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Il mercato del lavoro ∗

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 139-142)

Grafico 3.13 Croceristi nei porti di alcune isole mediterranee, 2007, migliaia

4. Il mercato del lavoro ∗

4.1 Introduzione

Questo capitolo del Rapporto analizza l’andamento del mercato del lavoro sardo nel periodo 1993-2007. Abbiamo diviso il nostro studio in tre sezioni per studia- re congiuntamente gli indicatori principali oggetto di analisi e per cercare di co- gliere separatamente i diversi aspetti che caratterizzano il funzionamento del mercato. In questa ottica proponiamo sia analisi classiche del mercato del lavoro che stime del tasso di disoccupazione ottenute con metodologie basate sulle probabilità di transizione tra i diversi stati e valutiamo la capacità informativa di questi risultati nello spiegare le dinamiche in atto a livello nazionale ed isolano.

Nella sezione 4.2 conduciamo un’analisi classica del mercato del lavoro de- scrivendo gli andamenti nel tempo del tasso di attività, di occupazione e di di- soccupazione per la Sardegna e per le altre aree di confronto, ovvero Mezzo- giorno e Italia. Analizziamo dunque sinteticamente l’andamento della distribu- zione settoriale dell’occupazione, per passare poi ad un’analisi di genere, con particolare attenzione al settore dei servizi.

Nella sezione 4.3 approfondiamo un argomento di particolare interesse su cui verte il dibattito attuale, ovvero i fattori che determinano l’effettiva costante riduzione del tasso di disoccupazione. Per gli ultimi quattro anni a disposizione analizziamo con molta attenzione l’andamento del tasso di inattività e scompo- niamo questo tasso nelle sue due componenti principali: la componente demo- grafica e quella legata allo scoraggiamento degli individui che non cercano atti- vamente lavoro. In questa sezione valutiamo la capacità di assorbimento occu- pazionale confrontando le unità di lavoro e gli occupati, ponendo l’attenzione sulla qualità dell’occupazione creata.

Nella quarta sezione analizziamo invece l’andamento del tasso di disoccupa- zione ottenuto nell’ambito di uno schema di flusso del mercato del lavoro, in cui il tasso di separazione e di ottenimento del lavoro sono le determinanti fon-

Il capitolo è stato curato da un gruppo di lavoro coordinato da Giovanni Sulis e composto da Margherita

Meloni. Queste ultime hanno curato le sezioni 4.2 e 4.3, mentre Giovanni Sulis ha curato la sezione 4.4. Dimitri Paolini ha scritto la sezione 4.5 e Adriana Di Liberto ha curato il policy focus alla fine del capitolo.

damentali del tasso di disoccupazione. Approfondiamo dunque la nostra analisi valutando meglio i processi di transizione tra le diverse forme contrattuali con particolare riferimento al part-time e ai contratti temporanei. Ancora una volta l’analisi è condotta confrontando la Sardegna con Italia e Mezzogiorno. Chiu- diamo questa sezione focalizzando la nostra attenzione sui diversi processi di transizione dividendo il nostro campione per genere, classe d’età e titolo di stu- dio.

Il capitolo si chiude con alcuni approfondimenti su tematiche relative al mercato del lavoro. Nell’ultima sezione, discutiamo il problema del mismatch tra qualifiche universitarie domandate e offerte nel mercato; mentre un Box illu- stra la confrontabilità tra i risultati ottenuti per il tasso di disoccupazione nelle sezioni 4.2 e 4.4. Un policy focus infine illustra il ruolo della discriminazione di genere nella determinazione degli esiti differenziali tra uomini e donne nel mer- cato del lavoro.

