La vitivinicoltura in generale ha costituito oggetto di una specifica regolamentazione da parte comunitaria fin dagli anni “80, con la costituzione di una Ocm ad hoc nell’ambito della Pac, con obiettivi molto particolari mirati a raggiungere soprattutto un maggiore equilibrio tra offerta e domanda. Gli strumenti per il conseguimento dei predetti obiettivi sono stati rappresentati in particolare da:
un significativo finanziamento della ristrutturazione e riconversione di una parte importante dei vigneti;
amministrativa), che insieme a quelle Istat costituiscono la base di riferimento delle politiche comunitarie e nazionali.
Più in dettaglio, dal punto di vista metodologico per le rilevazioni sulle superfici viticole effettuate dall’Istat occorre precisare che:
le indagini congiunturali (annuali) consistono in stime delle superfici e delle produzioni viticole effettuate da esperti regionali, sulla base di un calendario, predisposto da Istat, al fine di soddisfare esigenze di carattere nazionale e comunitario;
con riferimento alle aziende viticole e relative superfici viticole secondo la natura della produzione, Istat effettua due tipi di rilevazioni nell’ambito del programma di indagini comunitarie sulla struttura delle aziende agricole: campionarie, a cadenza biennale tra un censimento e l’altro, basate su campioni di aziende; totalitarie, in concomitanza con i censimenti decennali agricoli. intervistando le aziende agricole sulla base di una lista pre-censuaria, predisposta da Istat e sottoposta prima dell’ultimo censimento 2010 ad una verifica (aggiornamento) preliminare esaustiva, da parte dei Comuni, di tutti i soggetti in essa riportati. Per il censimento 2010, invece, tale lista è stata determinata a- priori dall’Istat sulla base di un processo di integrazione di fonti statistiche, quali il censimento 2000, l’archivio statistico delle unità agricole attive (Asia-Aagricoltura) ed l’indagine campionaria sulle aziende agricole 2007, di cui l’Istat è titolare, ed amministrative di maggiore interesse agricolo (Agea, Catasto dei terreni, Anagrafi zootecniche, Repertorio A dei Registri Cciaa, ecc,), per un totale di poco più di 2 milioni soggetti/potenziali aziende agricole da intervistare e selezionati secondo specifici criteri di eleggibilità, senza però successivo invio ai Comuni per eventuali verifiche di copertura e, quindi, di possibili aggiornamenti ed integrazioni. Ne consegue che, essendo una lista per lo più condizionata dalle fonti amministrative, per essere certi del grado di copertura della lista dichiarata esaustiva, in tale lista dovevano essere presenti almeno tutti i soggetti Agea, detentori di Fascicoli aziendali, nonché tutte le dichiarazioni annuali obbligatorie di produzioni di vino. Queste ultime risultano essere circa 350 mila nel biennio 2007-2008, secondo le statistiche Agea, esclusi, come previsto, tutti i soggetti con meno di 10 are e la cui produzione non viene commercializzata, nonché tutti coloro che conferiscono i prodotti viticoli ad Organi associativi, in quanto non obbligati a tale dichiarazione annuale.
In merito ai risultati dell’ultimo censimento 2010, l’Istat ha sempre sostenuto: a) il censimento 2010 è stato fortemente supportato da dati ricavati da ben 21 liste di fonte amministrativa; b) il campo di osservazione censuario ha considerato tutte le superfici viticole, di qualsiasi ampiezza; c) il censimento agricolo ha escluso solo gli orti familiari con superficie inferiore a 20 are; d) la lista precensuaria è stata predefinita con un certo margine di sovra copertura delle unità oggetto di censimento, in modo da garantire di cogliere il massimo della realtà agricola del 2010.
Ciò premesso, ai fini del presente lavoro l’anno 2010 è da ritenersi la cartina di tornasole per avere un quadro abbastanza preciso e realistico della viticoltura italiana. Tuttavia, i risultati censuari ottenuti in termini di numero di aziende viticole e relative superfici a vite, anziché mettere un punto fermo al riguardo, hanno contribuito ad aumentare ulteriormente la confusione informativa.
Infatti, con riferimento alle superfici per uva da vino per il 2010 a livello nazionale le statistiche correnti annuali Istat stimano una superficie investita in poco più di 710 mila ettari, mentre dalle dichiarazioni dirette dei conduttori intervistati al censimento 2010 risulterebbero appena 626 mila ettari, evidenziando quindi una differenza tra le due fonti Istat del 13,4% e tale differenza sarebbe il saldo di differenze più o meno marcate in quasi tutte le regioni.
Le perplessità sui dati viticoli più realistici si accentuano qualora si esaminino le dinamiche dei dati ottenuti con tre metodologie e due differenti tecniche adottate dall’Istat: metodo estimativo, dal
2006 al 2012 per quanto riguarda le statistiche correnti (annuali), metodo dell’intervista diretta ai conduttori delle aziende agricole per gli anni 2003, 2005 e 2007 (indagini campionarie sulle aziende agricole) e per gli anni 2000 e 2010 (ultimi censimenti agricoli).
