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L'epiclesi Brauronia è attestata anche fuori dall'Attica, a Stinfalo e ad Anfipoli. Si tratta in entrambi i casi di un unico documento (una fonte scritta) per cui appare per il momento impossibile la contestualizzazione del dato nelle realtà cultuali locali, peraltro entrambe caratterizzate da una presenza piuttosto forte del culto di Artemide. Va comunque sottolineata la diversa natura della testimonianza relativa a Stinfalo e di quella relativa ad Anfipoli, rispettivamente un testo epigrafico e un testo letterario (poetico). Ne consegue che, come si cercherà di mostrare, solo nel caso di Stinfalo si può essere certi che si tratti di un'epiclesi cultuale.

Dell'ulteriore problema relativo alle possibili ragioni di una presenza del culto attico a Stinfalo e Anfipoli si discuterà in seguito. Per il momento ci si limita a presentare il quadro delle due situazioni.

1 - Stinfalo

a) Quadro dei dati e della storia degli studi

A Stinfalo è attestata l'esistenza di un hieron di Artemide Brauronia. Simile attestazione proviene da un testo epigrafico pubblicato da M. Mitsos nel 1947735. Si tratta di un decreto onorario tributato alla città di Stinfalo dalla città di Elatea in seguito ai benefici ricevuti dalla città di Stinfalo in due circostanze: durante la permanenza a Stinfalo degli abitanti di Elatea come rifugiati e nelle operazioni di rientro in cui i cittadini di Stinfalo hanno giocato un ruolo di primo piano. L'epigrafe è datata da Mitsos ai primi anni '80 del II a.C., sulla base dei fatti a cui si fa riferimento nel testo. Tale datazione è accettata736.

Le implicazioni storiche del documento per quanto riguarda la conoscenza delle vicende della seconda guerra macedonica sono state analizzate, oltre che dallo stesso editore, da diversi studiosi737. In questa sede ci si limita a considerare il testo come attestazione del culto di Artemide Brauronia a Stinfalo.

Il hieron di Artemide è menzionato due volte (l. 8 e 28*), in entrambi i casi come sede per l'esposizione di un decreto. Il primo decreto a cui si allude è quello con cui la polis Stinfalo aveva stabilito il trattamento privilegiato per i rifugiati di Elatea. Il secondo è il decreto onorario stesso pubblicato da Mitsos, con il quale gli abitanti di Elatea accordano privilegi ai cittadini di Stinfalo.

Il luogo di rinvenimento dell'iscrizione non fornisce elementi utili a localizzare il

hieron. Essa infatti è stata trovata in reimpiego nel 1937 nel villaggio di Kionia, compreso

tra la moderna Symphalia e i resti dell'antica Stymphalos. Come sottolinea Mitsos, non si dispone di alcun dato sulla provenienza738. Tra l'altro il pezzo non è particolarmente grande (altezza massima cm 44, larghezza massima cm 43) e dunque non è detto che provenga dalle immediate vicinanze.

735

V. Mitsos 1947, 150-74 + pl. I (= fig. 1, Tav. CCXVIII) V. SEG XI 1107*.

736 V. Mitsos 1947,156-7. Cfr. Hollinshead 1980, 53 (89 d.C. senza argomentazione e con rimando a SEG XXV 445,

dove però la data è 189 a.C.).

737 V. es. Passerini 1948; Accame 1949 (per i supplementi da lui proposti cfr. Robert - Robert 1951, 108); Moretti 1967,

140-1; ulteriori riferimenti SEG XXV 445.

Inoltre, a differenza di quanto afferma Hollinshead739, il testo non fornisce alcuna indicazione topografica. La menzione della città di Stinfalo a l. 28 è solo una (plausibile) integrazione di un punto lacunoso.

Tuttavia, dal fatto che il luogo sacro alla Brauronia risulta per due volte (l. 8 e 28) scelto come sede per l'esposizione di un decreto relativo alla vita civica è legittimo dedurre che esso aveva una certa visibilità e centralità nel tessuto degli edifici cultuali cittadini e ipotizzare che si trovava sull'acropoli o nei pressi dell'agora.

