Parte V: Punto applicativo e analisi di un caso specifico: la comune di Bagnaia.
5.1 Storia della comune.
Superficie: 80 ettari.
Collocazione geografica: piccolo borgo nelle colline di Sovicille (comune di Ancaiano), località la Montagnola a 12 km da Siena.
Proprietà: Associazione la comune di Bagnaia Inizio del progetto comunitario: 1979
Residenti stabili: 20 Dieta: onnivora.
Si considera un ecovillaggio: sì, ritengono di entrare nella definizione di eco villaggio, ma preferiscono definirsi una comune.
Orientamento religioso: laico. La comune lascia a ciascuno la libertà di scegliere se e in che modo aderire a un credo religioso.
Un esiguo numero di uomini, donne e bambini fonda nel 1979 una comune nella campagna vicino Siena (località la Montagnola), basata sui principi di uguaglianza, condivisione egualitaria delle risorse umane ed economiche, rifiuto della proprietà privata, rispetto ed aiuto reciproco, equità dei diritti e dei doveri dei propri membri (parità assoluta dei sessi), superamento del modello famiglia nucleare, assenza di ruoli fissi, rifiuto di ogni forma di autoritarismo, metodo decisionale democratico e, più in generale, fondata su principi di comunismo libertario.
L’esperienza nasce dalla fusione di due gruppi di persone provenienti da due distinte esperienze: da una comune urbana alla periferia di Siena, composta da due famiglie e da una persona singola (che collettivizzavano integralmente i propri guadagni provenienti da lavori esterni alla comune) e da una coppia uscita da una comune rurale nel grossetano (Nomadelfia) per i metodi decisionali scarsamente democratici adottati da tale esperienza.
Il particolare clima culturale e la speranza di tutta una generazione nella futura rivoluzione, nella ricerca della libertà e dell’autodeterminazione, propria del movimento contro culturale degli anni sessanta e settanta, fa da cornice teorica alla nascita di Bagnaia.
La voglia di vivere insieme e sperimentare uno stile di vita diverso, il rifiuto della società capitalista, la ricerca della parità sessuale, l’assenza di padroni, hanno reso questa particolare esperienza un esempio concreto di socialità alternativa che persiste ormai da trenta anni con un equilibrio che le è peculiare.
Raccontando il contesto storico che fa da sfondo a Bagnaia, Guerrino (scultore che ha creato numerose opere sparse in molti punti del podere agricolo) e Checco, mettono in luce il clima contro
culturale della Toscana di quegli anni, vero e proprio luogo ideale per fondare quel particolare microcosmo, la comune, in cui concretizzare i propri sogni, i propri ideali:
Guerrino: la situazione era esplosiva sotto l’aspetto sociale e politico. Negli anni ‘70 c’era un risveglio generale di ricerca dell’autonomia e della libertà. Ci fu tutto un movimento che sperava in una democrazia; si parlava di liberazione, di vivere insieme in campagna…
Checco: il ’68 fu un momento caldo dove la fantasia per la prima volta andava al potere. Pensai a un microcosmo dove realizzare degli ideali. Queste esperienze erano maggiormente diffuse in Toscana perché il clima era più interessante e c’era una minore influenza clericale524.
Checco descrive inoltre le motivazioni che hanno spinto quelli che allora erano ragazzi a costruire un particolare ambiente in cui vivere, dissociandosi dai valori consumistici della società borghese e formando un rifugio coerente con i propri desideri e le proprie aspirazioni:
Checco: negli anni ‘60 c’era un grande dissenso verso l’America, a partire dal movimento Hippy, contro la guerra nel Vietnam e non solo, anche contro il consumismo, l’industrializzazione. Questa contestazione era dire non mi sta bene l’ipocrisia della borghesia, non mi sta bene questa vita di facciata, di rincorrere il successo o i soldi, queste cose qua. Quindi una vita più vera e reale anche se più semplice e più povera. E in questo senso c’era anche aggregazione, c’era una identità sociale, c’erano molte persone, molti giovani che la pensavano allo stesso modo ed erano disposti a dire basta. A quel tempo c’era la Democrazia Cristiana che governava da tanto tempo ed era facile dire no perché si voleva un cambiamento. E poi questo cambiamento c’è stato, però di fatto, non è il governo che deve cambiare, a volte è proprio la cultura della gente che deve cambiare. E questo invece non è avvenuto.. rimane un po’ la stessa storia. Per cui il fatto di creare una nicchia, un rifugio dove avere un confronto di identità sociale che ti riconosca, ti convalidi in qualche modo il tuo progetto, ti sostenga da un lato. Da quell’altro, anche, possibilmente di operare nel contesto esterno senza più grandi ambizioni. La realtà è quella che ci dice non facciamoci più grandi illusioni di grandi cambiamenti. Intanto cambiamo noi e viviamo la nostra dimensione anche di felicità esistenziale e di quello che può essere anche una conferma di quello che è il nostro desiderio di coerenza, in questo senso… essere contenti di questo: il tuo piccolo corrisponde a quello che tu desideri. Nel grande, avere la consapevolezza che non puoi cambiare il mondo, ma piano piano fai delle cose per cui puoi essere di esempio. Non solo qui intorno…ma c’è tutta una rete, anche gli ecovillaggi…informazione, diffusione, educazione…Abbiamo visto che il mondo cammina molto più veloce e peggio di quello che si può fare noi per rallentarlo525.
L’autosufficienza alimentare ed energetica raggiunta nel corso del tempo, il rispetto per l’ambiente, il riconoscimento dell’agricoltura come attività primaria dell’uomo, inoltre, attribuiscono a Bagnaia, oltre alla specificità della comune, la connotazione di ecovilaggio, di
524 Testimonianza contenuta nella
Presentazione film-documentario: La comune di
Bagnaia, un frammento di utopia, Regia Apuzzo C., Nijhuis H., Piscicelli S.; prod. Falco Film
(Italia), BelArt Film (Nederland) – 2005. 525
Testimonianza contenuta in Vignale E., Comuni, ecovillaggi e comunità familiari. Studi di
azienda agricola-zootecnica e biologica e di biofattoria didattica. La comune aderisce a diverse associazioni, quali il WWOOF (Willing Workers On Organic Farms), organizzando campi di lavoro con ospitalità alla pari (cioè offrendo vitto e alloggio in cambio di lavoro) per due settimane a persone desiderose di imparare direttamente «sul campo» le tecniche di agricoltura biologica e di conoscere la vita quotidiana condotta nella comune. Essa aderisce inoltre alla RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici), al GEN-Europa (Global Ecovillage Network) e al AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica).
Nel 2001 i vari membri hanno costituito un’associazione ONLUS «la comune di Bagnaia» a cui intestare l’intera proprietà collettiva e una cooperativa per gestire legalmente l’azienda agricola.
In oltre 30 anni di esperienza la comune ha costruito una solida realtà economica pur mantenendo fede ai principi di sobrietà e di uguaglianza che l’hanno ispirata, dando vita a una fitta rete di relazioni sociali e organizzando numerose iniziative di carattere ricreativo e culturale.
Per questo percorso evolutivo affrontato negli anni verso forme di sostenibilità ambientale, economica e sociale, tale realtà rappresenta dunque «un buon esempio di costruzione dal basso di un’alternativa, realistica e praticabile, al modello sociale consumistico e neoliberista oggi dominante, con i suoi risvolti distruttivi e disgreganti»526.