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La memoria collettiva

“Senza paesaggio saremmo privi di memoria, privi di un elemento essenziale di ciò che orma

1.3 La memoria collettiva

identità fa parte integrante il sentimento del passato” 17. E’ un ricordo condiviso che

contiene i ricordi e le sensazioni e le emozioni di un gruppo di persone legate ad un avvenimento o ad un trascorso del passato, non necessariamente vissuto in prima persona e rappresenta ciò che resta della nostra storia passata e che tramandiamo alle nuove generazioni. Per questo motivo è legata sia al presente che al passato, e per mezzo del ricordo riesce a restituire un fatto assente all’esperienza collettiva e a garantirle una continuità temporale. Essa è “il presente del passato” 18.

1.3.1 Memoria collettiva e storia

La memoria collettiva produce quindi attraverso le sue manifestazioni materiali e simboliche diverse storie, ma è bene sottolineare che i due termini (memoria e storia) non sono minimamente sinonimi, anzi “tutto le oppone. La memoria è sempre in evoluzione, soggetta a tutte le utilizzazioni e manipolazioni; la storia è la ricostruzione, sempre problematica e incompleta, di ciò che non c’ è più. Carica di sentimenti e di magia, la memoria si nutre di ricordi sfumati; la storia, in quanto operazione intellettuale e laicizzante, richiede analisi e discorso critico. La memoria colloca il ricordo nell’ ambito del sacro, la storia lo stana e lo rende

17

Nora P., Les Lieux de Mémoire, Gallimard, Parigi, 1984-1992

18

Ricoeur P., AXR^aSPaTSX\T]cXRPaT_TaS^]PaT;zT]XV\PST[_PbbPc^, Il Mulino, Bologna, 2004

memoria storia luogo

della memoria

prosaico”19. La memoria collettiva rappresenta quindi la vita, come un fenomeno

sempre attuale, come un qualcosa di affettivo e quasi incantato, legata così tanto ai ricordi da risultare talvolta priva di dettagli. E’ il prodotto di un gruppo o più gruppi di individui e si può immaginare come la storia vissuta nel tempo. La storia invece, incarnando il passato, rappresenta la “forma scientifica”20 della memoria:

tra loro ci possono essere delle intersezioni, ma quasi mai vi è una corrispondenza o una coincidenza totalitaria, poiché la memoria ha “un’innata tendenza a confondere la storia con il mito”21 e molto spesso una loro fusione errata può dare

origine alla tradizione. La ricerca storica sta quindi alla base di tutte le diverse forme di memoria, che a loro volta selezionano i dati ed interpretano quanto accaduto. La memoria collettiva viene quindi considerata non come un fine, ma come un mezzo per un futuro migliore. Secondo il detto latino “Historia vero testis

cT\_^ad\ [dg eTaXcPcXb eXcP \T\^aXPT \PVXbcaP eXcPT ]d]cXP eTcdbcPcXb”22 ( trad. it.

La storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità) è inevitabile che dimenticando il passato, si ripetano gli stessi errori, occorre invece tenere viva la memoria storica da una generazione all’altra perché il passato non si ripeta due volte nello stesso modo. Secondo Freud, il ricordare è sempre un rivivere, viceversa la rimozione di un ricordo, rende più difficile che il fatto storico si ripeta due volte allo stesso modo, per quanto, se associato da alcune persone ad un altro ricordo individuale e non rimosso potrebbe, accadere che dall’inconscio tenda ad emergere nella memoria collettiva. Pur appartenendo a tutti gli individui ed avendo quindi un carattere che la rende universale, la storia è ancorata solamente alla continuità temporale e all’evoluzione, al contrario della memoria che, nella sua molteplicità, si radica nel concreto, nelle immagini e soprattutto nello spazio. Entrambe, però, contribuiscono alla costruzione di luoghi della memoria. “Tempo storico e tempo presente, tempo puro delle rovine e tempo delle macerie, tempo del ricordo e tempo della memoria convivono infatti e si sedimentano nei luoghi”23. Ogni luogo

è quindi un contenitore di storia. “Ma la storia non è mai identica, non si ripete, e porta l’impronta sempre diversa del popolo e della cultura che l’ha plasmata. Per questo motivo ogni luogo significativo, di fronte a cui il viaggiatore si ferma stupito, porta in sé il sigillo della storia”24 e il paesaggio di quel luogo ne rappresenta il

linguaggio e l’immagine portatrice di significato.

