Nardeto subalpino
SPECIE INDICATRICI a) Sottotipo tipico:
•variante tipica 40 28-65
•variante di transizione verso il bosco 42 30-60
b) Sottotipo subxerico 38 30-45 c) Sottotipo subigrofilo 32 25-40 d) Sottotipo semipingue 48 35-58 e) Sottotipo pingue 26 16-40 Pregi Pregio naturalistico
Pregio floristico e vegetazionale pregio floristico: medio-basso
pregio vegetazionale: da medio a decisamente elevato Pregio faunistico: da medio a elevato
Specie animali caratteristiche
Uccelli: Aquila reale, Gheppio, Allodola, Spioncello, Prispolone, Pernice bianca Mammiferi: Lepre alpina, Cervo, Capriolo, Camoscio
Pregio cromatico: da basso, a decisamente elevato quando sono presenti Arnica montana, Pulsatilla alpina agg., Phyteuma betonicifolium. Dipende anche dalla stagione.
SPECIE INDICATRICI a) Sottotipo tipico:
• variante tipica: Nardus stricta (sempre presente e dominante), Festuca nigrescens, Agrostis te-nuis, Avenella flexuosa (sempre presenti e abbondanti), Anthoxanthum gruppo odoratum, Arnica montana, Carex sempervirens, Geum montanum, Luzula multiflora, Leontodon helve-ticus, Potentilla erecta, Calluna vulgaris, (frequenti);
• variante di transizione verso il bosco: oltre alle specie della variante tipica anche Rhododendron ferrugineum, Vaccinium myrtillus, Vaccinium vitis-idaea.
b) Sottotipo subxerico: oltre alle specie della variante tipica del sottotipo tipico, tra le quali Calluna vulgaris spesso subdominante, Antennaria dioica, Koeleria pyramidata agg. ed ele-menti basifili quali Nigritella rhellicani, Pedicularis verticillata, Erigeron polymorphus, la stes-sa Sesleria albicans, Erica carnea.
c) Sottotipo subigrofilo: oltre alle specie della variante tipica del sottotipo tipico anche ele-menti igrofili quali Carex nigra, Carex stellulata, Carex flava, Juncus filiformis.
d) Sottotipo semipingue: oltre alle specie della variante tipica del sottotipo tipico anche Poa violacea, Chaerophyllum villarsii, Pimpinella alpestris, Crepis conyzifolia e, talvolta, Agrostis schraderana ed Helictotrichon parlatorei.
e) Sottotipo pingue: oltre alle specie della variante tipica del sottotipo tipico anche Phleum alpinum, Poa alpina, Lotus alpinus, Trifolium pratense (di solito nella ssp. nivale).
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22.
Denominazione fitosociologica: Caricion curvulae Br.-Bl. In Br.-Bl. Et Jenny 1926. Classificazione Natura 2000: 6150 sarebbe un’attribuzione forzata in quanto il codice si riferisce a stazioni delle montagne più elevate nell’estremo nord dei paesi UE.
Classificazione Eunis: E4.2
Distretto fitoclimatico: da mesalpico a endalpico. Esposizione: variabile.
Altitudine: 2100-2700 m Inclinazione: 0-50°
Posizione topografica: dorsale, alto versante, dosso ventoso. Natura del substrato: silicatico, carbonatico (dolomitico).
Caratteristiche del suolo: suoli da mediamente evoluti a evoluti, moderatamente profondi, a tessitura da media a moderatamente grossolana, scheletro da comune ad abbondante, reazione da moderatamente a fortemente acida, saturazione in basi da bassa a molto bassa.
Posizione rispetto al centro aziendale: distante, di modesto valore pastorale. Sottotipi:
a) Sottotipo tipico.
b) Sottotipo igrofilo a Carex nigra.
c) Sottotipo xerico a Loiseleuria-Vaccinium gaultherioides. d) Sottotipo nardetoso.
e) Sottotipo dei substrati decalcificati (con elementi di Seslerietalia).
Varianti: legate ad aspetti di transizione, nicchie topografiche o derivanti da fattori di distur-bo. I sottotipi esprimono bene la variabilità. Per il tipico si può riconoscere una variante sub-nivale caratterizzata da specie di valletta sub-nivale. Tutti i sottotipi, in relazione alla presenza più o meno intensiva di ungulati selvatici, possono evidenziare aspetti ricchi in componenti dei prati pingui (Poion).
Possibili confusioni: ognuno dei sottotipi presenta contatti con altre tipologie di pascolo. La dominanza di Carex curvula (attestata ad almeno il 40%) consente in genere un agevole ri-conoscimento.
Alterazioni antropiche: nessuna.
Possibili influenze gestionali (carico, reflui, ecc.): in genere si tratta di stazioni poco utiliz-zate, salvo situazioni locali morfologicamente favorite.
Tendenze dinamiche naturali (invasione del bosco ecc.): il curvuleto è comunità climax ex-trasilvatica.
