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Seppur non esplicitato in maniera formale nella Legge 170/2010 o nelle relative Linee Guida, derivate dal decreto attuativo (DM 5669 del 12 luglio 2011), è obbligo per i docenti redigere e condividere con la famiglia e lo specialista clinico, per ogni alunno segnalato come DSA un piano didattico annuale (da ora in poi PDP). Questo documento trova la sua origine nell’articolo 5 del Decreto Ministeriale poiché si legge che: «La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti

di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate».299

Il fatto che nell’articolo si utilizzi la congiunzione “anche” non rende obbligatoria la stesura di documento chiamato PDP ma sicuramente rende obbligatoria la stesura di un documento che espliciti gli interventi individualizzati e personalizzati previsti dall’equipe di docenti.

Questo è il motivo per il quale non esiste e non può esistere un PDP standardizzato e uguale per tutti. Ogni scuola ha quindi la possibilità di predisporre nella forma ritenuta più idonea un documento di programmazione riguardante il discente con disturbi specifici di apprendimento, muovendosi però all’interno di limitati margini di discrezionalità.

Nelle Linee guida vengono, infatti, indicati i contenuti minimi che dovranno obbligatoriamente essere contenuti e formalizzati nel documento, ovvero:

- dati anagrafici dell’alunno - tipologia del disturbo

- attività didattiche individualizzate - attività didattiche personalizzate - strumenti compensativi utilizzati - misure dispensative adottate

299

Nell’articolo 5 delle Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con

disturbi specifici di apprendimento,

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- forme di verifica e valutazione personalizzate

I dati relativi alla tipologia del disturbo e le indicazioni sul funzionamento della persona sono desumibili dalla diagnosi funzionale redatta dal clinico. Dal momento in cui la famiglia consegna la diagnosi alla scuola, il lavoro del Consiglio di classe deve rispettare «tempi di preparazione del documento che non

devono superare il primo trimestre scolastico»,300 inoltre, le misure adottate «devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne

l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi».301

Prima di diventare operativo, il PDP deve essere condiviso e firmato dalla famiglia dell’alunno che, secondo le Linee Guida, ha il compito di

Condividere le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe – nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso – ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili.302

Il coinvolgimento della famiglia nella stesura del piano e l’attivazione condivisa di interventi personalizzati e individualizzati sia a scuola sia a casa, prevede momenti di confronto costruttivo sulla situazione dell’alunno. In particolare, prima della stesura del documento è previsto un incontro di confronto tra insegnanti, famiglia e specialisti. Purtroppo in molti casi si ha la percezione che non avvenga una vera condivisione negoziata del PDP poiché i genitori si limitano a firmarlo nella sua versione definitiva senza aver dato nessun apporto all’individuazione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi. Questa percezione è supportata dai dati scaturiti dalla somministrazione anonima di un questionario a un campione, non selezionato, di genitori della città di Bologna e Provincia. 300 Ibidem 301 Ibidem 302 Ibidem

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In altri casi le famiglie di figli con DSA che frequentano le scuole statali e paritarie lamentano la non applicazione di quanto riportato nel PDP o addirittura la non predisposizione di tale fondamentale documento.

Il PDP non prevede una formalizzazione esplicita dei compiti che spettano alla famiglia, anche se questa forma di patto di corresponsabilità sarebbe sempre auspicabile, e può essere predisposto solo con gli impegni che si assume la scuola. Nella proposta di PDP preparato a quattro mani dallo scrivente e dalla referente degli screening dsa dell’Ufficio Integrazione dell’UST Bologna, si è deciso di inserire anche questa voce per dare al documento il connotato di alleanza educativa tra scuola e famiglia. L’importanza del rapporto tra scuola e genitori è confermata, oltre che dalla Legge 170/2010, anche dalla normativa scolastica antecedente. Nelle Indicazioni nazionali del 19 febbraio 2004, n. 59, aggiornate dalle Indicazioni per il curricolo,303 si afferma l’esigenza di un progetto educativo condiviso che veda la collaborazione fra scuola e famiglia. Si afferma inoltre che, per raggiungere un’alleanza educativa con i genitori, la scuola deve necessariamente aprirsi alle famiglie.

Il filo conduttore deve essere fondato dalla percezione che è possibile costruire un percorso scolastico e di vita di successo anche per gli alunni con DSA. Diviene importante condividere, o ancora meglio costruire, questo progetto di alleanza educativa con la partecipazione attiva dello studente, con gradi di coinvolgimento idonei alla sua età, soprattutto per individuare il metodo di studio a lui più funzionale e le modalità di apprendimento che più di altre sviluppino le sue potenzialità. La Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna ha emanato una nota in cui viene sottolineata l’importanza della partecipazione dello studente con DSA alla definizione del proprio PDP, con modalità adeguate all’età. Tra le motivazioni argomentate si riportato le due ritenute più significative:

- Il primo motivo riguarda la sostanziale diversità dei DSA, da persona a

persona, per cui – pur avendo difficoltà della stessa natura – ogni studente con DSA presenta un profilo individuale assolutamente unico.

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Quindi è soltanto attraverso la testimonianza e con la collaborazione dei ragazzi con DSA e delle loro famiglie che si può avere la speranza di fare qualcosa di veramente utile a ciascuno di loro.

- Il secondo motivo riguarda il fatto che il Disturbo Specifico di

Apprendimento accompagna la persona lungo tutto il corso della vita, perciò i ragazzi con DSA hanno bisogno di “prendere in mano il proprio destino” e di viversi non come persone in qualche modo “diminuite” o “manchevoli” ma come persone che possono imparare utilizzando determinati accorgimenti e strategie. Ciò li aiuta a strutturare identità positive, a percepirsi non come “agiti” dalla proprie difficoltà ma “agenti” a fronte delle stesse.304

Come argomentato da Fogarolo305 le indicazioni del PDP devono essere:

significative, realistiche, coerenti e concrete.306 A queste si ritiene opportuno aggiungere al contributo di Fogarolo ulteriori indicazioni. In particolar modo, gli strumenti compensativi e le misure dispensative individuate nel PDP dovrebbero essere antidogmatiche e redicontabili.

Caratteristiche delle Indicazioni contenute nel PDP

Significative

indicazioni essenziali per partire e determinare un primo cambiamento. (Soprattutto per il primo PDP, del percorso scolastico dell’alunno, dopo la diagnosi).

Realistiche che mirino a un cambiamento possibile e alla portata dello studente.

Coerenti

che non si contraddicano e, nel caso degli strumenti compensativi e delle misure dispensative, che si differenzino da disciplina a disciplina mantenendo una coerenza di base.

Concrete che non diano adito a dubbi e interpretazioni soggettive.

Integrazioni dello scrivente:

Rendicontabili quanto esplicitato deve essere rendicontabile per monitorarne l’attuazione e

l’efficacia.

Antidogmatiche quanto dichiarato deve essere soggetto a revisioni e modifiche, condivise,

anche in corso d’anno scolastico.

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Nota del 25 ottobre 2010

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Fogarolo, Costruire il PDP, Erickson, Trento, 2012

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Tabella 5.1 –