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CAPITOLO QUARTO

4. Legame tra le performance economiche, energetiche, ambientali ed occupazionali delle misure di efficientamento energetico

4.1 Metodologia per la valutazione ricadute occupazionale

Al fine di valutare gli impatti delle misure individuate nel piano energetico regionale si è proceduto con due differenti tipi di approccio riassunte in figura 4-4.

Il primo, definito Top-Down, basa la sua valutazione su stime a livello nazionale riportate al caso regionale con i dati macro socio-economici del Friuli Venezia Giulia senza tenere conto della reale strutturazione delle attività industriali ed economiche del territorio; tiene conto soltanto delle politiche europee e nazionali, trascurando quelle regionali del P ER: tale analisi `e utile per una stima preliminare delle ricadute occupazionali.

La presente proposta si pone come necessaria integrazione del PER regionale valutandone le ricadute occupazionali delle misure indicate.

Figura 4.4: schematizzazione della metodologia utilizzata.

Nello studio dell’ENEL si rileva come gli effetti dell’elevato costo dell’energia figura 4.2 e della forte dipendenza energetica dall’importazione figura 4-5 uniti all’elevata conoscenza tecnologica, predispongano positivamente l’Italia alle tematiche di efficientamento.

Figura 4.5: prezzi finali dell’energia di alcuni stati europei (fonte Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, 2013).

La Dipendenza Energetica dalla importazione come si evidenzia fino al 2013, ma negli ultimi anni con la richiesta urgente dalla Unione Europea per usare energie rinnovabili apre un nuovo scenario per la ricaduta occupazionale che contribuisce allo sviluppo sostenibile e allo stesso modo a che circule l’economia con l’uso delle risorse eco-ambientali.

Ciò `e giustificato dal fatto che la spinta prima dell’efficientamento `e quella della convenienza economica, condizione necessaria al fine di rendere fattibile un intervento: le previsioni effettuate dall’ENEL portano infatti a uno scenario potenziale di crescita del PIL compreso tra il 2% e il 4%. Le stime sui nuovi occupati a livello nazionale si attestano

Figura 4.6: tonnellate equivalenti di petrolio importate per abitante (fonte Eurostat).

4.2 Analisi delle ricadute occupazionali delle misure di efficientamento in italia.

IL potenzialmente è attorno a 460.000 unità lavorative annuali (ULA) all’anno fino al 2020. Nello studio vengono evidenziate le barrire non economiche che rendono difficoltosa la diffusione delle tecnologie con investimenti a breve termine:

1. la complessità`, l’incertezza e l’inadeguatezza amministrativa, normativa e regolatoria; 2. le barriere culturali, relativa alla mancanza di una “cultura all’efficientamento”; 3. l’assenza di un approccio di sistema.

Risulta quindi indispensabile porre l’efficienza energetica al centro di un concreto dibattito istituzionale, che assieme all’abbattimento delle barriere culturali, sia una leva strategica per l’efficientamento. Inoltre nel definire le politiche a sostegno dell’efficienza energetica `e necessario tenere conto, ove possibile, della loro “italianità ”, che nel caso dello studio in esame si traduce nella radicazione del livello di occupazione nel territorio regionale.

Lo studio effettuato dal gestore dei servizi energetici GSE e focalizza l’attenzione sulle sole ricadute occupazionali, con esclusione degli aspetti economici ed ambientali, separando gli ambiti dell’efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili spesso senza precisare le differenze tra i due ambiti. La metodologia sviluppata prevede un approccio a matrici che permette di stimare gli impatti economici ed occupazionali, classificando le ricadute secondo due criteri di seguito riportati. Una prima classificazione `e fatta a seconda del tipo di ricaduta su cui la misura di efficientamento va ad incidere:

1. ricadute dirette, quelle derivanti dagli addetti direttamente occupati nel settore; 2. ricadute indirette, quelle correlate agli addetti della filiera della fornitura;

3. ricadute indotte, quelle derivanti dall’aumento del reddito nell’intera economia a causa delle ricadute specificate nei punti 1 e 2.

Una seconda classificazione `e prevista a seconda dell’orizzonte temporale dell’impatto della misura di efficientamento:

1.ricadute permanenti, quelle dovute all’esercizio e alla manutenzione dei nuovi impianti; 2. ricadute temporanee, quelle dovute alla progettazione e messa in opera degli impianti.

(a) ricadute occupazionali temporanee. (b) ricadute occupazionali permanenti

Figura 4.7: ricadute occupazionali stimate per il 2015 per l’Italia (fonte GSE).

Ma metodologia è effettuata con modalità black box cioè generica. L’indagine delle ricadute non entra nel merito deli processi e delle attività e dunque delle misure applicative, rendendo la valutazione generica e con evidenti limiti tecnici.

4.2.1 Analisi generale quantitativo e qualitativodelle ricadute occupazionali delle misure di

efficientamento

Per la presente analisi si assumono come ufficiali i dati riportati nello studio del GSE con i limiti e accorgimenti individuati dal GSE stesso: i limiti di applicazione regionali (che verranno specificati successivamente).

