Arch. Lorenzo Rossi
Il progetto dell’edificio per la scuola di musica Magnificat è collocato in un lotto di terreno tra il convento di San Salvatore e la porta Nuova, all’interno della Cittadella di Gerusalemme. Il Magnificat farà parte di un complesso più ampio dedicato all’accoglienza francescana in Terra Santa che comprenderà anche degli spazi espositivi, di documentazione e commerciali.
Per quanto riguarda il terreno che verrà edificato, al mo-mento comprende due situazioni: una costruzione di im-portanza storica che si affaccia sulla strada principale e presenta una struttura in pietra ancora solida, mentre il tetto è più danneggiato; una parte retrostante, che costi-tuisce la più consistente come volumetria, in uno stato di abbandono e fatiscenza. Si ipotizza una ristrutturazione leggera della parte verso la strada con il rifacimento del tetto e una ristrutturazione più radicale della parte re-trostante.
La posizione vicino all’entrata della Cittadella (porta Nuova) è fondamentale per l’accessibilità. Gli allievi del-la scuodel-la di musica hanno infatti del-la possibilità di entrare nella scuola senza addentrarsi nella Cittadella e nel con-vento. Oltre a ciò l’accesso è anche libero da barriere architettoniche.
Il progetto si propone di creare una struttura moderna e funzionale che si integri con le preesistenze della Citta-della, ma che riveli la sua presenza grazie alla sua quali-tà architettonica. Nella parte antica, che si affaccia sulla strada, vengono ricavati due ingressi, uno per la scuola di musica e uno per il centro culturale.
Quest’ala dell’edificio costituisce un’interfaccia con la città, una zona di filtro con archi vetrati per far entra-re la luce. Il passaggio dalla parte antica alla parte più moderna , è evidenziato da uno spazio con copertura vetrata che funge da collegamento. Attraversata la zona
Relazione illustrativa
La nuova sede del Magnificat
Arch. Lorenzo Rossi
di ingresso si accede alla scuola di musica che è caratte-rizzata dalla presenza della sala concerti e una serie di aule di diverse dimensioni, alcune più piccole per l’inse-gnamento strumentale individuale, altre più grandi per le lezioni di solfeggio e altri insegnamenti. Alcune aule più grandi hanno la possibilità di avere due pianoforti.
La sala percussioni adeguatamente schermata acustica-mente è più grande delle altre aule e può ospitare lezioni per 10 allievi. Le aule sono 17 e sono disposte su due piani. All’esterno nella parte nord e ovest le aule, che hanno tutte illuminazione e aerazione naturali, godono dell’affaccio verso due corti-giardino mentre nella parte a sud è situata una corte pavimentata accessibile di for-ma allungata. Al piano primo è ricavata anche la sala insegnanti che è dotata di un angolo cucina. La sala con-certi è situata in modo tale da poter essere accessibile dalla zona di ingresso anche nel caso in cui la scuola sia chiusa, ad esempio per concerti serali.
La sala concerti ha una capienza di 216 posti, ha
dimen-sioni di 12 metri per 18. La sala funge anche da sala pro-ve per i cori. L’auditorium ha una forma a parallelepipe-do e un rivestimento in legno per ottimizzare l’acustica.
Sopra il tetto della sala è ricavato uno spazio aperto con una gradinata per concerti all’aperto. All’occorrenza sarà possibile realizzare una copertura in tessuto come schermo per il sole. Al piano interrato vengono ricavati una zona parcheggio per almeno 10 auto, raggiungibile tramite una rampa carrabile, 680 metri quadrati di spazi espositivi e altri locali di sgombro. L’isolamento termico e acustico dell’edificio vengono tenuti particolarmente in considerazione. Le aule per l’insegnamento strumenta-le hanno il pavimento in strumenta-legno e controsoffitti speciali per migliorare l’acustica. Inoltre lo spessore delle pareti divisorie permette un elevato isolamento acustico tra le diverse aule. L’edificio è rivestito in pietra locale con un sistema a facciata ventilata che tende a ridurre le disper-sioni termiche aumentando il comfort ambientale sia in inverno che in estate.
Padre Armando a Moie, un nome che rimanda subito alla grande famiglia Pierucci, una famiglia antica e tanto ra-dicata nel paese. E padre Armando, che ha lasciato Moie a tre anni, è riuscito a mantenere un legame, soprattutto con le cugine Anna e Mariella, con il cugino Fernando ma anche con i nipoti e i pronipoti. Alcuni lo ricordano quando negli anni ‘80 si fermava a suonare sulla tastiera dell’Abbazia Santa Maria e i chierichetti si incantavano ad ascoltarlo. Così racconta in breve la sua storia: “Sono nato alle Moie il 3 settembre 1935, in via Risorgimento;
la nostra casa è quella che fa angolo con la strada che va verso il fiume. Allora Moie era un pugno di case con poche famiglie, tutte imparentate. Tutto questo mi ha ac-compagnato per tutta la vita e mi ha insegnato che la realtà, le iniziative buone, il lavoro generoso sono desti-nati a un grande sviluppo e che le persone, di qualunque lingua e colore, devono crescere per formare una armo-niosa famiglia. Nello studio della musica, nell’Istituto Magnificat, nella mia vita francescana ho portato questa convinzione. Don Egidio Lorenzetti, parroco delle Moie, il 6 luglio del 1935 celebrò il funerale di mio padre; il 13 settembre seguente mi battezzò. So anche che Don Egidio lavorò molto nel sociale con iniziative coraggiose, che gli richiesero tanti sacrifici, amarezze e incomprensioni”.
Il 13 luglio 2008 ha voluto celebrare il suo cinquantesi-mo anniversario di ordinazione sacerdotale a Moie, nel-la Chiesa Cristo Redentore, insieme al vescovo di Jesi, mons. Gerardo Rocconi, al parroco don Fabio Belelli, ad alcuni suoi confratelli, ai familiari e amici della Vallesina.
La Santa Messa è stata animata nel canto dal coro “Santa Cecilia” di Fabriano mentre la sera, nell’Abbazia Santa Maria, il coro polifonico “David Brunori” di Moie ha dedi-cato un concerto a padre Armando con l’esecuzione, tra l’altro, della composizione che padre Armando ha