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1. Dal disagio alla delinquenza

2.2 Meccanismo d’azione delle sostanze stupefacenti

Il sistema nervoso è costituito da cellule nervose (neuroni) che hanno il compito di ricevere, condurre e trasmettere i segnali. Il neurone è composto da 4 elementi:

corpo cellulare che contiene il nucleo;

dendriti, prolungamenti corti e sottili del corpo cellulare che forniscono un ampio sviluppo di superficie per ricevere segnali dagli altri neuroni;

assone che trasporta i segnali in uscita verso cellule bersaglio;

neuroterminale, è la parte terminale dell’assone, la cui funzione è quella di trasmettere il segnale.

Quando il corpo cellulare o i dendriti ricevono un segnale, perché il segnale possa proseguire, è necessario che si propaghi lungo la membrana dell’assone rinnovandosi automaticamente lungo il tragitto. L’attività elettrica, che permette di trasmettere il segnale alle cellule successive, è detta impulso nervoso (o potenziale di azione)2.

Quando l’impulso nervoso raggiunge il neuroterminale sotto forma di segnale elettrico, per essere trasmesso alle cellule bersaglio, è necessario che venga convertito in un segnale chimico, sotto forma di composti chimici o molecole chiamati neurotrasmettitori. I siti di contatto dove avviene questa trasformazione prendono il nome di sinapsi; in corrispondenza delle sinapsi, la membrana della cellula trasmittente, detta presinaptica, e quella della cellula ricevente, detta postsinaptica, sono divise da una fessura di circa 20 nm di diametro chiamata fessura sinaptica3.

2 ALBERT B., BRAY D., JOHNSON A., LEWIS J., RAFFM M., ROBERTS K., WALTER P., L’essenziale di biologia molecolare della cellula, Zanichellli, Bologna, 2003.

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Il segnale elettrico che arriva nel neuroterminale libera nella fessura sinaptica i neurotrasmettitori contenuti nelle vescicole sinaptiche. Alcuni neurotrasmettitori sciolti vanno a legarsi ai recettori che si trovano sulla membrana della cellula ricevente producendo l’impulso nervoso4

. Gli altri neurotrasmettitori sono rimossi dalla fessura sinaptica dal neurone presinaptico che provvede alla loro riassunzione o demolite ad opera degli enzimi catalizzatori della cellula postsinptica; alcuni neurotrasmettitori (o i prodotti della loro catalisi) si allontanato dalla zona sinaptica . Questo processo, detto reuptake (ricaptazione) serve ad evitare che i neurotrasmettitori continuino a eccitare o inibire la cellula nervosa ricevente5.

I neurotrasmettitori possono produrre una risposta sia eccitatoria sia inibitoria; se i neuroni sono eccitatori i neurotrasmettitori liberati dal neuroterminale trasmetteranno l’impulso nervoso alla cellula ricevente mentre, se i neuroni sono inibitori, i neurotrasmettitori rilasciati impediranno alla cellula ricevente di trasmettere l’impulso nervoso che quindi verrà fermato6. I recettori della cellula postsinaptica cambiano a secondo se si tratta di neurotrasmettitori eccitatori o inibitori. I recettori principali dei neurotrasmettitori eccitatori sono l’acetilcolina e il gluttamato; nel caso dei neurotrasmettitori inibitori i recettori sono l’acido γ–amminobutirrico (GABA) e la glicina. L’assunzione di sostanze stupefacenti può interferire con la sinapsi chimica e con il funzionamento dei neurotrasmettitori oppure può agire a livello degli enzimi incaricati alla metabolizzazione dei neurotrasmettitori.

Le droghe quindi alterano il processo di trasmissione delle informazioni bloccando il neurotrasmettitore o, al contrario, inducendone il rilascio. Ogni droga agisce sul cervello con uno specifico meccanismo d’azione eppure tutte le sostanze hanno la capacità di stimolare i neuroni dopaminergici i quali aumentano la concentrazione di dopamina nella fessura sinaptica perché ne rilasciano in maggior quantità o perché si accumula fuori dal neurone7.

