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Maria Cristina Lo Baido Università degli Studi di Pavia

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Lavori recenti nell’ambito della pragmatica lessicale pongono in luce che la comprensione del significato delle parole è spesso soggetta e filtrata da fenomeni di aggiustamento lessicale ancorato al contesto, sicché il significato finale delle proposizioni è spesso ridefinito contestualmente.

In Wilson e Carston (2006) la comprensione del significato metaforico non sfrutta meccanismi cognitivi diversi o di ordine superiore rispetto alla comprensione del linguaggio letterale, per esempio. Tutti i processi di comprensione semantica vanno collocati lungo un continuum che include metafora, similitudine, usi approssimativi e letterali: è tramite le operazioni di restringimento (narrowing) e/o allargamento (broadening) che si creano concetti ad hoc (cfr. Barsalou categorie ad hoc). La creazione di tali concetti si basa sull’interazione tra significato concettuale, informazione contestuale ed aspettative pragmatiche di pertinenza e il meccanismo di comprensione degli stessi è mediato da un ininterrotto ‘andirivieni’ mentale online (mutual parallel adjustment- Wilson e Carston 2007) in uno sfondo continuo di ipotesi che possano soddisfare le aspettative di rilevanza/pertinenza dei parlanti. Gli usi approssimanti, per esempio, sono pervasivi del nostro quotidiano comunicativo:

1. I’m not drinking tonight; 2. Churchill was a man.

È proprio attraverso il restringimento che i nostri apparati cognitivi colgono che l’informazione rilevante è ‘bere alcolici’ in 1. e ‘uomo morigerato’ in 2 (Wilson e Carston 2007). Si tratta di concetti estremamente flessibili ed indiscernibili in assenza di un contesto (para)linguistico, delle nostre aspettative di pertinenza e, soprattutto, in assenza di conoscenze enciclopediche che permettano di selezionare le basi semantiche pertinenti su cui operare cognitivamente con restringimento/allargamento ad hoc. Si veda l’esempio seguente:

3. Sally ci aiuterà ad accudire i nostri bambini se ci ammaleremo? Sally è un angelo (traduzione nostra).

Il significato codificato contiene il concetto ANGELO che attiva una serie di proprietà logiche ed enciclopediche che inducono a derivare alcune inferenze deduttive. Alcune proprietà enciclopediche:

4. ECCEZIONALMENTE BUONO; CUSTODE DEGLI ESSERI UMANI; MESSAGGERO DI DIO, etc.

Dal momento che le caratteristiche dei membri di una categoria stereotipica (quale ‘angelo’) sono altamente accessibili come risultato della frequenza dell’uso, alcune delle proprietà in (4) sono immediatamente accessibili e dato il contesto linguistico e comunicativo, determinate proprietà enciclopediche ricevono maggiore ‘attivazione’ e, quindi, sono più accessibili nell’uso per la comprensione metaforica (Wilson e Carston, 2007). Come si osserva, il processo di comprensione richiede continui andirivieni mentali ed ingenti abilità di memorizzazione. Si potrebbe definire un processo

multitasking che implica la capacità di spostare l’attenzione alle diverse

premesse implicitate e di considerare in modo dinamico le assunzioni necessarie per raggiungere una comprensione ottimamente pertinente. Come trattare un simile fenomeno in soggetti con ASD?

Il multitasking implica una situazione in cui più compiti devono essere completati in un intervallo ristretto di tempo, ragione per cui è necessario ‘ridisporre/riposizionare’ tra compiti diversi (Law et al., 2012: 1). Il multitasking in individui con difficoltà nella comprensione delle metafore è stato definito in termini di deficit nel funzionamento quotidiano in individui con lesioni corticali (Law et al., 2012: 2). Secondo Burgess et al., (2000) ‘pianificare’ può essere considerato un costrutto cognitivo che sostiene l’abilità del multitasking, insieme alla memoria retrospettiva e all’intenzionalità. Nel corso del presente studio, sembrerebbe pertinente accostare i principi cognitivi di rilevanza che guidano i parlanti a conseguire le conclusioni contestuali a questo tipo di intenzionalità legata alle operazioni di conduzione di continui compiti online che fanno leva su meccanismi di memoria imprescindibili per la comprensione dei processi metaforici i quali richiedono continua consapevolezza, memoria (e shifting della stessa) ed un bagaglio culturale di conoscenze che, non sempre, è presente nei soggetti con ASD. Secondo Law et al., (2012) in esperimenti condotti in relazione alla

working memory nel processo di esecuzione di compiti e sull’aggiustamento

di piani online durante le operazioni di multitasking è necessario memorizzare i piani in ordine seriale. Per comprendere il linguaggio metaforico, che è il focus precipuo in questa sede, è necessario manipolare sequenze acquisite precedentemente e riutilizzare l’informazione ricevuta come impulso.

