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Il progetto di padre Armando era questo e molto di più:

“Sarà una scuola aperta a tutti: cristiani, musulmani, ebrei studieranno insieme accomunati dalla passione per la musica. Sarà un luogo di formazione, educazione e dialogo alla pacifica convivenza, luogo di promozione umana e sociale e di orientamento e preparazione pro-fessionale in campo musicale”.

E così, nel 1995, il Capitolo della Custodia francescana di Terra Santa presieduta da padre Giuseppe Nazzaro ha progettato la nascita dell’istituto musicale Magnificat.

Fu scelta come sede un seminterrato del convento di San Salvatore nel cuore della città vecchia di Gerusalemme, usato fino a 30 anni prima per insegnare falegnameria a giovani palestinesi. L’architetto della Custodia padre Al-berto Prodomo trasformò i locali – un vecchio androne, intralciato da colonne – in una scuola di musica, modi-ficando e adattando la struttura alle esigenze specifiche, con la sua squadra di muratori, falegnami, elettricisti, idraulici, tecnici del suono, esperti della pavimentazione a linoleum. La scuola fu dotata così di sei piccole aule per l’insegnamento individuale del pianoforte e di altri stru-menti musicali, una grande aula per esercitazioni corali e insegnamento collettivo, biblioteca e sala d’ascolto, un ambiente per concerti e saggi scolastici e i servizi. In do-tazione erano stati reperiti nove pianoforti.

Padre Armando, mentre ammirava l’impegno dell’archi-tetto, gli disse: “Non facciamola tanto bella questa scuo-la. Forse non verrà nessuno; forse nessuno si metterà a studiare. Se la devono meritare una bella scuola”.

Tre insegnanti - Hania Soudah Sabbara, Ikhlass Okal e padre Armando - iniziarono a lavorare con i primi allievi, 35 complessivamente. L’Istituto Magnificat di Gerusalem-me fu inaugurato l’8 dicembre 1996, festa dell’Immaco-lata. Il giorno prima Antonio Pescatore, giovane maestro avellinese diplomato a Roma in organo e pianoforte, ave-va eseguito un concerto d’organo (musiche di J.S. Bach, T.

Albinoni, A. Pierucci) nella chiesa di San Salvatore davan-ti ad un pubblico numeroso. L’8 dicembre padre Antonio

Foley ha diretto in prima esecuzione la Missa Notre Dame de Noel a quattro voci miste, assemblea e organo com-posta da padre Armando Pierucci ed accompagnata dal coro della Custodia di Terra Santa. Dopo la celebrazione eucaristica il vicario della Custoria padre Castor Garcìa, assistito da padre Paolo Mastrangeli e fra Abdo Nader, ha benedetto i nuovi locali dell’Istituto Magnificat. Il coro della parrocchia latina di S. Salvatore, diretto da Hania Soudah Sabbara, ha eseguito dei canti e alcuni allievi dell’Istituto hanno suonato brevi pezzi al pianoforte.

A chi serve l’Istituto Magnificat?

“Chiaramente si è seguito il procedimento della luma-ca, nel senso che prima ci si è dati da fare per avviare alla musica dei giovani palestinesi e poi si è preparata la sede adatta. C’è chi, brontolando, ricorda un antico proverbio arabo: “La musica più bella la fa la padella che frigge”. È certo un proverbio che evoca la fame che per secoli, pensiamo al dominio turco, ha stretto la pelle alle ossa della gente.

Tuttavia dire che la regione è negata alla musica è far torto al Creatore di tutti e, in particolare, a Gesù, can-tore del Padre, e a Maria SS.ma, cantautrice del Magni-ficat. Curioso che molti palestinesi hanno fatto fortuna all’estero proprio con la musica. Uno dei quattro figli di Agostino Lama fu invitato a suonare il pianoforte al conferimento del premio Nobel per la Pace di Arafat (e Y.

Rabin, S. Peres). Ma Lama junior vive a Parigi.

Ad essere franchi, molti pellegrini girando per le strade di Gerusalemme o di Nazareth possono essersi accorti che dei pezzi di pane, magari spalmati di cioccolato, erano stati buttati per la strada. Oggi il problema non è più quello di riuscire a far friggere la padella.

Certo, non è facile avviare dei giovani senza modelli precedenti ad uno studio serio e lungo come è quello musicale.

Ma su 200 ragazzi che hanno iniziato lo studio delle note abbiamo trovato 35 trentacinque allievi, ragazzi e ragazze, suore, frati, i quali si sono iscritti all’Istituto Magnificat o beneficiano di alcune lezioni.

Molti di loro sono ai primi passi ma qualcuno di loro nel prossimo anno farà gli esami di quinto anno di piano-forte. Il nostro scopo è formare musicisti per le chiese, le parrocchie e i santuari di Terra Santa (cantori, organi-sti, animatori liturgici) e per le scuole (insegnanti). Più tardi penseremo ad una banda e, perché no? Ad un’or-chestra”. Padre Armando Pierucci. Testo tratto da “La Terra Santa” marzo-aprile 1997, pag 42-43)

Nel Natale 1998 ci fu a Betlemme l’inaugurazione della

“Franciscan Millennium Hall”. I canti di quella sera erano stati accompagnati da un ‘pianoforte a coda bisognoso di cure’ che il parroco francescano di Gerusalemme, padre Giorgio Abou-Khazen aveva messo a disposizione dell’I-stituto Magnificat.

L’appello fu raccolto da Alberto Spallone che amava la Terra Santa e ne conosceva i luoghi, la storia, l’archeolo-gia. Prese contatti con padre Armando Pierucci, diretto-re della scuola, e si accordò sul diretto-restauro dello strumen-to, spiegando che l’opera voleva onorare la memoria di sua zia Ain Zara che gli aveva chiesto di compiere in suo nome un’opera di beneficienza.

Il lavoro fu ultimato nell’agosto 1999. Il restauratore John Orfali riportò lo strumento Ernst Kaps, Dresda n. 24535 in condizioni ottimali. Il ricordo della signora Ain Zara è rimasto così vivo tra i suoni dei giovani musicisti palesti-nesi; su quel pianoforte hanno imparato che la musica è fatta sia di note che di amore.

Sempre nel 1999, padre Werner Mertens, Commissario di Terra Santa della Germania, iniziò a portare dei violini all’Istituto Magnificat. “Che dobbiamo farci? Noi non in-segniamo il violino”. Se ne riparlerà qualche anno dopo.

Nell’agosto 2002 il Commissario di Terra Santa del Pie-monte, padre Giorgio Vign, si recò a Gerusalemme insie-me ad alcuni suoi collaboratori, fra cui Chiara Tamagno, rappresentante del coro, che espresse a padre Armando il desiderio di presentarsi in Terra Santa come gruppo co-rale. Padre Armando le propose di venire nelle solennità in cui il coro della Custodia francescana fa servizio musi-cale. In queste circostanze, oltre al canto liturgico, le due corali avrebbero potuto eseguire un concerto insieme.

Le partiture sono state inviate dalla Custodia con antici-po. La proposta è stata estesa a tutte le corali italiane con allegato il calendario dei servizi musicali del coro della Custodia di Terra Santa.

È stato il primo passo di un lungo cammino di amicizia e legami con tantissime persone.