L'acropoli è stata identificata e parzialmente indagata prima con scavi diretti da A.K. Orlandos per l'≠Arcaiologikh; ïEtairei'a (1924-30) poi da una missione di scavo canadese (dal 1994) che fa capo al Canadian Archaeological Institute of Athens e all'University of British Columbia ed è sotto la direzione di H. Williams. Meno certezze si hanno sull'identificazione dell'agora: i risultati degli scavi di Orlandos e delle nuove ricognizioni di Williams rendono plausibile una localizzazione sulla sponda nord del lago, in un'area soggetta alle inondazioni. Sia sull'acropoli sia nella presunta agora sono stati trovati resti attribuibili a templi740.

Sull'acropoli Orlandos mette in luce le strutture murarie di un tempio prostilo di non grandi dimensioni (lunghezza m 11, 60, larghezza m 6,00) i cui resti erano visibili già da tempo741 ma non erano stati oggetto di rilievi e misurazioni. Dai successivi scavi canadesi risulta che Orlandos non aveva condotto indagini all'interno dell'area dell'edificio742.

Un po' più a est del tempio, e su un livello più basso, l'archeologo individua i resti di altri due templi, che però non scava743. Williams dichiara che non è stato possibile ritrovare tali resti e riprenderne l'indagine744.

L'agora è stata plausibilmente localizzata da Orlandos presso il limite settentrionale del lago, in località Velatsouri, soggetta a inondazione durante il periodo invernale745. Nel sito egli ha portato alla luce, tra l'altro, le fondamenta di un tempio prostilo tetrastilo (lunghezza m 16, 40, larghezza m 7,60)746. Le tracce dell'edificio sono state rilevate anche dagli archeologi canadesi che però non hanno condotto nuovi scavi747.

Attualmente non esistono elementi che sostengano l'identificazione del hieron di Artemide Brauronia con l'una o con l'altra delle strutture sopra ricordate, tanto più che il problema si intreccia con quello dell'esistenza a Stinfalo di altre attestazioni relative al culto di Artemide, neppure esse riconducibili con sicurezza ad una realtà archeologica. Infatti, dette attestazioni sono di tipo numismatico, epigrafico e letterario.

Le testimonianze numismatiche sono cronologicamente le più antiche in quanto risalgono al IV a.C. Si tratta di una serie di stateri che presenta sul diritto una testa di Artemide e sul rovescio ora gli attributi della divinità (arco e faretra) ora Eracle munito di clava748.

739 V. Hollinshead 1980, 53-4. 740

V. fig. 2, Tav. CCXVIII rispettivamente Stym. 2 e Stym. 14.

741 V. Orlandos 1924, 120-2 + eijk. 4, 121; 5, 121 (= fig. 1, Tav. CCXIX). Notazioni sul tempio precedenti all'indagine

di Orlandos: v. es. Curtius 1851, 204; Bursian 1872, 197; Frazer 1898, 272; Lattermann - Hiller von Gaertringen 1915, 78 + Abb. 14, 90. Aspetto del tempio al momento degli scavi di Williams: v. fig. 2, CCXIX.

742 V. Williams 1996, 76. 743 V. Orlandos 1924, 122. 744

V. Williams 1995, nota 10, 12.

745 V. Orlandos 1925, 51-5 + p. 1 (= fig. 3, Tav. CCXIX); Jost 1985, 104; Williams 2002, 173-80. 746 V. Orlandos 1924, 117-8 + eijk. 2, 119 (= fig. 1, Tav. CCXX); 3, 120 (= fig. 2, Tav. CCXX). 747

V. Williams 2002, 180.

La testimonianza epigrafica è rappresentata da una stele opistografa sulla cui faccia sono incisi alcuni decreti (IG V 2 351-6), mentre sul retro e lungo lo spessore del lato destro è incisa una legge (IG V 2 357). Le iscrizioni sono concordemente datate al III a.C. Nel primo dei decreti (IG V 2 351) si conserva parzialmente la clausola di pubblicazione (l. 10) dalla quale risulta che la stele doveva essere collocata nell'Artemision. La stele è stata rinvenuta negli anni '70 del XIX sec. presso i resti del monastero cistercense di Zaraka in occasione di una secca che aveva fatto ritirare le acque del lago749. Sussistono pertanto forti dubbi sul fatto che essa fosse in situ. Del resto, come si vedrà meglio tra breve, l'area del ritrovamento è assai ricca di materiali antichi riutilizzati.

