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Gli Statuti comunal

La medicina negli eserciti dell’Italia comunale fino all’arrivo delle compagnie mercenarie

3.2 La medicina negli eserciti nel secolo XIII: testimonianze documentarie e statutarie

3.2.2 Gli Statuti comunal

a) Bologna, 1250. Il primo riferimento alla medicina militare ad essere stato inserito

in uno Statuto è una rubrica di quello bolognese del 125033. In questo caso è il podestà a

29 S. C

APRIOLI (a cura di), Statuto del Comune di Perugia del 1279, Deputazione di Storia Patria per l‟Umbria, Fonti per la storia dell‟Umbria n. 21, Perugia, 1996, vol. I, p. 98. Rubr. 80: «Qualiter duo medici, unus cirusicus et alius fisicus, habeantur. Cum commune Perusii medicis indigeat, qui curare ualeant egritudines infirmorum, dicimus et ordinamus quod potestas et capitaneus et commune Perusii procurent, quam melius poterunt, quod duo boni medici, scilicet unus fisicus et alter cirusicus, in ciuitate Perusii habeantur et etiam acquirantur.» Vd. anche p. 272, la rubr. 274 («Qualiter dominus Pandulfus et Bernardus et Agnese fiant ciues»), nella quale si stabiliva che tre fratelli „medici‟, provenienti da Siena, divenissero cittadini di Perugia.

30 S

ETTIA, Rapine cit., p. 283, cfr. A.I. GALLETTI, La società comunale di fronte alla guerra nelle fonti perugine del 1282, «Bollettino della Deputazione di storia patria per l‟Umbria», LXXXI, 1974, p. 70, nota 85.

31 G

AROSI, Spunti di organizzazione sanitaria di guerra in documenti senesi del dugento, estr. da «Rivista di Storia delle Scienze Mediche e Naturali», XXVII, luglio-agosto 1936, fasc. 7-8, p. 5. Cfr. L. GIOMMI, Come Reggio venne in potestà di Bertrando del Poggetto (1306-1326), Modena, 1919.

32 A. C

AMPANINI (a cura di), I Rubricari degli Statuti comunali di Reggio Emilia (secoli XIII-XVI), Fonti e saggi di storia regionale, Quaderni 7, Bologna, 1997. Statuti del 1311. Consuetudines civitatis Regii, p. 104: XVI. «De privilegio et immunitate concessa magistro Hugolino Spadario cyroico et aliis cyroicis.» Nei precedenti Statuti, datati 1265 e 1266, non c‟è invece traccia di riferimenti ai medici.

33

L. FRATI (a cura di), Dei Monumenti Istorici pertinenti alle provincie della Romagna, Serie I, Statuti, t. II, Statuti di Bologna dall‟anno 1245 all‟anno 1267, Bologna, 1889, p. 47. Statuta Communis Bononiae 1250, Libro VII, rub. XXXVI: «De medico plagarum. Statuimus quod si a magistro Deutesalvi medico, vel a magistro Ugone de Lucha, vel ab aliquo alio medico plagarum questum fuerit a potestate de aliquo membro debilitato quod ipsi de novo iurare teneantur et postea ab eis inquiri, et ipsi teneantur dicere veritatem, et addimus quod cum sunt in cavalcatis non debeant cogi irea armati, sed teneantur apportare ferros pro medicandis et id quod portant per civitatem pro infirmis».

richiedere i servizi di due o più medici plagarum, con il compito di seguire l‟esercito nelle cavalcate, spedizioni di breve durata. Fra i nomi dei medici richiamabili in servizio, c‟era anche Ugo da Lucca, che già avevamo trovato al seguito dei bolognesi nel 121434. Una disposizione di analogo tenore venne replicata nelle raccolte statutarie di Bologna degli anni immediatamente successivi (1253 e 1259).

