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Orientamento religioso.

Parte IV: Fenomenologia e geopolitica dell’ecovillaggio.

4.2 Ecovillaggi a confronto.

4.3.4 Orientamento religioso.

Al livello spirituale, vengono spesso abbracciate «filosofie» di vita

olistico-New Age, ricercando l’armonia tra uomo e natura. Il rapporto

con la religione varia invece da comunità a comunità, molte esperienze sono infatti di orientamento laico e agnostico.

L’aspetto olistico della New Age unisce religioni occidentali ed orientali, tecniche psicologiche, medicine alternative, magia, ecologia e spiritismo, il tutto finalizzato alla promozione di un benessere interiore. Tale aspetto, per la molteplicità che lo contraddistingue, si rivela spesso un contenitore generico in cui ciascun individuo può riporre le credenze e le conclusioni che più lo interessano in modo da crearsi una

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Fukuoka M., La fattoria biologica: teoria e pratica dell’agricoltura naturale, Edizioni Mediterranee, Roma, 1985.

spiritualità peculiare e su misura spesso e purtroppo ai limiti dell’ingenuità e del ridicolo.

Questa sorta di filosofia olistica rappresenta comunque un ulteriore elemento per la comprensione dell’amore degli ecovillaggi verso la natura e la madre terra. Le radici del movimento risalgono al 1875, quando la spiritista russa Blavatskij fondò la Società Teosofica a New York, professando che tutte le religioni in realtà deriverebbero da un’unica verità divina. Con la pubblicazione del libro «L’era

dell’Acquario» nel 1937 si ufficializza invece la nascita della New Age.

L’autore (Le Cour) infatti, in base alla credenza secondo cui ogni civiltà sarebbe stata influenzata dal segno zodiacale in cui cadono gli equinozi di primavera, preannunciava l’avvento della prossima era dell’Acquario e il superamento dell’era attuale dei Pesci. L’epoca attuale, sosteneva Le Cour, è infatti dominata dalla religione cristiana e dalle lotte fratricide, mentre la futura epoca consentirà alla terra di vivere un periodo di pace e di fratellanza. Le comunità che per prime accolsero tali istanze furono quella di Findhorn in Scozia e quella di Esalen negli Usa, fondate entrambe nel 1962: la prima avviata da Maclean e Caddy, appassionati di meditazione, di spiritismo e di agricoltura biologica, convinti che l’energia spirituale captata a Findhorn rilevasse già l’avvento della nuova era; la seconda fondata da Price e Murphy, appassionati di Taoismo e di Zen, volta a favorire gli scambi tra culture diverse. Per tale filosofia il cambiamento verso la nuova epoca della fratellanza sarebbe avvenuto grazie al raggiungimento di una «massa critica» di persone credenti nel passaggio alla nuova era, data la stretta connessione di tutti gli esseri viventi ad un’unica coscienza universale. Molti riti New Age si svolgono per questo motivo in gruppo e nei vari luoghi del mondo ritenuti sacri, con il fine di liberare l’energia necessaria al cambiamento e indirizzarla verso la costruzione della pace globale della futura epoca dell’Acquario. A partire dagli anni ottanta, molti assertori della New Age cominciarono però a dubitare dell’avvento della nuova era, focalizzando la loro attenzione non più sulla trasformazione collettiva, ma su quella interiore del singolo. Questa nuova prospettiva assume il nome di Next Age. Le danze, i balli di gruppo, i cerchi rappresentano tutt’oggi un rituale molto diffuso tra le varie esperienze comunitarie aderenti ai principali network, come RIVE e CONACREIS per l’Italia, e GEN, ENA, GENOA per il resto del mondo. Negli incontri collettivi, i cerchi scandiscono infatti la sequenza della giornata, ripetendosi in correlazione ai pasti principali. La partecipazione a questi rituali è altissima e pochi sono gli individui che preferiscono stare in disparte.

Il movimento della New Age può essere inserito all’interno di quella che Naess definisce una posizione radicale di ecologia profonda (Deep

Ecology), la quale rifiuta in modo categorico ogni forma di

antropocentrismo e induce l’animo umano non solo al rispetto ma alla venerazione per tutte le forme di vita. All’interno di tale posizione è possibile riscontrare la presenza di tradizioni culturali tra loro distinte come le religioni e le filosofie orientali, lo gnosticismo, la non-violenza, l’esoterismo, il misticismo, il movimento eco-femminista neopagano

Wicca (dall’inglese Witch, strega) e il suo culto per la Dea suprema (Goddess): la madre terra. Una particolare espressione della Deep Ecology è The Gaia Hypothesis proposta da Lovelock e Margulis nel 1974 e successivamente approfondita da Goldsmith448. Tale ipotesi, «in nome di un’idea paganeggiante della terra come Dea madre e come organismo vivente, riduce l’uomo ad una delle tante specie viventi, condannandolo senza appello come se fosse un monstrum, una malattia del suolo e un cancro della biosfera»449. Il concetto stesso di olismo, contrapponendosi a qualsiasi idea di libertà individuale, presuppone una totalità organica – dal greco holon – che è qualcosa di più e di diverso dalla somma delle semplici parti, dove gli individui hanno senso solo come parte di tale totalità, ad essi superiore. Il ringraziamento alla madre terra è uno dei rituali più diffusi nel movimento degli ecovillaggi e i cerchi formati per questo scopo rappresentano un modo di creare empatia tra i vari gruppi nel corso di incontri nazionali o internazionali, seppur nelle singole esperienze esso può non essere né praticato, né condiviso. La forte presenza dello spirito olistico religioso negli ecovillaggi iscritti ai principali network come RIVE, CONACREIS e GEN comprendente ogni aspetto delle relazioni umane, costituisce un limite per la libertà dell’individuo e un aspetto critico su cui riflettere. In ogni incontro del movimento aleggia questo particolare spirito religioso che riunisce, in modo indistinto e confusionario, aspetti delle principali religioni con elementi di panteismo e di animismo pagano. Il fatto che i riti dei cerchi vengano generalmente celebrati a ridosso dei pasti principali e che il cibo venga distribuito ai membri solo alla fine del rito e mantenendo la posizione del cerchio, istituzionalizza tali credenze come ufficiali e condivise. Ciò determina un rapporto di dominio e di non rispetto della maggioranza sulla minoranza di orientamento laico, costretta a rimanere in disparte o a partecipare al cerchio per non sentirsi esclusa. Vi è dunque un’ambivalenza tra un movimento che ha nei suoi valori fondanti il rispetto delle diversità e la dimensione olistica spirituale imposta dalla maggioranza. Tale aspetto dovrebbe dunque riguardare esclusivamente la sfera individuale, a meno che non si dia per scontata la relazione tra questo misticismo e la vita comunitaria. La diffusione di queste credenze e rituali nel movimento, rischia inoltre di affievolire l’enorme contributo innovativo offerto da queste esperienze.