3. Metodi della ricerca
3.4 Metodi dell'archeologia del paesaggio
Il dato archeologico ha ovviamente primaria importanza nello studio del paesaggio antico. Le ricognizioni di superficie (survey) e il successivo studio dei materiali raccolti costituiscono il principale strumento messo a punto dagli archeologi per lo studio dei paesaggi archeologici su scala territoriale ampia. A partire dai primi anni '70 questa metodologia è stata largamente impiegata in molte aree del Mediterraneo per indagare il popolamento antico anche a livello diacronico18.
Insieme alla verifica sul campo, notizie importanti circa una possibile esistenza di resti archeologici o attività economiche che in passato venivano praticate nella zona indagata si ricavano dall'esame della cartografia storica e dalla toponomastica.
Lo studio del materiale archeologico proveniente da recuperi occasionali19, scavi di
18 Per la manualistica di riferimento su questa metodologia cfr. in part. Banning 2002; Cambi Terrenato 2006. 19 I materiali frutto di recuperi occasionali riguardano i siti di Visco e Cervignano Pradulin (cfr. infra Appendice
emergenza20 e ricognizioni di superficie mirate21 è stato parte integrante e fondamentale della ricerca, in quanto ha permesso di ampliare il numero di contesti e ha fornito in diversi casi elementi importanti per chiarire la cronologia dei siti.
3.4.1 Ricognizioni di superficie ad alta intensità
Le ricognizioni di superficie hanno interessato due siti già noti grazie alle precedenti ricerche (Pozzuolo Cjastiei e Canale Anfora) al fine di accrescere la quantità e la qualità dei materiali da studiare; identificare le aree con maggiore densità insediativa; indagare nel dettaglio la possibile estensione dell'insediamento; verificare sul campo la natura di tracce precedentemente identificate da foto aeree e immagini satellitari22. La metodologia adottata ha dovuto tenere conto dell’alto numero di frammenti presenti in aratura (soprattutto a Canale Anfora), che raggiungeva, nell’area di maggiore concentrazione, una densità pari a 20-30 frr./m²: si è deciso, pertanto, di limitare la raccolta a frammenti selezionati, ossia gli orli e le pareti dotate di decorazioni e gli elementi da presa. Oltre ai materiali ceramici sono stati raccolti tutti gli altri materiali presenti nell’area (litici, ossei, fittili non vascolari e metallici). La strategia di ricognizione ha previsto due fasi successive, la prima di individuazione dell’area da campionare e una seconda di posizionamento e raccolta di tutti i frammenti ceramici significativi e degli altri materiali, secondo una metodologia già utilizzata in altri progetti di ricognizione intensiva23.
Tutta l’area interessata dalla frequentazione antropicaè stata suddivisa in unità definite UT (Unità Territoriali), che coincidevano con l’estensione dei campi coltivati. La prima fase ha dunque previsto la descrizione delle singole UT e quella delle caratteristiche principali del terreno al momento della ricognizione (stato di lavorazione, dimensione delle zolle, umidità del suolo), eventuali notizie raccolte sul luogo ricavate dai proprietari dei campi e la presenza di tracce di elementi relitti del paesaggio antropico e naturale.
20 I materiali ricavati da scavi di emergenza o controlli riguardano i siti di Coderno di Sedegliano e Tapogliano (cfr. infra Appendice I, rispettivamente siti nn. 5 e 27).
21 I siti indagati tramiti ricognizione di superficie condotte nell'ambito del seguente lavoro sono Pozzuolo Cjastiei e Canale Anfora (cfr. infra Par. 3.4.1 e Appendice I, rispettivamente siti nn. 12 e 65).
22 Le ricognizioni sono state effettuate nell'ambito di un laboratorio sull'archeologia dei paesaggi organizzato da chi scrive in collaborazione con la Dott.ssa Susi Corazza, tenutosi presso l'Università di Udine (coordinamento prof.ssa Elisabetta Borgna). Alle ricognizioni e al successivo studio preliminare dei materiali (lavaggio, siglatura, inventario) hanno partecipato diversi studenti dell'Università di Udine che ringrazio. 23 Cfr. in part. i progetti di ricognizione in area padana: v. ad es. Mancassola 2006.
Le singole UT sono state percorse in senso bustrofedico, mantenendo una distanza di circa 15 m tra un ricognitore e l’altro. In questa fase preliminare sono stati raccolti alcuni frammenti ceramici significativi per verificare se esistessero più concentrazioni di materiali e se vi fossero differenze cronologiche immediatamente percepibili nei materiali di superficie24. Circa il grado di visibilità dei siti indagati, questo si è presentato buono in entrambi i casi, in quanto le zolle erano generalmente di piccole-medie dimensioni e i manufatti si presentavano ben visibili a causa delle piogge cadute nei giorni precedenti.
