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Stranieri al 1 Gennaio per area geografica

Fonte: Elaborazione personale su dati NoiItalia (2013)

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 Stranieri per 100 residenti Anni Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno

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in cui risulta più facile trovare lavoro essendo provvista di numerose alternative. Seguono le zone del Nord-Ovest, del Centro-Nord e infine del Mezzogiorno. Sempre secondo l’istituto di Ricerca a cui sto facendo riferimento il 65 per cento degli stranieri ha un permesso di soggiorno rilasciato/rinnovato dal Nord Italia. Il Meridione d’Italia rimane solamente una zona di passaggio degli stranieri, essi preferiscono migrare internamente verso l’alto della penisola.

Il Sud quindi costituisce per gli immigrati solo un punto di approdo, per riuscire successivamente a localizzarsi al Nord.

Tra le regioni del Nord in particolare in Piemonte nel 2013, 12 soggetti su cento sono di origine non comunitaria, questo indica la forte presenza straniera in alcune regioni piuttosto di altre, al contrario in Sardegna, sempre secondo NoiItalia (2013), solo 2,2 soggetti su cento sono di origine straniera.

A livello provinciale si concentra il maggior numero di stranieri; solo nelle province di Roma e Milano si concentra il venti per cento degli stranieri totali. Questo è da giustificarsi per il fatto che in queste due città esiste un mercato del lavoro molto ricco di imprese di servizi, dove l’offerta di lavoro è costituita prevalentemente da immigrati. Gli immigrati sono numerosi in quelle città dove esiste una fitta rete di piccole imprese ed industrie con condizioni di precarietà dove è più facile sfuggire a controlli e inserire la manodopera straniera NoiItalia (2013).

C’è anche da dire però che nel corso del tempo statistiche dimostrano che i flussi migratori sembrano aver privilegiato i comuni di maggiori dimensioni e quindi i grandi centri abitati. Tuttavia l’immigrazione non riguarda esclusivamente i centri metropolitani ma l’Istat ha monitorato che i livelli massimi dell’incidenza si registrano, infatti, in alcuni piccoli comuni del Nord. ItaliaInCifre (2014).

2.5 Uno sguardo all’Europa

Non solamente l’Italia ma tutta l’Unione Europa è interessata dal fenomeno dell’immigrazione questo è dovuto al fatto che la prosperità economica e la stabilità politica che caratterizzano la maggior parte dei paesi della zona euro hanno esercitato un grande fattore di attrazione. Parliamo quindi di Unione Europea e non di semplice Europa in quanto l’Europa non è altro che una zona geografica mentre l’Unione

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Europea è un soggetto politico a carattere sovranazionale ed è a questo a cui ci riferiamo (Eurostat, 2012).

I dati più recenti per quanto riguarda l’immigrazione nell’Unione risalgono a Dicembre 2012 messi a disposizione dell’Eurostat (Istituto di Statistica della Commissione Europea), sono proprio questi i dati presi a riferimento per la costruzione di questo ultimo paragrafo del capitolo.

Per calcolare il numero di stranieri in un Paese, secondo Eurostat (2012), ci sono due indicatori; il primo è la quota di stranieri sul totale dei residenti; il secondo è il numero di stranieri nati all’estero sul totale dei residenti. Entrambi questi indicatori non sono perfetti nei loro risultati in quanto presentano dei limiti rilevanti: la quota di stranieri sul totale non tiene conto di quegli immigrati che una volta acquisita la cittadinanza del paese destinatario scompare dalle statistiche; il numero di stranieri nati all’estero sul totale dei residenti nasconde l’esistenza della seconda generazione ossia di quegli stranieri nati nel paese ospitante da genitori entrambi non comunitari. Tenendo presente anche queste limitazioni l’Eurostat ha cercato di determinare la posizione che ricopre l’Italia nel contesto Europeo dal punto di vista della numerosità degli immigrati.

L’Italia secondo l’istituto di ricerca è in testa alla classifica dei paesi europei per numero assoluto di stranieri residenti dopo Germania, Spagna e Regno Unito.

Dal grafico in basso 2.10, che rappresenta la quota di stranieri residenti nei vari paesi europei nel 2012, si nota in verde una linea che rappresenta la media europea di immigrazione: 8,2. L’incidenza degli stranieri in Italia è pari a 6,8 per cento. Si tratta di un dato non molto distante da quello del Regno Unito (7,6) e della Germania (9,1 per cento) e superiore a quello della Francia (5,9 per cento), paesi questi in cui la storia dell’immigrazione ha radici più antiche e complesse e per i quali si può presumere che una quota più rilevante di residenti originariamente cittadini stranieri abbia acquisito la cittadinanza. Tra le principali economie europee, la Spagna è uno dei paesi in cui il fenomeno migratorio è meno antico: gli stranieri sono l’11,2 per cento della popolazione. Il numero di immigrati in Spagna è molto elevato anche ad opera del fatto che al Padrón Municipal (l’equivalente delle anagrafi italiane) possono iscriversi anche i cittadini stranieri irregolari (NoiItalia, 2013).

Per il Portogallo, Polonia e Romania il dato è provvisorio.

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Nel 2011 più di un milione e mezzo di persone provenienti da tutto il mondo sono emigrate in uno dei paesi membri dell’Unione Europea; 1,3 milioni di persone invece già appartenenti a uno tra questi paesi l’hanno abbandonato per trasferirsi in un altro

paese ma pur sempre membro della Comunità Europea. Nel totale, circa 3,2 milioni di persone sono immigrate in Europa mentre 2,3 milioni di persone hanno abbandonato il continente emigrando, il saldo è quindi positivo. Eurostat (2012) mette in evidenza come i numeri presentati non siano composti solo dai flussi migratori da e per l’Ue ma comprendano anche i flussi interni tra i diversi Stati membri dell’UE.

Secondo questa ricerca “il Regno Unito è stato nel 2011 il Paese che ha fatto registrare il maggior numero di nuovi ingressi (566.044), seguito da Germania (489.422), Spagna (457.649) e Italia (385.793); questi quattro Stati membri insieme hanno ospitato nel 2011 il 60,3% di tutti gli immigrati nell’Ue”.

I cittadini non comunitari in questi cinque Stati membri in totale rappresentavano il 77,1% del complesso degli stranieri residenti nell’Ue.