• Non ci sono risultati.

Gli obiettivi e le risorse economiche dell’APQ campano in materia giovanile

Confrontando gli obiettivi specifici delle diverse azioni incluse nel Programma regionale emerge che l’intento generale del Settore è di coinvolger i giovani nelle iniziative territoriali. In particolare, le Azioni B – “Partecipiamo” e C – “Progettiamo” sottolineano la necessità di dotare gli EE.LL., a livello regionale, provinciale e comunale, degli strumenti istituzionali che garantiscano la partecipazione attiva dei giovani alle progettualità. Se alcune azioni inserite nel panel regionale descrivono la semantica della partecipazione e della progettazione condivisa, va da sé che gli intenti del Settore contraddicono la prassi istituzionale che esclude il Forum regionale della Gioventù dalla

Conferenza Unificata tra Stato e Regioni e, in particolar modo, dai processi di ratifica dell’Accordo di Programma Quadro in materia giovanile. La contraddizione tra le proposte istituzionali per il

167

coinvolgimento giovanile e le prassi consolidate di esclusione dei giovani dai processi di ratifica e definizione degli APQ non limita il Settore regionale ad individuare i campi d’intervento politico. Infatti, il Quadro Strategico e l’Accordo di programma in materia giovanile articolano le Azioni attraverso otto (8) campi di intervento. Queste ultime sono incluse nel panel di programmazione regionale (cfr. Appendice 1, Tab.26: 181) e necessitano di un approfondimento che esprima e valuti la rappresentazione istituzionale delle politiche giovanili. Per descrivere gli obiettivi della programmazione regionale adoperiamo i seguenti criteri analitici:

- Nomenclatura delle Azioni programmate; - Titolo delle Azioni;

- Descrizione delle Azioni;

- Obiettivi prefissati per ogni Azione;

- Compiti assegnati alle strutture per il coordinamento e l’implementazione delle attività;

- Criteri e standard regionali utilizzati per valutare l’ammissibilità degli attori pubblici/privati che

richiedono i contributi finanziari.

Le singole misure programmatiche risentono del modello della programmazione negoziata in quanto prevedono il coordinamento territoriale delle organizzazioni giovanili e dei loro Centri di rappresentanza, con funzioni legittimate e riconosciute dagli EE.LL. Infatti, il programma regionale, almeno nei suoi intenti generali, affida alle rappresentanze territoriali giovanili la partecipazione ai bandi e ai progetti del Settore, privilegiando soprattutto i Forum comunali e i sistemi reticolari costituiti da attori istituzionali di tipo rappresentativo. Il Settore regionale campano conferisce ai giovani delle Consulte e dei Forum comunali il ruolo di ideatori e di realizzatori delle proposte progettuali. La volontà delle istituzioni di rafforzare il protagonismo giovanile nell’ideazione delle progettualità è declinata, nei documenti regionali, come un processo indispensabile per accrescere la responsabilizzazione e l’empowerment92. Infatti, i documenti93 sostengono che i giovani delle Consulte, attraverso l’accompagnamento tecnico e amministrativo degli esperti, possano accrescere le loro competenze nel valutare il successo e l’insuccesso delle attività, dando forza al miglioramento e all’orientamento delle future progettualità.

A nostro avviso, se agli indirizzi culturali, filosofici e metodologici suggeriti dalle istituzioni europee non seguisse l’adeguamento delle attività amministrative ed organizzative degli EE.LL., le politiche giovanili rischierebbero di appiattirsi esclusivamente alla costruzione del consenso politico. Vi è, cioè, il rischio che il gap tra gli intenti istituzionali e la realizzazione degli obiettivi prefissati assegni

92 Per un maggiore approfondimento rimandiamo al Capitolo primo della prima parte di questo testo. 93 Il Quadro strategico regionale e l’APQ in materia giovanile.

168

alle politiche giovanili un ruolo meramente strumentale, mettendo a dura prova i principi ispiratori promossi a livello comunitario. Lo scarto tra gli intenti istituzionali e la loro concreta realizzazione politica, produrrebbe alcuni effetti distorsivi e controproducenti per i Settori che promuovono le politiche giovanili.

Di seguito, riassumiamo solo alcuni effetti legati al mancato adeguamento della Regione Campania e degli EE.LL. ai valori e ai modelli organizzativi suggeriti dalle istituzioni europee94:

- Variabilità dei governi e discontinuità di sostegno alle politiche giovanili; - Progettualità non negoziate con i giovani;

- Incapacità di avviare processi di networking tra i settori della pubblica amministrazione ed il

privato sociale giovanile;

- Scarsi sostegni finanziari o voci di bilancio inesistenti per le organizzazioni giovanili e i Settori

istituzionali di riferimento;

- Resistenze dei settori amministrativi ad acquisire conoscenze ed innovazioni nel campo

metodologico e delle buone prassi.

Del resto, l’intento di mutuare il modello cooperativo della programmazione negoziata nelle Azioni programmatiche della Regione Campania è rinvenibile, in particolar modo, nelle seguenti aree di interesse: A – “Informiamoci”, E – “Osserviamoci”, G “Interventi per Centri polifunzionali” e H – “Azioni di sistema”. Le aree mostrano, ognuna con peculiari obiettivi, la sostenibilità dei coordinamenti territoriali delle strutture centrali e periferiche, col fine di porre a sistema, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie: le attività informative e documentali; i dati e le ricerche; le innovazioni amministrative e lo scambio delle buone prassi.