Le testimonianze letterarie sono le più recenti. La più ricca di notizie è quella offerta da Pausania, mentre Eustazio (ad Il. B 608) e Stefano di Bisanzio (s.v. Stuvmfalo") si limitano a mettere in relazione il nome della città con l'epiclesi Stymphalia. Pausania afferma che a Stinfalo c'è un "antico santuario" di Artemide Stinfalia e fornisce alcuni dettagli relativi al tempio: la presenza di una statua di culto in legno (xoanon) in gran parte ricoperta d'oro, la presenza di sculture rappresentanti gli uccelli Stinfalidi (quinta fatica di Eracle) sul soffitto e la presenza di statue femminili con zampe da uccello dietro al tempio (VIII 22,7). L'autore si sofferma anche sulla festa della divinità. Egli riporta un tradizione secondo cui essa, un tempo trascurata, aveva acquistato nuovo splendore dopo un evento prodigioso. Alcuni tronchi ostruivano la voragine in cui si getta il fiume Stinfalo e avevano provocato l'allagamento di tutta l'area di Stinfalo. Un giorno un cacciatore si era buttato nelle acque stagnanti per inseguire la sua preda, una cerva, che vi era caduta. Sia la cerva che il cacciatore sono stati inghiottiti dalla voragine e, insieme a loro, anche le acque stagnanti (VIII 22, 8-9).

L'iscrizione rinvenuta da Mitsos apre la questione di quanti luoghi di culto artemidei esistessero effettivamente a Stinfalo. Del resto, già prima della pubblicazione dell'epigrafe, F. Bölte aveva prospettato l'eventualità che nella città esistessero due distinti hiera. A suo avviso infatti né l'Artemide la cui testa compare sulle monete, né quella raffigurata nella statuetta fittile ritrovata da Orlandos hanno a che fare con l'Artemide venerata nel tempio descritto da Pausania750.

A partire dallo stesso Mitsos, gli studiosi sono generalmente orientati verso la ricerca di due santuari distinti, dando apparentemente per scontata l'identificazione del hieron ricordato da Pausania con l'Artemision a cui si fa riferimento in IG V 2 351751.

In particolare Mitsos, seguito da M. Jost, ipotizza inoltre che il culto di Artemide

Brauronia sia giunto a Stinfalo in un secondo tempo rispetto all'altro culto artemideo e che

solo allora per quest'ultimo si sia cominciato ad usare l'epiclesi Stymphalia. Il momento dell'introduzione va collocato dopo il decreto IG V 2 351. Il fatto che in tale testo il santuario artemideo sia designato come "l'Artemision" con l'articolo determinativo, fa pensare che all'epoca della sua redazione esisteva un solo santuario di Artemide752.

Per quanto riguarda la localizzazione del culto artemideo a Stinfalo, nella storia degli studi sono state avanzate alcune proposte.

749 V. Martha 1883, 487. 750 V. Bölte 1931, col. 452.

751 V. Mitsos 1947, 158-9; Moretti 1967, 142; Jost 1985, 101; Williams 1988, 234 (cfr. Williams 1995, nota 11, 13 dove

sembra supporre un unico culto, quello della Brauronia).

Diversi autori localizzano il culto di Artemide nelle vicinanze della chiesa del monastero cistercense di Zaraka753, situato circa km 2 a nord-est delle rovine di Stymphalos tra la località Kionia e il moderno paese denominato Stymphalia.

I resti di un tempio antico sono menzionati e sommariamente descritti solo da Dodwell. Egli afferma che presso la chiesa, a sua volta composta di pezzi antichi, si trovavano i resti di un tempio, colonne doriche di non grandi proporzioni, pilastri, blocchi di marmo e di pietra. Una così abbondante presenza di antichità è da lui posta in relazione con il toponimo della zona, Kionea754.

J.G. Frazer, che compie una ricognizione nel sito nel 1893, segnala la presenza di parti di fondazioni antiche a ridosso del muro est della chiesa e ipotizza che esse siano pertinenti all'edificio menzionato da Dodwell. I resti di quest'ultimo all'epoca erano ormai scomparsi, tanto che il toponimo Kionia era stato utilizzato per un villaggio albanese situato nelle vicinanze755, la località che mantiene ancora oggi tale nome.

