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Museo Tattile Statale Omero

Andrea Socrati e la sua sorgente

La recensione dedicata al libro, “L’uovo cosmico – Alle origini dell’arte occidentale” di Andrea Socrati, è per me occasione di far conoscere, a chi non lo sapesse, il Museo Tattile Statale Omero, che viene alla luce nel 1993 ad Ancona. Uso provocatoriamente l’e-spressione “viene alla luce”, perché finalmente tutti, vedenti e non vedenti, possono toccare le opere d’arte, utilizzando un’abilità di conoscenza molto sensuale quale è il tatto, senso che nel mondo di oggi viene mortificato nella non relazione, nella non comunicazio-ne, private di ogni gestualità affettiva. Infatti, i limiti non sono solo rappresentati da barriere architettoniche, ma anche e soprattutto da quelle culturali e mentali, per mancanza di educazione e di civiltà.

Il Museo Omero ha sede presso la settecentesca Mole Vanvitel-liana di Ancona, le cui sale ospitano una Sezione di Scultura in cal-chi di gesso o resina dei capolavori di ogni epoca, dalle opere d’arte dell’antichità a quelle contemporanee, queste ultime tutte origina-li; una Sezione di Architettura, composta da modelli architettonici, riproduzioni fedeli di opere grandiose originali ed infine una Sezio-ne Archeologia, esposizioSezio-ne di oggetti originali e significativi.

Nel 1999 il Museo, su ispirazione dell’Unione Italiana dei Cie-chi e realizzato con il contributo del Comune di Ancona e della Re-gione Marche, ottiene il riconoscimento statale con la legge n. 452 per l’alto valore artistico ed educativo. Ecco che allora il “viene al-la luce” assume un senso di elevata qualità umana, perché tutti na-sciamo, ma veniamo alla luce nel momento stesso in cui veniamo legittimati nello spazio di relazione, nella pari dignità di persone.

Andrea Socrati, responsabile dei progetti speciali per il Museo

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Tattile Omero, ha trovato la Sua sorgente in quella fonte, da cui non ci si disseta mai abbastanza, che è l’amore. Tutti cerchiamo amore fino all’ultimo respiro attraverso il riconoscimento come persona nello spazio relazionale. Ecco che il suo libro prende corpo in tutta la sua vitalità di fantasia fra Arte e Bellezza, veicoli di edu-cazione e di arricchimento umano.

Andrea Socrati, e se nel nome un destino, mi pare proprio che ben si calzi ad Andrea la maieutica di socratiana memoria.

Andrea Socrati, responsabile dei progetti speciali per il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, ha ideato questa bellissima storia, L’uovo cosmico Alle origini dell’arte occidentale, prendendo spunto, restando quindi in tema, dall’uovo cosmico, simbolo trovato nei miti della creazione di ogni civiltà. In genere, l’uovo sta a indicare il principio di un qualche essere primigenio, il quale sovente si trova nelle acque primordiali della Terra rappresentando la scintilla della vita. Nella mitologia Greca, l’uovo primordiale rappresenta l’uovo cosmico che venne covato dalla divinità ermafrodita Fanes o Pro-togonus, vagamente identificata anche con Zeus, Pan, Metis, Eros, Erikepaios e Bromius, tutte divinità espressioni dell’idea del sesso e dell’energia vitale, senza distinzione di maschile e femminile, che a loro volta crearono tutti gli altri Dei. Questo uovo viene quasi sem-pre raffigurato con un serpente che si avvolge a spirale attorno ad esso, per affermare che dall’uovo cosmico nulla può arrestare la po-tenza creativa della vita. L’uovo dell’universo diventa così simboli-camente il contenitore dell’anima imprigionata.

Il significato più specifico dell’uovo, però, è proprio quello del mistero della vita e della sua origine.

Un esempio di opera d’arte, in cui questa simbologia è palese-mente raffigurata, è la celebre pala di S. Bernardino, compiuta da Piero della Francesca tra il 1472 e il 1474, ora a Brera.

