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Nella nostra analisi sono centrali le traiettorie professionali e i differenti percorsi di costruzione identitaria, con un’attenzione particolare a quelle dimensioni condizionanti che interagiscono e possono modificare il processo di                                                                                                                

identizzazione. Per dimensioni condizionanti, ci riferiamo ad un insieme di elementi che interagiscono e possono in alcuni casi modificare i diversi processi di costruzione dell’identità e le diverse attribuzioni di senso che i soggetti forniscono sui percorsi di carriera. Alla base di queste osservazioni sta la convinzione che l’identità non è un dato acquisito ma un processo, e come tale non può dirsi concluso, soggetto a influenze esterne e a continui aggiustamenti da parte del soggetto è in continuo divenire. Questo processo di modifiche è il medesimo a cui è sottoposta l’identità lavorativa che contribuisce e ne determina in larga parte la formazione di quella personale. Pertanto l’identità è stata da noi interpretata come un fenomeno sociologico complesso, su cui si ripercuotono una molteplicità di aspetti di natura istituzionale, sociale-culturale e di mercato, tra loro strettamente interconnessi. Proprio su questa molteplicità di fattori si concentrerà la nostra analisi dei percorsi identitari. L’ipotesi teorica generale della ricerca è che i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni, a seguito di un’accelerazione esasperata e per certi versi incontrollata dei processi sociali, hanno profondamente modificato le dimensioni spazio temporali del lavoro e del lavorare e questi cambiamenti, in concomitanza con un’incapacità di mediazione dei meccanismi vigenti di welfare state, intervengono e influenzano negativamente il progetto identitario, soprattutto dal lato della declinazione dell’appartenenza ad uno specifico ruolo professionale. Tale situazione interviene sui casi sottoposti a indagine generando esiti differenti secondo le loro differenze “soggettive” e “oggettive”.

In quest’ottica, l’obiettivo della nostra analisi si orienterà sulla comprensione della relazione tra dimensioni condizionanti e percorsi identitari; le dimensioni scelte attengono da un lato al rapporto che il lavoratore instaura con i fattori spazio temporali e all’analisi di come questi cambiamenti possono incidere e modificare tali percorsi; dall’altro agli effetti che una particolare politica di active welfare state, da noi esaminata, può aver generato e in che modo può aver orientato i percorsi identitari in maniera differente.

La categoria di lavoratori scelta per comprendere le modalità attraverso le quali si mostra questa relazione è stata quella degli Informatori Scientifici del farmaco.

Le ragioni per cui abbiamo scelto questa specifica categoria di lavoratori per la nostra indagine sono due e attengono alle dimensioni sopra citate.

La prima risponde all’esigenza di trovare una categoria di lavoratori che fanno esperienza della compressione spazio temporale462. Gli effetti della ridefinizione e della pressione del tempo di lavoro entro lo spazio vitale del soggetto sono argomentazioni centrali nelle teorie del postmoderno, come abbiamo espresso nella parte teorica di questo lavoro. Come è noto, le conseguenze della compressione spazio temporale sono state interpretate in termini fortemente negativi sul tempo biografico463, l’accelerazione dei ritmi di lavoro e la

velocizzazione dei tempi per effetto della compressione spazio temporale hanno indebolito la capacità di produrre esperienze di continuità tra passato e futuro464; e nel momento in cui si parla di tempo di lavoro è divenuto fondamentale analizzare il ruolo che questa accresciuta velocità ha sulla percezione che il soggetto costruisce della propria esperienza. È interessante notare come il significato e le conseguenze della velocità non sono legate ad un parametro esterno ed “oggettivo” ma implicano una riflessione “soggettiva”, poiché il tempo come ogni altra esperienza è mediato ed è implicitamente costruito. Nella società individualizzata, i cui tratti sono stati nella prima parte delineati attraverso l’attribuzione di un significato sugli effetti che il tempo produce gli individui esprimono se stessi, definiscono la propria identità465.

