Nel corso degli anni, varie sono state le trasformazioni delle organizzazioni regionali nate per lo sviluppo della sicurezza nell’area del Golfo. Dopo il fallimento del mondo multipolare e della prima organizzazione di sicurezza universale, la Lega delle Nazioni (LN), si andò a creare un sistema bipolare e una nuova organizzazione di sicurezza, l'ONU, fondata insieme alla NATO e al Patto di Varsavia, prima di sopraggiungere al nuovo sistema unipolare. Oltre agli Stati, nuovi attori come OIG ed ONG, sono poi emersi nell'arena internazionale. Come attori di secondaria importanza, le OIG, in particolare le organizzazioni di sicurezza regionali, sono emerse in ambito internazionale nella seconda metà del secolo. Nel periodo antecedente alla Prima Guerra Mondiale,
170 UAE Counter Piracy Conference, Final Ministerial Statement, 28 June 2012, http://www. counterpiracy.ae/media.
171 I. Brownlie in J. Crawford (ed.), Brownlie’s Principles of Public International Law, 8th ed., Oxford, Oxford University Press, 2012, p. 268-269.
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esistevano alcune istituzioni di sicurezza formali, non di carattere regionale172. Dopo la Seconda Guerra Mondiale invece, cominciarono a nascere nuove organizzazioni di stampo regionale; la Carta delle Nazioni Unite, in questo senso, ha sostenuto la creazione di istituzioni e accordi di sicurezza regionale, invitandole a «fare ogni sforzo per raggiungere una soluzione pacifica delle controversie locali [...] prima di deferirle al Consiglio di Sicurezza»173. All'interno di una violenta tempesta di trasformazioni, le organizzazioni di sicurezza regionali hanno vissuto tre ondate principali di cambiamento: il primo periodo della Guerra Fredda; la metà e ultimo periodo della Guerra Fredda e il dopoguerra. In questo contesto fortemente diviso ideologicamente, le organizzazioni di sicurezza regionali avevano «un ruolo primario nella risoluzione dei conflitti, quindi erano uno strumento per i deboli nel mondo dei forti»174. Il Nuovo Ordine Mondiale (NWO) ha allentato poi il rigido sistema del
patto gerarchico e ha aumentato l'autonomia regionale. In questo periodo, l'ONU non disponeva né delle risorse necessarie né dell'impegno delle grandi potenze per agire come polizia di sicurezza e ciò creò dei vuoti che le organizzazioni regionali potevano colmare175. La sicurezza regionale nata dopo il terzo periodo,
ha risposto agli sviluppi internazionali con la creazione di nuove organizzazioni di sicurezza, emendamenti e con l’aggiunta di compiti di sicurezza nelle Carte delle organizzazioni regionali esistenti176. In questo senso, anche il GCC si è trasformato, rafforzando la sua struttura di sicurezza. Secondo alcuni studiosi l'obiettivo immediato era quello di proteggersi dalla minaccia della guerra Iran- Iraq e dalla rivoluzione iraniana. È interessante notare che, nel documento di costituzione del GCC, la difesa comune non fu inizialmente menzionata. Ma più tardi, a causa dell'esistenza di potenziali minacce, i sei membri decisero di
172 L. Fawcett, Regional Institutions, in Paul D. Williams (ed.), Security Studies, 2nd Ed., Routledge, Oxon, 2013, p. 360.
173 UN Charter, Chapter VIII, Article 52.
174 L. Fawcett, Regional Institutions, in Paul D. Williams (ed.), Security Studies, 2nd Ed., Routledge, Oxon, 2013, p. 362.
175 R. Price and M. Zacher, The United Nations and Global Security, New York, Palgrave, 2004, pp. 173-184.
176 La Shanghai Cooperation Organization (SCO, 1996-2001), Commonwealth of Independent States (CIS, 1991), Asean Regional Forum (ARF, 1994) sono le organizzazioni regionali di nuova creazione con disposizioni in materia di sicurezza. Le altre hanno apportato modifiche e migliorato le loro carte per quanto riguarda le organizzazioni esistenti. Ad esempio, l'UE ha creato la Politica estera e di sicurezza comune (PESC) nel 1992 e successivamente l'ha trasformata in una politica europea di sicurezza e difesa (PESD) molto ben pianificata. Da C. Yenigün, Gulf Security NATO and ICI: Two and half, Conference paper, International Conference on NATO’s approach to Gulf Cooperation, Dubai, 2013, p. 34.