Al riguardo, le statistiche correnti annuali Istat dal 2006 al 2009 stimano la superficie nazionale investita a vite per uva da vino e da tavola tra i 782 mila e gli 800 mila, per poi scendere fino a 723 mila ettari nel 2012 (escluse le superfici delle Marche non disponibili per gli anni 2011-2012, pari nel 2010 a poco meno di 18 mila ettari), quasi in linea con le superfici censite nel 2000 (717 mila ettari) che, tra l’altro, comprendevano anche le superfici investite a vivaismo viticolo e a materiale viticolo di moltiplicazione vegetativa (Tabella 1). Considerando, invece, soltanto le variazioni tra i due anni di riferimento del censimento (2000 e 2010) la variazione nazionale delle superfici a vite sarebbe soltanto del 7,4% con flessioni in tutte le regioni anche abbastanza marcate, come in particolare nel Lazio (-43,0%), Basilicata (-36,3%), Liguria (-34,4%), Sardegna (-28,0%) e Calabria (-27,5%), attenuate dagli incrementi di Lombardia (+5,1%), Veneto (+5,6%), Friuli-V.Giulia (+9,3%) e Trentino - A.Adige (+13,1%) e Toscana (+2,5%).
Tabella 1 - Confronto tra statistiche Istat sulle superfici viticole (migliaia di ettari)
*Per gli anni 2011 e 2012 i dati non sono disponibili
Fonte: Istat: Statistiche congiunturali (anni vari) e Censimenti agricoltura 2000 e 2010
Analogamente le stime delle superfici calcolate con i dati aziendali delle tre indagini strutturali di tipo campionario realizzate nel periodo 2003-2007 con il metodo dell’intervista diretta (come i censimenti) non riescono a mettere un punto fermo sulla misurazione della nostra viticoltura, molto verosimilmente a causa del frame di riferimento per l’estrazione del campione di aziende agricole rappresentative del campo di osservazione UE vigente. Premesso che i dati sulla viticoltura (aziende e relative superfici viticole secondo la natura della produzione viticola) sono stati rilevati nell’ambito dell’indagine strutturale di riferimento in attuazione del Reg. CE 571/88 (campo Cee delle indagini strutturali) e non secondo il già citato Reg. CE 357/79 (indagini sul potenziale viticolo), la lettura delle variazioni intervenute nell'intervallo 2010 – 2000, a parità di campo di osservazione (campo Cee) mostra alcune dinamiche su cui è bene porre la massima attenzione:
Regioni Statistiche estimative annuali Censimenti
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2000 2010 Piemonte 53,3 53,3 53,9 53,6 49,9 53,5 53,6 52,9 46,6 Valle d'Aosta 0,6 0,7 0,6 0,6 0,5 0,6 0,5 0,5 0,5 Lombardia 24,4 24,2 24,2 24,4 24,5 24,2 24,3 22,1 23,2 Trentino .A.A. 13,6 13,9 13,9 15,4 15,5 15,5 15,4 13,9 15,7 Veneto 75,0 76,0 76,2 76,4 76,6 77,3 74,6 73,8 77,9 Friuli V.G. 20,6 19,1 20,7 20,2 19,9 20,0 20,0 17,8 19,5 Liguria 2,0 1,9 2,0 2,4 2,3 1,9 2,0 2,4 1,6 Emilia-R. 61,0 60,8 60,6 58,7 57,0 55,8 55,6 60,1 55,9 Toscana 62,6 62,6 63,0 62,6 62,4 60,2 60,9 58,5 60,0 Umbria 13,8 14,0 14,2 18,4 18,0 18,0 18,0 14,2 12,5 Marche 18,9 19,1 20,2 18,1 17,7 -* -* 19,7 16,9 Lazio 25,5 25,5 24,8 28,1 27,3 28,0 27,8 29,5 16,8 Abruzzo 34,6 33,5 33,0 34,7 34,2 33,8 33,6 34,9 32,5 Molise 7,6 8,7 8,8 6,1 6,0 7,2 6,1 5,9 5,2 Campania 27,2 27,2 27,2 30,3 30,2 30,2 29,4 29,3 23,3 Puglia 156,4 154,4 157,1 147,5 146,2 129,2 119,5 111,3 107,5 Basilicata 7,3 7,4 7,4 6,7 5,4 7,4 5,9 8,7 5,6 Calabria 13,1 13,1 13,1 13,9 13,7 13,4 12,6 13,8 10,0 Sicilia 135,2 133,3 133,8 148,4 140,4 140,3 130,3 121,8 114,3 Sardegna 33,3 33,4 33,4 33,7 30,8 31,0 32,5 26,3 18,9 Italia 786,0 782,1 788,1 800,2 778,5 747,5 722,6 717,4 664,4
a livello nazionale nel 2010 le aziende viticole in genere risultano aver subito una flessione del 46,9% rispetto al 2000 e del 23,2% rispetto al 2007. In pratica, a fronte di un decremento medio annuo del 4,7% per l’intero intervallo intercensuario, negli ultimi tre anni tale decremento annuo risulterebbe più contenuto (-2,3%), evidenziando, pertanto, che le diminuzioni maggiori si sarebbero verificate tra il 2000 e 2007 ed in particolare tra il 2000 e 2003, essendo il numero delle aziende interessate calate da 732.452 a 605.959 unità (-17,3%);
il trend negativo dal 2007 risulterebbe ancor più marcato nel caso delle superfici. Con il calo da 717.156 a 664.296 ettari tra il 2000 ed il 2010 risulterebbe una flessione relativa complessiva del 7,4%, ma se si esamina la dinamica negli ultimi tre anni la flessione sarebbe stata del 12,4%. La spiegazione di tale attenuazione relativa su un periodo di 10 anni sarebbe da individuarsi nell'incremento del 6,2% registrato tra il 2000 ed il 2007. In sintesi, la flessione tra un censimento e l'altro sarebbe avvenuta soltanto negli ultimi tre anni, quando tuttavia le estirpazioni, quale causa principale di scomparsa economicamente incentivata delle superfici viticole, sarebbero state appena di circa 30.000 ettari. Ne consegue che circa 60.000 ettari mancano all'appello.