Nella seguente figura (Fig.6) proponiamo, in forma grafica, lo schema analitico della

programmazione negoziata e le sue ricadute sulle Azioni programmatiche, in cui il processo di governance è stato suddiviso in due momenti complementari:

169 Figura 6: Le ricadute della programmazione negoziata sulle Azioni in favore dei giovani

Fonte: nostra elaborazione confrontato con il Quadro Strategico Regione Campania e con l’APQ in materia giovanile.

La figura descrive la programmazione negoziata sostenuta per pianificare e implementare le misure in favore dei giovani attraverso due modalità o momenti relativi all’ampiezza del coinvolgimento degli attori istituzionali nel processo di definizione delle politiche giovanili. Il primo momento, riportato sul lato sinistro della figura, coinvolge i soli attori pubblici e/o privati riconosciuti dalla

Conferenza Unificata tra Stato e Regioni. La seconda modalità, descritta sul lato destro della figura,

intende ampliare i confini della governance istituzionale, attraverso spazi di partecipazione e di progettazione che coinvolgono le aggregazioni giovanili di tipo formale e informale. Date le caratteristiche della figura, i giovani, con particolare riferimento al primo momento della

programmazione negoziata, sono totalmente estromessi dai processi concertativi e di individuazione

dei campi di intervento. Del resto, la nostra ipotesi è che i giovani, attraverso le ricadute della

programmazione negoziata sulle Azioni A, E, G e H, influenzino solo indirettamente, quando e dove

è possibile, il decision-making delle politiche giovanili. Ciò conferma l’idea che il ruolo dei giovani, “esperti” del loro vissuto quotidiano, non è valorizzato nelle fasi di definizione istituzionale delle politiche, incidendo, a nostro parere, in modo distorsivo sulla rappresentazione istituzionale della

cittadinanza giovanile campana. Se tali sono i limiti che assegniamo al primo momento della programmazione negoziata, la ricerca empirica consentirà di verificare l’adeguamento organizzativo

170

Per il momento, intendiamo evidenziare come all’esclusione della partecipazione giovanile dal

processo di definizione politica degli interventi (momento 1) si affianchi la riduzione delle risorse

economiche disponibili per il Settore regionale. Dal Quadro Strategico in materia giovanile, pubblicato sul sito web istituzionale del POGAS95 nell’anno 2007, emerge che la Regione Campania stimava un finanziamento di 17.964.000 Milioni di euro, parte del quale a valere sul Fondo ministeriale per le Politiche giovanili96. In realtà, tale cifra è stata fortemente ridimensionata a decorrere dall’anno 2009. Dalla Delibera regionale n.832/2009 emerge che le stime iniziali di cofinanziamento sono state “corrette” del 50%. Infatti, se il Ministero sosteneva il programma con un totale di 5.988.000 Milioni di euro, la Regione ha cofinanziato con 3.085.000 Milioni, per un totale di 9.073.000 Milioni di Euro. Nella tabella seguente (Tab.27) proponiamo la descrizione della distribuzione delle risorse finanziarie per ciascuna Azione contenuta nel programma campano, differenziando i contributi dell’APQ dai cofinanziamenti regionali:

Tabella 27: Riparto dei fondi per le Azioni dell’APQ in materia giovanile

AZIONE RISORSE FINANZIARIE (in Mln di €) TOTALE

RISORSE

FONDO NAZIONALE DELLE POLITICHE GIOVANILI QUOTA REGIONALE A Informiamoci 1.415.000,00 800.000,00 2.215.000,00 B Partecipiamo 500.000,00 200.000,00 700.000,00 C Progettiamo 1.300.000,00 1.300.000,00 D Scambi culturali dei giovani 800.000,00 50.000,00 850.000,00 E Osserviamoci 423.000,00 423.000,00 F Formiamoci 1.150.000,00 250.000,00 1.400.000,00 95 cfr. http://www.politichegiovaniliesport.it/sito/politiche-giovanili/accordi-di-programma-quadro/, consultato a novembre 2011.

171 G Interventi per strutture dedicate ai giovani 1.000.000,00 1.000.000,00 H Azioni di Sistema 400.000,00 785.000 1.185.000,00 TOTALE GENERALE RISORSE 5.988.000,00 3.085.000,00 9.073.000,00

Fonte: nostra elaborazione confrontato con la D.G.R. n.832/2009 della Regione Campania.

La riduzione delle risorse economiche considerate nel 2007 dal POGAS è riconducibile a diverse cause, tra cui:

- Sovrastima dei cofinanziamenti regionali;

- Sovrastima dei cofinanziamenti promossi da altri Enti pubblici e/o privati;

- Sovrastima dei cofinanziamenti comunitari destinati alle Regioni sottosviluppate che rientrano

nelle aree denominate obiettivo 1.

In conclusione. Il mancato coinvolgimento dei giovani dalla definizione delle aree d’intervento dell’APQ regionale e la riduzione dei finanziamenti economici per il sostegno delle politiche giovanili hanno avuto delle ricadute onerose sull’intera architettura istituzionale. Infatti, le politiche rischiano di non rappresentare le esigenze dei giovani campani ed essere declassate, visti gli scarsi investimenti economici, ad interventi secondari, settorializzati e poco prestigiosi se confrontati con gli altri ambiti di policy.