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Massa bilobata Non rilevata Non descritti Ipoecogena lievemente

MEDIALE 24 Forma irregolare Retrobulbare Non descritti Ipoecogena e

25 Massa bilobata Non rilevata Non descritti Ipoecogena lievemente

corpuscolata FNB: Linfoma Non rilevate 28 Irregolare con

asse maggiore di circa 1 cm

Non rilevata Netti e irregolari rotondeggianti

Iperecogena con porzioni iperecogene

calcifiche Lesione solida con buona trasmissione del

suono, sono evidenti i margini posteriori, assenza rinforzo di

parete

Neoplasia orbitale di

sospetta origine nasale globo oculare latero-Dislocazione del dorsalmente. Il globo oculare risulta indentato

La tabella 6.9 suddivide i casi oggetto di studio in base all’origine della localizzazione indicandone, quando presente, l’estensione verso altre strutture orbitali.

Le lesioni si localizzano a livello dell’orbita in posizione:

Ø Mediale in 3/12 (25%) studi in particolare nei casi 19, 24, 29; Ø Medio-dorsale in 2/12 (16,7%) studi in particolare nei casi 22, 26; Ø Ventrale in 3/12 (25%) studi in particolare nei casi 20, 21 (sx), 27; Ø Ventro-laterale in 1/12 (8,3%) studi in particolare il caso 21 (dx); Ø Retrobulbare in 3/12 (25%) studi in particolare nei casi 23, 25, 28.

Nei casi 24, 26, 27 si evidenzia l’estensione retrobulbare; nel caso 19 si evidenzia una sospetta infiltrazione intraoculare per presenza di un ispessimento a livello irideo; nel caso 22 la massa si espande all’intera l’orbita.

All’esame ecografico nei nostri pazienti sono state evidenziate alcune alterazioni concomitanti alla lesione principale da sole o associate:

• Perdita della sfericità del globo per compressione su un margine in 6/12 (50%) studi;

• Dislocazione del globo in 2/12 (33,3%) studi; • Erosione ossea in 2/12 (16,7%) studi.

Notiamo che tra le lesioni localizzate nella porzione mediale dell’orbita, il caso 24 e 29 hanno aspetto simile e sono state entrambe diagnosticate come lesioni neoplastiche di origine nasale.

Il caso 24 venne in visita per esoftalmo e respiro stertoroso, fu sottoposto all’esame ecografico che rilevò lo spostamento dell’asse ottico per la compressione laterale e dorsale da parte di una neoformazione ipoecogena disomogenea che, partendo dal canto mediale, circondava caudalmente l'orbita. Vista la sospetta origine nasale della lesione venne effettuata una TAC che confermò l’origine della neoplasia dal seno nasale dx con interessamento della base ossea e con infiltrazione a carico dell'orbita dx e compressione caudale sul lobo olfattivo dx.

Il caso 29 riportava epistassi con scolo mucoso dalla narice sinistra, associato a strabismo. Per tale motivo venne sottoposto all’esame ecografico che mostrò perdita della normale sfericità del globo oculare sinistro, appiattimento della porzione mediale a fianco della quale si evidenziava una formazione orbitale ipoecogena e omogenea con scomparsa del tavolato osseo. Successivamente venne effettuata una lastra del cranio che mostrò un aumento della radiopacità dei tessuti molli in corrispondenza del globo oculare sinistro

associate ad aumento della radiopacità a livello del seno nasale sinistro con lisi completa della porzione ossea della cavità orbitale mediale. La diagnosi fu quindi di neoformazione orbitale con origine dal seno nasale ipsilaterale.

Nel caso 19 la neoformazione, seppur posta medialmente, appariva di aspetto diverso e sembrava essere compatibile a neoplasia di origine primaria. Si presentava come una lesione occupante spazio iperecogena e disomogenea che occupava la porzione mediale dell'orbita sinistra e si estendeva cranialmente verso l'osso nasale sinistro che appariva irregolare ed eroso. Il globo oculare risultava compresso medialmente e posteriormente con deformazione della parte posteriore. L’iride risultava ispessita ed iperecogena, facendo sospettare un’infiltrazione neoplastica da parte della lesione orbitale.

I casi 22 e 26 seppur localizzati medio-dorsalmente e aventi ecogenicità ed ecostruttura simile sembrano avere origini diverse.