Le tracce viste da Frazer sono state ritrovate da Williams, che condivide l'ipotesi formulata da Frazer e prende in considerazione l'idea che il tempio sia quello della

Brauronia756.

J. Martha, autore della prima pubblicazione della stele contenente IG V 2 351, vede proprio nel rinvenimento di detta stele, destinata a essere esposta nell'Artemision (l. 10), la conferma che il tempio di Artemide Stymphalia doveva sorgere sul luogo poi occupato dalla chiesa di Zaraka757.

Una seconda area presa in considerazione per la localizzazione del culto artemideo è l'acropoli.

C. Bursian (seguito ad esempio da Bölte) identifica il tempio di Artemide Stymphalia con il tempio prostilo dell'acropoli, sulla base del fatto che il culto più importante della città si doveva trovare nella parte alta758.

Simile identificazione è respinta da Orlandos, sulla base del fatto che, stando a Pausania, il tempio della divinità dovrebbe essere più grande. A sua volta egli ipotizza in un primo tempo un'attribuzione al culto di Hera, ugualmente ricordato da Pausania (seppure in relazione alla prima città di Stinfalo). A sostegno di simile ipotesi egli presenta un frammento di figurina fittile femminile con alto polos rinvenuto in un deposito ai piedi dell'acropoli759. In un secondo tempo, dopo avere rinvenuto nelle vicinanze del tempio un piccolo horos (cm 21 x 29 x 56) con scritto POLIDOS l'archeologo è certo che il naos vada attribuito a tale divinità760.

Mitsos accetta la seconda proposta di Orlandos, tuttavia prende in considerazione l'ipotesi che i due hiera artemidei possano essere collegati agli altri due templi visti dall'archeologo nell'area dell'acropoli ma (come si è detto) mai scavati761. Inoltre, in via del tutto ipotetica egli propone di ricollegare alla Brauronia la statuetta fittile rappresentante

753 V. es. Leake 1830, 110-1; Curtius 1851, 205; Orlandos 1925, nota 1, 135; Baladié 1980, 105-6; Williams in Jost

1985, nota 2 bis, 105 (Artemide Brauronia).

754 V. Dodwell 1819, 434. 755

V. Frazer 1898, 273.

756 V. Williams in Jost 1985, nota 2 bis, 105; Williams 1988, 234. 757 V. Martha 1883, 486-7; 490.

758

V. Bursian 1872, 197; Bölte 1931, 452.

759 V. Orlandos 1925, 51; 53 + eijk. 3, 53 ( = fig. 1, Tav. CCXXI in basso al centro). 760

V. Orlandos 1926, 134.

Artemide come cacciatrice rinvenuta da Orlandos nel medesimo deposito in cui aveva rinvenuto la figurina con polos762.

Il nome di Artemide è più volte chiamato in causa anche da Williams nel corso dello scavo del tempio prostilo. Egli infatti dichiara di non essere stato in grado di ritrovare l'horos rinvenuto da Orlandos763. Nello stesso tempo sottolinea alcuni elementi a suo avviso significativi in relazione all'ipotesi di un'attribuzione ad Artemide: un bronzetto raffigurante una capra (assai simile a un bronzetto raffigurante una lepre rinvenuto a Zaraka)764 e l'assenza di tracce di pavimentazione all'interno del tempio, cosa che fa pensare ad una divinità strettamente legata al paesaggio765. Inoltre, a proposito del rinvenimento dei frammenti di una statua infantile del tipo convenzionalmente denominato temple boy, Williams ricorda che il più cospicuo nucleo (a suo dire) di tali statue si trova nel santuario di Brauron766. Tuttavia egli finisce per seguire Orlandos nell'attribuire il tempio al culto di Atena, pur ammettendo di non disporre di elementi conclusivi767.