Nelle civiltà antiche l’eroina e gli oppiodi venivano somministrati per i loro effetti medicamentosi es. in Grecia Galeno somministrava ai pazienti che soffrivano di mal di testa, malattie biliari, coliche renali, asma, febbre e lebbra, una soluzione di oppio e alcol

4 Ibidem.

5 RUSSO V., Comunicazione e strategie di intervento nelle tossicodipendenze, 2011, Carrocci, Roma, 2011. 6 ALBERT B., BRAY D., JOHNSON A., LEWIS J., RAFFM M., ROBERTS K., WALTER P., L’essenziale di biologia molecolare della cellula, Zanichellli, Bologna, 2003.

chiamata “galenos”8

. Nel sistema nervoso centrale vi sono recettori specifici in grado di recepire l’oppio e la morfina; la presenza di questi recettori è data dal fatto che l’organismo umano produce sostanze simili alla morfina (endorfine, encefaline, dinorfine) che regolano il sistema di controllo del dolore e il sistema di rinforzo-motivazione-ricompensa. Gli oppiacei (morfina9, eroina10 o metadone11) agiscono sui neurotrasmettitori che regolano l’attività elettrica della cellula; eliminando i freni inibitori di questi neurotrasmettitori stimolano il neurone a produrre dopamina che viene rilasciata in maggior quantità nello spazio sinaptico.

Alcune di queste sostanze, in particolare la morfina, vengono usate in campo medico nei malati terminali di tumore per la loro capacità di alleviare il dolore.

Utilizzata da millenni dalle popolazioni del Sud d’America, la cocaina è in grado di aumentare la resistenza fisica, diminuire l’appetito, dare sensazione di benessere. Nel 1982 è stata prodotta una forma più concentrata di cocaina, chiamata crack12; il crack, a differenza della cocaina, può essere assunto in modo più agevole. Le anfetamine sono state scoperte nel 1887 e, nonostante la diversa struttura chimica, gli effetti psicoattivi di queste sostanze sono uguali a quelli della cocaina. La cocaina e le anfetamine agiscono sul sistema nervoso impedendo alle cellule presinaptiche il riassorbimento della dopamina che permane più a lungo nella fessura sinaptica stimolando più a lungo il neurone post- sinaptico; la cocaina può influire sul riassorbimento di neurotrasmettitori come di noradrenalina e serotonina.

Le sostanze a base di alcol atilico (es. vino, birra, acquavite, liquori, sidro) sono diffuse e tollerate dalla società, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità le considera a tutti gli effetti droghe. L’alcol è spesso sottovalutato; uso/abuso di questa sostanza, considerata giuridicamente legale, può portare alla dipendenza e causare patologie, incidenti, traumi gravi, turbe mentale e del comportamenti. Fino a pochi anni fa si pensava che l’etanolo provocasse alterazione nei lipidi di membrana permettendo un aumento della fluidità della

8 SALVINI A., TESTONI I. e ZAMPERINI A., Droghe. Tossicofilie e tossicodipendenza, UTET, Torino, 2002.

9 Sostanza isolata nel 1805 dal tedesco Friedrich Serturrner che l’ha così chiamata in onore di Morfeo, dio greco del sonno e dei sogni

10 Sostanza semi-sintetica ricavata dalla morfina il cui nome deriva dalla parola tedesca horoisch che significa energico, eroico. Nel 1898 la Bayer l’ha immessa nel mercato con l’intenzione di sostituire la morfina con una sostanza che non provocasse dipendenza. Quando viene assunta l’organismo la trasforma in morfina. L’eroina è più liposolubile della morfina e attraversa la barriera ematoencefalica più velocemente. 11 Sostanza scoperta dalla ditta Hoechst nel 1945 mentre conduceva ricerche per ottenere spasmolitici simili all’atropina.

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membrana, studi recenti hanno invece dimostrato che l’etanolo, al pari delle altre sostanze, agisce sui recettori di neurotrasmettitori.

I derivati della canapa o cannabis13 contengono dosi diverse di tetraidrocannabinolo (THC) e gli effetti dipendono dal quantitativo assunto. Il THC altera le percezioni sensoriali del soggetto inducendo senso di benessere