Il caso 22 mostrava alla visita clinica enoftalmo dell’occhio sinistro, non visibile a causa dello sviluppo di massa neoformata anteriormente e della completa procidenza della terza palpebra. All’ecografia l’orbita era completamente occupata da una massa, disomogenea, prevalentemente iperecogena e moderatamente vascolarizzata; non si apprezzava irregolarità del profilo osseo orbitale. Occhio era dislocato ventroposteriormente e compresso sul pavimento orbitale. Venne effettuato un ago-aspirato e dall’esame citologico venne diagnosticata una neoplasia mesenchimale con moderati criteri di atipia citologica, venne quindi sospettata l'origine ossea/cartilaginea.

Nel caso 26, soggetto di specie felina, la diagnosi presunta fu di sospetto carcinoma

squamoso degli annessi con invasione dell'orbita destra poiché riportava alla visita

oftalmologica esoftalmo dell’occhio destro, proliferazione congiuntivale, procidenza della terza palpebra, scolo muco emorragico; la cornea e le strutture interne non erano valutabili. L’esame ecografico confermò il sospetto evidenziando presenza di tessuto iperecogeno e disomogeneo che occupava la porzione mediale, dorsale e posteriore dell'orbita comprimendo il globo oculare che risultava indentato (Fig. 6.11). La lesione interessava anche la congiuntiva e la terza palpebra e sembrava infiltrare il corpo ciliare nella sua porzione mediale tale quadro era associato a presenza di lesioni metastatiche a livello del linfonodo sottomandibolare.

Figura 6.11 Caso 26. Sospetto Carcinoma a cellule squamose: Presenza di tessuto iperecogeno

e disomogeneo (freccia) che occupa la porzione mediale, dorsale e posteriore dell'orbita comprimendo il globo oculare che risulta indentato. La lesione sembra infiltrare il corpo ciliare

nella sua porzione mediale.

Tra le lesioni poste ventralmente (casi 20, 21 sx, 27) e ventro-lateralmente (21dx), i casi 20 e 27 mostrano aspetto simile seppur origine probabilmente diversa:

Nel caso 20 la lesione aveva aspetto multilobato, ipoecogeno omogeneo a margini definiti; aveva aspetto di lesione solida con buona trasmissione del suono, evidenza dei margini posteriori e presenza di rinforzo di parete (Fig. 6.12). Il quadro ecografico era riferibile a patologia neoplastica multifocale o lesioni granulomatose multiple. Per confermare la diagnosi fu eseguito un ago-aspirato e successivo esame citologico che mostrò un quadro compatibile con neoplasia epiteliale. Lesioni ad aspetto simile furono riscontrate in sede sottomandibolare.

Nel caso 27 la lesione appariva rotondeggiante ipoecogena e omogenea, a margini sfumati; aveva aspetto di lesione solida con buona trasmissione del suono e margine posteriore ben visualizzabile, privo di rinforzo di parete. La lesione occupante spazio era riferibile a massa neoplastica posta in diagnosi differenziale con ascesso, sialoadenite ghiandola zigomatica o granuloma.

Figura 6.12 Caso 20. Neoplasia epiteliale. Presenza di una lesione occupante spazio di circa

2.5 cm nella porzione ventrale della cavità orbitale sinistra che disloca craniodorsalmente il globo oculare. La lesione risulta multilobata, omogenea ipoecogena.

Nel caso 21 (ben descritto in precedenza) venne diagnosticato linfoma mestastatico

oculare visto che il soggetto era affetto da linfoma poliostotico e mostrava presenza di

lesioni simili in entrambe le orbite. Mostrava a carico della porzione ventrolaterale

dell'orbita destra una lesione di oltre 3 cm, ipoecogena, disomogenea a margini sfumati

e irregolari, circondata da tessuto adiposo (Fig. 6.13). A carico della porzione ventrale

dell'orbita sinistra si apprezzava una lesione simile alla controlaterale di dimensioni

ridotte. Bilateralmente le neoformazioni avevano aspetto solido con buona trasmissione del suono ed evidenza dei margini posteriori con assenza di rinforzo di parete. Va comunque considerata la diagnosi differenziale con lesioni d’origine infiammatoria.

Figura 6.13 Caso 21. Sospetto Linfoma metastatico: Si apprezza a carico della porzione

ventrolaterale dell'orbita destra una lesione ipoecogena a margini irregolari, disomogenea, circondata da tessuto adiposo.