La terza area presa in considerazione per la localizzazione del culto artemideo a Stinfalo è quella immediatamente ai piedi dell'acropoli, nel settore sud-ovest della città, plausibilmente da identificare con l'agora. In particolare Mitsos ritiene tale localizzazione altrettanto plausibile della localizzazione sull'acropoli768. Come si è detto, Orlandos vi ha individuato i resti di un tempio prostilo. Secondo quanto ricorda egli stesso, probabilmente essi erano già stati visti da Frazer769. Williams si è limitato a rilevare l'esattezza della pianta disegnata da Orlandos, ma non ha avviato scavi770. Jost, sulla base della posizione e delle dimensioni, ritiene probabile che se si tratta di un tempio artemideo, esso vada attribuito alla

Stymphalia771.

b) Bilancio critico

Al momento non sembra possibile prospettare una soluzione né al problema di come contestualizzare il dato sul hieron di Artemide Brauronia con gli altri dati relativi al culto di Artemide a Stinfalo, né al problema della localizzazione del culto o dei culti artemidei.

Per quanto riguarda il primo problema, la ricostruzione di Mitsos appare plausibile. Va sottolineato peraltro che l'introduzione del culto della Brauronia a Stinfalo, o comunque la sua assunzione come culto pubblico a fianco del culto artemideo locale, si colloca in un'epoca in cui, attualmente, la documentazione sul culto attico è assai scarsa. Essa infatti attualmente è limitata a qualche scultura rinvenuta a Brauron772 e, forse, al decreto di

exetasmos. Infatti, come si è mostrato, le datazioni proposte per quest'ultimo oscillano di un

secolo773.

In alternativa bisognerebbe supporre che tra II a.C. e II d.C. l'epiclesi Brauronia, con cui poteva venire designato il culto locale, sia stata soppiantata dall'epiclesi Stymphalia conosciuta da Pausania e dagli autori a lui successivi. Simile sviluppo potrebbe ipoteticamente coincidere con la "restaurazione" del culto stesso testimoniata da Pausania

762 V. Mitsos 1947, nota 4, 159. Statuetta: Orlandos 1925, 52-3 + eijk. 3, 53 (= fig. 1, Tav. CCXXI a sinistra). 763 V. Williams 1996, 76; Williams 1998, 285;

764 V. Williams 1997, 48. Lepre: Fig. 7, 49 (= fig. 2, Tav. CCXXI). 765 V. Williams 1997, 50.

766 V. Williams 1996, 83-4 + Pl. 6, 84 (= fig. 3, Tav. CCXXI). 767

V. Williams - Schaus 2001.

768 V. Bölte 1931, 452 (secondo Artemision); Mitsos 1947, 158.

769 V. Orlandos 1924, 117-8 + eijk. 2, 119 (= fig. 1, Tav. CCXX); 3, 120 (= fig. 2, Tav. CCXX); Frazer 1898, 272. 770 V. Williams 2002, 180.

771 V. Jost 1985, 106. 772

V. infra, II 5, 127-8 (culto della Brauronia nel III a.C.)

senza alcuna indicazione cronologica (VIII 22, 8-9). Una presenza antica del culto di Artemide Brauronia a Stinfalo risulterebbe indubbiamente più coerente con quanto attualmente noto sul culto attico. Inoltre, la seriorità dell'attestazione dell'epiclesi

Stymphalia non impedisce, teoricamente, di rovesciare il ragionamento alla base della

ricostruzione di Mitsos.

Si tratta comunque, in entrambi i casi, di una serie di ipotesi formulate a partire da un nucleo assai esiguo di informazioni. Diventa perciò condivisibile una posizione come quella di M. Moggi e M. Osanna che, nel commentare il testo della Periegesi, considerano non meglio precisabile la relazione tra il culto di Artemide Brauronia e il culto di Artemide

Stymphalia774.

Riguardo la localizzazione del culto o dei culti di Artemide, mancano elementi decisivi a sostegno dell'una o dell'altra proposta.

Sulla localizzazione nell'area di Zaraka - Kionia appare condivisibile l'opinione di Jost775, secondo cui gli indizi sono troppo labili.

Nel più recente resoconto disponibile relativo a scavi nell'area della chiesa di Zaraka non si fa menzione di blocchi attribuibili alle fondamenta di un edificio antico776. Tuttavia, se anche si ammette, con Frazer e Williams, che a est della chiesa di Zaraka esistono detti blocchi, nulla avvalora l'ipotesi formulata dai due autori secondo cui essi possono essere ricondotte al tempio visto da Dodwell. Riguardo a quest'ultimo, sembra opportuno tenere conto dell'osservazione di Jost relativa al fatto che Dodwell non menziona strutture di fondazione777. Ciò apre la possibilità che anche quello che egli definisce "tempio" sia una struttura composta con pezzi di spoliazione.

