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Molinieto a umidità alternante

Tendenze dinamiche naturali (invasione del bosco ecc.): nella fascia collinare resiste all’inva-sione di specie arboree in stazioni falciate e mai concimate. Nella fascia montana, a parte la con-correnza con i brachipodieti, si sviluppano corileti, oppure betuleti o anche, più raramente, tiglieti. I più ripidi pendii altimontani, soggetti a forte slavinamento, sono più stabili e si os-serva un lento ingresso di Salix appendiculata o qualche conifera.

Possibili evoluzioni ad opera della gestione: di regola non gestiti. L’incidenza della Molinia è destinata a calare nel caso si attuino più di uno sfalcio all’anno o siano soggetti al pascolo. Nelle stazioni più pingui si osservano nitrofile, Dactylis e altre specie esigenti.

INDICATORI GESTIONALI

Propensione alla gestione o all’abbandono: situazioni determinate dall’abbandono. Rotazione: nulla.

Valore pabulare: assai modesto.

Periodo di utilizzazione: da maggio a metà ottobre secondo la quota. Carico consigliato: 0.2-1 UBA/ha se si intende recuperare il pascolo. Animali adatti: stazioni frequentate da ungulati.

Biodiversità Unità nel territorio

diffusione: mediamente diffusa

distribuzione: parzialmente frazionata (localmente sviluppata su estesi versanti) Standard di biodiversità

numerosità di specie vegetali:

N. medio specie Intervallo a) Sottotipo tipico, subacidofilo 40 30-65 b) Sottotipo marcatamente acidofilo 32 25-48 c) Sottotipo subxerico, basifilo 42 30-64

Pregi

Pregio naturalistico

Pregio floristico e vegetazionale

pregio floristico: da modesto (a, b) a elevato (c) pregio vegetazionale: elevato

Pregio faunistico: medio-elevato Specie animali caratteristiche

Uccelli: Biancone, Gheppio, Coturnice, Averla piccola, Ortolano.

Rettili: Orbettino, Ramarro, Lucertola muraiola , Biacco maggiore, Colubro di Esculapio. Mammiferi: Lepre comune, Capriolo, Cervo, Camoscio.

Pregio cromatico: in media modesto, fino a elevato nel sottotipo c). SPECIE INDICATRICI

Molinia arundinacea (dominante), Agrostis tenuis, Potentilla erecta, Succisa pratensis, Serratula tinctoria, Festuca rupicola, Potentilla alba, Brachypodium cespitosum, Pteridium aquilinum, Asphodelus albus, Peucedanum oreoselinum, Laserpitium latifolium, Galium verum, Chamaecytisus hirsutus, Dianthus monspessulanus, Allium carinatum, Genista tinctoria, Betonica jacquinii, Gladiolus palustris (rara).

Rispetto al sottotipo centrale (a) sono differenziali:

b) Sottotipo marcatamente acidofilo: Danthonia decumbens, Hieracium sabaudum, Hieracium umbellatum, Polygala vulgaris, Calluna vulgaris.

c) Sottotipo subxerico, basifilo: Laserpitium siler, Carex humilis, Carex austroalpina, Sesleria al-bicans, Erica carnea, Chamaecytisus purpureus, Sedum maximum, Stemmacantha rhapontica, Calamagrostis varia.

13.

Denominazione fitosociologica: aggregati costituiti da specie di diverse unità fitosociologiche (Arrhenatherion, Brometalia, Seslerion, Caricion austroalpinae, Nardetalia, ecc.).

Classificazione Natura 2000: 6210, 6230 Classificazione Eunis: E1.2; E4.3

Distretto fitoclimatico: dall’avanalpico all’endalpico. Esposizione: variabile (prevalente 90-270°). Altitudine: (300) 400 – 1800 (1900) m Inclinazione: 20-50°

Posizione topografica: medio versante. Natura del substrato: indifferente.

Caratteristiche del suolo: suoli moderatamente evoluti, da sottili a moderatamente profondi, a tessitura media, scheletro da comune ad abbondante, drenaggio da buono a rapido, reazione in superficie da neutra a leggermente acida; più raramente anche moderatamente acida (sot-totipo) mentre in profondità è legata alla natura del substrato.

Posizione rispetto al centro aziendale: normalmente in aree lontane dal centro aziendale e per questo non più tagliate o pascolate.

