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Gli insegnanti che hanno in classe uno studente con DSA, dovrebbero individuare al più presto il suo stile di apprendimento predominante e aiutarlo a trovare il metodo di studio a lui più efficace. Sarebbe auspicabile un approccio di questo tipo con tutti gli elementi della classe. Mariani135 ha individuato quattro canali sensoriali attraverso i quali le persone hanno accesso alle informazioni:

1. visivo-verbale (il canale della letto-scrittura)

2. visivo-non verbale (il canale iconico delle immagini) 3. uditivo (il canale dell’ascolto)

4. cinestesico (il canale delle attività concrete)

134

G. Stella, L. Grandi (a cura di), Come leggere la Dislessia e I DSA, Giunti Scuola, Firenze 2011, p. 13

135

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Tendenzialmente, in considerazione dei loro disturbi, le persone con DSA prediligono i canali visivi e uditivi per bypassare ad esempio difficoltà di lettura. Rispetto agli stili cognitivi, ovvero le personali modalità di processamento ed elaborazione delle informazioni delle persone, Cornoldi, De Beni e il Gruppo di ricerca delle Prove MT, concordano su un modello basato su sei dicotomie.136

Lo stile

globale-analitico,

 globale: visione di insieme

 analitico: percezione del dettaglio

Lo stile

sistematico-intuitivo

 sistematico: analisi dei dettagli  intuitivo: ipotesi globali

Lo stile

visuale-verbale

 visuale: codice visuospaziale  verbale: codice lingustico

Lo stile

impulsivo-riflessivo

 impulsivo: processi di valutazione e

decisione veloci

 riflessivo: processi di valutazione e

decisione lenti

Lo stile

dipendente-indipendente

 dipendente: la persona è più attratta

dall’insieme della configurazione e riesce con difficoltà a estrarre gli elementi di riferimento dal contesto

 indipendente: consente di

discriminare una figura semplice collocata all’interno di una configurazione complessa

Lo stile

convergente-divergente

 convergente: segue un pensiero logico

sulla base delle informazioni a disposizione

 divergente: pensiero più autonomo e

creativo che va oltre alle informazioni a disposizione

Tabella 2.4 – I principali stili cognitivi

Gli stili sopra citati, non si riferiscono ad abilità proprie della persona bensì alle preferenze d’uso che possono variare a seconda della disciplina di studio. In sostanza, le persone partendo dalle proprie abilità scelgono di utilizzare strategie cognitive a loro più congeniali per risolvere particolari compiti. Questi stili sono tra loro interconnessi e ogni persona adotta in maniera diversa e in misura differente tutti gli stili, in base a preferenze personali.

136

G. Stella, L. Grandi (a cura di), Come leggere la Dislessia e I DSA, Giunti Scuola, Firenze 2011, pp. 19-22

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Non esistono evidence based sull’efficacia degli stili presentati nei processi di apprendimento. Clark, rispetto alla questione afferma che:

Gli stili di apprendimento rappresentano un tipo di mitologia istruttiva improduttiva per la formazione. Nella migliore delle ipotesi la maggior parte dei programmi sugli studi di apprendimento è un dispendio di risorse , nella peggiore conduce a metodi istruttivi che ritardano l’apprendimento. Come esempio possiamo considerare l’esistenza di stili di apprendimento visivo e verbale. Non esistono evidenze solide sull’argomento.137

Meno critici sull’argomento sono Gruber e Hattie138 i quali se da un lato concordano sulla mancanza di evidenze scientifiche rispetto all’efficacia degli stili di apprendimento, dall’altro dimostrano che se i materiali di studio sono presentati in modo consono a quelli che gli studenti dichiarano essere i loro stili preferiti, i livelli di motivazione aumentano con ricadute sul piano dell’impegno e dell’attenzione, ma non sull’efficacia dell’apprendimento.

