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STORIA DEI TERRITORI UCRAINI: DALL’ANTICHITÀ ALL’EREDITA’ DELLA RIVOLUZIONE ARANCIONE

2.14 La nuova era

La conseguenza sociologicamente più evidente e condizionante della fine del regime sovietico di Mosca riguardava il futuro: dopo decenni di controllo esterno e di

Ivi, p. 674.

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Subtelny, Ukraine. A History, cit., p. 583.

repressione, mancava infatti una classe dirigente di ricambio propriamente ucraina, una possibilità di sostanziale rinnovamento delle figure al potere.

Per sopperire alla grave crisi economica che affliggeva la regione, il presidente russo Eltsin e i suoi economisti, misero in atto, attraverso una serie di ukase (decreti presidenziali), una privatizzazione del patrimonio statale sovietico su larga scale. Come nelle altre repubbliche ex-sovietiche, anche in Ucraina furono i ricchi e spregiudicati appartenenti alla nomenklatura politico-economica ex sovietica a diventare grandi capitalisti, concentrando quindi nelle loro mani sia il potere politico che quello economico e creando così la cosiddetta “democrazia oligarchica” ai danni della popolazione, sempre più in condizioni di povertà. 122

Lo stesso neo-presidente Leonid Kravčuk era il classico rappresentante della vecchia élite comunista, rapidamente convertitasi al nazionalismo dopo la proclamazione d’indipendenza.

«Le speranze di una transazione graduale e dolce a un regime politico democratico e all’economia di mercato che avevano fatto eleggere Kravčuk si rivelarono però ben presto mal poste. Troppo preoccupato di scontentare una delle parti in causa, […] fu incapace di avviare una qualsiasi delle tante riforme che il Paese attendeva.» 123

La neo-concessa libertà di pensiero portò alla nascita di numerosissimi partiti, diffusi per lo più a livello locale, incapaci però di mobilizzare supporto tra le persone e quindi di operare a livello nazionale per risollevare le disastrose condizioni economiche e sociali del Paese. La divisione politica ed ideologica presentava una forte caratterizzazione regionale: nelle zone occidentali, caratterizzate dal forte sentimento anti-comunista e di resistenza, prevalevano i partiti democratici ed ultra-nazionalisti; mentre ad est e a sud, dove il dominio sovietico presentava radici più profonde, vi era ancora una forte attitudine pro-comunismo. 124

A livello internazionale, nonostante la mancanza di esperienza, l’Ucraina attuò delle politiche efficaci: riuscì infatti a mantenere un clima di relazioni cordiali con gli altri

Colonna, Ucraina tra Russia e Occidente, cit., pp. 51-2.

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Bellezza, Ucraina. Insorgere per la Democrazia, cit., pos. 355-363.

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Subtelny, Ukraine. A History, cit., p. 589.

Paesi, in modo tale da poter focalizzare l’attenzione e le risorse sulla difficile realtà nazionale.

A suo sfavore andava però la politica estera russa, orientata all’integrazione della nuova repubblica nella Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), e fortemente appoggiata da influenti elementi interni al Paese, primi fra tutti il partito comunista e molti russofoni delle regioni industriali orientali.

Per controbilanciare queste pressioni, l’Ucraina intensificò i rapporti con l’occidente, gli Stati Uniti in primis, e i contatti con la NATO, senza però diventarne membro.

Nel 1992 fu eletto primo ministro Leonid Kučma il quale, trovatosi in una posizione di cerniera fra il potere politico detenuto dal partito unico ed il mondo industriale, realtà da cui proveniva, avviò un rapido processo di accentramento di potere nelle mani dell’esecutivo e di controllo dei consigli regionali attraverso la sua personale nomina dei loro presidenti.

«Questa impostazione tendenzialmente autocratica poteva risultare giustificata dai gravi problemi che l’Ucraina stava attraversando in quegli anni, sia sul piano economico sia a motivo della tendenza secessionista della Crimea, nonché per la necessita di sostenere sul piano internazionale la doppia pressione occidentale e russa.» 125

Il forte decisionismo personale caratterizzante il suo governo, portò Kučma a scontrarsi sia con la Rada che con il Presidente ucraino, rendendo necessario, nel 1994, indire elezioni presidenziali e parlamentari anticipate. In quest’occasione, presentandosi all’opposizione, riuscì a vincere con il 52,3% dei voti e riprese a governare con i propri modi decisi.

