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III.2 L A DOMANDA TURISTICA

III.2.2 I L TURISTA ENOGASTRONOMICO

Sebbene il turismo enogastronomico sia un fenomeno piuttosto recente, l’interesse per il patrimonio culinario italiano è presente ormai da decenni nei visitatori del nostro Paese. Già nel 1931, il Touring Club Italiano pubblicò una “Guida gastronomica d’Italia”, con l’obiettivo di presentare le specialità della Penisola, suggerendone l’assaggio in loco. Nello stesso periodo venne creata per volontà dell’Enit166 la mappa dei prodotti tipici italiani, raffigurazione che ancora oggi è simbolo della ricchezza alimentare del nostro territorio. Gli ultimi decenni del secolo scorso vedono un ritorno all’interesse di un’alimentazione sana e genuina, la quale spesso si traduce nella ricerca di prodotti certificati. Proprio nel periodo più buio per il mercato del vino, dovuto allo scandalo del metanolo, nacque l’associazione Slow Food, allora denominata Arcigola, con l’obiettivo di salvaguardare e promuovere le eccellenze alimentari italiane167.

Tuttavia, è con la manifestazione Cantine Aperte del 1993, organizzata dal Movimento del Turismo del Vino, che si decreta la nascita simbolica del turismo enogastronomico in Italia. Col passare degli anni gli eventi diventano sempre più numerosi e diffusi. Si giunge così ad avere oltre mezzo milione di visitatori per l’edizione del 1997. L’anno successivo Cantine Aperte conquista il mondo con Wine Day, manifestazione internazionale aperta a tutti i produttori. Nel 2001 si ebbe la svolta italiana, con il coinvolgimento dei prodotti DOP, d’ora in poi offerti in cantina come accompagnamento al vino. L’azienda diventa così un luogo di educazione alimentare, con il compito di diffondere la cultura del cibo, di far conoscere l’importanza di una dieta sana e genuina, rivolta anche alla sensibilizzazione del visitatore sulle questioni ambientali.

Attualmente, il fenomeno del turismo enogastronomico è in fase di sviluppo. Per questo motivo è difficile definire i caratteri dei protagonisti, soggetti a cambiamenti continui. In generale, lo stereotipo del turista enogastronomico risponde al seguente profilo: è un consumatore abituale di vino, prevalentemente maschio, di età compresa tra i 26 e i 45 anni, con un livello d’istruzione, sociale ed economico medio-alto, il quale si sposta con un mezzo proprio e con la propria famiglia, soprattutto in primavera e in autunno. Quando è straniero, parla tedesco168. I turisti, nella letteratura di riferimento, sono poi divisi in gastronauti e foodtrotter (Croce E., Perri G., 2010): i primi sono mossi esclusivamente dall’interesse per i

166 Ente Nazionale Italiano del turismo: è l’agenzia che si occupa di promuovere l’offerta turistica

nazionale all’estero.

167 Croce E., Perri G., Il turismo enogastronomico: progettare, gestire, vivere l’integrazione tra cibo,

viaggio, territorio, Milano, Franco Angeli, 2010.

prodotti enogastronomici; mentre i secondi, pur ponendo al centro delle motivazioni l’offerta agroalimentare di un territorio, sono molto influenzati dalle risorse naturali presenti. Un’ulteriore classificazione divide i visitatori in: enoturisti per caso, maggiormente interessati ai servizi e ai temi accessori del settore vitivinicolo; i turisti del vino, molto preparati in materia e attratti dalla rarità dello stesso; gli opinioni leader, persone con alta capacità di spesa e predisposte ad acquistare bottiglie rare e di alta gamma; e i talent scout, molto competenti, tanto da riuscire ad anticipare persino la stampa di settore nelle scoperte di nuove eccellenze. Tuttavia, suddetta classificazione tende a standardizzare il turista in schemi impersonali e poco utili al fine dell’organizzazione turistica. Ciò che veramente interessa al promotore è il motivo che spinge una persona a vestire i panni del turista enogastronomico.

In generale, l’enoturista è una persona curiosa e attenta, che vuole conoscere direttamente la filiera produttiva del settore agroalimentare, con l’obiettivo di diventare un consumatore più responsabile. Attribuisce al cibo il ruolo di tramite per la scoperta e la comprensione dell’identità culturale dei luoghi che visita, alla quale vuole partecipare attivamente. È una persona molto esigente dal punto di vista dell’autenticità culturale, in cerca di qualità e professionalità dell’offerta. Tuttavia, non si rivolge ai tour operator perché non li considera abbastanza informati sulle realtà locali, preferendo così organizzare le proprie vacanze in autonomia169.

Secondo l’ultimo rapporto annuale sul turismo enogastronomico redatto dall’Osservatorio sul Turismo del Vino per l’anno 2012, la tipologia di turisti prevalenti è quella degli specialisti e appassionati, in quanto il mercato è considerato ancora di nicchia. Inoltre, il fenomeno si trova ancora in una fase di sviluppo, lasciando aperte numerose possibilità per il futuro, sia per quanto riguarda l’allargamento della domanda, sia per il coinvolgimento di nuove destinazioni. Nonostante la crisi economica e una flessione generale del mercato turistico italiano, l’enogastronomico è in crescita. Per quanto riguarda i fattori di attrattiva, può forse sorprendere di trovare al primo posto l’interesse per la qualità ambientale (23%), per l’arte e la cultura (19%). Risulta chiaro quanto sia fondamentale la cura del territorio, poiché il vino e i prodotti agroalimentari in genere, da soli non bastano. A conferma di quanto esposto in precedenza, l’enoturista preferisce reperire le informazioni e organizzare le proprie vacanze tramite internet. Tuttavia, il passaparola rimane un fattore

169 Croce E., Perri G., Il turismo enogastronomico: progettare, gestire, vivere l’integrazione tra cibo,

strategico fondamentale, in quanto risulta essere uno dei più efficaci strumenti di comunicazione170.

In definitiva, il turista enogastronomico è una persona molto sensibile alle questioni ambientali, interessata a vivere e conoscere la realtà di una destinazione nel pieno rispetto del territorio e della comunità locale. La vacanza rappresenta un’esperienza personale e motivo di crescita, di apprendimento e di relazione con nuove realtà. Ricerca un’offerta personalizzabile e adattabile ai propri gusti e interessi. Si può quindi far rientrare l’enoturista nelle sfere di fenomeni più ampi, come il turismo verde. Infatti, l’agriturismo, il cicloturismo e il turismo sostenibile sono altre forme perfettamente affini alla domanda enoturistica, che si possono integrare insieme per arricchire l’offerta di una destinazione. Per quanto riguarda il profilo personale, si nota un abbassamento dell’età media in cui si sviluppa il primo l’interesse per l’enologia, che si attesta sui vent’anni, momento in cui generalmente diminuisce il consumo di superalcolici per la riscoperta di gusti più maturi, come quello del vino. Inoltre, la partecipazione del pubblico femminile è sempre più forte, in parte anche per via della “moda di degustare”171.

III.3 L’

OFFERTA TURISTICA DI

L

ANGHE E

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ONFERRATO