L’attenzione di chi la osserva cade immediatamente sulla presen-za di un uovo, situato proprio al centro del dipinto. L’uovo è appe-so a un filo (asse verticale), alla appe-sommità della volta (varco attraver-so il quale l’anima uscirà dal guscio).

Paradossalmente l’uovo, che è proprio ciò da cui nasce ogni sin-golo individuo, è da sempre simbolo potente dell’universale, e por-ta in sé sia l’origine da cui tutto proviene sia la ciclicità dell’eterno ritorno.

L’uovo ha sempre affascinato i filosofi perché non si sapreb-be concepire forma più adeguata per rappresentare la perfezione dell’Universo ed il miracolo della vita.

Non dimentichiamo un altro fondamentale significato dell’uo-vo: il principio di “germe”.

Nell’uovo, infatti, è custodito un tesoro di “energia vitale”, ov-vero la vita che da esso scaturirà; pertanto, l’uovo è anche il simbolo delle nostre migliori potenzialità e di ciò che di universale e divino esiste nell’essere umano.

I protagonisti della storia sono quattro ragazzi, appassionati d’arte e uniti da una salda e sincera amicizia, e dei quali due non vedenti. Un viaggio li porterà in Grecia, la culla dell’arte e del-la civiltà occidentale, dove le forze del Male, creature del Tartaro, stanno cercando di distruggere l’Uovo Cosmico. Le avventure dei quattro ragazzi sono un pretesto per esplorare il mondo dell’arte occidentale, e per riflettere sul tema della diversità, relativa alla di-sabilità, con particolare attenzione a quella visiva. L’esplorazione diventa, quindi, anche un tramite di conoscenza e di consapevo-lezza. La diversità, sinonimo di insospettabili risorse, rappresenta per questo motivo una straordinaria fonte di ricchezza spirituale.

“Uguali perché diversi, non uniformi”, per cui il termine “uguali”

riporta ai concetti di uguaglianza libertà e giustizia, espressioni del-la più alta umanità.

Ecco che prende senso questa fiaba fantastica, in cui i ragazzi arrivano non solo a scoprire, attraverso alcune prove, ma anche a raggiungere l’uovo cosmico, affinché non venga distrutto, per scon-giurare la fine del genere umano in ogni sua espressione. Differen-za, diversità lo rendono unico irripetibile, originale. Appunto ori-ginale, perché lì ha origine la specie umana, con una forte valenza divina, da qualsiasi prospettiva la si guardi.

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Narrazione molto suggestiva con una chiave di intento pedago-gico, per far comprendere attraverso il percorso dei quattro giovani l’esistenza di ogni essere umano, motivandone il mistero e il signi-ficato profondo del miracolo, che è la vita stessa.

La maieutica è il procedimento metodologico (significativo il Laboratorio al buio presso il Museo) attraverso cui ognuno può far sorgere lo spirito creativo con gli strumenti che ha – dobbiamo far-ci sorgente e non contenitore – con l’assoluta certezza che la forza dell’amore è “ l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Andrea Socrati, laureato al DAMS di Bologna indirizzo Arti vi-sive, è docente specializzato per il sostegno presso il Liceo Artistico

“Edgardo Mannucci” di Ancona e Responsabile dei progetti specia-li del Museo Tattile Statale Omero. Si occupa di educazione ai beni culturali e all’arte, con particolare riferimento all’arte contempora-nea, attraverso percorsi multisensoriali ed inclusivi, promuovendo-ne la conoscenza attraverso mostre, eventi culturali ed utilizzando a tal fine gli stessi linguaggi dell’arte e della letteratura. Le sue ter-mografie a rilievo e sculture sono state esposte in mostre e convegni presso il Museo Santa Casa di Loreto, Pinacoteca Civica di Anco-na, Mole Vanvitelliana di AncoAnco-na, Macro di Roma, Museo Dioce-sano di Venezia. È promotore dal 2003, con il Museo Omero e il Liceo Artistico “E. Mannucci”, della Biennale Arteinsieme - cultu-ra e culture senza barriere.