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stabilire una strategia di sicurezza comune e un tipo di esercito difensivo multilaterale, chiamato la Peninsula Shield Force (PSF) che condusse diverse esercitazioni tra il 1983 e il 1987. L'assistenza militare, finanziata principalmente da Arabia Saudita e Kuwait, è stata estesa al Bahrein per aerei da combattimento moderni insieme ad una moderna base aerea, e all'Oman per migliorare la sua capacità difensiva nello Stretto di Hormuz. Nel 1984 i ministri della Difesa del GCC hanno concordato la creazione di una PSF a due brigate (10.000 uomini). Questa forza di intervento congiunto aveva la sua base in Arabia Saudita vicino a King Khalid Military City, sotto il comando di un ufficiale saudita. Le implementazioni militari e di difesa iniziarono a prendere piede durante la guerra Iran-Iraq e proseguirono con l'invasione del Kuwait, accelerando le disposizioni di sicurezza e gli sviluppi pratici all'interno del GCC177. Dopo la conclusione della guerra del Golfo, il GCC, l'Egitto e la Siria, dichiararono la loro intenzione di istituire una Forza Deterrente per proteggere il Kuwait. Il GCC avrebbe fornito il contributo finanziario, mentre l'Egitto e la Siria avrebbero fornito beni militari. Il piano fallì a causa degli impegni presi dal Kuwait con Stati Uniti e Regno Unito per il posizionamento delle attrezzature militari statunitensi sul suo territorio. Tornando al PSF, nel 1992 oltre allo staff del quartier generale, la forza era composta da una brigata di fanteria di circa 5.000 uomini provenienti da tutti gli Stati del GCC. La sua missione, tuttavia, non era stata definita pubblicamente. Non era chiaro, ad esempio, se il PSF avrebbe avuto l'autorità di intervenire in un'emergenza interna178. Solo con il vertice di Manama nel dicembre del 2000 si vide un’importante trasformazione nell’ambito della sicurezza del GCC. Questo vertice, infatti, ha cementato le responsabilità congiunte di difesa degli Stati del GCC con la firma del Patto di difesa reciproca, con il quale venne creato un Consiglio di difesa comune e un Alto Comitato militare e ha codificato quello che è ora il pilastro della dottrina militare del GCC, ovvero che la sicurezza di tutti i membri del Consiglio è un "insieme indivisibile". La strategia era la stessa della NATO179. Nel febbraio
177 M. Legrenzi, "The Peninsula Shield Force: End of a Symbol?", Insights, 3, July 2006, p. 11. 178 R. S. N. Singh, Asian Strategic and Military Perspective, Lancer Publishers, India, 2005, pp. 375-6.
179 "La sicurezza degli Stati del Consiglio è un insieme indivisibile, e ogni aggressione ad uno Stato membro è un'aggressione contro gli altri Stati, e affrontare un'aggressione è considerata una responsabilità comune il cui onere è a carico di tutti gli Stati membri", hanno dichiarato i ministri nel loro comunicato... L'interferenza di qualsiasi entità negli affari interni di uno degli
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2003 quindi, 10.000 truppe e due navi sono state dispiegate in Kuwait per proteggerlo da potenziali attacchi iracheni, ma queste stesse truppe non hanno partecipato alle operazioni contro l'Iraq180. Nel 2006, il PSF aveva 7.000 uomini
e funzionava come forza d'intervento congiunta per difendere il confine di Arabia Saudita, Kuwait e Iraq. Nello stesso anno l'Arabia Saudita propose lo scioglimento del PSF e la creazione di un'ala di sicurezza centralizzata. L'idea fu accolta con favore, ma non entrò in vigore. Un altro grande passo avanti è stato compiuto nel 2009 con la creazione di una Task Force della Marina Militare Araba composta dai Paesi del GCC insieme a Giordania, Gibuti, Sudan, Egitto e Yemen e, l’anno seguente, con la creazione di un centro di condivisione delle informazioni di carattere marittimo in Bahrein, per la protezione delle petroliere181. Il PSF svolse nel 2011, proprio in questa regione, un ruolo importante nel contrastare le proteste anti-governative. Alcuni sostennero che questo fu un tentativo saudita di porre fine ai processi democratici che si stavano sviluppando; i funzionari del Bahrein hanno invece sostenuto che il PSF era lì per proteggere le strutture governative piuttosto che intromettersi negli affari interni182. Oggi, il PSF ha 40.000 truppe183 distribuite tra i vari Stati membri con base permanente presso King Khalid Military City. Oltre al rafforzamento dell’aspetto militare, i Paesi del GCC hanno iniziato a svolgere missioni di riconciliazione nelle aree in conflitto intorno al Golfo. Anche in questa regione risulta quindi chiara l’importanza di assicurare la stabilità esterna tanto quanto quella interna.
Stati membri è un'interferenza negli affari interni di tutte le nazioni del Consiglio", artt. 4 e 5 del Trattato di Sicurezza.
180 M. C. Peck, The A to Z of the Gulf Arab States, Scarecrow Press, Lanham, 2010, p. 31. 181 R. Alcaro and A. Dessi, The Uneasy Balance, Potential and Challenges of the West's Relations with the Gulf States, Nuova Cultura Press, Roma, 2013, p. 103.
182O. Hassan, Minare l’agenda della democrazia transatlantica? La primavera araba e la strategia contro la democrazia dell’Arabia Saudita, 2015, pp. 479-495 da Rivista Democratization, volume 22, nr 3 “Promozione della Democrazia e sfida dei poteri regionali illiberali”.
183 M. Al-Saeri, “A Talk with PSF Commander Mutlaq bin Salim Al Azima" Asharq Al-Awsat, London, 28.03.2011. Si veda anche: http://www.webcitation.org/5xYJcDTUV .
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