Anche tra le lesioni a sede retrobulbare l’aspetto è molto variabile (Casi 23, 25, 28): Nel caso 25 viene fatta diagnosi di Linfoma in seguito all’effettuazione ecoguidata di FNB (fine-needle biopsy). All’esame ecografico la lesione occupante spazio si localizzava latero-caudalmente all’occhio destro come una massa bilobata uniformemente ipoecogena ad aspetto lievemente corpuscolato (aspetto simile alle neoformazioni descritte nel caso 21 riferibili a sospetto linfoma).

Nel caso 23 la lesione è di probabile origine neoplastica metastatica poiché il paziente era affetto da mastocitoma cutaneo ed evidenziava all’eco-addome noduli peritoneali e splenici riferibili a lesioni neoplastiche. All’ecografia oculare, nella regione orbitale destra, si evidenziava una lesione rotondeggiante di circa 11,5 mm, ipoecogena e disomogenea margini irregolari e sfumati. La lesione aveva aspetto solido con buona trasmissione del suono ed evidenza dei margini posteriori in assenza di rinforzo di parete (Fig. 6.14).

Il caso 28 alla visita clinica mostrava tumefazione bulbo oculare sinistro, esoftalmo e scolo nasale emorragico sinistro. L’esame ecografico evidenziava la presenza di una lesione occupante spazio a carico dell'orbita sinistra che dislocava il globo oculare laterodorsalmente e ne indentava il margine. La massa orbitale si presentava di forma irregolare e risultava iperecogena con porzioni iperecogene calcifiche e margini definiti e irregolari. Il quadro ecografico era quindi compatibile con neoplasia dell'orbita di

sospetta origine nasale (Fig. 6.15).

Notiamo che a differenza di quest’ultima le lesioni d’origine nasale precedentemente descritte mostravano un aspetto ipoecogeno più o meno omogeneo.

Figura 6.14 Caso 23 Nella regione orbitale destra, si evidenziava una lesione rotondeggiante di

circa 11,5 mm, ipoecogena e disomogenea a margini irregolari e sfumati, non si evidenziano lesioni a carico dell'orbita sinistra

Figura 6.15 Caso 28 Presenza di una lesione occupante spazio a carico dell'orbita sinistra che

disloca il globo oculare laterodorsalmente, indentando la superficie. La massa orbitale risulta iperecogena con porzioni iperecogene calcifiche.

CAPITOLO 7

DISCUSSIONI

Il nostro studio prende in considerazione 29 pazienti di specie canina e felina, scelti per la presenza di neoformazioni intraoculari ed orbitali probabilmente riferibili a neoplasie primarie o secondarie, seppur vengono tenute in considerazione tutte le possibili diagnosi differenziali.

I casi sono stati suddivisi in due gruppi di cui il gruppo1 comprende i casi di neoformazioni intraoculari (dal caso 1 al 12 cani, dal 13 al 18 gatti) e il gruppo2 comprende i casi di neoformazioni orbitali (dal caso 19 al 25 cani, dal 26 al 29 gatti). Dall’analisi dei dati del segnalamento dei due gruppi è possibile osservare che in entrambi c’è una maggiore presenza di soggetti di specie canina (66,7% nel primo gruppo e 63,6% nel secondo gruppo). L’incidenza dei soggetti di sesso maschile e femminile è equiparabile nei due gruppi (55,6% maschi - 44,4% femmine nel primo gruppo e 54,5% maschi- 45,5% femmine nel secondo gruppo). Inoltre in entrambi la categoria degli anziani è quella prevalentemente rappresentata con il 66,7% nel primo gruppo e l’81,8 % nel secondo gruppo.

In entrambi i gruppi la distribuzione delle razze all’interno della popolazione canina si presenta molto eterogenea invece riguardo la popolazione felina tutti i pazienti di entrambi i gruppi appartengono alla razza europea.

Dallo studio dell’interessamento dei globi oculari si può notare che negli unici casi in cui le lesioni si presentavano bilateralmente (casi 9, 13, 21), le neoformazioni erano probabilmente riferibili a neoplasie di origine metastatica. Inoltre all’interno di ciascun caso, tali lesioni mostravano la stessa localizzazione. Il caso 9 riportava, oltre a neoformazioni iridee, lesioni a livello ovarico compatibile con neoplasia associata a piometra e linfoadenopatia dei linfonodi iliaci mediali. Nel caso 13 la diagnosi era di sospetto linfoma metastatico; oltre alla presenza di lesioni iridee il soggetto presentava un quadro ecografico addominale riferibile a tale neoplasia. Nel caso 21 fu diagnosticata una sospetta infiltrazione neoplastica orbitale destra d’origine metastatica poiché il soggetto era affetto da linfoma poliostotico in particolare a carico degli arti.

