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Le misure dispensative sono previste dall’articolo 5 della Legge 170/2010. Nel punto 1 si afferma che «gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di

appositi provvedimenti dispensativi». Nel successivo punto 2b viene specificato

che le istituzioni scolastiche devono «garantire misure dispensative da alcune

prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere». Nel

D.M. 12 luglio 2011 si legge che «l’adozione delle misure dispensative è

finalizzata a evitare situazioni di affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti nei percorsi didattici individualizzati e personalizzati».

Indicazioni più concrete rispetto alle misure dispensative sono sviluppate nelle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni con DSA e nello specifico presentano le misure dispensative più idonee per le varie tipologie di disturbo.

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I risultati della ricerca sono pubblicati sul sito della Fondazione Giovanni Agnelli al seguente indirizzo http: www.fga.it/home

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Questi interventi di natura didattica garantiscono all’alunno con DSA il diritto a non svolgere alcune prestazioni che risultano a lui estremamente difficoltose, in relazione all’incidenza del disturbo sulla prestazione richiesta, e che non garantiscono un miglioramento dei livelli di apprendimento. L’adozione di misure dispensative non deve essere un percorso di facilitazione immotivata bensì deve caratterizzarsi come un intervento, individualizzato, mirato al successo formativo dello studente con DSA.

Rispetto alla Dislessia le misure dispensative indicate dalle Linee Guida prevedono l’eventualità di dispensare un alunno dalla lettura ad alta voce in classe, dalla lettura autonoma di parti di testo non idonee come lunghezza e difficoltà ai propri livelli di abilità e dalle attività che prevedono una valutazione in base alla prestazione di lettura. 293

Rispetto alla Disgrafia e Disortografia le misure dispensative indicate dalle Linee Guida prevedono la possibilità di concedere agli studenti con DSA tempi più lunghi per eseguire le prove di valutazione scritte oppure un numero ridotto di esercizi qualitativamente uguali. Rispetto alle difficoltà ortografiche è prevista la dispensa dalla valutazione della correttezza della scrittura ed eventualmente la possibilità di integrare una prova di verifica scritta con una prova di valutazione orale sui medesimi contenuti. 294

Rispetto alla Discalculia le misure dispensative indicate dalle Linee Guida prevedono l’attuazione di tempi più lunghi per le verifiche scritte o una riduzione quantitativa e non qualitativa degli esercizi. Per il calcolo mnemonico delle tabelline, così come per la memorizzazione di formule, è prevista la dispensa ed è prevista la possibilità di utilizzare tabelle, mediatori didattici e formulari. 295

Rispetto all’apprendimento delle lingue straniere sono previste dalle Linee Guida misure dispensative che possono prevedere l’esonero parziale dalla lingua scritta. In particolare gli studenti con DSA possono usufruire di adeguate riduzioni del carico di lavoro a scuola e a casa. In caso di disturbo grave è possibile dispensare in corso d’anno scolastico lo studente dalla valutazione nelle prove scritte e, in

293

Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di

apprendimento, p. 22 tratte da http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dsa

294

Ibidem

295

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sede di esame di Stato, sostituire con una prova orale quella scritta. Le modalità e i contenuti sono stabiliti dalla Commissione d’esame sulla base della documentazione fornita, nel Piano Didattico Personalizzato, dal Consiglio di Classe. L’articolo 6, comma 5, del D.M. 12 luglio 2011 prevede la dispensa dalle prestazioni scritte in lingua straniera nel caso in cui ricorrano tutte le seguenti condizioni:

- certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita

richiesta di dispensa dalle prove scritte;

- richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata

dalla famiglia o dall’allievo se maggiorenne;

- approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in

forma temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica. 296

La dispensa dalle prove scritte, se adottata, deve essere formalizzata nel PDP e sottoscritto dagli insegnanti e dai genitori. Per chiarire i percorsi che portano alla scelta di una misura dispensativa, come quella dallo scritto, si riporta uno schema relativo alla lingua straniera.

Diagramma 4.4 – Percorsi per l’eventuale dispensa

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Nello schema si evidenziano due fasi di intervento rispetto all’obiettivo di partenza che è la valutazione dello studente nella lingua inglese scritta e orale.

Se dopo un primo intervento di tipo abilitativo si riscontrano difficoltà, in questo caso nell’inglese scritto, si attua un intervento di potenziamento. Se le difficoltà permangono e non si raggiunge l’obiettivo si passa a un intervento di tipo compensativo, seguito eventualmente da attività di potenziamento.

Se anche in questo caso l’obiettivo è inaccessibile e le strategie adottate non garantiscono un miglioramento nei livelli di apprendimento si può intervenire dispensando lo studente e modificando in parte l’obiettivo personalizzando il suo percorso (dispensa dall’inglese scritto).

Nella situazione sopra illustrata il nuovo obiettivo sarà una somministrazione di prove di verifica solo orali che andranno indicate nel PDP.

