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Lo Studium e l’esercito: Bologna alla fine del XIII secolo

La medicina negli eserciti dell’Italia comunale fino all’arrivo delle compagnie mercenarie

3.2 La medicina negli eserciti nel secolo XIII: testimonianze documentarie e statutarie

3.4.2 Lo Studium e l’esercito: Bologna alla fine del XIII secolo

La città di Bologna, uscita da pochi anni dalla feroce contesa cittadina fra le famiglie rivali dei Geremei e Lambertazzi, che rischiava di causare un nuovo esodo dallo Studio83,

78 Ibid., p. 45, nota 93. Lanfranco si impegna a pagare Guglielmo de Rialgario 2 lire genovesi «pro

medicinis et medicamine mei capitis, quod habebam fractum et vulneratum, et occasione viarum quas pro me sepe Apium fecisti.»

79 G. P

ESCE, I medici di bordo ai tempi di Cristoforo Colombo, «Studi Colombiani», III, Genova, 1952, p. 79. 80 Ibid., p. 43. 81 Ibid., p. 46. 82 Ibid. 83 N.G. S

IRAISI, Taddeo Alderotti and his pupils; two generations of italian medical learning, Princeton, 1979, p. 20: «Apparently the civil disorders resulting from the feud between the Geremei and the Lambertazzi factions in Bologna made it necessary to offer various inducements to masters and scholars to stay in the city.» Il lavoro più recente e documentato a proposito dei conflitti di parte a Bologna è G.MILANI,

si vide costretta ad emanare nei confronti di professori e studenti disposizioni estremamente favorevoli, le quali furono poi incorporate negli Statuti del 128884. I dottori di leggi e di decretali qui regunt, cioè i rettori di tali facoltà, non erano tenuti ad andare nell‟esercito o in cavalcata, né a svolgere qualsiasi altro servizio armato, né ad essere iscritti nei registri delle „venticinquine‟, da cui erano formate le leve bolognesi. Lo stesso valeva per i rettori delle arti, fra cui fixica, ovvero medicina. I cittadini scolari nello Studio, se si trovavano nel ruolo di lettori extraordinarie, potevano essere esentati dal servizio militare, a patto che mandassero nell‟esercito un proprio sostituto a cavallo.

Il Comune incluse negli statuti del 1288 un provvedimento specifico in favore del suo più illustre professore di medicina del tempo, il fiorentino Taddeo Alderotti85, vissuto fino al 1295, e dei suoi allievi: oltre all‟esenzione dalle tasse, la legge esimeva maestro Taddeo da alcuni doveri, come fornire il parere medico-legale in casi di ferimento. Nella rubrica successiva a questa, inoltre, vi è la definitiva assimilazione, per quanto riguarda i privilegi, fra gli studenti in medicina e quelli in leggi86, un obiettivo al quale il collegium dei medici bolognesi aspirava sin dalla sua istituzione87, che è da situarsi non oltre il 126888.

Abbiamo rinvenuto tracce documentarie riferibili a queste norme, che ci dicono qualcosa di come si sia cercato un compromesso fra i nuovi diritti dei docenti universitari e le esigenze di una città in armi.

L‟esclusione dal Comune. Conflitti e bandi politici a Bologna e in altre città italiane tra XII e XIV secolo, Nuovi Studi Storici, LXIII, 2003. Cfr. anche S.RAVEGGI, L‟Italia dei guelfi e dei ghibellini, Milano, 2009, in particolare il cap. 2.

84

G. FASOLI, P. SELLA (a cura di), Statuti di Bologna dell‟anno 1288, Roma, 1937, pp. 98-99. Lib. VIII, Rubr. VII: «De immunitate doctoribus concessa et scolaribus civibus regentibus».

85 Ibidem, p. 102. Rubr. X: «De privillegio magistri Thadei doctoris fixice et scolarium eius. Rubrica.

Ordinamus, quia invenimus sic reformatum in consciliuo sexcentorum et populi, quod magister Thadeus condam Aldregotti de Florentia et sui heredes sint immunes et exempti ab omnibus collectis et servitiis realibus et personalibus civitatis Bononie. Item quod pro aliqua possessione quam emet ipse magister Thadeus vel alio modo vel titulo quereret, non teneatur pro ipsa solvere aliquam collectam, salvo quod non possit emere a bannitis vel confinatis communis Bononie. Et non possit cogi ipse magister Thadeus ire ad videndum aliquos vulneratos vel aliquam relationem de vulneratis facere. Et sit tamquam forensis magister et scolaris in protectione communis et populi Bononie et eodem modo tractetur et habeatur sed libere possit exercere artem suam prout eidem placuerit ubilibet exercere». I privilegi conferiti a Taddeo sarebbero da far risalire fra gli anni ‟70 e ‟80. SIRAISI, Taddeo cit., cfr. nota 65.