Tale risultato è in accordo con quanto evidenziato in letteratura secondo cui il coinvolgimento oculare bilaterale è principalmente indicativo di una neoplasia oculare

secondaria visto che un tumore primario tende ad essere monolaterale (Ota-Kuroki, 2014).

Nel presente studio i principali segni clinici che costituiscono indicazione per l'esame ecografico sono stati:

• Nel gruppo 1: buftalmo in 6/20 globi oculari (30%), enoftalmo in 1/20 (5%), aumento della pressione endoculare in 4/20 (20%);

• Nel gruppo 2: esoftalmo in 8/12 globi oculari (66,7%), enoftalmo in 1/12 (8,3%), strabismo in 2/12 (16,7%). Questi segni sono stati spesso accompagnati da procidenza della terza palpebra (6/12 pari al 50%) e altre alterazioni degli annessi. Inoltre 4/11 (36,4%) pazienti riportavano scolo nasale (mucoso, emorragico o sieroso).

Tali segni clinici sono gli stessi riportati in letteratura in caso di masse occupanti spazio intraoculare ed orbitali.

Nel gruppo 1 le alterazioni dei mezzi diottrici (cornea, umor acqueo, cristallino e vitreo) non hanno permesso di eseguire completamente la visita oculistica e in particolare in 10/20 (50%) globi oculari non è stato possibile valutare la camera vitreale e il fondo, in 2/20 (10%) non è stato possibile valutare la camera anteriore e tutte le strutture ad essa posteriori. Sono stati rilevati infatti alterazioni corneali quali edema, neovascolarizzazione e cheratopatia a banda in 12/20 (60%), alterazioni della camera anteriore come raccolte ematiche o di fibrina in 3/20 (15%), evidenza di catarratta/ nucleosclerosi in 3/20 (15%), emorragia vitreale in 5/20 (25%), degenerazione vitreale in 4/20 (20%).

In questi casi unicamente l’ecografia ha permesso di rilevare: neoformazioni in 2/20 (10%) globi oculari (casi 2 e 11); emorragia/degenerazione vitreale in 7/20 (35%), sospetta formazione di coagulo in 2/20 (10%); lussazione del cristallino in 1/20 (5%); catarratta/nucleosclerosi in 3/20 (15%); distacco di retina in 3/20 (15%); emorragia/infezione nella camera anteriore in 1/20 (5%) e sinechia irido-corneale in 1/20 (5%). Solo nel caso 11, seppur il globo fosse indagabile, l’ecografia ha riportato una lesione non evidenziata alla visita clinica.

Viceversa in 3/20 globi oculari l’ecografia non ha rilevato il pattern ecografico del glaucoma che invece è stato diagnosticato unicamente alla visita clinica; ciò è dovuto al

fatto che non sempre sono presenti i segni ecografici secondari del glaucoma (es. iride bombe) seppur questo sia presente.

Riguardo il confronto tra i reperti della visita clinica e dell’esame ecografico nei pazienti affetti da neoformazioni orbitali del gruppo 2, solo in un caso unicamente l’ecografia ha riportato una lesione non sospettata alla visita clinica; si può quindi affermare che l’ecografia è stato un utile strumento per confermare i sospetti clinici.

Da queste prime considerazioni risulta già chiara l’importanza dell’ecografia come esame complementare alla visita oculistica, in particolare quando l’opacità dei mezzi diottrici non permette la visualizzazione in toto delle strutture oculari; viene quindi utilizzata al fine di confermare il sospetto clinico e/o evidenziare lesioni in strutture che non possono essere investigate dal clinico.

L'ecografia, nonostante la sua limitata risoluzione spaziale rispetto a TC e RMN, rappresenta una valida, non invasiva, economica e veloce procedura per valutare le patologie oculari; essa è in grado di fornirci informazioni addizionali per formulare diagnosi e prognosi adeguate e impostare la terapia adatta al caso in questione.

Come riportato dalla bibliografia, ricordiamo che le lesioni di massa intraoculari sono rappresentate da neoplasie, masse infiammatorie/infettive (granuloma), cisti e coaguli. I casi del gruppo 1 sono stati divisi in base all’origine delle neoformazioni intraoculari e dall’analisi dei dati è stato possibile osservare che il 75% delle lesioni erano localizzate a livello dell’uvea anteriore e il 20% mostrava anche un interessamento della coroide; solo il 5% originava a livello episclerale e successivamente ha invaso il globo oculare. Tali risultati sono coerenti con quanto riportato in letteratura secondo cui i tumori si localizzano con maggiore frequenza a livello dell’iride e del corpo ciliare.

