundus), il mignattino (Chlidonias niger), la sterna (Sterna hirundo), il fraticello (Sterna albifrons), la folaga (Fulica atra), la gallinella d’acqua (Gallinula
chloropus), il tuffetto (Podiceps rufi collis), il cormorano (Phalacorax carbo), la
nitticora (Nycticorax nycticorax), il corriere piccolo (Charadrius dubius), il piro piro piccolo (Actitis hypoleucos).
I torrenti collinari e montani costituiscono invece un ambiente che offre meno opportunità agli uccelli acquatici. Poche specie risultano in questi ambienti strettamente legate per tutto l’arco dell’anno all’elemento liquido: si tratta del merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), del martin pescatore (Alcedo
atthis), dell’usignolo di fi ume (Cettia cetti) e della cannaiola verdognola
(Acrocephalos scirpaceus).
Altre specie ornitiche, pur non essendo così strettamente legate all’acqua, nidifi cano regolarmente lungo le sponde dei torrenti italiani: lo scricciolo (Troglodytes troglodytes) ed il beccafi co (Sylvia borin), che in Italia nidifi cano sui cespuglieti che bordano i torrenti. Di frequente incontro sulle rive dei torrenti sono anche due specie tra loro affi ni, la ballerina bianca (Motacilla
alba) e la ballerina gialla (Motacilla cinerea).
Occorre infi ne ricordare come il corridoio fl uviale, costituendo spesso l’unico ambito di naturalità residua in territori ampiamente antropizzata, quali le pianure, rivestono un fondamentale ruolo per l’alimentazione e la sosta di specie migratrici, anche non strettamente legate all’ambiente acquatico.
2.6.2.6 I mammiferi
Pochi mammiferi italiani risultano legati in senso stretto ad ambienti d’acqua dolce. Due di essi sono minuscoli insettivori: il toporagno d’acqua (Neomys fodiens), diffuso in quasi tutte le regioni italiane, ma assente dalle isole e dal meridione d’Italia, e il toporagno acquatico di Miller (Neomys
anomalus), diffuso in tutta la penisola. Un altro roditore che predilige gli
ambienti umidi attorno ai corsi d’acqua è l’arvicola terrestre (Arvicola
terrestris). Specie esotica (americana), ma ormai diffusa nei corsi d’acqua
planiziali italiani è la nutria (Myocastor corpus), che scava le sue corte gallerie nei pendii in riva all’acqua.
Uno dei carnivori forestali più legati alle fresche e umide golene boscose degli alvei fl uviali è la puzzola (Mustela putorius), che in questi ambienti
ricerca soprattutto anfi bi e topi. La specie è presente in gran parte degli impervi tratti montani delle aste fl uviali alpine ed appenniniche.
Il mammifero acquatico per eccellenza è però sicuramente la lontra (Lutra lutra): questo magnifi co carnivoro, che era diffuso fi no alla metà del ’900 in tutti gli ambienti acquatici del nostro Paese, è oggi probabilmente il mammifero a maggior rischio di estinzione non solo in Italia, ma nell’intera Europa, a causa della riduzione degli habitat idonei alla presenza della specie, costituiti da estesi boschi ripariali, del generalizzato degrado del reticolo idrico, soggetto a sempre maggiori alterazioni antropiche, e del massiccio impiego negli anni ‘60 e ‘70 di pesticidi organoclorurati e, più recentemente, dei policlorobifenili (PCB). In Italia la lontra oggi sopravvive soltanto in alcune zone del centro e del meridione.
2.6.3 La componente vegetale
I popolamenti vegetali legati agli ecosistemi fl uviali sono accomunati dall’essere costituti da specie igrofi te (seppur con livelli diversi di igrofi lia) e dal formare, in linea di massima, fi tocenosi di tipo corridoio, disposte spesso una accanto all’altra parallelamente al corso d’acqua.
I fattori che infl uenzano le caratteristiche della componente vegetale negli ecosistemi fl uviali, oltre ad agire nei confronti della vegetazione, sono spesso tra loro correlati. Tali fattori, che agiscono direttamente sui popola- menti acquatici, agiscono anche sulla vegetazione riparia, sia direttamente, durante gli eventi di piena, sia indirettamente, infl uenzando il livello della falda.
Con il termine water force si intende il complesso di azioni ed effetti fi sici causati nel tempo dall’acqua sui corpi immersi. Per quanto riguarda i vegetali in alveo è ovvio che lo scorrere dell’acqua, le variazioni di portata, le variazioni della velocità della corrente nonché la frequenza con cui tali variazioni si succedono, possono condizionare fortemente la distribuzione, l’estensione e la composizione dei popolamenti. Conseguenza della turbolenza può essere, talvolta, una maggiore torbidità dell’acqua e, in genere, in corrispondenza di rapide o cascate, una maggiore ossigenazione. La trasparenza dell’acqua determina (assieme alla profondità) la quantità di luce che raggiunge i vegetali e, conseguentemente, l’energia disponibile per la fotosintesi.
La water force è a sua volta controllata da un complesso di altri fattori quali le dimensioni del corso d’acqua, le caratteristiche del profi lo trasversale e longitudinale, la morfologia del bacino, l’entità, la frequenza e la distribuzione (spaziale e temporale) delle precipitazioni, l’uso del suolo e,
soprattutto, la litologia del substrato su cui si impostano il bacino ed il corso d’acqua.
Il clima del bacino ha una forte infl uenza sul popolamento vegetale, contribuendo a determinare l’entità dell’azione meccanica esercitata dall’acqua; inoltre le condizioni climatiche infl uenzano la vegetazione anche per altri aspetti, determinando la temperatura dell’aria e dell’acqua e la quantità di luce che raggiunge le piante direttamente o attraverso la superfi cie dell’acqua. Le fl uttuazioni giornaliere e stagionali della temperatura dell’acqua sono modulate dal suo alto calore specifi co: ciò fa sì che le piante acquatiche siano meno soggette di quelle terrestri a brusche variazioni della temperatura.