Sottotipi:

a) Sottotipo submontano, tendenzialmente termofilo: nell’orizzonte submontano su sub-strati calcarei con terreni anche relativamente profondi e poco pendenti, su prati ad Arrhenatherum elatius abbandonati.

b) Sottotipo mesoxerico a Bromus erectus: dall’orizzonte submontano a quello montano su sub-strati calcarei o silicei ricchi di basi, con terreni poco profondi e pendenti, su prati o pascoli a Bromus erectus sottoutilizzati o abbandonati.

c) Sottotipo montano-altimontano basifilo, di contatto con seslerieti: in orizzonte altimon-tano, su substrati calcarei.

d) Sottotipo montano-altimontano acidofilo, di contatto con nardeti (e rodoreti): in orizzonte altimontano su substrati carbonatici decalcificati o silicei poveri di basi con terreni acidi anche relativamente profondi, su prati a Trisetum flavescens abbandonati o nardeti non più pascolati. e) Sottotipo di ruscellamento a Molinia e Calamagrostis varia: su substrati carbonatici con

for-ti pendenze, in passato spesso falciafor-ti.

f) Sottotipo pingue a Dactylis: nell’orizzonte montano su substrati calcarei, versanti acclivi ma suoli profondi.

Possibili confusioni: difficilmente i brachipodieti possono essere confusi con altri tipi di vege-tazione in quanto Brachypodium cespitosum è facilmente riconoscibile da lontano per la col-orazione verde-giallastra e per l’aspetto monotono assunto dalla prateria. Da vicino la specie dominante si riconosce per la forma circolare assunta dalle piante in espansione vegetativa (ri-zomi).

All’interno di questo tipo si presentano frequentemente aspetti di transizione tra i sottotipi b) e f) in relazione alle caratteristiche della gestione. In relazione all’altitudine e alla morfologia di

Brachipodieto

dettaglio, tali aspetti di transizione interessano anche i sottotipi c) e d).

Numerosi i contatti con altri tipi. Si attribuisce al brachipodieto quando la copertura di Brachypodium cespitosum supera il 40% oppure, con copertura comunque superiore al 30%, non sono possibili altre soluzioni.

Alterazioni antropiche: per lo più il brachipodieto è vegetazione priva di alterazioni antropiche in quanto deriva proprio dalla riduzione o dalla cessazione del taglio o del pascolamento. Possibili influenze gestionali (carico, reflui, ecc.): ridotta (pascolamento estensivo) o nessuna influenza gestionale (abbandono).

Tendenze dinamiche naturali (invasione del bosco ecc.): a seconda dell’ambiente il brachipodieto evolve verso diversi tipi di bosco (orno-ostrieto, ostrio-querceto, pineta, faggeta, abieteto, piceo-faggeto, lariceto, ecc.).

Possibili evoluzioni ad opera della gestione: in caso di ripresa del taglio o del pascolamento la quantità di Brachypodium cespitosum si riduce e il prato o pascolo può tornare ad essere utiliz-zato per la produzione di foraggio o per il pascolamento.

INDICATORI GESTIONALI

Propensione alla gestione o all’abbandono: l’abbandono è avvenuto nella maggior parte dei casi non tanto per effettiva impossibilità di utilizzare tali superfici ma per la riduzione della zootecnia e/o del suo legame con il territorio montano. In molti casi le superfici potrebbero es-sere riutilizzate con il taglio o con il pascolamento.

Rotazione: su pascoli sottoutilizzati invasi dal brachipodio la rotazione potrebbe essere utile per ottenere una maggiore intensità di pascolamento del brachipodio.

Valore pabulare: il brachipodio è poco appetito e poco utilizzato dagli animali (sia bovini sia ovini).

Periodo di utilizzazione: da aprile (fascia submontana) - metà giugno (fascia montana) fino a settembre - ottobre.

Carico consigliato: molto variabile (0.2-1 UBA/ha) in funzione della quota e dell’abbondanza di Brachypodium cespitosum.

Animali adatti: bovini, non ovini che appetiscono il brachipodio ancora meno dei bovini. Biodiversità

Unità nel territorio

diffusione: mediamente diffusa distribuzione: parzialmente frazionata

Standard di biodiversità numerosità di specie vegetali:

N. medio specie Intervallo

a) Sottotipo submontano termofilo 68 55-80

b) Sottotipo mesoxerico a Bromus erectus 50 35-65 c) Sottotipo montano-altimontano basifilo 38 30-42 d) Sottotipo montano-altimontano acidofilo 45 35-52 e) Sottotipo di ruscellamento a Molinia e Calamagrostis varia 48 36-60

f) Sottotipo pingue a Dactylis 40 25-45

Pregi

Pregio naturalistico

Pregio floristico e vegetazionale

pregio floristico: da basso (eccessiva presenza di brachipodio) a medio-elevato (in caso di pre-senza di brachipodio non eccessiva vi possono essere fitocenosi con elevata ricchezza floristica). pregio vegetazionale: i brachipodieti sono spesso stadi di successione verso il bosco il cui pre-gio potrebbe essere, localmente, dato dalla loro stessa fugacità.

Pregio faunistico: elevato. Queste fitocenosi possono costituire aree a vegetazione erbacea di bas-sa e media quota poco disturbate (perchè non più utilizzate) dove i selvatici erbivori possono trovare abbondante alimento e molte specie di uccelli nidificare.

Specie animali caratteristiche

Uccelli: Biancone, Gheppio, Coturnice, Allodola, Averla piccola, Ortolano.

