Capitolo 4: QUOTIDIANITÀ BENGALESI
4.2 IL LAVORO
4.2.2 E quello delle mogli
Questa condizione di insicurezza ha spinto le mogli di Mario e Vittorio a cominciare a cercare un lavoro per sostenere l'economia familiare79.
Irene, sin dalla mia prima visita, mi dice di voler cercare una piccola occupazione, perché il marito non lavora da troppo tempo. Si propone come stiratrice, truccatrice, parrucchiera, anche sarta, ma pulizie no, non ha intenzione di pulire le case e i bagni degli altri! In un'altra occasione mi chiede sconfortata perché, lei che è diplomata e ha un titolo di studio, è costretta ad accontentarsi di lavori scarsamente qualificati come fare la donna delle pulizie. Lei non lo accetta, come non accetta la situazione di ristrettezze economiche che sta vivendo. In un paio di occasioni paragona il suo stile di vita con quello dei fratelli e nipoti in Bangladesh e dei cognati in Italia. Questi ultimi lavorano a Jesolo per la Coca-Cola, stanno bene e si possono permettere l'automobile. In Bangladesh i suoi fratelli e le sorelle vivono nella capitale, sono decisamente benestanti, hanno lavori importanti (il marito di una sorella ha fatto anche il parlamentare), mandano i figli in scuole e università prestigiose a pagamento, una nipote ha sposato un bengalese cresciuto in Canada che fa l'ingegnere. Un agio che lei non può ancora permettersi, ma che si permetteva finché è vissuta in Bangladesh, anche da sposata. Nella sua casa di Dacca, mi racconta un altro giorno, aveva due domestici: un ragazzino di 12 anni che badava alla sua figlioletta e una ragazza che si occupava della casa e della cucina. Lei non ha mai lavato piatti quando stava là. Ora le cose sono cambiate, in Italia fa tutto lei, “adesso povera”, mi dice un po' sconsolata80. Ma nonostante tutto è felice con suo marito e la figlia
e ama moltissimo ricevere ospiti a casa. Come accennato, vorrebbe lavorare, per equilibrare un po' i conti di casa. Le suggerisco perciò di preparare dei volantini e appenderli per la città, come molti usano fare per trovare lavori “informali”. Ma Irene non ha la minima intenzione di farlo: altri
79 Ci sono donne bangladeshi che in questo momento stanno mantenendo economicamente le famiglie con il proprio
lavoro. Spesso sono occupate nel settore turistico, come cameriere ai piani negli hotel di Venezia o Mestre.
80 Nel suo caso, l'Italia le ha tolto molte cose: non soltanto il benessere economico, ma anche i capelli e il colore
dell'incarnato che aveva prima. Irene mi racconta infatti che quando stava in Bangladesh aveva molti più capelli di ora e che la sua pelle era più bianca e mi chiede anche consiglio per farla tornare più chiara. Interessante può essere il confronto con la reazione di Licu, giovane bengalese immigrato a Roma, protagonista del film-documentario Le
ferie di Licu (Moroni 2007), all'arrivo in Italia della sua giovane sposa: con l'autista cinese che lo accompagna a
bengalesi potrebbero vedere l'annuncio e riconoscerla. Nessuno deve sapere che lei sta cercando lavoro. Chiede, piuttosto, a me se conosco qualcuno che ha bisogno di qualche servizio in casa. Questo è il massimo che fa, non attiva altre risorse se non il passaparola tra conoscenti fidati.
Anche Rachele utilizza il passaparola nella ricerca di lavoro. Nell'estate 2012 ha trovato un lavoretto come baby-sitter per la figlia di una connazionale, Daniela, che lavora tre ore al giorno a Venezia come cameriera ai piani in un hotel. Sono diventate così grandi amiche81. Questo lavoretto
però non le basta. Vorrebbe trovare altro ed è disposta a fare qualsiasi tipo di lavoro, mi assicura il marito: assistente per anziani, baby-sitter, pulizie. In questo caso, come nel caso di Irene esposto sopra, non c'è affanno nella ricerca, si conta solo sulle proprie conoscenze. Piano piano Rachele ottiene così molto aiuto da Elisa, una signora in pensione che offre ripetizioni gratuitamente al figlio di Rachele. Elisa ha preso a cuore la situazione della famiglia. Ha cercato così dapprima di consigliarle dove poter ottenere aiuti per le spese alimentari, poi si è anche offerta col marito di preparare dei volantini per facilitare la ricerca di un lavoro a ore. Rachele ha accettato quest'aiuto, che però non ha ancora portato frutti. Elisa ha anche ingaggiato Rachele e il marito come cuochi per un pranzo, lavoro per cui sono stati retribuiti. A tutt'oggi Rachele non ha un altro lavoro e il marito ancora non ha ripreso il suo.
Non sono comunque solo le mogli dei “disoccupati” a desiderare un lavoro. Molte donne vorrebbero contribuire alle spese familiari, senza necessariamente vivere una reale emergenza economica. Nell'intenzione di vivere con maggior agio e tranquillità.
Elena ha cercato attivamente lavoro distribuendo il proprio CV negli hotel di Venezia. Ha poi trovato un lavoro stagionale a Jesolo, assieme ad un'amica, come donna delle pulizie in un camping. Ma dopo pochi giorni ha preferito lasciare tutto perché il posto di lavoro era troppo lontano da raggiungere e poi, economicamente, non le conveniva lasciare il figlio di quasi tre anni
81 Dopo più di un anno di frequentazione e di apparente amicizia, Daniela ha completamente troncato i rapporti con
Rachele e la sua famiglia, senza dare alla sua ex-amica nessuna spiegazione convincente. Stessa cosa è successa ad Irene: la sua amica Elena improvvisamente ha smesso di rispondere al telefono senza un motivo apparente. Altrettanto in fretta Rachele ha trovato un'altra amica, Irene ancora no.
ad una baby-sitter o in un asilo nido. Aspetterà settembre, quando il figlio comincerà a frequentare la scuola materna, per cercare qualche impiego. Per lei, mi spiega, il lavoro è anche un'occasione per uscire di casa ed essere attiva, oltre che per aiutare finanziariamente il marito. Questi, d'altronde, non l'ha mai ostacolata nel suo desiderio, anzi: ha considerato l'impegno appena preso dalla moglie come un'opportunità per lei per iniziare a capire come funziona il mondo del lavoro82.