In uno studio recente sulle abilità di multitasking in soggetti con disordini dello spettro autistico, condotto da White, Burgess e Hill (2009) è stato messo in luce che i bambini con ASD completavano un numero inferiore di task, impiegando più tempo per ognuno dei trial rispetto al gruppo di controllo normodotato (‘Six Parts Test’).

Nello studio riportato da Rajendran et al., 2011:7 si suppone che i partecipanti con ASD riscontrerebbero difficoltà nello svolgimento di compiti in modo simultaneo da eseguire necessariamente in un ristretto arco di tempo. Tali difficoltà potrebbero essere manifestate nel fallimento di pianificazione online. Sembra pertinente associare la manipolazione di informazione cognitiva e contestuale alle operazioni di compiti multipli, dato il sottolineato interesse per i processi simultanei/multipli di aggiustamento lessicale. Inoltre, in tali soggetti, si riscontra una generale mancanza di efficienza nell’ordine di esecuzione dei compiti (Rajendran et al., 2011), necessaria al vaglio delle

ipotesi contestuali adeguate. È possibile che menomazioni nelle funzioni esecutive possano sottolineare l’incapacità dei partecipanti con ASD di pianificare online durante l’esecuzione dei compiti, con la conseguenza di essere costretti a tornare indietro e ad eseguire i compiti in modo seriale ed ordinato. Ciò rispecchia gli studi di Mackinlay et al., (2006) secondo cui bambini con ASD mostrano difficoltà nel pianificare e ciò potrebbe collegarsi tangenzialmente alla mancanza di aspettative di rilevanza nella prospettiva pertinentista. Un'altra osservazione che qui sembra utile per spiegare la mancata o incompleta processazione delle metafore in prospettiva pertinentista da parte di soggetti con ASD riguarda la memoria, dispositivo imprescindibile per il processo di aggiustamento lessicale: la memoria retrospettiva (capacità di memorizzare informazione precedentemente appresa) e la memoria prospettiva (abilità di formulare intenzioni e piani, di ricollegarli e recuperarli al momento opportuno, Cuttler e Graf 2009). Lo studio condotto in Rajendran et al., (2011) sottolinea difficoltà di memoria e di mappatura tra regole e particolari compiti. Ciò ricorda ancora l’impossibilità di condurre mapping mentali per la derivazione di conclusioni implicitate a partire da informazioni enciclopediche e logiche registrate in memoria e si manifesta la difficoltà di pianificazione (Rajendran et al., 2011: 21) intenzionale che ha come focus la rilevazione del concetto ad hoc ‘occasion-specific’ sulla base di un input ostensivo.

BIBLIOGRAFIA

Barsalou, L. (1991). Deriving categories to achieve goals. In G. Bower (ed.),

The Psychology of Learning and Motivation. New York: Harcourt Brace

Jovanovich.

Burgess, P. W., Veitch, E., Costello, A. D. e Shallice, T. (2000). The cognitive and neuroanatomical correlates of multitasking. Neuropsychologia,

38(6), 848-863.

Cuttler, C. e Graf, P. (2009). Checking-in on the memory deficit and meta- memory deficit theories of compulsive checking. Clinical Psychology

Review, 29(5), 393-409.

Law, A., Trawley, S. L., Brown L. A., Stephens, A. N. e Logie R. H. (2012). The impact of working memory load on task execution and online plan adjustment during multitasking in a virtual environment in The quarterly journal of experimental psychology.

Mackinlay, R., Charman, T., e Karmiloff-Smith, A. (2006). High functioning children with autism spectrum disorder: A novel test of multitasking.

Brain and Cognition, 61(1), 14-24.

Rajendran, G., Law, A.S., Logie, R.H., van der Meulen, M., Fraser, D. e Corley, M. (2011). 'Investigating multitasking in high-functioning adolescents with autism spectrum disorders using the virtual errands task.' Journal of Autism and Developmental Disorders.

White, S. J., Burgess, P. W., e Hill, E. L. (2009). Impairments on "Open- Ended" Executive Function Tests in Autism. Autism Research, 2(3), 138- 147.

Wilson, D. e Carston, R. (2006). Metaphor, Relevance and the ‘Emergent Property’ Issue. Mind & Language, 21: 404–433.

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