Il romanzo politico del Novecento indiano e la narrativa di Nayantara Sahgal
4.2 Movimenti di riforma sociale e il radicalismo letterario dell’ All-India Progressive Writers’ Association
I propositi di riforma sociale coltivati dal movimento indipendentista furono sicuramente alcuni degli aspetti più salienti del lascito culturale e politico del nazionalismo indiano; già si visto come l’elite intellettuale indiana, rappresentata dalla figura carismatica di Nehru, intravide nel movimento nazionalista le potenzialità per una più radicale riforma strutturale della società, che da un lato trasformasse i cittadini da semplici spettatori in attori e protagonisti della scena politica, e da un altro contribuisse a svecchiare antiche pratiche e superstizioni come l’intoccabilità o la condizione di emarginazione delle vedove, per favorire una migliore integrazione tra cittadino e società civile e costruire una nuova nazione su basi più democratiche ed egualitarie. Uno dei fenomeni sicuramente più interessanti di questo periodo di transizione fu la formazione nel 1936 dell’All-India Progressive Writers’ Association (AIPWA), una libera associazione di intellettuali indiani finalizzata alla promozione, attraverso opere
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di natura letteraria e non solo, di importanti e radicali trasformazioni sociali13. Il ruolo dell’intellettuale nella società indiana e il dibattito sulle modalità del processo di decolonizzazione furono alcuni dei principali temi attorno ai quali si confrontarono questi autori che, largamente influenzati dai movimenti anti-fascisti e dalla sinistra europea e americana di quegli anni, cercarono di adattare tematiche di uguaglianza sociale, lotta ai totalitarismi e all’egemonia culturale di specifici gruppi sociali al contesto indiano. Momento-chiave nella storia di questa associazione fu la pubblicazione, nel 1932, di una controversa raccolta di short stories in Urdu dal titolo
Angarē (Carboni Ardenti), che fu bandita in tempi brevissimi. L’associazione, fondata
da Sajjad Zaheer, raccolse intorno a sé numerosi intellettuali indiani della medio-alta borghesia musulmana, tra cui Khwaja Ahmad Abbas e Ahmed Ali. Sebbene i racconti della raccolta fossero scritti in Urdu, è importante ricordare che la maggior parte di questi autori contribuirono agli scopi del movimento attraverso la redazione di svariate opere in inglese; come ricorda Gopal, questi autori erano:
(…) North Indian Muslims from Urdu-speaking middle- and upper-class families. They were English-educated, fluently bilingual colonial subjects strongly committed to anti-colonialism, members of relatively elite social groupings invested in a variety of Marxist and socialist projects; litterateurs who were devoted to the literary craft while urgently concerned with social and political transformation; and, last but not least, Muslims who were engaged in a critique of Islamist orthodoxy even as Hindu majoritarianism threatened to exclude Muslim communities from the life of the Indian nation14.
Gli autori facenti parti di questa associazione, radunatisi a Londra negli anni Trenta per discutere dei loro programmi artistici e politici e guidati dallo spirito riformatore del loro presidente onorario, Mulk Raj Anand, fissarono le loro idee in un importante “Manifesto”15 che, pubblicato prima in inglese sulla Left Review nel 1935 quindi in Hindi sulla rivista Hans nell’ottobre dello stesso anno, costituì un fondamentale documento sociale e politico, destinato a produrre importanti cambiamenti sulla letteratura indiana di quegli anni. Anche se il “Manifesto” fu considerato da alcuni come il più importante documento del realismo socialista in India, è importante ricordare tuttavia come questi autori, vicini per certi aspetti alle istanze politiche e sociali del Partito Comunista Indiano (CPI), non furono comunque affiliati al partito né fecero
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Cfr. Priyamvada Gopal, Literary Radicalism in India: Gender, Nation and the Transition to
Independence cit., p. 1 14 Ibid., p. 7
15 Carlo Coppola, “The All-India Writers’ Progressive Association: the European Phase”, in Id., Marxist Influences and South-Asian Literature, East Lansing, Michigan, Asian Studies Center, 1974, p. 4
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della loro associazione un organo culturale del partito stesso16. Le loro inclinazioni socialiste furono semmai motivate dal fatto che quell’ideologia rappresentò per loro una valida alternativa ai modelli imperialistici e capitalistici dominanti, fornendo un utile supporto metodologico al loro progetto di riforma sociale e culturale. Come ha ricordato il fondatore Sajjad Zaheer, l’adesione del gruppo agli ideali socialisti fu un processo naturale e spontaneo, motivato da istanze di rinnovamento sociale:
[Our group and I] were gradually drifting towards socialism. Our minds searched for a philosophy which would help us understand and solve the different social problems. We were not satisfied with the idea that humanity had always been miserable and would also remain so. We read Marx and other socialist writers with great enthusiasm, solved the historical and philosophical problems through mutual discussions. Our minds became clear and our hearts contented17.
