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III.2 L A DOMANDA TURISTICA

III.3.4 I L PROBLEMA DEL FONDOVALLE

Il binomio città-campagna rappresenta da tempo due mondi separati rappresentanti due stili di vita, in un certo senso, opposti. Tuttavia, gli ultimi decenni hanno visto un’estensione dell’urbanizzazione cittadina verso le aree rurali, rendendo così sempre più difficile distinguere i due fenomeni. Le periferie urbane sono sempre più caratterizzate da quartieri composti di villette unifamiliari, intercalati da appezzamenti destinati all’agricoltura. Per via dell’ampliamento dei centri cittadini, alcune infrastrutture e servizi sono stati delocalizzati, in modo da essere più facilmente accessibili anche dalla popolazione periferica- rurale. In un territorio collinare a forte vocazione agricola, queste costruzioni vengono per lo più situate nel fondovalle, dove le condizioni edilizie sono migliori. Per lo stesso motivo, anche i fabbricati industriali tendono a situarsi ai piedi delle colline, creando veri e propri agglomerati di capannoni ad alto impatto ambientale. Nonostante si possa ormai ritenere superata l’idea che lo sviluppo del territorio corrisponda a un maggior consumo edilizio, il deturpamento del paesaggio non sembra arrestarsi, anche dove questo è riconosciuto ufficialmente come patrimonio della collettività. Di conseguenza, si viene a formare uno forte squilibrio tra l’ambiente e l’utilizzo del suolo da parte dell’uomo200.

Se le cime delle Langhe e del Monferrato sono uno dei paesaggi più belli al mondo, il fondovalle rappresenta la zona dove vengono posizionate infrastrutture forse necessarie, ma non sempre coerenti con il territorio circostante. Una delle più controverse è l’ospedale di Verduno (Figura 21), situato a metà strada tra Alba e Bra201, la cui costruzione è iniziata da vent’anni ormai e che risulta ancora oggi incompleto. Esso, sorge su un pendio soggetto a

198 Intervista con Marina Marcarino, proprietaria dell’Azienda Agricola Biologica PUNSET. 199 Intervista con Nella, madre di Flavio Meistro, dell’Azienda Agricola BUT.

200 www.stopalconsumoditerritorio.it.

frequenti frane, caratterizzato da un terreno di marne argillose e gesso carsico, classificato come “non edificabile” nel piano regolatore comunale. Infatti, è stato necessario installare 900 pali alla profondità di 30 metri per evitare che la struttura crollasse. A questo si aggiunge la necessità di costruire una strada d’accesso adeguata, capace di veicolare il traffico automobilistico che si verrà a creare e di ampliare la statale 7 Pollenzo-Roddi202, collegandosi, infine, con l’autostrada Asti-Cuneo, in costruzione dal 1998 e non ancora ultimata203.

Nel paesaggio candidato a diventare Patrimonio dell’Umanità, l’avanzata selvaggia di asfalto e cemento non sembra dunque placarsi. In particolare, è ormai impossibile fotografare un panorama senza inquadrare qualche capannone. D’altra parte però, le industrie hanno giocato un ruolo importante nell’economia locale, contribuendo al perdurare di diverse attività agricole e determinando così un minor abbandono del mondo rurale. Le Langhe, ad esempio, ospitano stabilimenti di società importanti, quali la Ferrero, Miroglio e la Mondo, aziende che hanno permesso alla popolazione locale di poter scegliere di rimanere a vivere in campagna. La Ferrero, infatti, negli anni ‘70-80, organizzava i turni di lavoro dei dipendenti in base al periodo dell’anno e ai lavori da effettuare in vigna. In questo modo, le ferie erano solitamente concesse a settembre, durante le settimane della vendemmia204. Questo ha fatto sì che anche le piccole aziende agricole, incapaci di sostenere una famiglia intera da sole, non

202 La statale 7 è conosciuta per l’intenso traffico che veicola, molto frequentata da tir, camion,

automobili e trattori, la quale costeggia una lunga distesa di capannoni prefabbricati, accompagnando il visitatori proveniente da Cuneo o Torino ai piedi delle Langhe.

203 Di Caro R., «Maxi ospedale mai finito. La vergogna nelle Langhe», in www.espresso.repubblica.it,

19 novembre 2013.

204 Intervista con Andrea Oberto, proprietario di ERBALUNA Azienda Agricola.

Figura 21 - Vista dell'ospedale di Verduno, foto di Michele d’Ottavio (fonte: espresso.repubblica.it).

fossero abbandonate, poiché c’era comunque la possibilità di trovare un altro lavoro in loco. Inoltre, parte dell’industria locale è strettamente legata alla cultura del luogo, poiché esiste un numero cospicuo di attività economiche legate alla filiera del vino205. Il problema di fondo, quindi, non è tanto la presenza delle fabbriche, senza le quali parte della tradizione locale sarebbe probabilmente andata persa per l’insostenibilità dell’azienda agricola, quanto le modalità di costruzione. Quello che si auspica è che, con la consapevolezza attuale e la maggiore sensibilità ambientale acquisita, i piani regolatori futuri siano strutturati in maniera da salvaguardare il territorio, evitando di consumare ulteriormente il suolo e andando a rivalutare le costruzioni già esistenti.