Le principali riforme da lui varate riguardarono l’istituzione di una nuova valuta nazionale, la гривня (grivnia), la creazione di una nuova costituzione e di una Corte costituzionale. Con diverse misure, in particolare attraverso la privatizzazione, il Presidente riuscì a far convergere definitivamente il potere politico ed economico nelle mani di individui per lo più scelti a sua discrezione.

Colonna, Ucraina tra Russia e Occidente, cit., pp. 55-6.

Data la situazione «[G]ran parte del Paese si era rifugiata nel mercato nero e illegale, che si stimò costituisse circa il 40% dell’economia reale […].» 126

In seguito alla sua elezione alle presidenziali del 1999, Kučma decise di nominare alla carica di primo ministro Viktor Juščenko, con il gravoso compito di risollevare le gravi condizioni economiche del Paese ed evitare la probabile bancarotta.

Iscritto nel partito comunista, Juščenko fece carriera nel settore bancario, divenendo Presidente della Національний банк України (Banca Nazionale dell’ Ucraina) e svolgendovi un ruolo essenziale nel ridurre l’enorme inflazione della nazione. Ricevuta la carica governativa, mise in atto numerose riforme efficaci in ambito economico e

«[avviò] un tentativo di modernizzazione della struttura amministrativa del Paese, forte soprattutto dell’appoggio delle organizzazioni finanziarie internazionali dei governi occidentali, che cominciano a vedere in lui non solo una possibile alternativa a Kučma, ma soprattutto il migliore antidoto contro una possibile ripersa del Partito comunista.» 127

Queste azioni si scontrarono tuttavia con la volontà del Presidente, il quale, dopo aver fatto approvare dei referendum per accrescere i propri poteri nei confronti del governo, ritornò ad imporsi attraverso decreti presidenziali e limitò grandemente l’azione dei mezzi d’informazione e dei giornalisti.

Nel 2000 lo scandalo e le successive indagini sull’assassinio di un giornalista, segnarono l’inizio della sua parabola discendete, soprattutto in seguito all’azione di informazione e di coscienza critica di un gruppo di giornalisti che, coraggiosamente, fondarono il movimento “Україна без Кучми” (Ucraina senza Kučma). Queste persone organizzarono numerose manifestazioni in Майдан Незалежності (Piazza Indipendenza) come forma di resistenza non violenta al potere;

«In questi fenomeni hanno le proprie radici tutte le grandi proteste che scandiranno la storia successiva dell’Ucraina: esse nacquero dal germogliare di una coscienza civile nella popolazione ucraina grazie all’unione di una generazione di giornalisti che aveva un’alta concezione civile del proprio lavoro e di uno scontento diffuso, che si trasformava in azione politica. Sorse così l’idea del diritto-dovere dei cittadini ucraini di protestare e di agire

Bellezza, Ucraina. Insorgere per la Democrazia, cit., pos. 337.

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Colonna, Ucraina tra Russia e Occidente, cit., pp. 62-3.

attivamente pr migliorare il proprio Paese: v’era un forte senso patriottico in questo movimento, ma di un patriottismo civile, non legato a una concezione etnica della nazione, ma a quella di cittadinanza.» 128

In relazione a queste vicende l’ex primo ministro Juščenko si schierò apertamente contro il regime del presidente Kučma, decidendo di presentarsi alle elezioni del 2002 come guida di un nuovo partito, Народний Союз Наша Україна (Unione Popolare “Nostra Ucraina”). Nonostante la vittoria ai voti, non riuscì tuttavia ad ottenere la maggioranza alla Verchovna Rada e alla guida del governo nazionale fu chiamato il governatore della regione di Donec’k, Viktor Janukovyč.

Nel frattempo si affacciava nella sfera politica un nuovo importante attore, Julija Tymošenko, ennesima esponente della casta dei politici-imprenditori che di fatto controllavano il Paese. Abile imprenditrice, fece la sua fortuna nel settore energetico, ed in particolare nella gestione del commercio di gas proveniente dalla Russia; approdata in politica nel 1996, si candidò alla Rada nelle file del partito Hromada di Lazarenko e, tre anni dopo, creò un proprio partito politico, la Всеукраїнське Об'єднання

“Батьківщина” (Unione Pan-Ucraina “Patria”)