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I L PAESAGGIO COME PATRIMONIO TURISTICO

III.2 L A DOMANDA TURISTICA

III.3.1 I L PAESAGGIO COME PATRIMONIO TURISTICO

Come visto in precedenza, il turista enogastronomico è principalmente interessato ai territori vitivinicoli e in particolar modo è attratto dal valore del paesaggio. I due concetti, territorio e paesaggio, sono strettamente correlati, in quanto caratterizzati entrambi dall’evoluzione della comunità locale. Il primo è il risultato di un’iniziativa umana finalizzata e operata su una base naturale che rispecchia la struttura socio-economica della comunità locale, la quale attribuisce allo stesso un insieme di significati. Il secondo, invece, indica il contenuto estetico e sentimentale di un territorio, la forma che assume un ambiente modificato dall’uomo: è ciò che si ammira. Il paesaggio si compone sia di elementi tangibili, quali gli aspetti morfologici, fisici, naturali, storici, sia di quelli intangibili, come l’identità storica, la cultura che veicola, i simboli che rappresenta. Il paesaggio, infatti, è generatore di benessere e assume valore dal punto di vista ricreativo e conservativo. Tuttavia, il valore

170 Osservatorio sul Turismo del Vino, XI Rapporto annuale – Turismo enogastronomico 2013: la

terragna concretezza di un turismo ancora in fase di sviluppo, pubblicazione online su

www.regioni.it, Censis Servizi, febbraio 2013.

171 Zanotti E., L’ospitalità del vino. Soggiorni di qualità tra vigne e cantine, Savigliano, Gribaudo,

economico che a questo si può attribuire, dipende dalla domanda esistente. Il turismo rurale perciò risponde alla domanda di paesaggio agrario, concetto di non facile definizione172. Un aiuto, giunge dallo storico Emilio Sereni, il quale lo indica come “la forma che l’uomo, nel corso del tempo ed ai fini della sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente, imprime al paesaggio naturale173”. L’apporto più significativo è quindi dato dal lavoro dell’agricoltore, comprendente non soltanto l’attività di semina e raccolta, ma anche tutte le infrastrutture ad essa collegate, come ad esempio abitazioni, edifici, strade, sistemazioni idrauliche, opere architettoniche che, col passare del tempo, possono assumere un valore storico, e ancora la morfologia dei campi e le dimensioni, cui si devono le caratteristiche cromatiche. Ad esempio, nell’immagine seguente, le vigne si alternano ad appezzamenti coltivati a noccioli, di colore verde intenso. Inoltre, si distinguono piccoli nuclei abitativi, alcune vie di comunicazione e macchie di vegetazione spontanea (Figura 17).

Il paesaggio agrario, proprio per la centralità dell’attività del settore primario presente nel territorio, è in continua evoluzione e soggetto a cambiamenti dovuti all’evoluzione della società e all’azione della natura. La tecnologia, in particolare l’industrializzazione dell’agricoltura, è uno dei fattori che più ha segnato il territorio. Ad esempio, nel contesto vitivinicolo, se si vuole procedere alla meccanizzazione della vigna, si deve iniziare dalla scelta dell’impianto del vigneto con la forma più consona all’uso di macchinari. Innanzitutto, la pendenza del terreno non dev’essere superiore al 30%, nel qual caso sarebbe impossibile

172 A tal proposito, si precisa che il tema del paesaggio è un argomento preso in esame in differenti

discipline e, all’interno di queste, sotto diversi punti di vista. Per questo motivo, il presente lavoro si limita a presentare l’argomento così come viene considerato nell’ambito della trattazione Unesco.

173 Sereni E., Storia del paesaggio agrario italiano, Bari, Laterza, 1979, pp. 29.

procedere. I sostegni devono essere duraturi ed elastici, per resistere alle sollecitazioni delle macchine e non perdere parti che possano danneggiare la vite e i grappoli. Per quanto riguarda la sistemazione dei filari, è preferibile quella a rittochino (Figura 18), la quale interseca le curve di livello nel senso ortogonale, favorendo così l’azione delle macchine che lavorano meglio in discesa. Inoltre, la distanza degli stessi deve essere più ampia, per consentire il passaggio e la manovra dei trattori. Tuttavia, tale sistemazione su terreni pendenti favorisce il defluire delle acque e una maggiore erosione del terreno, che non trova “ostacoli” nello scivolamento verso il basso. Al contrario, la disposizione a girapoggio (Figura 19) dei filari segue le curve di livello, permettendo l’escavazione di solchi d’acqua che riducono l’erosione del terreno. L’irregolarità della vigna dovuta a questa sistemazione ostacola, però, l’impiego delle macchine, incapaci di adattarsi al suolo e al dislivello, con il conseguente rischio di ribaltamento174.