19 Nora P., Op. cit. 20 Le Groff J., Op. cit. 21

Idem

22

Cicerone, De Oratore, II, 9, 36

23

De Maio F., 2^]XccX, in Strategie della memoria, Aracne, Roma, 2014

24

Combinando i termini di memoria collettiva e storia, Pierre Nora25, storico

francese della prima metà degli anni ‘80, ha coniato il concetto di luogo della

memoria, definendolo “una unità significativa, d’ordine materiale o ideale, che la

volontà degli uomini o il lavorio del tempo ha reso un elemento simbolico di una qualche comunità […] Il luogo della memoria ha come scopo fornire al visitatore, al passante, il quadro autentico e concreto di un fatto storico. Rende visibile ciò che non lo è: la storia […] e unisce in un unico campo due discipline: la storia appunto e la geografia”26. Si tratta di spazi in grado di stabilire e generare connessioni emotive

che legano esperienze o fatti significativi del passato appartenuti o accaduti in quel luogo a gruppi eterogenei di persone, come dei contenitori di memorie e ricordi. In questi luoghi ,costituiti da elementi materiali o puramente simbolici, una comunità o una intera società può riconosce se stessa e la propria storia, consolidando in questo modo la propria memoria collettiva. E’ possibile classificare i luoghi della memoria secondo tre tipologie differenti: i luoghi simbolici, i luoghi funzionali ei luoghi materiali. I primi sono principalmente astratti, come date o anniversari, e rievocano periodicamente episodi importanti per la collettività, come per esempio la fondazione di una nazione; i luoghi funzionali invece sono rappresentati da libri, diari collettivi, autobiografie, film e rappresentazioni teatrali che ricordano un evento. I luoghi materiali, infine, sono spazi, più o meno delimitati, dove prevale la relazione tra la memoria collettiva e la storia come musei, piazze, archivi, biblioteche, monumenti e paesaggi. Essi “contribuiscono alla fondazione dell’identità nazionale e hanno anche una funzione pedagogica, nel momento in cui, gettando luce sul passato, hanno il compito di istruire le generazioni future”27.

In questa ricerca ci occuperemo dei luoghi commemorativi, un gruppo ristretto di luoghi materiali. Si tratta di brani di paesaggio capaci di creare e stabilire delle connessioni con le esperienze e gli eventi storici significativi legati a quel determinato luogo, andando a toccarne le emozioni, l’immaginario e la memoria di chi li ha vissuti o si sente legato a essi, grazie a “una eccedenza semantica, che renda possibile una metamorfosi delle attribuzioni di significato”28. Questi luoghi non

hanno delle caratteristiche ben determinate: possono essere spazi ridotti, luoghi simbolici, aree circoscritte o estesi paesaggi, a seconda della memoria collettiva che li investe e ai linguaggi che li costituiscono. Ci si confronta, dunque, con una varietà considerevole di tipologie di luoghi , che di volta in volta rappresentano differenti modalità di elaborazione e messa in scena della memoria collettiva,

25 Nell’opera in 7 volumi da lui curata e intitolata Les Lieux de Mémoire. 26

Nora P., Les Lieux de Mémoire, Gallimard, Parigi, 1984-1992

27

Nora P., Op. cit.

28 Binder B., Luogo della memoria, in Pethes N., Ruchatz J., 3XiX^]PaX^ST[[P<T\^aXPTST[aXR^aS^,

Mondadori, Milano, 2002