86

FASOLI, SELLA (a cura di), Statuti di Bologna del 1288 cit., p. 102.: «Rubr. XI: De privillegio scolarium magistri Tadei et aliorum doctorum fixice. Statuimus quod scolares forenses qui audiunt vel audient in futuro fixicam a magistro Tadeo et aliis doctoribus fixice gaudeant omnibus et singulis privillegiis quibus gaudent scolares qui student vel studebunt in civitate Bononie in iure civili vel canonico ex forma cuius statuta vel reformationis vel ordinamenti communis vel populi Bononie.»

87 S

IRAISI, Taddeo cit., pp. 18-19: «Medicine was therefore perfectly viable as a branch of higher education at the university level. In association with the masters of arts, the medical masters could hope to achieve an institutional position comparable, if never quite equal, to that of the jurists – a position they were unlikely to attain as members of a nonacademical guild of medici, chirurgi, or the like.»

a) 1296, Maius Sulimmani: un professore d’università

Un‟annotazione contenuta nei Registri delle Provvigioni dei Consigli Minori del Comune bolognese, datata 16 ottobre 129689, ci informa della revoca di una condanna, inflitta nel mese precedente al physice professor Maius Sulimmani, residente nel quartiere di San Procolo. A costui, in agosto, era stato richiesto di rimanere a Bologna pro infirmis

curandis, mentre l‟esercito dei due quartieri cittadini di Porta Stiera e di Porta San Procolo

era impegnato in una cavalcata contro il castello di Fiagnano90.

Non è specificato il motivo della condanna cancellata (un equivoco?), ma quel che qui ci interessa è constatare che, a otto anni dall‟emanazione dei nuovi Statuti, e a un anno dalla morte di Taddeo Alderotti, i provvedimenti a tutela dei professori di medicina dello Studio vengono, per così dire, aggirati. Certo, non si chiede ai docenti di andare sul campo di battaglia: anzi, al bolognese Maio era stato proprio imposto di restare a Bologna, per voce dello stesso capitano del popolo e capo dell‟esercito, Pino de Rubeis.

Gli si chiedeva comunque di fare un lavoro (curare i malati) che in quel momento, evidentemente, nessuno oltre lui poteva fare. Forse perché altri medici del quartiere bolognese di Porta San Procolo (intendiamo quelli esclusi dall‟ambito accademico) erano stati richiamati in cavalcata, e non ne erano rimasti a sufficienza in città per fronteggiare i bisogni quotidiani? Non lo sappiamo, ma di certo alla luce del provvedimento di agosto preso da Pino de Rubeis, la coincidenza fra il quartiere richiamato per la guerra e quello di residenza del magister Maio (Porta S. Procolo) ci fa riflettere.

Quali altre notizie possediamo di magister Maius de Sulimmani? Non conosciamo la sua età al momento della condanna e della successiva revoca, né quando sia da situarsi con precisione l‟inizio della sua carriera come docente universitario. Due documenti, risalenti al 1286, ce lo mostrano ancora come semplice magister, o doctor fizice91, anche se in procinto di fare un certo salto sociale. Il 10 febbraio, infatti, egli vende un terreno,

89 ASB, Comune Governo, Provvigioni dei Consigli Minori, vol. I, c. 183: 16 ottobre 1296. «Cum

dominus Magister Maius de Sulimmani physice professor, cappelle sancti Ambrosii, Quarterii sancti Proculi, de licentia et mandatu domini Pini de Rubeis, caput populi bononiensis, remanserit et steterit in civitate Bononie pro infirmis curandis tempore exercitus et cavalcate facte per militiam communis Bononie et per populum quarteriorum porte sancti Proculi et portasteri [Porta Stiera] apud Flagnanum [Fiagnano] de mense augusti proximo preterito. Et occasione cavalcate ipsius per dictum dominum capitaneum apud Castrum Sancti Petri, condempnatus fuerit per errorem de mense septembris proximo preterito, providerunt confirmaverunt ançiani et consules presentis mensis octubris et infrascripti sapientes ab eis electi, vigore arbitrii eis concessi [...] possint, teneantur et debeant absque aliqua solutione ipsa condempnatione facienda dictum Magistrum Maium et nominem ipsius et condempnationem de eo factam occasione predicta de libris condempnationum factarum cavalcate predicte libere cancellare [...].»