174 Racca R., Il vino: istruzioni per l’uso, Lucca, Cinquesensi, 2013.

Figura 19 - Disposizione di vigna a girapoggio. Figura 18 - Disposizione di vigna a rittochino.

Evoluzione della società significa anche cambiamento degli stili alimentari e di vita, fattori capaci di influenzare un paesaggio. Basti pensare all’abbandono delle campagne che ha causato un inasprimento del paesaggio per via della minor manutenzione operata; e alla nuova urbanizzazione delle stesse, la quale ha portato alla creazione d’infrastrutture imponenti per la viabilità, la creazione di nuovi centri abitati con architetture non sempre consone al territorio circostante, e la conversione quasi obbligatoria di terreni agricoli in vigne nelle aree corrispondenti alle denominazioni di origine più prestigiose.

Anche i fattori fisici e ambientali influiscono sull’evoluzione dei paesaggi. L’azione degli agenti atmosferici, quali precipitazioni, venti, variazioni di temperatura è molto importante, poiché influisce sui cambiamenti morfologici del territorio. Gli effetti conseguenti però, non sono mai indipendenti dall’azione dell’uomo, poiché un terreno è soggetto a maggiore o minore erosione a seconda della tipologia di coltivazione applicata, come visto in precedenza.

Nella cultura europea l’importanza e l’attenzione data al paesaggio hanno radici storiche, testimoniate dalle numerose opere pittoriche raffiguranti vedute di scenari naturali. Il riconoscimento ufficiale arriva nel 1992, quando l’ICOMOS175 per la prima volta definì la categoria di “paesaggio culturale”, inteso come il risultato dell’azione combinata dell’uomo e della natura, cui segue la prima iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco della Valle della Loira. A sua volta, la categoria è ulteriormente suddivisa in: paesaggio progettato e creato intenzionalmente dall’uomo, come i giardini e i parchi; paesaggio organicamente evoluto, il quale può essere vivente, cioè ancora in evoluzione o fossile, non più soggetto a cambiamenti; paesaggio culturale associativo, importante per il valore ad esso attribuito da associazioni religiose, artistiche o culturali176. Secondo questa classificazione, le Langhe e il Monferrato sono un paesaggio culturale in evoluzione, perché questi assume un ruolo attivo nella società locale, è vivo, in continua trasformazione e cambia al variare della popolazione residente e non. Allo stesso tempo, è testimonianza vivente dell’evoluzione storica della cultura del vino, manifestazione secolare del rapporto instauratosi tra uomo e natura.

Dal punto di vista della conservazione e fruizione del territorio, il riconoscimento del paesaggio come patrimonio mondiale dell’umanità è un traguardo importante, perché implica la necessità di agire in modo sostenibile, riducendo l’impatto ambientale al minimo. A questo

175 L’ICOMOS, International Council On Monuments and Sites, è un’organizzazione non governativa

fondata nel 1965, la quale opera nel campo della museologia e della museografia e svolge il ruolo di comitato tecnico-scientifico per l’UNESCO, con il compito di decidere l’inclusione o meno di un sito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

proposito è importante monitorare gli effetti positivi, ma anche quelli negativi, al fine di migliorare costantemente la situazione. Nonostante fossero già presenti i concetti di tutela ambientale e paesaggistica nella Costituzione Italiana, è solo con il codice dei beni culturali e del paesaggio in vigore dal 2004177 che si approfondisce la materia. Il cosiddetto “Codice Urbani” infatti è un’evoluzione importante della normativa precedente, poiché considera il paesaggio come parte integrante del patrimonio culturale. Inoltre, definisce i termini di tutela come “volta a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali che esso esprime”, e di valorizzazione come “le attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e fruizione del paesaggio nonché, ove possibile, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati, attuata nel rispetto delle esigenze di tutela”178. Dopo la dichiarazione a livello mondiale e poi europeo, con la Convenzione Europea del Paesaggio179, anche il sistema legislativo nazionale riconosce l’importanza e il valore del paesaggio nella cultura della società, definendo così anche il cosiddetto “vincolo ambientale”, secondo il quale tutti gli interventi operati su immobili localizzati nelle aree d’interesse pubblico sono subordinati all’ottenimento dell’autorizzazione necessaria. L’obiettivo è quindi quello di conservare e tutelare l’integrità del paesaggio, impedendo che la speculazione edilizia possa arrecarvi danno.