A differenza di quanto sostiene Martha, il rinvenimento della stele contenente il decreto IG V 2 351 non rappresenta un argomento decisivo per la localizzazione dell'Artemision. Come si è detto, nelle circostanze del rinvenimento descritte dallo studioso non si riconosce nessun elemento di prova relativo al fatto che il pezzo si trovava in situ.

Quanto al tempio sull'acropoli, Williams sottolinea opportunamente che i caratteri archeologici del sito fanno pensare al culto di una divinità femminile, ma sono teoricamente compatibili con quello di diverse divinità femminili778.

L'unico probabile documento epigrafico, l'horos della Polias, è attualmente perduto. L'ultima notizia relativa ad esso è fornita dallo stesso Orlandos: il pezzo subito dopo il ritrovamento era stato trasferito a Kionia, nella casa di un privato, per motivi di sicurezza779. Bisogna comunque osservare che anch'esso, qualora venisse ritrovato, difficilmente potrebbe rappresentare un elemento decisivo in quanto, stando al resoconto di Orlandos, non pare sia stato ritrovato nella sua posizione originaria780.

Ancora, nulla permette di accogliere il suggerimento di Mitsos su una relazione tra la statuetta fittile di Artemide rinvenuta da Orlandos in un deposito ai piedi dell'acropoli e il culto della Brauronia. Peraltro detto suggerimento appare forse azzardato, dato che, come emerge dal resoconto di Orlandos e dalla fotografia da lui pubblicata, i materiali del deposito sono assai vari781.

774 V. Moggi - Osanna 2003, 388. 775 V. Jost 1985, 106. 776 V. Campbell 1997. 777 V. Jost 1985, 105. 778

V. partic. Williams - Schaus 2001.

779

V. Orlandos 1926, 134.

780 V. Orlandos 1926, 134. 781

L'ipotesi di una collocazione del hieron della Brauronia sull'acropoli di Stinfalo, eventualmente a fianco del hieron di Atena Polias a cui è pertinente l'horos ritrovato da Orlandos, appare comunque assai suggestiva, alla luce della situazione dell'acropoli ateniese. L'auspicio è che dai lavori della missione canadese, ancora in corso, emergano elementi a sostegno di simile ipotesi.

Riguardo alla localizzazione nell'area probabilmente identificabile come agora, va segnalato che manca ogni indizio archeologico o epigrafico sulla natura del culto praticato all'interno del tempio ivi portato alla luce da Orlandos. Tuttavia, come osserva Jost782, la contiguità tra l'edificio e il lago può rappresentare un elemento a sostegno dell'attribuzione al culto artemideo di Stinfalo. Da Pausania risulta infatti che esso si pone in un rapporto speciale con il lago stesso. Nel caso, resta naturalmente da chiarire la relazione con il hieron di Artemide Brauronia.

Infine, si può segnalare che gli archeologi canadesi hanno individuato tracce di un

temenos presso il confine nord della moderna Stymphalia, in località Monastiraki. Nell'area

sono occasionalmente emersi resti architettonici pertinenti a edifici di ordine dorico e di ordine ionico, e gli scavi hanno portato alla luce un tratto di muro, che Williams ritiene identificabile come muro del temenos783. Al momento non si ha notizia di reperti archeologici o iscrizioni che diano informazioni sul culto o sui culti praticati nell'area. La posizione periferica del sito rispetto all'abitato di età classica ed ellenistica appare in ogni caso difficilmente conciliabile con l'esposizione di decreti inerenti la vita civica prescritta nel testo di IG V 2 351 e della stele pubblicata da Mitsos.

2 - Anfipoli

Il caso di Anfipoli è più incerto di quello di Stinfalo. Il nome della Brauronia compare nella forma Brauronis e accompagnato da un'altra epiclesi, Aithopie.

La fonte è un epigramma dell'Antologia Palatina di Antipatro di Tessalonica (VII 705*) databile al I a.C. Nel testo, in cui si deplora la rovina della città, si menziona come unico resto dell'antico centro un tempio (naos) di Artemide Aithopie Brauronis.

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