90 Il castello di Fiagnano, oggi poco più che un rudere, è situato sui primi rilievi appenninici, a circa 8

km di distanza da Castel S. Pietro e a circa 26 km da Bologna.

91 Al contrario di Taddeo Alderotti, il quale nella stessa fonte è indicato come „artis medice professor‟

posseduto insieme ad altri, che gli frutta 40 lire bolognesi92. Questo denaro così ottenuto divenne, di lì a pochi mesi, una buona parte della dote per il matrimonio della figlia Giovannina, andata sposa ad un ottimo partito, vale a dire Palamidesse (Palamede) de‟ Ghisilieri, rampollo di una famiglia bolognese fra le più illustri e potenti (e rissose) della città93. La consegna della dote, ammontante a 50 lire (metà in denaro e metà in beni mobili, stimati di comune accordo), avvenne fra i due consuoceri, a nozze già avvenute, il 2 maggio 128694.

Anche il fratello di Maio, Martino de Sulimanni95, proveniva dall‟università bolognese: era un dottore in leggi, e anch‟egli combinò nello stesso anno 1286 delle ottime nozze per la propria figlia Tommasina, maritata ad un „collega‟ del padre, Bonifazio di Blanco de‟ Gallucci, dottore in leggi pure lui96.

Maio era dunque un personaggio discretamente importante: la sua appartenenza ai ranghi universitari gli aveva probabilmente fatto evitare di seguire le truppe in cavalcata, ma anche a lui era stato chiesto di aiutare in qualche modo la sua città in tempo di guerra, esercitando a favore della collettività il proprio mestiere.

b) 1303, Anselmus de Curte: il caso di uno studente forestiero

Poniamo ora il nostro interesse sulle vicende riguardanti Magister Anselmus de Curte, bergamasco, studente e dottore (ma non professore) in medicina (fixica), residente in Bologna. Il suo nome ricorre nei registri delle Provvigioni pro solutione et paga militum, in data 28 febbraio 130397: ad Anselmo vengono richiesti (per tutto il mese di febbraio) 100

92 Chartularium Studii Bononiensis, vol. IX, Memoriali del Comune di Bologna, anno 1268, Bologna,

1931. ASB, Memoriali, anno 1268. CXXVII (3379) c.55 v.; Bologna, 1286, 10 febbraio.

93 La nobiltà dei Ghisilieri è testimoniata anche dal fatto che il padre dello sposo si dichiara ordinis

militie beate Marie Virginis gloriose, detto anche dei Gaudenti, che a quel tempo riuniva al suo interno solo persone provenienti da famiglia agiata. Cfr. SARTI-FATTORINI, De claris cit.: p. 531. A Bologna esiste ancora una torre dei Ghisilieri, risalente al sec. XII. G. ROVERSI (a cura di), Le torri di Bologna. Quando e perché sorsero, come vennero costruite, chi le innalzò, come scomparvero, quali esistono ancora, 1989, Bologna.

94 Chartularium Studii Bononiensis cit., vol. IX, p. 35: ASB, Memoriali, anno 1268. CI (3355) c.167 v.;

Bologna, 1286, 2 maggio. «Dominus frater Iacobus, filius condam domini Bonapartis de Ghixileriis, ordinis militie beate Marie Virginis gloriose, fuit confessus et contentus habuisse et recepisse in dotem et dotis nomine a domino magistro Maio, filio domini Sulimanni de‟ Sulimannis, pro matrimonio contrato inter Palamedexium, filium dicti fratris Iacobi, et Iohanninam, filiam dicti magistri Magii, asserens predictos Palamedexium et Iohanninam factos esse legitime etatis ad matrimonium contrahendum, quingentas libr. bon. hoc modo. Silicet medietatem in rebus mobilibus comuniter extimatarum (sic) […].»

95 Maio è detto nel documento del 1296 filius domini Sulimanni de‟ Sulimannis, in un altro filius domini

Sulimani Exemplis (sic).