Negli anni di poco seguenti, anche altre città dell‟Italia comunale utilizzarono rubriche degli Statuti per istituzionalizzare l‟esigenza e la soluzione del problema medico-militare per quanto li riguardava. Se Parma, che pure nel 1255 aveva stabilito di dotarsi di medici

phisycae et plagarum35, non comprendeva ancora doveri militari per loro, invece Vicenza, Verona e Ferrara obbligarono i Collegi medici delle città a collaborare nella scelta di uno o più nomi di medici da inviare con l‟esercito.

b) Vicenza, 1264. Lo Statuto di Vicenza (1264) prevede un‟innovazione rispetto a

quanto abbiamo visto finora, e cioè la mediazione di quella che potremmo chiamare una

fraternitas dei medici della città nella scelta di coloro che dovevano seguire l‟esercito. I

medici sono esentati a titolo personale da alcune imposte e dal servizio militare («nisi eorum voluntate»), ma la loro „fraternitas‟ doveva comunque assicurare, a proprie spese, un servizio di assistenza all‟esercito, fornito di tutti quanti gli strumenti necessari36

. A decidere chi poteva godere delle immunità fiscali e personali erano il podestà e gli Anziani, ma dal testo statutario sembra di capire che la „fraternitas‟ dei medici decideva in autonomia il nome di coloro da inviare nelle occasioni di imprese militari, senza intromissioni da parte di nessun altro.

c) Verona, 1276. A pochi anni di distanza, anche Verona emanò disposizioni a

carattere medico-militare nei propri Statuti37, che prevedevano però un controllo più stretto

34 Secondo il Frati, (cfr. ibid., nota b), Ugo da Lucca sarebbe morto fra il 1252 e il 1258, «trovandosi il

suo nome menzionato insieme col medico Diotisalvi in quello del 1253 e omesso nell‟altro del 1259, l‟uno e l‟altro compilati in sul finire dell‟anno precedente.»

35 Statuta Communis Parmae digesta anno MCCLV, Parma, 1856. Libro I, p. 38.

36 Monumenti Storici publicati dalla R. Dep. Veneta di Storia Patria, Venezia, 1886. Serie II: Statuti, t.

I, Statuti del Comune di Vicenza (1264), libro IV, p. 175: «De immunitate medicorum et doctorum. Statuimus et ord. ut medici physice vel plagarum non faciant exercitum vel plovegum aliquo modo […], nisi eorum voluntate fecerint. Et hoc idem observetur in doctoribus legum, physice, gramatice et dialetice, qui per potestatem et ancianos fuerunt approbati, et omnes medici et doctores artium, qui nunc sunt in civitate Vicentie pro approbatis habeantur. Sed ad exercitum teneantur venire medici cum hiis que necessaria sunt ad suum officium ad suas expensas et suorum fratrum.»

37 G.S

ANDRI (a cura di), Gli Statuti veronesi del 1276 colle correzioni e le aggiunte fino al 1323, vol. I, Venezia, 1940. Libro I, rubr. CCXXX: «Ne medici et magistri liberalium arcium daciam solvant. Item nec magistrum Bonacursium de Cavriana daciam solvere conpellam, et quod omnes medici consueti civitatis et districtus Verone et magistri liberalium artium excusentur et immunitatem habeant, de omni dacia et omni scuffo; et potestas Verone teneatur, infra duos menses ab introitu sui regiminis, elligere duas personas

del podestà sulle attività dei medici cittadini, come la proibizione di avere regolamenti interni alla categoria38 («et si factum invenerit faciat deleri»). Anche in questo caso sono previste immunità ed esenzioni da gran parte delle tasse per tutti i magistri liberalium

arcium, ma i medici dovevano inviare, senza spese per le casse comunali, alcuni di loro

durante le spedizioni militari e le cavalcate.

Come nel caso bolognese sopra evidenziato, vi era anche un medico condotto in città,

magister Crexentius de Minerbis, stipendiato dal Comune39: come viene specificato in chiusura della rubrica anch‟egli era tenuto ad accompagnare l‟esercito cittadino senza alcun rimborso, dal momento che godeva già di una provvigione annua di 50 lire veronesi per l‟esercizio della sua professione.

d) Ferrara, 1287. Lo Statuto ferrarese del 1287 mostra una situazione ulteriormente

evolutasi. Come nei casi già esaminati, la categoria dei medici ottiene la tutela da quasi tutte le imposizioni fiscali: alcuni di loro possono essere richiamati al servizio dell‟esercito, ma solo ad alcune condizioni40