D’altra parte, come si è sentito in dovere di specificare Ahmed Ali in risposta a tutti quanti cercarono di ridurre il movimento a una pura manifestazione degli ideali e scopi politici del CPI:
(…) The Progressive Writers’ Movement was essentially an intellectual revolt against the outmoded past, the vitiated tendency in contemporary thought and literature, the indifference of people to their human condition, against acquiescence to foreign rule, enslavement to practices and beliefs, both social and religious, based on ignorance, against the problems of poverty and exploitation, and complete inanity to progress and life18.
Scopo degli autori dell’associazione fu dunque quello di denunciare, attraverso uno spirito progressista improntato a un forte razionalismo scientifico, i principali problemi della società indiana e lo stato di subordinazione e schiavitù della sua popolazione da troppo tempo assoggettata a un dominio straniero; come puntualizza Gopal:
The primary goal was to consolidate the gains of the last few years – to open up institutional places where diverse issues pertinent to regenerating nation and national culture could be
16 A questo proposito Priyamvada Gopal contesta quanto affermato da Aijaz Ahmad, secondo cui la
AIPWA costituì un organo di diffusione culturale del CPI in India; dice Gopal: “(…) it is incorrect to reduce the organization’s mandate, as Aijaz Ahmad does, to that of a cultural front for or of the CPI. Many leading figures (of the AIPWA), even those deeply sympathetic to communism, were not affiliated to the party and certainly did not see the organization as a front for the party. In fact, founder members such as Mulk Raj Anand often went to great lengths to point out the respect for political heterogeneity that the organization would maintain” (P. Gopal, Literary Radicalism in India: Gender, Nation and the
Transition to Independence cit., p. 17)
17 Sajjad Zaheer, cit. in Carlo Coppola, “The All-India Writers’ Progressive Association: the European
Phase”, in Id., Marxist Influences and South-Asian Literature cit., p. 3
18 Ahmed Ali, “The Progressive Writers’ Movement and Creative Writers in Urdu”, in Carlo Coppola, Marxist Influences and South-Asian Literature cit., p. 35
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discussed and to create support networks for writers concerned with social and cultural change19.
Nella versione del “Manifesto” del movimento redatta per la rivista Hans si legge inoltre che:
The objects of this association is to take our literature and other art forms from the monopolistic control of priests, pundits and other conservatives. It [The association] should bring them [literature and other art forms] nearer the people. They should be made to reflect life and reality so that we may be able to light our future20.
Questa dichiarazione contiene due punti essenziali: obiettivo dell’associazione fu dunque da un lato quello di sottrarre la letteratura e più in generale la cultura al controllo di classi e caste privilegiate, auspicando un progetto di riforma sociale del basso, e nel contempo quello di procedere ad una graduale, radicale riconfigurazione culturale che rendesse le classi subalterne e più disagiate partecipi del processo di ripensamento critico delle istituzioni e della nascente nazione, nonché della produzione e della fruizione di opere culturali.
Tra le strategie adottate dai membri dell’associazione per facilitare questo progetto di democratizzazione della cultura vi fu quello di creare spazi di aggregazione e istituzioni atte a favorire l’incontro tra culture di vari gruppi sociali; nel corso della prossima sezione vedremo, attraverso l’esempio di Khwaja Ahmad Abbas, come questo progetto sia stato portato avanti attraverso una singolare fusione di esperienze letterarie e cinematografiche, ma anche come altri autori, come ad esempio Ahmed Ali, abbiano cercato di valorizzare il patrimonio culturale indiano attraverso una nostalgica ricostruzione degli anni precedenti il dominio britannico, rievocando un mondo e un
corpus di tradizioni ormai estinte ma comunque fortemente radicate nella memoria
collettiva dei musulmani d’India alla vigilia del movimento di indipendenza.
19 Priyamvada Gopal, Literary Radicalism in India: Gender, Nation and the Transition to Independence
cit., p. 17
20 “Manifesto” dell’ AIPWA (Hans version), in Carlo Coppola, “The All-India Writers’ Progressive
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4.3 Il realismo cinematografico di Khwaja Ahmad Abbas e la visione crepuscolare