96

Cfr. Chartularium Studii Bononiensis, vol. IX, p. 35, 18 febbraio 1286 (la dote di Tommasina viene trasferita ad altri).

97 ASB, Comune Governo, Provvigioni dei Consigli Minori, Vol. III. c. 35 r.: 28 feb. 1303, provvigioni

«pro solutione et paga militum». «[...] Providerunt, firmaverunt, disposerunt ecc. quod dominus magister Anselmus de curte de pergamo scolarius et d. unnificati (?) et doctor in fixica qui moratur in civitate Bononie possit teneatur et debeat si placet eidem solucionem dictis depositariis deputatis ad recipiendam peccuniam pro qua dicta solucione militum facienda in auxilium suplementi peccunie deficientis ad m... solucionem

soldi bolognesi, destinati ai collettori del denaro, ritrovatisi in ritardo con i pagamenti dei soldati. Sembra una tassa una tantum: saldato il conto, viene scritto che Anselmo potrà godere del privilegio di Taddeo Alderotti, e di tutti gli altri studenti forestieri, di cui abbiamo parlato poc‟anzi, salvo il fatto che, se fosse stato schierato l‟exercitus generale da parte del comune, Anselmo avrebbe dovuto pagare la spesa per il mantenimento di un soldato a cavallo (unum ydeoneum hominem cum bono equo) nell‟armata, per tutto il tempo che durerà la spedizione.

Pare di capire che Anselmo non fosse già stato uno degli allievi di Taddeo: se avesse voluto godere di quegli stessi privilegi, avrebbe dovuto versare un contributo in denaro alle autorità, in un momento in cui le casse cittadine ne avevano un disperato bisogno, e su certi dettagli si poteva mercanteggiare. Per il tesoro bolognese, una boccata d‟ossigeno; per Anselmo (che forse aveva l‟occhio lungo), cento soldi investiti.

c) 1319, Martinus de Cristianis: un ‘magister medicus’ va nell’armata

In occasione della spedizione allestita nel 1319 da Bologna a Mons Umbrarius e contro il castello di Guiglia98, le autorità comunali bolognesi si premurarono di fornire all‟esercito l‟apporto di tutta una serie di professionisti, debitamente pagati. Ci resta traccia di ciò nelle

Riformagioni e Provvisioni del comune di Bologna99, dove sono annotate le spese effettuate per i balestrieri, gli addetti alle macchine d‟assedio (balestarii grossi, magistri et

ingignerii a manganis), i fabbri e anche per magister Martinus de Cristianis medicus.

Inizialmente viene indicato l‟importo totale di tutte queste professionalità aggregate ai combattenti, 322 lire bolognesi, 11 soldi e 6 denari «salvo plus vel minus», poi nel registro si passa al saldo individuale per ciascuno. Apprendiamo così che a maestro Martino de

Cristianis, per i dieci giorni in cui andò a curare i feriti presso l‟esercito, toccarono 10 lire,

cioè 20 soldi bolognesi al giorno100. Magister Martino non faceva parte dell‟università, e non poté quindi contare su privilegi né mandare sostituti. Egli, come si evince dalle fonti, era semplicemente uno „specialista‟ utile alla causa della città in guerra, e venne ingaggiato faciendam dictis militibus soldos Centum bon. per totum mensem februarii et solvendo gaudeat et gaudere debeat cum privillegio et beneficio concesso olim magistro Tadeo quondam domini Alderotti Bon. for[ensis?]. scar[non legitur] communis Bononie et beneficio quo gaudent scolares forenses qui sunt d. unnificati (?) scolarium Studii Bononiensis [...] salvo quod tempore exercitus generalis faciendi pro commune Bononiense dictus magister Anselmus teneatur et debeat mittere unum ydoneum hominem armatum cum bono equo et teneatur donec dicti exercitus durabunt [...].»

98

Guiglia, attualmente in provincia di Modena, è situato sull‟Appennino a circa 30 km da Bologna e 25 da Modena. Il castello esiste ancora.

99 ASB, Comune Governo, Riformagioni e Provvisioni, Riformagioni del Consiglio di Popolo, Reg.

XII/5, 1319, 19 settembre, cc. 242v e seguenti.

100 Ibidem, c.248v.: «Et magistro Martino de Cristianis medico misso ad dictum exercitum castri Guigle

dal Comune unicamente per i giorni di necessità, una soluzione del tutto simile a quella che abbiamo visto adottata più o meno nello stesso periodo da Siena.