Possono essere presenti alterazioni oculari secondarie alla presenza delle neoformazioni come: ifema, emorragie vitreali, distacco di retina, glaucoma, lussazione del cristallino, cataratta, degenerazione vitreale (Labelle e Labelle, 2013; Miller e Dubielig, 2005; Willis e Wilkie, 2001).

Anche all’esame ecografico nei nostri pazienti (gruppo 1) sono infatti state evidenziate, nel 65% dei casi, da sole o associate: distacco retinico completo o parziale in 6/20 (30%) globi oculari; emorragia vitreale in 5/20 (25%); degenerazione vitreale in 4/20 (20%);

glaucoma in 3/20 (15%); coaguli in 3/20 (15%); dislocazione del cristallino in 2/20

(10%) globi oculari; cataratta/nucleosclerosi in 2/20 (10%); ifema in 3/20 (15%) di cui

un caso oltre a riportare ifema presentava sinechia irido-corneale.

In particolare lesioni dell’uvea anteriore erano associate con maggiore frequenza ad ifema, glaucoma, lussazione del cristallino, cataratta/nucleosclerosi, degenerazione/emorragia vitreale; neoformazioni dell’uvea posteriore o irido-ciliare con estensione vitreale erano associate con maggiore frequenza a distacco retinico, degenerazione/emorragia vitreale. Il restante 45% seppur riportavano lesioni di massa di origine uveale non evidenziavano lesioni concomitanti.

Secondo quanto riportato in letteratura sulla relazione tra neoplasie e glaucomi intraoculari secondari si evidenzia che il 20-40% delle masse intraoculari causano glaucoma secondario.

L’aumento della pressione intraoculare è generalmente associato ad ostruzione del percorso di deflusso dell'umor acqueo a livello pupillare o nell’angolo di drenaggio iridocorneale per infarcimento cellulare infiammatorio (uveite anteriore) o neoplastico (Gelatt e MacKay, 2004, Evans e De Lahunta, 2013). Inoltre i tumori possono comportare la formazione di una membrana fibrovascolare preiridea, che può comportare sinechia anteriore periferica o formazione di membrane neovascolari che ostacolano l'angolo iridocorneale (Dubielzig, 2017). Il glaucoma secondario può anche essere associato ad altre lesioni quali ad esempio dislocazione del cristallino, ifema e traumi (Gelatt e MacKay, 2004).

La cataratta oltre a poter essere un’alterazione associata alla senilità del soggetto può essere secondaria a patologie metaboliche, a traumi, a tossici, a cause dietetiche e ad altre patologie oculari quali glaucoma, uveiti, lussazione della lente e neoplasie intraoculari. Il distacco della retina può essere parziale o completo e derivare da una moltitudine di processi patologici quali traumi, lesioni di massa o emorragia intraoculare e infezione che possono portare alla formazione di una membrana vitreale fibrosa, che contraendosi stira la retina, staccandola anteriormente (Matton e Nyland, 2015).

La degenerazione vitreale solitamente insorge con l'avanzare dell'età ma è associata

anche a patologie oculari infiammatorie, neoplastiche o degenerative (Matton e Nyland, 2015).

di masse occupanti spazio, glaucoma o predisposizione ereditaria (Matton e Nyland, 2015).

In questo studio inoltre i casi del gruppo 1 sono stati riclassificati in base all’aspetto e all’origine della lesione principale e per ognuno di essi è stata indicata la sospetta diagnosi al fine di evidenziare, quando presente, la correlazione tra questi criteri.

È stato possibile osservare che nei casi di sospetto melanoma/melanocitoma uveale (casi 6, 14, 18) le neoformazioni si localizzano a livello dell’uvea anteriore e si presentano iperecogene omogenee a margini definiti e regolari. Tale aspetto è riportato anche nel caso di Melanoma iridociliare precedentemente discusso (caso 5).