Rettili: Orbettino, Ramarro, Lucertola muraiola , Biacco maggiore, Colubro di Esculapio. Mammiferi: Lepre comune, Capriolo, Cervo.

Pregio cromatico: relativamente basso (prevalenza di graminacee). SPECIE INDICATRICI

Per tutti i sottotipi: Brachypodium cespitosum (dom.), Lathyrus pratensis, Festuca rupicola, Agrostis tenuis, Betonica jacquinii, Potentilla erecta (frequenti).

Specie aggiuntive presenti nei singoli sottotipi:

a) Sottotipo submontano termofilo: Arrhenatherum elatius, Galium album, Bromus erectus, Artemisia alba, Cornus sanguinea, Fraxinus ornus, Corylus avellana ecc.

b) Sottotipo mesoxerico a Bromus erectus: Bromus erectus, Peucedanum oreoselinum, Koeleria pyramidata agg., Briza media, Galium verum, Juniperus communis, Rosa canina, Cruciata glabra, Salvia pratensis, Euphorbia cyparissias, Silene nutans, Trifolium montanum.

c) Sottotipo montano-altimontano basifilo: Carex sempervirens, Festuca nigrescens, Sesleria albi-cans, Helianthemum grandiflorum, Carduus carlinifolius, Carlina acaulis, Koeleria pyramidata agg., Helictotrichon parlatorei.

d) Sottotipo montano-altimontano acidofilo: Nardus stricta, Avenella flexuosa, Carex semper-virens, Luzula luzuloides subsp. rubella, Thymus pulegioides, Chamaecytisus hirsutus, Calluna vulgaris Genista germanica.

e) Sottotipo di ruscellamento a Molinia e Calamagrostis varia: Molinia arundinacea, Calamagrostis varia, Tofieldia calyculata, Erica carnea, Allium lusitanicum, Succisa pratensis, Laserpitium latifolium, Genista radiata, Carex flacca.

f) Sottotipo pingue a Dactylis: Dactylis glomerata, Galium mollugo, Rumex acetosa, Colchicum autumnale, Lathyrus pratensis, Listera ovata, Festuca pratensis, Trollius europaeus.

CATEGORIA 3

Pascoli magri e praterie meso-microtermi

dei suoli neutri o alcalini

(da substrati carbonatici o silicei ricchi di basi)

76

14.

Denominazione fitosociologica: Caricion austroalpinae Sutter 62; Aggruppamento a Festuca nitida; Festucetum alpestris s.l., Caricetum mucronatae (Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926) Thomaser 1977; altre comunità non ancora identificate.

Classificazione Natura 2000: 6170 Classificazione Eunis: E4.3

Distretto fitoclimatico: da esalpico a mesalpico. Esposizione: variabile.

Altitudine: (300) 800 -2400 m Inclinazione: 5-75°

Posizione topografica: falda detritica, versante rupestre, cengia. Natura del substrato: carbonatico.

Caratteristiche del suolo: suoli poco evoluti, molto sottili, a tessitura media, scheletro ab-bondante, drenaggio da rapido ad estremamente rapido, reazione alcalina.

Posizione rispetto al centro aziendale: di regola distante e comunque poco accessibile. Sottotipi:

a) Sottotipo pioniero di rupe o detrito di falda (azonale). b) Sottotipo di forra dealpinizzato.

c) Sottotipo esomesalpico, subnivale a Festuca nitida. d) Sottotipo xerico subrupestre a Festuca alpestris. Varianti:

Sono numerose, ma di interesse naturalistico, non gestionale. Ad esempio per il sottotipo a), agg. a Carex mucronata, primitivo di ghiaione a Festuca pulchella, termofilo a Epilobium dodonaei, ecc.; per il sottotipo c) aspetti a Juncus monanthos; per il sottotipo d) aspetti ter-mofili, molto primitivi a Saxifraga hostii e altri più evoluti con apprezzabile copertura di Bromus condensatus (transizione verso il brometo primitivo).

Sono inoltre diffuse transizioni con le comunità limitrofe e si possono rilevare anche dif-ferenze fitogeografiche (ad esempio tra il Lago di Garda e il Veneto orientale).

Possibili confusioni: per il sottotipo c) con altri consorzi a Festuca del gruppo violacea. Per il sottotipo d) con il sottotipo c) del Seslerieto xerico evoluto (si distingue per presenza di Festuca alpestris superiore al 50%). In generale sono frequenti le transizioni mentre nel suo insieme il tipo è facilmente riconoscibile.

Alterazioni antropiche: nessuna; per il sottotipo c) è diffusa l’invasione di specie nitrofile per frequente passaggio di ungulati o di ovini

Possibili influenze gestionali (carico, reflui, ecc.): tipo di pascolo rispondente a situazioni prossimo-naturali in cui evitare eccessi di carico.

Tendenze dinamiche naturali (invasione del bosco ecc.): verso seslerieto xerico evoluto per