• Non ci sono risultati.

Il ruolo degli oligarch

REALTA’ E POTENZIALE DELL’ECONOMIA UCRAINA

4.5 Il ruolo degli oligarch

Nelle ex-repubbliche sovietiche i magnati dell’economia, che avevano acquisito immense ricchezze e influenza durante la transizione da un’economia comunista (pianificata) ad una di tipo capitalistico, divennero noti con il nome di олігархи (oligarchi).

L’oligarchia, o il governo di un gruppo ristretto, è considerata l'opposto della democrazia e i cosiddetti ‘oligarchi economici’ appaiono come l’esempio ed il simbolo per eccellenza del capitalismo clientelare, in cui sia le opportunità economiche che le decisioni politiche sono riservate ad un’élite ristretta e impenetrabile, concentrata unicamente nel perseguimento dei propri interessi e l’accrescimento dei propri poteri.

«Oligarchs in independent Ukraine have bankrolled and controlled political parties, have bought parliamentary seats for themselves to ensure immunity from prosecution, and have served as cabinet ministers. […]

The oligarchs came from various backgrounds. Many had previous experience in industry or trade as Red directors or were dynamic, younger communist functionaries, while others started from scratch by opening casinos or serving as bankers to the mafia. Yet, all of them had two things in common. At some point, all had managed to establish close links with the state apparatus, which allowed them to benefit from insider deals. Also, all of them to some degree took advantage of the fire sale of state assets in the late 1990s, when they acquired major enterprises for symbolic sums, usually paid for with state-issued privatization certificates, obtained for a pittance from workers who did not understand their value.»166

Nel periodo 1994-99 i “clan” erano essenzialmente tre: di Donec’k, di Dnipropetrovs’k e di Kiev.

Ferrari (a cura di), Oltre la Crimea Russia contro Europa?, cit., p. 44.

165

Yekelchyk, The Conflict in Ukraine, cit., p. 79.

Il primo ricavava il maggior profitto dall’industria pesante e, nello specifico, da quella metallurgica, situata soprattutto negli oblast’ di Donec’k e Luhans’k; il clan era suddiviso in vari sotto-clan, il più importante dei quali era l’Industrial Union of Donbass. Il businessman più importante era Rinat Akhmetov, mentre Viktor Yanukovych, insieme al suo “Partito delle Regioni”, era il principale rappresentante e base politica del clan.

Il clan di Dnipropetrovs’k ricavava la maggior parte dei profitti dall’industria metallurgica e dal sistema bancario e tra gli esponenti principali si ricordano lo stesso Kučma, nonché Yulija Tymoshenko e Igor Kolomoyskyi.

In ultimo, il clan di Kiev, il più debole economicamente ma il più influente sul piano politico, il quale traeva profitto dalle aziende dei settore energetico e bancario e dai media.

Nel corso degli anni la situazione politica è più volte mutata, ma alcuni esperti considerano tutt'ora gli oligarchi come l’ago della bilancia, il fattore da non trascurare per poter uscire da questa situazione di impasse che non permette al Paese di stabilizzarsi dal punto di vista politico e sociale, e di mettere in atto le riforme necessarie a risollevare l’economia in profonda crisi.

L’importanza di queste figure non concerne solo l’ambito economico ed industriale, settori in cui mantengono una posizione di sostanziale monopolio dei mercati, nonché un’ampia percentuale delle ricchezze della nazione, ma anche l’ambiente politico, dove detengono un forte potere di influenza nelle decisioni a livello locale e nazionale, se non personalmente dei seggi e, soprattutto, quello civile. L’ascesa e l’arricchimento di queste persone hanno infatti portato ad un miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti di quei territori, considerati, di conseguenza, come ‘loro’ - sotto il loro controllo: ogni oligarca si associa ad un clan, in base all’oblast’ di provenienza.

L’oligarchia dell’industria e del denaro espressa dalle regioni industriali del’Est ha esercitato, ed esercita tutt’ora, un controllo sulla politica nazionale di cui, in ultima istanza, hanno beneficiato anche lavoratori e semplici cittadini; questo ha rafforzato la convinzione, negli oligarchi già da tempo consolidata, che il benessere derivi non dall’associarsi ma dall’imporsi.

Tuttavia, le motivazioni che hanno spinto la popolazione a scendere in piazza, ovvero la condanna della corruzione della classe politica e la volontà di cambiarne radicalmente gli esponenti, spesso ancora legati a vicende controverse del passato, ha fatto sì che pesanti critiche siano state rivolte anche contro alcuni oligarchi, accusati di perseguire i propri interessi politici ed economici, anche a discapito della popolazione. Essi rappresentano infatti un legame con il passato, la personificazione della mentalità ex- comunista che ha pervaso gli anni ’90 e che impedisce una omogenizzazione tra le condizioni di vita delle persone, in quanto favorisce i rapporti di clientelismo e nepotismo.

Ciononostante, data la forte influenza che essi ancora detengono, risulta impossibile pensare al futuro del Paese senza di essi e, ancora di più, appaiono indispensabili anche per trovare un compromesso con le regioni indipendentiste dell’est.

167

«Se fino ad oggi l’Ucraina sembrava in bilico, ora, con l’apparente accettazione dell’elezione di Poroshenko da parte di Putin e la discesa in campo di Akhmetov, si vede per la prima volta la luce alla fine del tunnel dopo mesi e mesi in cui la nazione è stata sull’orlo della

President v Oligarch. Building a Nation Means Putting Plutocrats in their Place in The Economist,

167

28.03.015,

http://www.economist.com/news/europe/21647355-building-nation-means-putting-plutocrats-their-place- president-v-oligarch

guerra civile, se non dentro. Si spara ancora, ma i separatisti da soli possono ben poco e lo sanno, e al di fuori di azioni molto dispendiose in termine di vite umane non hanno grande possibilità di azione. Ci sono spazi per tornare alla normalità: quella normalità che in Ucraina significa oligarchia e poco altro.» 168