Le matrici intersettoriali vengono aggiornate dall’ISTAT ogni 5 anni. Per questo motivo l’utilizzo diretto di dette matrici `e a volte soggetto a critiche in merito alla loro scarsa agilità. Tuttavia i rapporti di interdipendenza tra i settori economici di un Paese si muovono molto lentamente (il che giustifica il fatto che l’ISTAT non procede all’aggiornamento annuale). Se le matrici possono non essere lo strumento più adatto per elaborare scenari di lungo e lunghissimo termine, lo sono invece per analizzare lo status quo (infatti sono vastamente utilizzate a questo scopo a livello internazionale)

Altro elemento di attenzione riguarda la quota di import per componenti e servizi relativi agli impianti installati. Le matrici già includono al loro interno valori e coefficienti che tengono conto della quota di import nei vari settori, tuttavia non si può escludere che, in particolari sotto-settori di attività economica in cui l’import `e elevato (es. fotovoltaico), tale quota possa essere sottostimata. Per ovviare al problema sono stati utilizzati i dati rilevati dall’ISTAT nell’ambito dell’indagine PRODCOM sul commercio internazionale. Per quanto riguarda la quota di export oltre ai dati di letteratura saranno raccolte informazioni direttamente dagli operatori del settore.

Un’altra difficoltà deriva dal fatto che, tra i settori produttivi in cui la matrice delle interdipendenze settoriali classifica le attività economiche, non sono presenti settori che siano esplicitamente responsabili della

produzione di tecnologie a FER. Per superare il problema si `e modellizzato il settore oggetto di analisi (ad esempio il fotovoltaico) come se fosse un ulteriore settore (sessantaquattresimo) che acquista gli input di cui necessita (per esempio, vetro, alluminio, materiale elettrico, etc.) dai settori già esistenti (fabbricazione dei prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi, fabbricazione di prodotti in metallo, etc.).

4.2.2 Indicatori dei dati Nazionali

I dati indicati, unitamente ai costi d’investimento e di manutenzione stimati, sono stati parametrizzati per mezzo del numero di abitanti o del PIL Italiano in modo da ottenere un valore specifico. Infine i valori specifici delle ricadute sono moltiplicati per la popolazione friulana e il PIL al fine di ottenere una stima preliminare dei benefici di tali ricadute: Tali stime sono affette da errori riconducibili al fatto che le stime sono proporzionali al numero di abitanti e al PIL e non tengono conto della reale struttura socio economica

del territorio regionale.

In tabella 4-1 sono riportati gli impatti economici e occupazionali stimati con la parametrizzazione rispetto alla popolazione friulana, in figura 4.5 sono riportati i relativi grafici a istogrammi.

MEE FER

spese per gli investimenti

[mlne]

spese di esercizio e manutenzione

[mlne]

ricadute occupazionali [ULA]

temporanee permanenti

dirette indirette indotte dirette indirette indotte

fotovoltaico 10,6 21,9 43 31 31 146 114 133 eolico 13,9 5,6 66 72 72 44 31 36 idroelettrico 6,7 12,1 34 36 33 93 67 78 biogas 2,4 11,3 12 12 11 82 63 67 biomasse solide 1,5 13,9 7 8 7 55 24 36 bioliquidi 0,0 13,2 0 0 0 26 18 22 GEO 0,0 1,2 0 0 0 9 6 8

Tabella 4-1: ricadute economiche ed occupazionali stimate per il 2015 per il FVG (indicatori con rispetto alla popolazione).

In figura 4.6 riportati rispettivamente gli istogrammi delle ricadute occupazionali temporanee e permanenti.

Figura 4.6: ricadute occupazionali stimate per il 2015 per il Friuli Venezia Giulia (indicatori con rispetto alla popolazione).

la parametrizzazione rispetto al prodotto interno lordo del Friuli Venezia Giulia: in tabella sono riportati le ricadute occupazionali ed economiche.

MEE FER

spese per gli investimenti

[mlne]

spese di esercizio e manutenzione

[mlne]

ricadute occupazionali [ULA]

temporanee permanenti

dirette indirette indotte dirette indirette indotte

fotovoltaico 12,0 24,7 48 35 35 165 129 150 eolico 15,7 6,4 75 81 81 50 36 41 idroelettrico 7,6 13,7 38 41 37 105 76 88 biogas 2,7 12,7 14 14 13 93 71 76 biomasse solide 1,6 15,7 8 9 8 62 28 41 bioliquidi 0,0 14,9 0 0 0 30 20 24 GEO 0,0 1,3 0 0 0 10 7 8

Tabella 4-2: ricadute economiche ed occupazionali stimate per il 2015 per il FVG (indicatori con rispetto al PIL). Le ricadute occupazionali in Regione calcolate con la parametrizzazione rispetto al PIL sono maggiori del 10% di quelle calcolate con la parametrizzazione rispetto agli abitanti: tale fatto mette in risalto il favorevole rapporto tra il P IL e il numero di abitanti del F V G e dimostra la validità della stima.