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Motivo permesso di soggiorno anni 2007, 2010, 2012,

Fonte: Elaborazione personale su dati Istat (2007, 2010, 2012, 2013b)

0 100000 200000 300000 400000 500000 600000 700000 800000 2007 2010 2012 2013 U n it à Anni Lavoro Famiglia Studio

Asilo, richiesta asilo e motivi umanitari

Residenza elettiva, religione, salute

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per questo motivo sono soprattutto di origine temporanea e consentono a quegli studenti che hanno scelto un ateneo italiano per formare la propria persona di concludere gli studi. Questo tipo di permessi sono aumentati negli ultimi anni ciò significa che sempre più immigrati nel nostro paese sono culturalmente formati anche se in lieve diminuzione nel 2013 rispetto all’anno precedente. Le ultime due voci del grafico raggruppano “di tutto un po’” in quanto vanno a conteggiare tutti quei permessi rilasciati per richieste di asilo, e motivi umanitari in viola; residenza elettiva6, salute e religione in azzurro. Essi sono fattori in crescita e questo, nella maggior parte dei casi, non è un segno positivo in quanto è un segnale di gravi condizioni politiche e sociali che portano a costituiscono fattori di espulsione in quei paesi da cui questi soggetti sono costretti a fuggire (Santoro, 2014).

In via generale le motivazioni legate allo studio e alla famiglia, e un tempo al lavoro, costituivano fattori di attrazione del paese di arrivo in quanto la partenza avveniva per sfuggire dalla miseria. Anche la speranza di trovare un lavoro in società più aperte e democratiche costituiva fattore di attrazione; si vedevano infatti, nel paese nel quale si decideva di approdare, prospettive di sviluppo e di istruzione per i propri figli.

In poche parole il nuovo paese offriva una migliore qualità di vita in quanto anche il livello retributivo era maggiore rispetto a quello del paese che si aveva deciso di lasciare; questi fattori costituiscono motivazioni di attrazione ancora validi costituendo, quello di arrivo, un paese che offre la possibilità di vivere decentemente e riuscire a mettere da parte anche dei risparmi da inviare eventualmente ai parenti stretti che sono rimasti in terra nativa garantendone in alcuni casi la loro sopravvivenza. Questi risparmi inviati in terra straniera costituiscono una possibilità di sviluppo per l’intera comunità destinataria (Santoro, 2014).

Negli ultimi tempi però, più che parlare di fattori di attrazione che fanno da padroni nell’attirare popolazioni straniere si comincia a parlare di fattori di espulsione del paese protagonista del flusso di emigrati che costituiscono cause del suo abbandono. Il lavoro stesso in Italia scarseggia tanto per gli italiani tanto per gli stranieri e questo non può più essere considerato totalmente un vero e proprio fattore di attrazione. L’eccessiva densità di popolazione e il sempre più accentuato aumento demografico da cui gli

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Questo tipo di visto è di lunga durata e viene rilasciato a coloro che vogliono stabilire la propria dimora in Italia senza svolgere attività lavorativa. La concessione del permesso è però subordinata alla verifica di alcuni requisiti; tra i quali il soggetto deve dimostrare di potersi mantenere autonomamente e di avere a disposizione una abitazione da eleggere a residenza (Cittadinistranieri.com, 2014).

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immigrati derivano porta alla conseguente scarsità e inadeguatezza delle risorse, gli immigrati derivano da società socialmente arretrate con mancanza di prospettiva di miglioramento, da contesti in cui nella maggior parte dei casi non si vedono riconoscere diritti di uguaglianza e altri diritti umanitari che i paesi di approdo gli offrono. Anche il fatto che in alcune società vi siano ancora regimi politici totalitari che perseguitano con ferocia gli oppositori costituisce un motivo di esodo; non sono da dimenticare infine i contesti di carestia, di guerre e di epidemie nonché i Paesi dove esistono ancora contrasti etnici e religiosi. Tutti questi fattori di espulsione sono in aumento come si può notare anche dal grafico in azzurro e in viola mentre in diminuzione sono, in via generale,quelli di tipo attrattivo (Santoro, 2014).

I motivi di ingresso comunque non possono essere più di tanto generalizzati in quanto variano in base alla cittadinanza. Per esempio se per il Marocco ed Albania più della metà degli ingressi è dovuto a motivi di famiglia, per altre cittadinanze come l’Ucraina il motivo principale è il lavoro, questi soggetti infatti hanno potuto giovare del provvedimento di regolarizzazione dedicato soprattutto a colf e badanti durante il 2013. I paesi dell’Africa occidentale diversamente sono costretti ad abbandonare il proprio paese quasi forzatamente per motivi umanitari (Santoro, 2014).

Reyneri (2002) contesta il fatto che esistano solo fattori di attrazione o di espulsione e quindi da per inadeguato che solo le condizioni del paese di origine o del paese di arrivo influenzino il flusso migratorio. Esso inserisce come determinanti migratori anche i reticoli sociali e le catene migratorie. Reyneri (2002), afferma che la scelta di emigrare è una decisione quasi esclusivamente individuale che dipende dalla disponibilità di determinate risorse. Alcune ricerche hanno evidenziato che non esiste un collegamento diretto tra livello di povertà e la decisione di lasciare il paese, anzi, solamente gli individui che si collocano in uno status sociale medio-alto nel proprio paese possono permettersi di farlo. Dopodiché, con i primi arrivi, si aprono dei canali tra il paese di emigrazione e quello di arrivo attraverso meccanismi imitativi e di trasmissione delle informazioni, si aprono le cosiddette catene migratorie all’interno di determinati settori lavorativi ed aree geografiche. In seguito il processo si autoalimenta di continuo quando altri immigrati seguiranno il percorso dei primi e così via.

73 2.4.2 La distribuzione geografica

Sin dai primi anni in cui il fenomeno immigrati cominciava a prendere piede, gli stranieri sul territorio italiano si sono concentrati soprattutto nelle regioni del Centro- Nord (quasi l’86 per cento degli stranieri totali). La distribuzione degli stranieri sul piano territoriale si conferma quindi non uniforme.

Negli anni più recenti però essi sono cresciuti con più intensità nel Mezzogiorno

rispetto al Centro-Nord. Le motivazioni dell’incremento più intensivo nel Mezzogiorno è frutto soprattutto degli arrivi via mare che provengono dall’Africa in quanto trovano come prima terra d’approdo le regioni meridionali della nostra penisola anche nei centri di accoglienza situati in quelle regioni dove gli sbarchi avvengono in maggior quantità per poi risalire verso nord. Come dimostra il grafico che ho elaborato sulla base dei dati Istat, risalenti al primo Gennaio di ogni anno dal 2002 al 2013, le regioni italiane con il maggior numero di stranieri sono quelle del Nord per tutti gli anni analizzati. Con il passare del tempo il numero di immigrati è aumentato riflettendosi anche in una maggiore concentrazione nelle regioni riservando comunque una preferenza per le regioni settentrionali dell’Italia che sono rimaste le mete preferite in quanto più promettenti e con maggiore possibilità di trovare un impiego.

Volendo andare più in dettaglio nell’analisi del grafico in particolare il Nord-Est è la zona d’Italia dove gli immigrati si concentrano più di tutte le altre zone.

Secondo quanto dice NoiItalia (2013), questo è da attribuirsi al fatto che proprio quella zona è la più sviluppata dal punto di vista industriale e conseguentemente la zona