STORIA DEI TERRITORI UCRAINI: DALL’ANTICHITÀ ALL’EREDITA’ DELLA RIVOLUZIONE ARANCIONE
2.1 Dalle origini alla metà dell’Ottocento
La nascita e l’importanza di Kiev risalgono però a molti secoli fa: gli storici stimano infatti che la città fu fondata tra il VI-VII sec. d.C, dal leader di una tribù locale, Kyi. Come per molte altre grandi realtà, tra cui anche Mosca alcuni secoli dopo, la posizione geografica svolse un ruolo cruciale nello sviluppo della città, in quanto assunse il ruolo di snodo centrale della regione e di punto di incontro tra zone geografiche e culturali differenti. 56
Nell’882 la città divenne la capitale della “Rus' di Kiev”, composta da parti del territorio delle odierne Ucraina, Russia occidentale, Bielorussia, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia orientali, e considerata il più antico Stato organizzato slavo-orientale.
Per questo motivo gli storici sia gli ucraini che russi annoverano da sempre questa realtà come parte integrante della rispettiva storia nazionale, creando così ancora oggi numerosi dibattiti riguardo a quale nazione abbia maggiori diritti a rivendicare quest’origine.
La stessa Chiesa ortodossa russa fu fondata in questi territori, in seguito alla conversione nel 988 del principe Vladimir I di Kiev alla fede cattolica, divenuta poi religione ufficiale della Rus' di Kiev.
Questo stato raggiunse la sua massima espansione sotto il regno di Yaroslav I (1019-1054), il quale riuscì a riunire la maggior parte delle tribù slave dell’est e
Subtelny O., Ukraine. A History, 3rd ed., University of Toronto Press, Toronto, 2000, p. 25.
governare su un territorio che si estendeva dal mar Baltico al mar Nero e dalle sorgenti del Vistula (Slesia) alla penisola di Taman (Krasnodar). 57
Si può dire che il punto di divergenza tra la storia delle popolazioni russe e ucraine fu segnata dalla conquista della Rus’ di Kiev da parte dei Mongoli e dalla conseguente frammentazione dei territori; le province settentrionali furono infatti annesse al nascente stato della Moscovia, mentre le restanti vennero inglobate nel Granducato di Lituana. 58
Nei secoli successivi si assistette a numerose guerre e mutamenti nella composizione dei regni dell’Europa orientale e, in particolare, al consolidarsi dell’egemonia del Granducato moscovita, precursore dell’impero di Russia.
Un capitolo molto importante della storia dell’Europa orientale fu segnato nel 1654 dal ‘Pereiaslav Agreement’ che comportò l’aiuto militare della Moscovia ai cosacchi contro il dominio polacco, in cambio del loro giuramento di fedeltà allo zar. Le conseguenze più rilevanti furono la creazione di un legame inestricabile tra il fato dell’Ucraina e quello della Moscovia e l’affermarsi della seconda come grande potenza.
«A causa dei conflitti che si sono in seguito sviluppati tra russi e ucraini, l’interpretazione del suddetto trattato è stata argomento di numerosi dibattiti tra gli studiosi.» 59
Inoltre, la spartizione del territorio da parte di Moscovia e Polonia in seguito al conflitto scoppiato dopo l’accordo descritto, portò ad una frammentazione territoriale che durò per circa 300 anni. Conseguentemente si svilupparono differenze, sempre più marcate, non solo tra ucraini che vivevano nella sfera russa e in quella polacca, ma anche all’interno delle singole realtà. Alla fine del XVII secolo, queste terre, abitate da circa 4 milioni di persone, avevano caratteristiche politiche, amministrative e regionali nettamente differenti. 60 Le diversità divennero ancora più marcate in seguito alla spartizione della Polonia tra
Jenkins B., Crisis in Crimea. A Historical Lead Up To The Conflict Between Russia and Ukraine,.
57
Createspace, 2014, Edizione Kindle, pos 67. Ivi, pos 89.
58
Magocsi P.R., A History of Ukraine, 2nd ed., University of Washington Press, Seattle, 2005, p. 216.
59
Subtelny, Ukraine. A History, cit., p. 152.
Prussia, Impero Russo e Impero Austriaco che portò al trasferimento della Galizia sotto il controllo degli Asburgo.
Nel XVIII secolo gli zar, ad esclusione di Pëtr I, optarono per una politica di limitazione dell’autonomia, sfruttamento delle risorse e sottomissione nei confronti degli ucraini, da loro chiamati Malorosy (piccoli russi). Questa strategia fu portata a termine da Ekaterina II, attraverso la centralizzazione del potere e la russificazione di tutti i territori dell’impero. L’establishment zarista riteneva infatti che non esistessero la nazione ucraina e quella bielorussa, ma solamente la popolazione dei “piccoli russi” e dei “russi bianchi”, parlanti dialetti del russo. In questi paesi, la russificazione fu probabilmente basata su: «un intento di “denazionalizzazione preventiva” delle popolazioni slave dell’Impero, prima che presso di esse potesse estendersi un senso di identità nazionale diverso dalla russa, mantenendole in uno stato di identità locale-comunitaria “pre- nazionale”.» 61
L’Ucraina orientale si trovò quindi privata del suo tradizionale contatto con l’Occidente e, isolata e cristallizzata nelle tradizioni, cadde nel provincialismo, mentre la Russia beneficiava dell’accesso ad Occidente, portandosi in una posizione di avanguardia culturale.
Per circa 150 anni, dalla fine del XVIII secolo agli inizi del XX, la popolazione ucraina visse in due diversi imperi, con leggi, tradizioni e condizioni di vita nettamente differenti: circa l’80% degli ucraini era soggetto alla volontà dello zar e chiamato
Malorosy (Piccoli russi), mentre il restante 20% risiedeva nei territori dell’impero
asburgico e si riferiva a sé stesso come Rusyny (Ruteni) 62
Secondo il primo ed unico censimento dell’Impero zarista del 1897, su una popolazione totale di 125 milioni di persone solo il 44,3% (55,7 milioni) era di madrelingua russa e solo due terzi (66,8% - 83,9 milioni) erano slavi dell’est, conteggiati cioè come russi, bielorussi e ucraini. 63
Mazohl B., Pombeni P. (a cura di), Minoranze negli Imperi. Popoli fra Identità Nazionale e Ideologia
61
Imperiale, Il Mulino, Bologna, 2012, p. 180. Subtelny, Ukraine. A History, cit., p. 201.
62
Mazohl, Pombeni, Minoranze negli Imperi., cit., pp. 170-1.
Il governo imperiale russo, date le numerosi affinità linguistiche e culturali tra i due popoli, aveva una considerazione particolare dell’Ucraina, rispetto agli altri territori acquisiti.
«The implication was that Ukraine had always been an integral part of Russia and that it was only as a result of historical accident that it had been temporarily separate from it. The differences that existed between Russian and Ukrainians, an imperial bureaucrat would argue, were simply the result of this temporary separation. Now that they were united once again with the Russians, Ukrainians […] were expected to lose their distinguishing features and become “true Russians”.» 64
Subtelny, Ukraine. A History, cit., p. 203.