Kratzig e Arbuthnott139 hanno sottoposto a un campione di studenti, senza disturbi di apprendimento o deficit sensoriali, una batteria di test personalizzati sulla base degli stili di apprendimento più congeniali dichiarati dai singoli componenti del campione della ricerca. I risultati dei test non hanno mostrato alcuna relazione significativa tra i risultati dei test e gli stili di apprendimento adottati, come più congeniali, dagli studenti. In conclusione, a oggi, dalle ricerche risulta che le persone sono capaci di apprendere efficacemente usando in modo indifferenziato più stili cognitivi e in particolare quello uditivo, visivo e cinestetico. Diverso è il discorso rispetto agli studenti con DSA dove risulta fondamentale assecondare i loro stili di apprendimento e non imporne di penalizzanti in relazione ai loro disturbi specifici.

Secondo il What Works Clearinghouse (WWC),140 che sulla base di ricerche internazionali presenta evidenze scientifiche nella didattica, e secondo l’International Dyslexia Association (IDA) 141 un approccio didattico

137

Clark et al. 2006, p. 248 in Calvani, Per un’istruzione evidence based, Erickson, Trento 2013

138 A. Calvani, Per un’istruzione evidence based, Erickson, Trento, 2013, pp. 51-56 139

Ibidem

140

si veda all’indirizzo http: //ies.ed.gov/ncee/wwc/

141

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multisensoriale/strutturale e una didattica che riduca il carico cognitivo estraneo favorisce i livelli di apprendimento delle persone con DSA. Rispetto ai fattori neurologici del cervello Reid argomenta che i dati clinici e di ricerca indicano che le persone con dislessia hanno una struttura cerebrale e connessioni neuronali sviluppate in modi differenti dalla norma. Non vi sono mancanze ma bensì differenze che determinano stili di apprendimento diversi con potenziali di apprendimento uguali. Nei destri di mano solitamente l’emisfero sinistro è dominante rispetto a quello destro. Nei dislessici non sarebbe presente questa asimmetria. Il cervello è formato dall’emisfero destro e da quello sinistro e ognuno di essi è deputato all’elaborazione di determinate informazioni, riassunte nella tabella 2.5.142

Figura 2.1 – Emisferi celebrali

Tabella 2.5 – Emisfero sinistro e destro

142

fonti: Dizionario di Medicina Treccani, all’indirizzo http:

www.treccani.it/enciclopedia/specializzazione-emisferica_(Dizionario-di-Medicina)/ e G. Reid, È dislessia!, Erickson, Trento 2006, p. 21

Emisfero sinistro Emisfero destro

Linguaggio Creatività

Lettura e Scrittura Intuizione

Analisi e calcolo Pensiero divergente

Sequenzialità Abilità nel disegno

Astrazione Simbolizzazione

Motricità fine Cognizione dello spazio

Senso del tempo Sentimenti

Pianificazione Emozioni

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Lo stile cognitivo dell’emisfero sinistro è verbale, analitico e locale. Lo stile cognitivo dell’emisfero destro dell’emisfero è sostanzialmente spaziale, sintetico e globale.

Le ricerche, di Galaburda e West in particolare, hanno confermato che le persone con DSA elaborano le informazioni prevalentemente con l’emisfero destro.143 Quest’ultimo, ad esempio, contribuisce nella scelta del vocabolario da utilizzare, ma non possiede quelle abilità grammaticali, sintattiche e fonologiche necessarie che invece risiedono nell’emisfero sinistro. Grazie alla risonanza magnetica e alle neuroimmagini è dimostrato che le abilità di entrambi gli emisferi si intrecciano e si sovrappongono continuamente.

Gli insegnanti dovrebbero, quindi, far emergere e valorizzare gli stili di apprendimento degli studenti con DSA per far leva sulla loro motivazione e per impostare una didattica più inclusiva. Una didattica per tutti non è sempre adatta agli studenti con DSA mentre una didattica che tenga conto degli stili di apprendimento degli studenti con DSA risulta adatta per tutti.