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NELLE DINAMICHE SOCIO-SPAZIALI DELLA POPOLAZIONE IMMIGRATA

% SUL TOTALE STRANIER

5. La mappa dell’imprenditoria straniera

Tra i processi di territorializzazione che modificano sostanzialmente il paesaggio urbano di una città, anche attraverso aspetti peculiari in grado di colpire facilmente l’occhio del comune passante, troviamo sicuramente la diffusione delle attività economiche a conduzione straniera.

L’aspetto delle città in cui viviamo è notevolmente mutato negli ultimi anni e sempre più siamo abi- tuati a percorrere quotidianamente strade nelle quali «vediamo colori di merci esotiche mischiati a ve- trine dal gusto più tradizionale e a sentire, emanati dal tessuto urbano, profumi e sapori che evocano paesi lontani, suscitando in noi emozioni e sensazioni spesso contrastanti» (Zamperlin, 2013, p. 103).

Nonostante una presenza sul territorio regionale abbastanza capillare, circa la metà delle imprese a conduzione straniera che operano in Toscana (48%) sono concentrate nelle due province di Firenze e Prato (IDOS, 2016), un dato che rende interessante una mappatura dell’imprenditoria immigrata sul ter- ritorio cittadino.

Più o meno recentemente, numerosi studi hanno analizzato il fenomeno a livello regionale, tra i quali merita una citazione l’Atlante dell’Imprenditoria Straniera in Toscana realizzato dal Laboratorio di Geografia applicata dell’Università di Firenze nel 2010. Secondo Margherita Azzari la traiettoria di svi- luppo dell’imprenditorialità straniera nel settore dei pubblici esercizi rivela una definita specializzazio- ne etnica, una crescente concentrazione d’imprese spesso appartenenti allo stesso settore merceologico, la sostituzione di esercizi preesistenti, la netta prevalenza di ditte individuali a conduzione familiare e in locali prevalentemente in affitto (Azzari, 2010). Ai fini di questa indagine è significativo concentrarsi esclusivamente su quelle attività il cui contributo si oggettiva in un prodotto etnicamente connotato per le modalità dell’offerta commerciale, dal tipo di beni e servizi offerti alle caratteristiche e l’arredamento dei locali, che hanno un ‚contatto diretto‛ con le strade della città e cioè l’insieme degli esercizi pubblici operanti nel settore del commercio al dettaglio e nella ristorazione (fig. 3).

Figura 3. Distribuzione delle imprese straniere nei settori del commercio al dettaglio e della ristorazione a Firenze, 2016. Fonte: elaborazione dell’autore su dati InfoCamere – Registro Imprese, base topografica: Regione Toscana, Carta Topografica della Toscana, scala 1:50.000.

1984 ATTI DEL XXXIICONGRESSO GEOGRAFICO ITALIANO

La carta dell’imprenditoria straniera fiorentina è stata realizzata con i dati del Registro Imprese della Camera di Commercio (aggiornati al 31/12/2013), prendendo in considerazione le ditte individuali a ti- tolare straniero operanti nei settori del commercio al dettaglio e della ristorazione. In totale sono stati mappati 843 esercizi. Le imprese sono state suddivise per continente di appartenenza del proprietario, includendo soltanto i migranti provenienti da Asia (391), Africa (339), America meridionale (58) ed Eu- ropa Orientale (55), cioè dall’insieme di paesi i cui caratteristici elementi culturali possono aver concre- tamente contribuito a modificare il paesaggio urbano fiorentino.

Come è possibile osservare nella Figura 3, l’imprenditorialità nei settori analizzati è rilevante in parti- colare per gli stranieri di origine asiatica (soprattutto cinesi, bengalesi e iraniani) e africana (senegalesi e marocchini). Il settore merceologico più rappresentato è quello dell’abbigliamento, seguito dagli articoli in pelle e dai generi alimentari. Quasi un terzo degli imprenditori è impegnato in attività ambulanti, e si concentrano nell’area prossima al Mercato Centrale nel quartiere del Centro Storico, una delle zone più trasformate dalla crescita di questo fenomeno.

Sono oramai diffuse macellerie halal, kebab house e piccoli supermercati asiatici ed africani che si ri- volgono prevalentemente a clientela immigrata, la cui domanda di servizi e prodotti ‚etnici‛ è alimenta- ta dai processi di stabilizzazione sul territorio. I negozi di generi alimentari sono quelli che «più di altri hanno generato aggregazione, anche tra membri di comunità diverse. La necessità di reperire generi alimentari, che difficilmente possono essere trovati perché non di uso comune, è una di quelle esigenze che ‚avvicina a casa‛ o che ‚dà un momento di conforto familiare» (Primi et al., 2006, p. 111).

Complessivamente, la diffusione di pratiche d’uso e gestione degli spazi pubblici diverse da quelle tradizionali, attraverso la crescita di imprese a conduzione straniera sul territorio urbano fiorentino, ha permesso, da una parte, che alcune piazze e strade della città ritrovassero una vitalità perduta, dall’altra, che il sorgere di quartieri dalla fisionomia sempre più multiculturale contribuisse a modificare in senso negativo la percezione di alcune zone della città da parte della popolazione autoctona. Non di rado, in- fatti, le cronache dei giornali locali hanno riportato le lamentele e le proteste di parte dei cittadini, resi- denti e commercianti, preoccupati per la perdita d’immagine dei loro quartieri, come diretta conseguen- za dell’eccessiva concentrazione delle imprese straniere.

Parallelamente si è assistito ad un crescente malessere per le condizioni di aumentato degrado (in- gombro dei marciapiedi, incuria degli immobili, aumento dei rifiuti) e alla diffusione di fenomeni di mi- crocriminalità e abusivismo, confermando la presenza di elementi di forte criticità in particolare nel cen- tro storico, sfociati talvolta in episodi di intolleranza e razzismo.

Riferimenti bibliografici

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L’EUROPA MERIDIONALE E LE SUE MIGRAZIONI 1985

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L’apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme. Atti del XXXII Congresso Geografico Italiano

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1987 Licenza Creative Commons:

Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International - ISBN 978-88-942641-2-8

FLAVIA ALBANESE1