• Non ci sono risultati.

Numero di stranieri residenti in Italia

Fonte: Elaborazione personale su dati Istat (2009), Serie Storiche, Tavola 2.13 segue - Stranieri residenti in Italia per sesso e regione ai censimenti 1981, 1991, 2001 e anni 2002-2009. Istat (2014b), La popolazione straniera residente in Italia, Tavole di dati.

250.000 1.250.000 2.250.000 3.250.000 4.250.000 5.250.000 1981 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 U n it à Anni

Numero di stranieri residenti in Italia

Numero di stranieri residenti in Italia

54

Contribuiscono, inoltre, all’incremento della presenza straniera in Italia alcuni fattori come la posizione geografica della penisola in un’area a forte pressione migratoria come Africa, Asia e l’Est Europa.

Sulla base delle informazioni messe a disposizione da Caritas e Migrantes (2005) può emergere brevemente la storia degli anni Novanta per poi passare a quella dei primi anni Duemila. L’anno 1992 è un anno in cui il numero dei permessi rilasciati cala perché molti soggetti regolarizzati negli anni precedenti non riescono a trovare lavoro, quanto meno ufficialmente dichiarato, e non sono in grado di attestare il possesso di un certo reddito minimo necessario per poter rinnovare il permesso di soggiorno inizialmente concesso. In linea generale negli anni Novanta il numero degli immigrati sale notevolmente più in quegli anni di regolarizzazione rispetto agli anni “normali” in cui cioè non ci sono regolarizzazioni. Nei primi anni Duemila, invece, gli aumenti cominciano ad essere consistenti anche negli anni normali. Il numero degli immigrati aumenta nel corso del tempo; negli anni Novanta in maniera abbastanza costante e in modo un po’ più accentuato nei primi anni Duemila. Caritas e Migrantes (2005) conferma che durante gli anni Novanta si assiste al raddoppio dei soggiornanti: dai 649.000 a fine 1990 ai 1.341.000 nel 2000. Questo dato aiuta a capire quanto il fenomeno sia diventato di massa. L’anno 2002 si presenta come un anno di flessione ma in realtà, analizza l’Istat, questa è una riduzione solo apparente in quanto è frutto di una revisione delle banche dati a fronte del ricalcolo “post- censitorio”; nel 2001 infatti il censimento era stato occasione di cancellazione dalle anagrafi di tutti quei cittadini che avevano lasciato il Paese nel corso dell’intero decennio precedente la quale procedura di eliminazione non era ancora stata perfezionata. Tutte le cancellazioni vengono quindi contate nel 2002 evidenziando un calo dei residenti stranieri solo apparente. Lo stesso problema emergerà anche per l’anno 2012 come conseguenza del censimento del 2011. Anche il 2007 è un anno a cui va dedicata particolare attenzione in quanto fino a quell’anno i minori non venivano conteggiati nel calcolo per il fatto che non erano realmente possessori di un permesso di soggiorno ma il loro nome compariva nel documento di un familiare. Dal 2008 anche i minori vengono conteggiati ma questo fatto non porta ad un eccessivo aumento degli stranieri per il fatto che Bulgaria e Romania, paesi a grande impatto migratorio nel

55

nostro paese, entrano a far parte della comunità europea e quindi non viene più rilasciato un permesso di soggiorno a fronte del loro ingresso nel territorio.

Con il censimento del 2011 è cambiato il modo di calcolare la popolazione straniera; infatti vengono contati anche i permessi di soggiorno emessi di lungo periodo che possono essere richiesti solo da coloro già in possesso di permesso da almeno cinque anni (Caritas e Migrantes, 2005).

Quello che maggiormente interessa è analizzare più precisamente l’evoluzione del numero e della composizione degli arrivi nel suolo italiano nel corso dell’ultimo decennio e quindi in un passato più recente.

La popolazione italiana residente al 9 Ottobre 2011, data questa del quindicesimo e ultimo censimento della popolazione che è stato fatto, ammonta a 59.995.744 unità. Secondo l’Istat, rispetto al censimento del 2001 dove la popolazione totale ammontava a 59.433.744 l’aumento è del 4,3 per cento totalmente da attribuirsi alla componente straniera.

Tra la popolazione italiana quindi è ormai noto che si mischia anche la componente straniera. Secondo Angeli (2012b), da quando il fenomeno ha cominciato a prendere piede in Italia il numero di stranieri è andato aumentando fino a raggiungere numeri non indifferenti. Tra gli stranieri compaiono quelli regolari che si possono contare attraverso il monitoraggio dei permessi di soggiorno emessi, i regolari residenti la cui conta è possibile attraverso lo studio delle Anagrafi e infine i non regolari il cui monitoraggio risulta più difficile (Angeli, 2012b).