Un altro problema del fondovalle, localizzato soprattutto nelle periferie delle città, sono i centri commerciali, i quali continuano a proliferare indisturbati. In un certo senso, queste strutture rispondono alla domanda dei cittadini di derrate alimentari e beni di primo consumo a basso prezzo, ma non sempre riescono a garantire l’approvvigionamento di cibi sani e genuini. In alcuni casi, è possibile trovare anche prodotti DOP a marchio del supermercato, venduti a un prezzo molto vantaggioso, ma non del tutto rispondenti alle caratteristiche proprie pubblicizzate. In questo modo però, si diminuisce il valore reale del lavoro di agricoltori e artigiani del settore agroalimentare, che vedono imitazioni “più industriali” dei loro prodotti vendute a basso prezzo e comparate alle proprie produzioni. Di conseguenza, la persona abituata alla grande distribuzione, messa di fronte al lavoro del dettagliante, si troverà in difficoltà nel capire il valore reale del prodotto venduto. I supermercati riescono così a distorcere la capacità di giudizio del consumatore a proprio favore. Tuttavia, il vero costo dell’alimentazione non è dato tanto dal prezzo pagato in cassa, quanto dagli effetti sulla propria salute. Come visto in precedenza, il segreto per fare vini di qualità è contenere la produzione della vigna. Infatti, anche i disciplinari indicano il numero massimo di quintali/ettaro di uva ottenibile. Lo stesso discorso vale per tutta la produzione agroalimentare: se si “spinge” un campo, una mucca o un albero da frutto a rendere più del dovuto, la qualità e l’apporto nutritivo calano. Contemporaneamente, diminuiscono anche i costi unitari, permettendo così di vendere il prodotto finito a prezzo inferiore. Allo stesso tempo però, a parità di quantità ingerita, il consumatore riceverà un apporto nutritivo minore, indebolendo così il proprio corpo e predisponendolo a contrarre più malattie.

In un primo momento, l’apertura di un centro commerciale è vista con favore, poiché porta lavoro per il settore edilizio e, in seguito, per la popolazione locale. Tuttavia, la crescita

205 Numerose sono le attività di produzione e costruzione di macchine agricole e per la viticoltura, cui

abbondante di questi è un continuo deturpamento del paesaggio, poiché essi sono concepiti per sorprendere con le proprie dimensioni206. A questo si aggiunge l’inquinamento dovuto al consumo elettrico della struttura, la quale difficilmente è alimentata con energia pulita nonostante esista la possibilità di posizionare i pannelli solari sul tetto, e del traffico automobilistico generato per raggiungerla. In alcuni casi, quando si tratta di centri “importanti” e di notevoli dimensioni come gli outlet village, questi vengono piazzati in prossimità delle autostrade e presumono la costruzione di nuovi e ampi caselli di uscita, aumentando ulteriormente il consumo del territorio. Un esempio sul limitare del Monferrato “immerso nelle Colline dei Gavi” 207 è l’outlet di Serravalle Scrivia (AL), il più grande d’Europa, con una superficie coperta di 45.000 mq cui si aggiunge il parcheggio e la zona pedonale.

Infine, un problema comune a molti centri storici italiani è la costruzione di edifici contemporanei a lato di palazzi più antichi. Un esempio è la piazza Umberto I di Costigliole d’Asti, dalla quale si ha una magnifica vista sul castello medievale e sulla quale si affaccia un condominio moderno (Figura 22). Da un lato, queste costruzioni sono la testimonianza di un gusto estetico che cambia nel tempo, dall’altro, invece, sono il risultato di una pianificazione urbanistica poco attenta alla conservazione del nucleo antico della città, situazione che si ritrova soprattutto nei centri minori e marginali.

206 A questo si aggiunge la superficie di asfalto adibita a parcheggio e gli svincoli per i collegamenti

stradali.

207 www.outlet-village.it/serravalle.

Oggigiorno però, è troppo facile criticare le scelte architettoniche operate in passato, quando i tempi difficili della ricostruzione post-bellica vedevano imprenditori e comuni in ristrettezze economiche. Quello che è stato fatto non si può cambiare. L’importante è comprendere gli errori compiuti anche in tempi recenti, per non ripeterli ed evitare che il fondovalle venga lasciato alla speculazione e all’infrastrutturazione, concentrando tutti gli sforzi e le risorse per la conservazione dei paesaggi collinari. Inoltre, l’onere della salvaguardia del territorio non deve vertere esclusivamente sui proprietari di una certa costruzione, ma va condiviso con la comunità, in quanto è a beneficio di tutti che si rivolge la tutela e valorizzazione di questi luoghi. Per quanto riguarda le nuove costruzioni, è normale che ci siano e che rispondano ai bisogni dei cittadini. Resta comunque chiaro che debba essere rispettata una sorta di “coerenza paesaggistica”, in modo da evitare scempi paesaggistici per la costruzione di edifici non necessari e soddisfazioni di gusti eclettici personali.

C

APITOLO

IV

P

ROPOSTA DI TUTELA E VALORIZZAZIONE

IV.1 D

IVERSI STRUMENTI DI VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Come visto in precedenza, negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse verso il territorio rurale e le produzioni agroalimentari a esso collegate. Le attività agricole hanno così assunto nuove funzioni, come quella di gestione e salvaguardia dell’ambiente, legandosi sempre più con l’offerta turistica di soggiorni ricreativi e salutistici. Allo stesso modo, si sono sviluppate nuove forme di ospitalità strettamente legate agli stili di vita e alla cultura della comunità locale, come l’agriturismo. Il turismo diventa così un forte elemento di promozione del territorio rurale, capace, inoltre, di favorire l’integrazione tra i diversi settori presenti.