La litologia del substrato su cui si imposta il bacino è un altro fondamentale fattore nel determinare le caratteristiche del popolamento vegetale, dal momento che infl uenza sia la morfologia del bacino (e quindi indirettamente l’uso del suolo), sia le caratteristiche del fondo dell’alveo e dei suoli circostanti. Ad esempio la presenza di rocce compatte diffi cilmente erodibili comporta la formazione di substrati grossolani e quindi il prevalere di specie vegetali che necessitano di tali granulometrie. Inoltre la litologia agisce su una serie di altri fattori che infl uenzano la comunità vegetale, quali la stabilità del rilascio idrico (condizionata dalla permeabilità), il chimismo dell’acqua e quindi il ciclo dei nutrienti, la stabilità dei suoli, eventuali condizioni di anossia.
Il regime idrologico e i conseguenti fenomeni ciclici temporali e spaziali di erosione e deposito infl uenzano signifi cativamente i popolamenti vegetali: in particolare l’asportazione del suolo e la deposizione di sedimenti determinano sia variazioni nell’estensione delle aree disponibili per l’insediamento delle formazioni riparie, sia l’instaurarsi di cicli di rinnovamento nelle serie dinamiche di vegetazione contribuendo, quindi, alla determinazione dell’ampiezza delle fasce di vegetazione riparia.
La dimensione del corso d’acqua è un altro fattore che infl uisce sul popolamento vegetale: in particolare, per la vegetazione in alveo, la profondità è il fattore di controllo più importante, sia perché condiziona la penetrazione della luce, sia perché ogni specie ha delle esigenze diverse in termini di livello dell’acqua.
Altro elemento importante da considerare, per quanto riguarda la disponibilità luminosa, è la presenza e il tipo di vegetazione riparia che, determinando la quantità di ombreggiamento, agisce sulla struttura della comunità vegetale acquatica. Ad esempio in siti fortemente ombreggiati (quali possono essere quelli con copertura ripariale arborea e ridotta ampiezza del corso d’acqua) si rileva un limitato sviluppo di specie che prediligono
un’alta luminosità e una maggiore diffusione di forme vegetali sciafi le, quali alcune specie di briofi te, ma anche spermatofi te come Hottonia palustris o
Ceratophyllum demersum. Allo stesso modo la presenza di vegetazione
acquatica in superfi cie può comportare una ridotta luminosità negli strati inferiori e condizionare la crescita delle specie sommerse.
Tra i principali fattori che contribuiscono a determinare la struttura e la fi sionomia della copertura vegetale occorre considerare anche le interazioni trofi che con le altre componenti del biota, ed in particolare con i consumatori primari, rispetto ai quali si tende ad una situazione di equilibrio dinamico. Anche le attività antropiche, determinando l’uso del suolo nel bacino e alterando lo stato trofi co, i cicli dei nutrienti e le caratteristiche chimico- fi siche dell’acqua, infl uenzano fortemente le caratteristiche dei popolamenti vegetali. La concentrazione di nutrienti ed inquinanti agisce sui popolamenti vegetali di acque correnti per quanto riguarda sia la composizione specifi ca sia la struttura. All’aumentare del livello trofi co dell’acqua si assiste dapprima alla riduzione o scomparsa dei taxa più sensibili, successivamente ad un incremento del numero di specie, fi no a raggiungere il massimo livello di ricchezza e diversità specifi ca, ed infi ne alla comparsa e proliferazione dei taxa indicatori di carico organico, con un conseguente aumento della biomassa totale e riduzione nel numero delle specie presenti. Inoltre, l’antropizzazione del territorio spinta fi no al margine del corso d’acqua determina la totale scomparsa delle formazioni riparie.
Il climax delle formazioni vegetali dei corsi d’acqua è di tipo azonale, ovvero non segue una precisa zonazione climatica, dipendendo piuttosto da fattori edafi ci. Infatti la presenza di condizioni edafi che estreme incide fortemente sui popolamenti, determinando l’instaurarsi di paraclimax (climax edafi co piuttosto che climatico), causato dall’impossibilità di raggiungere gli stadi più evoluti nelle serie dinamiche di vegetazione.
Il fl usso idrico, comportandosi come una sorta di nastro trasportatore, contribuisce alla diffusione delle specie vegetali insediate sulle sponde determinando il mantenimento di una relativa uniformità dei popolamenti vegetali lungo il corso d’acqua. Frequentemente, quindi, le comunità vegetali fl uviali presentano una signifi cativa costanza sia lungo il profi lo longitudinale, sia nell’ambito delle regioni biogeografi che.
Una prima schematica suddivisione raggruppa i popolamenti vegetali di ecosistemi fl uviali in: fi toplancton, perifi ton, macrofi te acquatiche, canneti (più correttamente fragmiteti, tifeti, scirpeti, cariceti), formazioni erbacee pioniere di greto, formazioni riparie arbustive ed arboree. Si tratta comunque di popolamenti e cenosi strettamente infl uenzati dalla presenza dell’acqua, costituiti da specie adattate, spesso in maniera esclusiva, agli ambienti
fl uviali.
Quelli citati sono solo aggruppamenti funzionali in cui è possibile suddividere in maniera schematica i popolamenti vegetali e forzosamente descrivono in modo semplifi cato la realtà ambientale. Non è possibile individuare nette suddivisioni tra un aggruppamento funzionale e l’altro: molte specie possono essere comprese in più di uno di essi.