4.2 La dinamica del mercato del lavoro: analisi classica

4.2.1. Gli andamenti temporali dei principali indicatori

L’analisi del mercato del lavoro sardo condotta in questa sezione si basa sulla rilevazione continua delle forze di lavoro (FdL) condotta dall’ISTAT. Come noto, negli ultimi 15 anni il sistema di rilevazione è stato più volte modificato per un adeguamento al processo di armonizzazione promosso dall’Eurostat nell’ambito di una maggiore comparabilità delle statistiche internazionali sul mercato del lavoro. La revisione più rilevante è stata realizzata nell’ottobre 1992, anno in cui è stata introdotta la rilevazione continua delle forze di lavoro che prevede lo svolgimento di un’indagine armonizzata da effettuarsi durante tutte le settimane dell’anno79. Per questo motivo, le serie storiche riportate in

questo capitolo si riferiscono al periodo 1993-2007. Tale periodo di tempo è sufficientemente esteso per analizzare le dinamiche di medio periodo in atto nel mercato del lavoro. La possibilità di disaggregazione del dato a livello territo- riale ci permette inoltre di calcolare, e quindi confrontare, i principali indicatori anche per l’Italia e il Mezzogiorno. Nei grafici seguenti riportiamo i tre rapporti classici per l’analisi del mercato del lavoro:

79 Per ulteriori approfondimenti sulle differenze più significative tra la rilevazione trimestrale e quella

continua delle forze di lavoro si veda il “13° Rapporto sull’Economia della Sardegna” a cura del CRENoS e “La Rilevazione sulle forze di lavoro: contenuti, metodologie e organizzazione”, ISTAT, 2006.

¾ tasso di attività: forze di lavoro (occupati e disoccupati) su popolazione dai 15 anni in su;

¾ tasso di occupazione: occupati su popolazione in età di lavoro (convenzional- mente compresa tra i 15 e i 64 anni);

¾ tasso di disoccupazione: disoccupati su forze di lavoro.

È bene rilevare che le modifiche principali nei metodi di rilevazione e nella classificazione degli individui partecipanti all’indagine sono riferite alla defini- zione di occupato e disoccupato, in particolare al ruolo che ha la ricerca attiva di lavoro nella definizione di status di disoccupato. Alla luce di queste considera- zioni passiamo dunque ad analizzare i dati.

Nel grafico 4.1 riportiamo il tasso di attività. Questo rappresenta un indicato- re di partecipazione al mercato del lavoro, ed è quindi il più importante stru- mento per valutare la capacità attrattiva del mercato del lavoro sulla popolazio- ne in età di lavoro. Come possiamo notare dal grafico, il tasso di attività in Italia è sostanzialmente crescente nel periodo di riferimento. Dopo una leggera fles- sione nel periodo 1993-1996, questo tasso sale costantemente arrivando a sfio- rare il 50% nel 2003. Rileviamo tuttavia una riduzione rilevante negli ultimi an- ni.

L’andamento del tasso di attività in Sardegna mostra ugualmente un trend positivo. Dopo la brusca flessione nel 1996, il tasso cresce costantemente per arrivare, al 2005, al valore nazionale, pari al 48%. Anche per la Sardegna rile- viamo tuttavia negli ultimi anni un’importante flessione, delle cui cause ci oc- cuperemo nel dettaglio nelle prossime sezioni.

Il dato per la Sardegna è relativamente incoraggiante, soprattutto se con- frontato con il Mezzogiorno. Per questa area osserviamo infatti un tasso persi- stentemente sotto il 45%, che è il valore minimo registrato nel 1996 per la Sar- degna. Infine, per il Mezzogiorno registriamo una drastica riduzione della parte- cipazione negli ultimi anni ed un’impressionante divaricazione rispetto al dato nazionale.

I segnali parzialmente positivi evidenti nelle dinamiche di medio periodo appena discusse non possono tuttavia nascondere le difficoltà degli ultimi anni. Mentre a livello nazionale la caduta del tasso di attività dal 2003 al 2005 è ac- compagnata da una successiva ripresa, questo non è vero per Sardegna e Mez- zogiorno, che negli ultimi anni mostrano evidenti segnali di crisi con una ridu- zione costante delle forze di lavoro. I dati finora analizzati non consentono di capire cosa sia effettivamente successo. Nelle sezioni successive mostreremo invece che dietro questa preoccupante caduta del tasso di attività ci sono sia fattori strutturali di invecchiamento della popolazione, che fattori contingenti di scoraggiamento della forza lavoro.

Grafico 4.1 Tasso di attività

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