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La misurazione della performance corretta per il rischio (RAPM)

2.2 L’allocazione del capitale

2.2.4 La misurazione della performance corretta per il rischio (RAPM)

RISCHIO (RAPM)

Si è così arrivati ad associare, a ciascun business unit, una misura del consumo di capitale sia preventivo (capitale allocato) che prospettico (capitale assorbito). Sarà adesso opportuno costruire una misura della performance del capitale, in quanto si è già ribadito l'importante legame esistente tra il patrimonio e la redditività. In primo luogo, infatti, la redditività del capitale costituisce il riflesso del grado di efficienza della banca e il requisito indispensabile per la sua capacità attuale e prospettica di incrementare le risorse patrimoniali. La redditività accresce la ricchezza degli azionisti poiché permette alla banca di distribuire dividendi, che rappresentano il rendimento di breve periodo per chi investe il suo denaro nella banca, nonché di aumentare ulteriormente il patrimonio mediante l'autofinanziamento, che rappresenta invece l'eventuale futuro accrescimento del capital gain spettante agli azionisti in caso di cessione delle azioni.

In secondo luogo, tale legame è rilevante in quanto, come sappiamo bene, la banca è tenuta a conseguire il massimo rendimento compatibile con la soglia dei rischi ritenuta accettabile e a cui è in grado di far fronte con un dato livello di patrimonio.

Coerentemente con quanto detto, si è sempre più perfezionato, all'interno degli istituti di credito, l'utilizzo di indicatori della redditività al fine di osservare la capacità di un'attività di produrre reddito e generare risorse. Recentemente, però, si è assistito al

58 graduale abbandono da parte delle banche dell'utilizzo dei tradizionali indicatori della redditività basati su dati contabili (Return on Equity, ROE e Return on investment, ROI), proprio perché essi non sono in grado di indicare correttamente la capacità di creare ricchezze, per varie ragioni tra le quali la loro incapacità di tenere conto delle diverse tipologie e gradazioni dei fattori di rischio, la loro matrice di misurazione contabile e non economica e l’orientamento al passato39. Si è perciò assistito al contemporaneo sviluppo di tecniche di misurazione che considerano esplicitamente la componente di rischio.

Per valutare correttamente un'attività bisognerebbe, infatti, considerare unitamente sia la sua redditività che la sua rischiosità, in modo da indirizzare la scelta verso l'attività che offre il rendimento più alto in base al rischio assunto. A tal proposito, infatti, la misurazione della performance corretta per il rischio ha un ruolo di importanza notevole ai fini dell'allocazione efficiente del capitale proprio, all'interno della banca. Il rendimento e il rischio sono le due facce della stessa medaglia ed entrambe possono essere valutate congiuntamente attraverso misure innovative della redditività corretta per il rischio, sempre più spesso utilizzate dagli intermediari finanziari per assumere correttamente le loro decisioni su come allocare il capitale nei vari segmenti della loro operatività.

Si parla, perciò, di Risk Adjusted Performance Measure (RAPM) per intendere alcuni indici usati per misurare la performance della banca corretta per il rischio, e sono espressive dell'ammontare di capitale che è necessario allocare per il singolo prodotto o per la singola area di attività. Essi propongono, di fatto, una misura della redditività corretta per il rischio di un'operazione, di un insieme coordinato di operazioni o di una business unit raffrontando il risultato economico (al netto delle perdite attese) 40 derivante da una certa combinazione produttiva con il capitale di rischio ad esso relativo. In altre parole, sono misure che sintetizzano il risultato di una data combinazione produttiva della banca sulla base sia del margine prodotto sia di una misura del rischio (generalmente il Capitale Economico associato alla business unit).

39

Per approfondimenti circa i limiti degli indicatori tradizionali fare riferimento a M.Di Antonio,

Creazione di valore e controllo strategico nella banca, op.cit. e M.Rutigliano, Analisi del bilancio delle banche, Egea, Milano, 2012.

40

Se si considera una singola operazione, il risultato economico è la differenza tra le componenti positive

di reddito (ad esempio, nel caso di un prestito, gli interessi ricevuti) e le componenti negative direttamente riferite all’operazione (per lo stesso esempio, i costi di finanziamento e le perdite su crediti attese). Se, invece, si considera un’intera unità operativa, il risultato economico è rappresentato dal margine operativo (MO) dato dalla differenza tra le componenti positive di reddito e tutti i costi variabili e fissi da imputare all’unità.