Tale quadro sarebbe coerente con quanto riporta la letteratura infatti i tumori melanocitici nel cane e nel gatto sono i tumori intraoculari più comuni e che originano con maggiore frequenza dall’uvea anteriore (iride e corpo ciliare) a differenza dell’uomo dove l’85% delle neoplasie melanocitiche originano dalla coroide. Nel cane e gatto i tumori melanocitici coroidali si verificano invece con frequenza di circa il 5% (Dubielzig, 2017; Labelle e Labelle, 2013; Hyman JA et al., 2002; Miwa et al., 2005; Semin et al., 2011). Il caso 14 e 18 sono soggetti di specie felina a cui è stato diagnosticato sospetto melanoma irideo; essi mostravano un interessamento diffuso dell’iride e del corpo ciliare e all’anamnesi il caso 14 riportava la progressiva modifica del colore dell'iride e il caso 18 una neoformazione iridea nodulare, pigmentata posta medialmente e pigmentazioni iridee non nodulari dorsali. Tale quadro è in linea con quanto riportato in bibliografia secondo cui nel gatto il tumore melanocitico più comune è il melanoma irideo diffuso felino poiché questo tende ad espandersi diffusamente nello stroma irideo, con conseguente invasione del corpo ciliare e sclera.

I melanomi irido-ciliari appaiono come masse iperecogene e omogenee che possono dislocare la lente e invadere la camera anteriore o posteriore, il vitreo e l'orbita (Matton e Nyland, 2015; Penninck e D’Anjou, 2015; Baptista et al., 2006).

Generalmente non vengono evidenziate ombre acustiche interne o cono d’ombra posteriore seppur esso sia un tumore solido. È interessante notare anche che i melanomi anteriori negli esseri umani non mostrano ombre acustiche, mentre i più comuni melanomi coroidali umani ne sono caratterizzati.

In uno studio condotto da Baptista (2006) su 16 melanomi uveali anteriori nel cane, esso rilevò che i segni ecografici maggiormente riportati in tali tumori erano la loro riflettività medio-bassa, la vascolarizzazione interna e la consistenza solida. Tutti avevano una

forma irregolare, senza ombre acustiche.

Tuttavia in questo momento non sembrano esserci caratteristiche ecografiche patognomoniche dei melanomi uveali canini anteriori, a parte la posizione e la frequenza di occorrenza (Matton e Nyland, 2015; Penninck e D’Anjou, 2015).

Pertanto, le principali diagnosi differenziali per tumori nella regione anteriore dell'uvea o del corpo ciliare comprendono sempre melanomi, adenomi, adenocarcinomi, medulloepitelioma, linfoma, lesioni metastatiche e lesioni infiammatorie croniche (Matton e Nyland, 2015; Penninck e D’Anjou, 2015; Baptista et al., 2006).

Tra i casi di sospetto linfoma metastatico (casi 4, 13, 15, 17):

Il caso 13 e il caso 15, entrambi felini, mostrano lo stesso aspetto ecografico presentandosi come ispessimenti diffusi dell’uvea anteriore e posteriore con aspetto

ipoecogeno a margini iperecogeni e forma irregolare.

Le neoformazioni descritte nei casi 4 e 17 (sospetti linfomi) appaiono invece iperecogene

ed omogenee a margini rispettivamente definiti o lievemente sfumati; nel caso 17 la

lesione appare di aspetto rotondeggiante a livello del margine mediale dell'iride rotondeggiante, invece nel caso 4 si evidenzia un ispessimento uveale a margini definiti che occupava la quasi totalità della camera anteriore e si estendeva anche a livello della camera posteriore e vitreale.

In letteratura i linfomi non riportano un modello ecografico specifico e possono variare da un aspetto ipoecogeno a iperecogeno con margini ben definiti o diffusi e irregolari. Ricordiamo che Penninck e D’Anjou (2015) riportarono che il linfoma si può presentare come un ispessimento iperecogeno dell'iride e del corpo ciliare o della corioide associato a echi diffusi in camera anteriore e/o posteriore e possibile distacco di retina. Moore e Lamb (2007) descrissero invece un linfoma oculare anteriore in un giovane gatto associato a segni di uveite. La massa si presentava ovoidale e allungata, ben circoscritta, all’interno della camera anteriore.

Ricordiamo che tra le neoplasie sistemiche, il linfoma è la neoplasia intraoculare secondaria più comune nei cani e gatti.

L’aspetto dell’Adenoma iridociliare riscontrato nel caso 8 risulta compatibile all’aspetto descritto in letteratura riguardo tale neoplasia. Nel nostro caso l’ecografia confermava la presenza di una formazione neoplastica a partenza dal corpo ciliare evidenziando la presenza di una formazione rotondeggiante iperecogena di 11mm caratterizzata da

all’esame Doppler ed associata ad un quadro di glaucoma secondario.