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L A NUOVA RICHIESTA DI TERRITORIO RURALE

III.2 L A DOMANDA TURISTICA

III.2.1 L A NUOVA RICHIESTA DI TERRITORIO RURALE

L’aggettivo rurale tende a delineare un territorio che non è urbano, uno spazio in continua diminuzione per via dell’espansione dei centri cittadini165. Generalmente è un’area a bassa densità demografica, dove l’attività agricola del settore primario è prevalente, sebbene non sia l’unica fonte di sostentamento presente. Nell’immaginario collettivo, l’accezione

165 La crescita della città è un processo in continua evoluzione. Attualmente, il 50% della popolazione mondiale vive in città e la percentuale è destinata ad aumentare (nel 2030 dovrebbe superare il 60%). Tuttavia, se un tempo i confini tra territorio rurale e area urbana erano ben definiti, oggi la situazione risulta più complessa. Infatti, la periferia dei centri cittadini è in continua espansione e il consumo del suolo in aumento. È più corretto quindi parlare di città diffusa, fenomeno conosciuto anche come dispersione urbana o sprawl urbano, caratterizzato dalla presenza di quartieri residenziali, commerciali e industriali, lontani dai centri cittadini propriamente detti, intercalati da aree verdi, piccole zone agricole e da vie di comunicazione efficienti. Lo spostamento dei cittadini in prossimità della campagna, però, non sottintende un cambiamento del loro stile di vita con comportamenti più compatibili con i nuovi spazi occupati, risultando così anche in una sorta di “invasione” culturale. Di conseguenza, i nuovi residenti sono dei pendolari che si spostano quotidianamente in auto per raggiungere il centro cittadino. Questo fenomeno, però, anche definito “rururbanizzazione” della campagna, può essere visto come un’opportunità per creare un equilibrio funzionale tra l’area urbana e quella rurale, basato su uno scambio reciproco per il miglioramento delle condizioni di vita di entrambe le parti. Fonte: Véron J., L’urbanizzazione del mondo,

Bologna, Il Mulino, 2008.

Figura 16 - Territori della DOC Monferrato. Scala 1:7.270 (fonte: www.regione.piemonte.it).

rurale ha assunto un significato negativo per lungo tempo, in quanto si riferiva a una zona spopolata, arretrata, svantaggiata e “sottosviluppata” rispetto ai moderni e avanzati centri cittadini. Tuttavia, i cambiamenti sociali in corso, la globalizzazione e la progressiva perdita d’identità dei popoli hanno portato a una rivalutazione della campagna, oggi inquadrata in una realtà dinamica, capace di creare nuove opportunità di sviluppo per il futuro. Il ritrovato interesse del turista, ma più in generale della società moderna, verso il territorio rurale, va interpretato come una risposta ai problemi e alle criticità nate negli ultimi decenni.

Nel secolo scorso, il mondo occidentale è stato travolto da una crescita economica senza precedenti, che ha portato allo sfociare di diverse rivoluzioni culturali e a un sostanziale rifiuto della tradizione. L’entusiasmo per il progresso e l’innovazione tecnologica sono però stati bruscamente frenati dal sopraggiungere di una crisi, che ha portato in evidenza la mancanza di radici e di valori profondi della società moderna, basata sull’apparenza, sul consumismo sfrenato come simbolo di appartenenza a una classe sociale. Nell’ambito turistico, i disastri ambientali provocati dal turismo di massa hanno contribuito alla nascita di un turismo sostenibile, il quale coinvolge anche nuove destinazioni, nel rispetto della cultura e dell’ambiente locale, caratterizzate da un’identità culturale, ricca di valori e principi autentici di una tradizione popolare radicata. Proprio per via di questo cambiamento della domanda, si ha una nuova richiesta di territorio rurale, il quale assume oggi una connotazione positiva.