Una volta individuata e delimitata l’area in cui affioravano manufatti in superficie, si è proceduto al campionamento sistematico attraversando le singole UT in senso bustrofedico e raccogliendo i materiali selezionati che venivano via via posizionati mediante l’utilizzo di un GPS palmare25. Si è deciso di mantenere una distanza pari a circa 1 m tra un ricognitore e l’altro per ottenere una raccolta quanto più completa dei frammenti presenti in superficie.
3.4.2 Studio crono-topologico dei materiali
Lo studio dei materiali ha rappresentato una parte importante della ricerca. Oltre a quelli raccolti nel corso delle ricognizioni di superficie effettuate nei siti di Pozzuolo Cjastiei e Canale Anfora, è stato possibile visionare e studiare altri contesti individuati in passato nel corso di interventi di emergenza e controlli archeologici (Coderno di Sedegliano, Tapogliano), ma anche di recuperi occasionali (Visco, Cervignano Pradulin) e scavi di ricerca (Savalons). Lo studio dei materiali ha contemplato la suddivisione dei principali tipi di impasto in base al riconoscimento autoptico, la classificazione tipologica dei materiali e l'istituzione di confronti significativi, con un occhio di riguardo per i complessi dell'età del bronzo della regione. Per tutti gli altri siti inclusi nell'Appendice I sono stati utilizzati dati tratti in primo luogo da dalla documentazione edita, nonché da esperienze di ricerca condotte da gruppi di ricerca universitari, ditte archeologiche e singoli appassionati. E' stato possibile, in particolare, visionare e utilizzare molti dei materiali raccolti sul campo dall'Università di Udine a partire dalla fine degli anni '9026; per la media e bassa pianura i dati sulla cultura materiale sono stati
24 Gli indicatori selezionati sono stati gli orli e le pareti dotate di elementi decorativi e gli elementi da presa. 25 Il GPS palmare Garmin® 60CSX con errore di posizionamento stimato tra 1 e 3 m.
26 Si tratta di siti di Variano (cfr. infra Appendice I, B7), Galleriano (cfr. infra Appendice I, B10), Sedegliano (cfr.
in larga parte tratti dal particolareggiato studio di Giovanni Tasca27; le informazioni sui siti, inoltre, sono state desunte dalla Carta Archeologica28.
3.4.3 Studio della cartografia storica
Lo spoglio della cartografia storica ha permesso di individuare due carte di estremo interesse per l'archeologia della protostoria friulana. La prima è la “Carta Topografica-geometrica
militare del Ducato di Venezia”, che venne rilevata in scala 1:26000 tra il 1801-1805 sotto la
direzione di Anton Von Zack e recentemente riscoperta29. Oltre a possedere un buon dettaglio nella resa grafica, questa carta è di notevole importanza in quanto vengono rappresentati con un'apposita simbologia molti alti morfologici, alcuni dei quali riferibili a tumuli preistorici presenti nell'alta pianura e a strutture difensive arginali dei castellieri successivamente spianati in seguito ai riordini fondiari della seconda metà del '900.
La seconda carta storica di una certa rilevanza è costituita dalla Carta Topografica del regno Lombardo-Veneto che, per il buon dettaglio della carta (in scala 1:36.800) e la resa grafica, fornisce informazioni rilevanti e utili termini di confronto riguardo alle forme del paesaggio, all'idrografia, all'utilizzo del suolo e alla presenza antropica30.
3.4.4 Ricerca toponomastica
Questo studio ha utilizzato alcuni studi toponomastici pregressi sulle forme toponomastiche regionali, mentre la maggior parte delle verifiche sono state compiute direttamente su un catalogo informatizzato delle forme toponomastiche presenti nelle prime levate delle tavolette IGM31. La ricerca si è concentrata sulle forme che possono segnalare elementi caratterizzanti l'antico paesaggio naturale o antropico come gli idronimi lavia, roggia, rio o quelli che rivelano particolari attività economiche caratteristiche del luogo come Pascùt e
Braida, che segnalano l'esistenza in passato di attività connesse alla pastorizia, molto diffusa
27 Tasca 2011-2012.
28 Carta Archeologica 1992; Carta Archeologica 1995. 29 Rossi 2005.
30 v. Carta Lombardo-Veneto 1833.
31 Cfr in part. Desinan 1982 e v. anche Buligatto 2006. e toponomastica nelle tavolette IGM Tavolette Topografica 1:25.000 IGM serie 25V edizione anno 1950.
soprattutto nella fascia tra alta e media pianura udinese fino ai primi del '90032.
Altre forme di particolare interesse sono infine quelli che fanno diretto riferimento a possibili insediamenti fortificati antichi (castellieri) quali Cjastelir, Castellerio, Cjasteon e le speculari forme mutuate dalle lingue slave Grad, Gradine, Gradisca, Gradiscje, nonché sulle forme che si riferiscono a possibili elementi strutturali antichi come Mùtare de Fuesse, Muttera per i terrapieni o a strutture a tumulo nelle forme e Tombe, Tùmbare, Tombuttis, Mùtare.