Possibili evoluzioni ad opera della gestione: l’eccesso di carico (legato alle stazioni favorevoli per morfologia) può favorire invasione di nardo (sottotipo d) e, con esso, anche elementi di
Poion e specie nitrofile. In assenza di pascolamento si può verificare aumento di ericacee (sot-totipo c).
INDICATORI GESTIONALI
Propensione alla gestione o all’abbandono: si tratta di situazioni ad elevata naturalità ma in parte ancora gestite.
Rotazione: nulla.
Valore pabulare: modesto ma non trascurabile. Periodo di utilizzazione: luglio- inizio di settembre. Carico consigliato: 0.1-0.6 UBA/ha
Animali adatti: in prevalenza ovini sui versanti ripidi, anche bovini in stazioni accessibili e subpianeggianti.
Biodiversità Unità nel territorio
diffusione: mediamente diffusa distribuzione: parzialmente frazionata Standard di biodiversità
numerosità di specie vegetali:
N. medio specie Intervallo
a) Sottotipo tipico 22 15-35
b) Sottotipo igrofilo 20 12-25
c) Sottotipo xerico 26 22-32
d) Sottotipo nardetoso 24 18-28
e) Sottotipo dei substrati decalcificati 30 20-42 Pregi
Pregio naturalistico
Pregio floristico e vegetazionale pregio floristico: mediamente elevato pregio vegetazionale: mediamente elevato
Pregio faunistico: elevato, ottimo per Pernice bianca e Piviere tortolino. Specie animali caratteristiche
Uccelli: Aquila reale, Gheppio, Pernice bianca, Coturnice, Piviere tortolino Mammiferi: Lepre alpina, Cervo, Camoscio, Stambecco
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Anthoxanthum alpinum, Leontodon helveticus (frequenti e abbondanti); Festuca halleri, Oreochloa disticha, Pedicularis kerneri, Senecio carniolicus, Minuartia recurva, Veronica bellid-ioides, Phyteuma hemisphaericum, Leucanthemopsis minima, Carex brunnescens.
Variante subnivale del tipo: Salix herbacea, Luzula alpinopilosa, Soldanella pusilla, Gnaphalium supinum, Sibbaldia procumbens.
Rispetto al sottotipo centrale (a) sono differenziali:
b) Sottotipo igrofilo a Carex nigra:Carex nigra, Carex stellulata, Carex canescens.
c) Sottotipo xerico a Loiseluria-Vaccinium gaultherioides: Loiseleuria procumbens, Vaccinium gaultherioides, Vaccinium vitis-idaea.
d) Sottotipo nardetoso: Nardus stricta, Arnica montana, Campanula barbata, Carex semper-virens.
e) Sottotipo dei substrati decalcificati: Sesleria albicans, Biscutella laevigata, Agrostis alpina, Achillea clavennae.
23.
Denominazione fitosociologica: Pulsatillo albae-Festucetum variae Theurillat 1989; Gentianello anisodontae-Festucetum variae Wallossek 1999; Seslerio-Festucetum variae Pignatti E. & S. 1983.
Classificazione Natura 2000: 6150 sarebbe un’attribuzione forzata in quanto il codice si riferisce a stazioni delle montagne più elevate nell’estremo nord dei paesi UE.
6170 potrebbe essere utilizzato per le stazioni dei substrati decalcificati. Classificazione Eunis: E4.2
Distretto fitoclimatico: da esomesalpico a endalpico.
Esposizione: variabile (con prevalenza intorno a sud per il sottotipo dei substrati silicatici) Altitudine: (1700) 1900-2500 m
Inclinazione: assai elevata nel sottotipo siliceo (50°) da debole a elevata in quello basifilo (10-50°).
Posizione topografica: dorsale, medio-alto versante.
Natura del substrato: silicatico (sottotipo a); anche su calcari, ma con suoli fortemente de-calcificati (sottotipo b).
Caratteristiche del suolo: suoli moderatamente evoluti e moderatamente profondi con tessi-tura media e scheletro da comune ad abbondante, drenaggio buono. Su substrati carbonatici risultano essere decarbonatati in superficie.
Posizione rispetto al centro aziendale: distante, di assai modesto valore pastorale. Sottotipi:
a) Sottotipo tipico, mesoendalpico (a zolle).
b) Sottotipo esomesalpico, a Sesleria, dei substrati decalcificati.
Varianti: legate ad aspetti di transizione, nicchie topografiche o derivanti da fattori di distur-bo, ciò che genera la formazione di mosaici con altri tipi.
Possibili confusioni: salvo transizioni, la netta dominanza di Festuca varia (di aspetto glauces-cente) li rende riconoscibili anche a distanza.
Alterazioni antropiche: nessuna.
Possibili influenze gestionali (carico, reflui, ecc.): in genere si tratta di stazioni poco utiliz-zate, la cui espansione sembra favorita dall’abbandono.
Tendenze dinamiche naturali (invasione del bosco ecc.): vento, forti escursioni termiche e slavinamento rendono lenta l’evoluzione verso il rodoreto che comunque si può apprezzare in fase di avvio alle quote inferiori e nelle condizioni stazionali più favorevoli.