                                                                                                               

462 I fattori spazio temporali sono centrali nell’analisi della costruzione identitaria poiché: il

capitalismo è stato e continua a essere un modo di produzione rivoluzionario in cui i comportamenti e i processi di riproduzione sociale sono in continuo mutamento, sono destinati a mutare anche le qualità oggettive e i significati dello spazio e del tempo. Dall’altro lato, se lo sviluppo della conoscenza è decisivo per il progresso della produzione capitalistica, allora ogni cambiamento nel nostro apparato concettuale può avere delle conseguenze per la gestione della vita quotidiana. Cit. in D. Harvey, La crisi della modernità, Il Saggiatore, Milano, 1993. La compressione spazio temporale ha un effetto disorientante e dirompente oltre che sulle pratiche politiche ed economiche, sulla vita dei lavoratori e sulla capacità di produrre in seguito ai cambiamenti che questa produce, dei solidi percorsi di costruzione identitaria.

463 Si veda C. Leccardi, Tempo plurale. Donne, uomini e molteplicità dei tempi, in Economia e

lavoro, XXXIV, 3, 2001.

464 Questi temi sono stati studiati da: M. Rampazi, (a cura di), Il senso del passato. Per una sociologia della memoria, Franco Angeli, Milano, 1984; C. Leccardi, Orizzonti del tempo:

esperienza del tempo e mutamento sociale, Franco Angeli, Milano, 1991.

465 F. Crespi, Il tempo vola. L’esperienza del tempo nella società contemporanea, il Mulino,

Come riportato da uno studio del Centre for Strategic Economic Studies466, sugli informatori scientifici del farmaco (traduzione italiana di pharmaceutical

sales representative) dal titolo: “A day in the life of a pharmaceutical sales

representative”. Gli informatori del farmaco hanno la difficoltà di bilanciare le esigenze che i tempi di lavoro impongono alla loro vita e sono costantemente alla ricerca di un equilibrio. Spendono molto del loro tempo, potremmo dire la maggior parte del tempo di una giornata di lavoro sottoposti a forti pressioni, vivono molto tempo correndo da una parte all’altra, da un medico all’altro, fissando appuntamenti, molte volte questi tragitti sono lunghi e implicano del tempo per strada restando nel traffico, parlando al telefono e organizzando i tempi della giornata che stanno consumando. Questo ritmo è molto duro e faticoso dal punto di vista della difficoltà di bilanciare l’accelerazione che il tempo di lavoro impone con i tempi di vita che sotto il peso di questa si restringono. Gli informatori hanno un rapporto complicato con il tempo di lavoro dal punto di vista delle implicazioni soggettive e quella che hanno definito “un’erosione dei tempi di vita” si va via via a fare sempre più rapida e di difficile gestione467.

Pertanto la narrazione dei tempi di lavoro, con la specifica attenzione al modo in cui questi sono cambiati, è uno degli obiettivi centrali per la comprensione del rapporto tra tempo di lavoro e processo di identizzazione. Per comprendere se e come è cambiato questo rapporto alla luce dell’accelerazione dei tempi.

La seconda ragione attiene alla dimensione delle politiche e all’impatto che l’inserimento entro un particolare meccanismo di active welfare state ha sui percorsi occupazionali e sulla costruzione identitaria. È stato creato per gli informatori un progetto di politica di active welfare state (il progetto welfarma, si veda il terzo capitolo) per far fronte ad una forte crisi che ha visto coinvolta la categoria. Per questa ragione ci siamo dunque interrogati, qualora si verifichino alcune circostanze esterne come l’intervento di particolari progetti di politiche di welfare attivo, come nel caso specifico dei lavoratori presi ad oggetto, il soggetto si troverà a ridisegnare e ricomporre necessariamente il suo percorso identitario. Le domande di ricerca a questo punto sono state, dopo aver in prima istanza                                                                                                                

466 Studio contenuto nel volume:D.T. Bearden, L.Martin, The Pharmaceutical Sales Representative Handbook: A field Handbook, Ed. iUniverse, NewYork, 2008.

verificato gli obiettivi che il progetto si era posto. Quanto peso hanno e in che modo sono efficaci nel supportare le sorti di una carriera in crisi? In secondo luogo, ci siamo interrogati, come un progetto di welfare, che ridisegna la carriera e orienta la traiettoria occupazionale in che modo può incidere sull’identità? In particolare s’intendeva valutare, quali sono gli effetti che un percorso come quello da noi studiato ha avuto sui percorsi di carriera e infine, come si ridisegnano le traiettorie di vita e di carriera a seguito di questo progetto?

Gli obiettivi conoscitivi vanno dunque nella direzione della comprensione dei modi in cui si articolano i percorsi occupazionali e i diversi processi di costruzione identitaria e di attribuzione di senso ai propri percorsi di vita.