59 Esistono misure alternative dell'indicatore a seconda che l'aggiustamento per il rischio avvenga soltanto al numeratore (RAROC - Risk-Adgjusted Return on Capital), al denominatore (RORAC - Return on Risk-Adjusted Capital) o in entrambi i casi (RARORAC) dove, perciò, l'aggiustamento per tener conto delle componenti di rischio è effettuato sia per il rendimento che per il capitale41.

RAROC =

=

RORAC =

!

=

RARORAC =

!

=

Dove UT è l'Utile, UTr è la redditività corretta per il rischio (redditività necessaria alla copertura del rischio), C è il patrimonio e EC è il capitale corretto per il rischio (capitale allocato) 42.

IL RAROC

Più specificamente, il RAROC è la misura di performance calcolata come rapporto fra il rendimento atteso di un'attività aggiustato per i rischi e l’ammontare di capitale impiegato o richiesto per il suo finanziamento. Con il RAROC, valutando il tasso di ritorno di una certa attività aggiustato per la sua rischiosità, si può allocare il capitale considerando il suo costo più elevato per i business che comportano un rischio maggiore. Se un'area d'affari non è in grado di generare un rendimento corretto per il rischio almeno pari al suo costo del capitale, distrugge valore per l'azionista.

Il RAROC non serve solo a prevenire comportamenti eccessivamente rischiosi e a ottimizzare il profilo di rischio/ritorno dell’azienda, la sua importanza è chiaramente riconosciuta anche dagli stakeholders esterni, come le autorità di vigilanza, le agenzie di rating e gli stessi investitori, che assegnano un peso sempre maggiore all’utilizzo di

41

A.Resti, A. Sironi, Rischio e valore nelle banche, op.cit

42

Non si entrerà nell'analisi dei dettagli che differenziano tra loro le diverse misure di rendimento del

capitale ma si ragionerà solo sulla nozione di RAROC adottato come generico indicatore di rendimento del capitale a rischio.

60 solide metodologie di risk e value-based management. Molte banche che hanno adottato sistemi di misurazione e gestione della performance basata sul RAROC, infatti, hanno ottenuto interessanti benefici, in particolare, questi sistemi hanno di volta in volta portato ad incrementare la capacità di controllare i rischi, a modificare il portafoglio di business unit adottando un mix più efficiente e a migliorare la redditività attraverso politiche di lending e di pricing più consapevoli43.

La misura della redditività corretta per il rischio RAROC può essere stimato ex ante come rapporto fra utile atteso e capitale a rischio corrente (capitale allocato), e verificato ex post come quoziente tra utile effettivamente conseguito e capitale a rischio effettivamente registrato (capitale assorbito o utilizzato). La scelta di una delle due nozioni di capitale a rischio, o di un mix delle due, può incidere sulla misura del RAPM in modo significativo.

Osserviamo il caso in cui vengano presi in considerazione due business unit X e Y che hanno entrambe generato, nel corso dell'esercizio, un utile di 20 a fronte di un limite di capitale assegnato dal management pari a 100 (capitale allocato), tuttavia mentre per l'unità X l'effettivo utilizzo di capitale (capitale assorbito) è stato pari a 100, per l'unità Y esso è stato solo pari a 80. Come si vede dalla tabella 2.2, se si vuole calcolare il RAROC (inteso come rapporto tra Utile e Capitale Economico) per l'unità X esso sarebbe in ogni caso pari al 20%, mentre per l'unità Y sarebbe pari al 20% solo se si prende come riferimento (denominatore del RAROC) il capitale allocato, altrimenti sarebbe il 25% se si considera il capitale effettivamente assorbito dall'unità (80).

Tabella 2.2 BUSINESS UNIT X Y Utile prodotto 20 20 Capitale allocato 100 100 Capitale utilizzato 100 80 RAROC ex ante

(Utile / CaR allocato) *100 20% 20%

RAROC ex post

(Utile / CaR utilizzato)*100 20% 25%

Fonte: A.Sironi, F.Saita, La gestione del capitale e creazione di valore nelle banche, op.cit

43

E.Ginevra, D. Polo-Fritz, Gestione del credito e performance della forza vendita bancaria: l’utilizzo