Tabella 2.1: La presenza straniera in Italia. Anni 2003-2012 (migliaia)

Fonte: Elaborazione personale su dati Angeli (2012), Diciottesimo Rapporto sulle migrazioni, Capitolo 1.1: Gli aspetti statistici, tab. 1: La presenza straniera in Italia. Anni 2003-2012 (migliaia), p.1

56

Dalla tabella 2.1 si può ulteriormente osservare come la composizione straniera sia evoluta dal 2003 al 2012.

In giallo si nota come la presenza straniera in generale sia aumentata costantemente nel tempo, arrivando a toccare i cinque milioni. La continua e costante crescita accomuna anche la colonna degli stranieri residenti il cui andamento è riportato dalle barre con il colore blu. È questa la categoria di soggetti che dal punto di vista numerico costituisce una grande fetta della popolazione straniera. I regolari non residenti sono coloro che non sono iscritti all’anagrafe ma a cui è stato rilasciato, per quanto riguarda gli extracomunitari, un permesso di soggiorno. Il loro numero varia in misura abbastanza altalenante nel corso degli anni. In viola sono riportate le variazioni cioè l’incremento della popolazione straniera totale rispetto all’anno precedente, variazione continuamente positiva.

Dall’analisi dei dati dell’ultimo decennio, sembra emergere che l’aumento della popolazione immigrata è da attribuirsi non solo all’afflusso migratorio dall’estero per lavoro o ricongiungimenti familiari ma anche alle regolarizzazioni negli anni immediatamente successivi che hanno permesso il rilascio di sempre più permessi di soggiorno che influenzano sensibilmente le stime dell’istituto ma anche alle nuove nascite di bimbi stranieri per cui si può parlare di seconda generazione (Angeli, 2012b).

Per seconda generazione si intende la generazione costituita dai figli di immigrati entrambi stranieri o i figli di coppie miste. Questi nuovi nati partecipano in maniera non indifferente ad influenzare il contesto demografico in cui viviamo. Dal grafico 2.2 riportato qui sotto si può notare come anche il numero di nuovi nati da persone che si trovano in Italia come immigrate è aumentato nel corso del tempo. Nel 2013, quindici neonati su cento totali sono frutto di genitori stranieri contro l’appena uno e mezzo del decennio precedente. Questo fatto induce ad un forte contributo demografico ma anche sociale. L’Istat evidenzia come in assenza della presenza straniera, l'Italia sarebbe un Paese a grave deficit demografico. A confermare questa tendenza ormai in atto da anni è un focus dell'Istat che confronta i dati degli ultimi due censimenti (2001-2011) in cui emerge che, a fronte di un aumento in totale della popolazione residente di 2.438.000 unità, la popolazione straniera è cresciuta invece di 2.693.000 unità.

57

Non si arresta in Italia il calo delle nascite, dovuto ad una forte flessione da parte degli italiani, mentre crescono i nuovi nati stranieri che comunque non riescono a

compensare il fenomeno. Il numero dei neonati stranieri aumenta in linea con l’aumento degli stranieri che vivono in Italia; l’incidenza di nati stranieri sul totale dei nati passa dal 4,8 per cento del 2000 al 15 per cento nel 2013. Tuttavia per quanto le donne straniere siano più prolifere rispetto a quelle italiane non viene compensata la diminuzione a cui quest’ultime danno origine. Le donne italiane in età riproduttiva sono meno propense negli ultimi tempi alla procreazione ma, a questo, si aggiunge il fatto che le donne del nostro paese sono quantitativamente poco numerose a causa del prolungato calo delle nascite iniziato già negli anni Settanta. Questo scenario fa attendere effetti ancora più sentiti nel prossimo futuro.

Riprendendo la tabella 2.1, in verde troviamo gli immigrati irregolari, essi nel 2012 rappresentano il 6 per cento del totale degli stranieri. La diminuzione che si nota in alcuni anni piuttosto di altri è il risultato delle sanatorie.

2.2 Regolari e non regolari

Il fenomeno degli immigrati irregolari comincia a prendere piede negli anni Ottanta di pari passo all’inserimento di norme che regolano il fenomeno migratorio in Italia. Infatti, secondo il Ministero dell’Interno (2007), l’introduzione di politiche di ingresso progressivamente sempre più severe hanno contribuito all’aumento del fenomeno. Sempre secondo questa fonte, le condizioni di irregolarità non sono tutte uguali; ci cono