Sostenibilità, consumo responsabile ed economia verde sono solo alcune delle espressioni della moda ecologica che dilaga nel mondo. Per molte imprese commerciali l’adattamento della produzione a processi più rispettosi della natura è stata una scelta di convenienza, di risparmio energetico e di marketing, operata con l’obiettivo di aumentare le vendite e diminuire i costi. Tuttavia, per molte persone il riavvicinamento all’ambiente, tramite un rapporto corretto con la natura, in simbiosi con l’ecosistema circostante, è una sorta di risposta alla mancanza d’identità che caratterizza l’uomo moderno. In questo senso, il territorio rurale è lo scrigno della cultura tradizionale, poiché, proprio per la discriminazione operata negli anni passati, è stato meno coinvolto dai processi di omologazione e rifiuto del passato, riuscendo a conservare gran parte del patrimonio popolare. Anche grazie alla marginalità geografica, molte comunità sono riuscite a conservare un’identità più tradizionale e autentica.

Il territorio rurale oggi è una delle mete predilette dal cittadino moderno alla ricerca dell’evasione dalla quotidianità. I ritmi frenetici e la mancanza di relazioni sociali tipiche del mondo industrializzato, sono alcuni dei motivi che spingono a “scappare” dalla realtà.

Viviamo nell’era delle contraddizioni, dove nonostante i miliardi di informazioni disponibili, si è costantemente disinformati; dove la sovrapproduzione genera più cibo di quanto se ne abbia bisogno e un miliardo di persone continua a soffrire la fame. Viviamo nell’era dei social network, dove le persone non sono più capaci di comunicare tra di loro; dove la gente si ammala per colpa degli alimenti che ingerisce, nonostante le numerose leggi a garanzia della sicurezza alimentare. Il rurale è quindi idealmente un’area lontana da questo mondo, nel quale le persone possono rifugiarsi per riassaporare il gusto della vita. Il turista ricerca l’emozione di rivivere il passato, la conoscenza e la saggezza degli antenati. Cerca un senso di appartenenza, vivendo la destinazione come un residente, in modo da interiorizzare parte dell’identità del luogo e di ritornare a casa “cambiato”, più informato e consapevole. In questo senso, prende sempre più importanza il ruolo della cultura immateriale, che comprende il linguaggio, le pratiche sociali, le feste, l’artigianato, di una comunità. La visita in campagna diventa un’esperienza di vita, dove si ricerca un incontro con la natura e la sensazione di essere parte della storia di un luogo.

L’aggettivo rurale identifica così uno stile di vita lento, nel quale i ritmi sono scanditi dai cicli naturali. Significa riscoprire prodotti genuini e di qualità, gusti particolari e il benessere personale, sia fisico, che mentale. La conferma arriva anche dal mondo industriale, il quale spesso si avvale d’immagini pubblicitarie evocative di paesaggi rurali e incontaminati per promuovere un cibo spazzatura prodotto nel completo rifiuto del rispetto per il consumatore e dell’ambiente.

Il territorio rurale, inteso come lo spazio conquistato, trasformato e costruito dall’uomo, diventa quindi un’attrattività turistica, sia per il patrimonio materiale, sia per i valori immateriali che veicola. È l’elemento centrale del cosiddetto turismo rurale, espressione che indica l’insieme delle forme di turismo svolte in questo territorio, come l’agriturismo, il cicloturismo e il turismo enogastronomico. Quest’ultimo è strettamente legato alla cultura del luogo, in quanto la maggior parte dei prodotti agroalimentari devono le proprie caratteristiche distintive proprio al territorio di origine, alle tecniche di lavorazione tradizionali, a ricette antiche tramandate di generazione in generazione. Per usare una metafora enologica, l’uomo sente il bisogno di riappropriarsi del suo di terroir. La nuova domanda di territorio rurale scaturisce quindi dalla voglia di riscoprire le proprie origini, dalla necessità di fuggire dalla città, per ritrovare un legame con la terra, con le proprie radici, con la propria storia e quella degli avi, e per cercare anche di raggiungere il benessere totale.