. La spedizione militare per la quale si rendeva obbligatorio l‟invio dei medici doveva essere di una certa importanza, con la mobilitazione di almento duecento cavalieri e mille soldati a piedi: soltanto in questo caso, il Collegio dei fideles, que debeant in matricula ponere et poni facere omnes medicos consuetos et qui digni sunt habere predictam immunitatem. Et teneatur potestas inquirere ab illis medicis siquod haberent inter se statutum de non medendo sine pignore, vel de non eundo vel de non medendo sine precio vel sine certo precio; et si factum invenerit faciat deleri. Et quod medici teneantur mittere medicos ad exercitus et cavalcatas, suis expensis et medicari debeant infirmos omnes et vulneratos in dictis exercitibus et cavalcatis sine aliquo precio ab eis extorquendo. Set magister Crexentius medicus de Minerbio teneatur et debeat medicare omnes et singulas personas que torquerentur in nervis seu ossibus frangerentur, aliquo modo, in exercitibus generalibus fiendis pro communi Verone sine aliquibus expensis percipiendis ab ipsis personis vel alicui eorum.»

38 A Verona, nonostante numerose attestazioni di immunità e privilegi anche nei decenni successivi allo

Statuto del 1276, la prima approvazione formale di regolamenti interni al Collegio dei Medici di cui abbiamo notizia risale solo al 1351, per volere di Cangrande della Scala. Antico Archivio del Comune (AACVr), perg. 39 (Diploma) 11 agosto 1351. Anche in quest‟ultimo documento, che confermava ai medici l‟esenzione da dazi e tributi di ogni genere, era comunque fatto salvo l‟obbligo di mandare uno di loro con l‟esercito.

39 S

ANDRI, Statuti veronesi del 1276 cit., Libro I, rubr. CXLVII, p. 125: De salario dando magistro Crexentio medico de Minerbis.

40 Statuta Ferrariae - Anno MCCLXXXVII, Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria, Serie

Monumenti - vol. III, Ferrara, 1955. CXIIII. De privilegis medicorum: «Statuimus quod medici, qui sunt cives Ferrarie, sint immunes ab omnibus et singulis honeribus civitatis et comunis Ferrarie, preter quam a collectis et mutuis, de quibus volumus ipsos teneri sicut tenentur alii sui vicini. Hoc tamen salvo quod, si ducenti milites et mille pedites vel ultra istam quantitatem iverint in exercitum comunis Ferrarie vel in servitio comunis Ferrarie vel domini marchionis Estensis, quo duo ex eis medicis, videlicet unus physicus et unus cyrogie, teneatur ire cum eis, si placuerit potestati et conscilio; et tunc habeat quilibet a comuni pro duobus equis viginti soldos ferrarinorum et pro tribus equis per diem qundecim soldos ferrarinorum et non plus. Et teneatur quilibet ipsorum medicorum habere suum equum proprium, super quo equitare debeat et possit per civitate visitando infirmos; et si non habuerit equum proprium ut dictum est, non gaudeat suprascripta immunitate. Et hoc locum habeat in illis medicis qui nunc sunt in collegio medicorum et per ipsorum collegium fuerint approbati; dummodo que in presenti statuto continentur observent; alias autem non teneatur potestas eisdem aliquid observare. Et non teneatur venire ad conscilium vel contionem, nisi specialiter a potestate vocat fuerint.»

medici (nominato esplicitamente con questi termini) era tenuto ad inviare due di loro, «unus physicus e unus cirogie». La scelta dei nomi, a quel punto, doveva essere approvata dal podestà e dal consiglio. I medici incaricati in tal modo ricevevano un indennizzo dal Comune, a seconda del numero di cavalli che avrebbero utilizzato per il loro servizio (due oppure tre). Come sappiamo anche da altri casi più o meno coevi a questo, i Comuni chiedevano ai medici di mettere a disposizione per le spedizioni militari uno o più cavalli41, per le esigenze di visita degli infermi, come anche per il trasporto dei feriti42.

3.3 La Toscana: i ‘libri dei conti’

Per quanto riguarda la Toscana, negli anni che stiamo prendendo in esame, le notizie relative all‟impiego dei medici in situazioni belliche non sono state rinvenute negli statuti cittadini, ma nei libri contabili dei due maggiori Comuni che ne richiesero l‟opera.