61 Da un lato ricorrendo al CaR utilizzato si premia la più prudente unità Y in quanto ha generato il medesimo utile ma con un rischio inferiore e utilizzando minor capitale, però dall'altro lato, bisogna anche considerare che gli azionisti hanno messo a disposizione un importo di capitale pari a 100 ed è su tale importo che essi intendono essere remunerati, quest'ultimo aspetto spiega il ricorso al capitale allocato anziché quello utilizzato. Tuttavia è pur vero che non sarebbe corretto attribuire, a ciascuna unità, una misura di reddito obiettivo basata sul CaR allocato se tale quantità è fuori dal controllo dell'unità di business stessa (come avviene nel caso il cui il processo di allocazione fosse centralizzato secondo il meccanismo top down). Viceversa, se l'allocazione è il risultato di un processo decentrato (botton up) allora, il capitale a rischio allocato sarebbe una variabile controllabile dalle business unit e quindi sarebbe più opportuno, in questo caso, valutare l'unità utilizzando come riferimento il capitale allocato cercando quindi di responsabilizzare ciascuna unità operativa spingendola ad evitare di domandare più capitale del necessario. Quindi la scelta tra CaR allocato e utilizzato dipende dal grado di autonomia che le singole unità hanno nel determinare il capitale ricevuto. Comunque un compromesso potrebbe essere quello di fondare la misura sul capitale utilizzato, ma addebitando all'unità una sorta di penalizzazione per il capitale allocato e non sfruttato. Così, definendo p come la commissione di penalizzazione, la formula del RAROC diventa44:

RAROC =

" # $

%&&'(%)'

"

*)+&+,,%))'

-

*)+&+,,%)'

RAROC diversificato e non diversificato

Precedentemente abbiamo detto che quando a livello di banca nel suo complesso si aggregano business unit diverse, il consumo di capitale di ciascuna unità può diminuire grazie ai benefici della diversificazione e, quindi, il capitale a rischio complessivo risulta essere inferiore alla somma dei CaR individuali. Di conseguenza se consideriamo il punto di vista dell'Alta direzione, che valuta le diverse attività complessivamente tenendo conto di tutti i benefici da diversificazione, faremo riferimento al concetto, già introdotto, di capitale diversificato (DEC) e quindi la misura della performance corretta per il rischio da utilizzare sarà il RAROC diversificato. Tale prospettiva, invece, dovrà essere modificata qualora il RAROC sia costruito per valutare le performance dei

44

62 manager che guidano le singole unità e per assegnare loro premi ed incentivi, in questo caso, infatti, sarà opportuno utilizzare una misura di capitale economica non diversificata. I responsabili delle unità, di fatto, non sono in grado di influire sul grado di correlazione fra la propria redditività e quella delle altre unità di business. Per evitare quindi, di punirli o premiarli in base ad un effetto di diversificazione che non dipende dalle loro scelte, è necessario costruire misure di RAROC non diversificate (stand

alone), che considerano solo la diversificazione all'interno dell'unità di business

ignorando la diversificazione complessiva.

Riassumendo, se l'obiettivo è allocare in modo efficiente il capitale e valutare i vantaggi che la singola divisione può offrire all'intera banca, sfruttando l'effetto diversificazione, allora occorre considerare i RAROC diversificati. Se invece l'obiettivo è misurare i risultati delle singole divisioni per valutare la prestazione dei suoi responsabili, allora occorre basarsi sui RAROC stand-alone.

In qualsiasi caso abbiamo visto che le misure di risk-adjusted performance trovano applicazioni a svariati livelli (singole posizioni di rischio, portafogli, business unit o intera banca) e possono essere utilizzate dal management con varie finalità:

supportare le decisioni del management al fine di compiere le scelte più efficienti (in termini di pricing, di variazione del volume o del mix di attività, di entrata o uscita strategica da una determinata area d’affari) confrontando, ex ante il profilo di redditività corretta per il rischio di posizioni diverse45;

definire gli obiettivi di redditività, per le singole aree operative, ad un livello sufficiente tale da remunerare i rischi generati dalle stesse, individuando una sorta di combinazione rischio/rendimento che permetta la valutazione del contributo di ciascuna area al raggiungimento del risultato obiettivo di tutto l'intermediario;

costruire un sistema di incentivi basato, non su un semplice parametro di profitto, ma anche sul rischio connesso alla realizzazione di un determinato utile innescando, così, un meccanismo di efficace concorrenza tra le unità per vedersi allocare più capitale e dunque aumentare la propria capacità operativa, contribuendo nel complesso a produrre valore per l'intero istituto;

45

Per approfondimenti circa il ruolo della misura di risultato come supporto alle decisioni fare riferimento

63 confrontare, ex post, la performance di unità organizzative diverse per determinare quale di esse stia utilizzando al meglio il capitale che la banca le ha assegnato, e sia dunque meritevole di riceverne di più.