Gli strumenti compensativi e le misure dispensative adottate devono essere soggetti a periodiche valutazioni rispetto alla loro efficacia didattica e possono essere eventualmente modificati. Gli insegnanti, in base alla Legge 170/2010 devono quindi individuare, in collaborazione con i clinici, l’alunno con DSA e la sua famiglia, le strategie più didattiche più efficaci per raggiungere gli obiettivi di classe in una logica che favorisca l’individualizzazione.

Rispetto a un argomento scolastico che non è interiorizzato, secondo le modalità didattiche comuni a tutta la classe mirate all’abilitazione, l’insegnante ha il dovere di attivare strategie di potenziamento, prevedendo interventi di personalizzazione didattica, di compensazione in un’ottica di individualizzazione e in caso di insuperabile difficoltà di dispensa.

Diagramma 4.5

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favorire in loro l’acquisizione di un metodo di studio personale come sintetizzato nel diagramma 4.5 sopra proposto in cui queste fasi sono graficamente sintetizzate.

Figura 4.7 – Strumenti compensativi, misure dispensative e intervento alternativo

Nello schema sopra presentato, si propongono dei percorsi attuabili per il raggiungimento di un obiettivo didattico qui metaforicamente rappresentato in una situazione di vita nota.

Rispetto all’obiettivo di insegnare a un bambino a spostarsi velocemente e in autonomia, il primo intervento da attuare è di tipo abilitativo. Se l’obiettivo non

OBIETTIVO:

Spostarsi velocemente in autonomia

INTERVENTO ABILITATIVO INTERVENTO COMPENSATIVO INDIVIDUALIZZATO PERCORSI PER L’AUTONOMIA

SE L’OBIETTIVO NON VIENE RAGGIUNTO:

INTERVENTO DISPENSATIVO

(rinuncia alla competenza)

INTERVENTO ALTERNATIVO

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è raggiunto, a causa di problemi di equilibrio del bambino, si può prevedere un intervento di tipo compensativo individualizzato con il supporto di aiuti (le rotelle laterali) che annullano il problema riscontrato. Se l’obiettivo è quindi raggiunto, l’insegnante deve promuovere percorsi mirati a rendere realmente competente e autonoma la persona; in questo caso negli spostamenti veloci. Se l’obiettivo non viene raggiunto a causa di difficoltà al momento insormontabili, l’insegnante può ricorrere a una misura dispensativa, che elimina sia la difficoltà sia l’obiettivo prefissato e la competenza, oppure adottare un intervento di tipo alternativo. In quest’ultimo caso si valorizzano le attuali competenze della persona e non si rinuncia all’obiettivo prefissato qualitativamente ma solo quantitativamente e strumentalmente, con ricadute positive sull’autostima e sulla percezione di se stessi.

Sarebbe auspicabile per i docenti capire dalla certificazione di un clinico come e perché favorire l’uso di strumenti compensativi specifici (ad esempio la sintesi vocale) e strumenti compensativi funzionali (ad esempio formulari, schemi, mappe). Solo così potranno declinare la compensazione sulla specificità della loro disciplina tenendo conto del proprio stile di insegnamento e degli stili di apprendimento dei discenti. I confini tra compensazione, abilitazione e dispensa sono inevitabilmente fragili perché la prima strategia contiene in sé un po’ delle altre. Sta ai docenti scoprire questi confini e spingerli sempre di più in direzione dell’abilitazione e sempre meno in direzione della dispensa per favorire l’acquisizione di un metodo di studio e alti livelli di autonomia nello studio e nell’elaborazione del sapere. La compensazione deve rappresentare sempre un'azione mirata a ridurre gli effetti negativi del disturbo specifico di apprendimento al fine di raggiungere tuttavia prestazioni funzionalmente adeguate. Gli strumenti compensativi permettono allo studente di raggiungere buoni livelli di autonomia e competenza sulla base di un lungo lavoro fortemente connesso ai livelli di motivazione e abilità personali. Le misure dispensative vengono adottate allo scopo di evitare che il disturbo specifico di apprendimento possa comportare un generale insuccesso scolastico che genererebbe significative ricadute negative sull’autostima e sui livelli di motivazione allo studio. Le misure dispensative nei percorsi scolastici dipendono dalle scelte di altre persone, come

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la famiglia, gli insegnanti e i clinici e lo studente con DSA può solo chiederle sperando che vengano concesse oppure rifiutarle sperando che vengano eliminate. Le misure dispensative non danno autonomia alla persona con DSA e nella vita adulta e lavorativa non sono previste misure dispensative. Il progetto educativo a medio-lungo termine formalizzato nel PDP dovrebbe puntare sullo sviluppo di competenze compensative che favoriscano le autonomie. Anche per i docenti questi percorsi comportano fatica, analisi, creatività e ricerca, ovvero tutti quegli aspetti che rendono le professioni legate all’insegnamento uniche e stimolanti.